San Giovanni

24/06/07

24 Giugno, San Giovanni.

Non è un giorno come gli altri, è una ricorrenza che affonda le sue radici in culture pre-cristiane, in culture paleolitiche. Una ricorrenza atavica, dal significato profondo, che attraversa più culture e più paesi.

La Notte di San Giovanni, quella tra il 23 ed il 24 Giugno, è la notte dell'anti-Natale, è la notte dell'anno più lontana da quella del 24-25 Dicembre. E' l'opposto della Notte in cui il Cristo s'è fatto uomo, in cui Dio è venuto sulla terra.
La notte più lontana è, secondo la tradizione, la notte in cui il Demonio viene sulla Terra a raccogliere le anime destinate all'Inferno, alle Geenna delle fiamme eterne. E' la notte delle streghe, del Sabbah, è la notte della condanna eterna.
Questa credenza è legata al fatto che da questi giorni il sole inizia a calare, se per tutta la primavera ad ogni Meriggio il Sole era sempre più alto sull'orizzonte, da ora sarà sempre più basso (sebbene il solstizio sia il 21, la tradizione riconosce nel 23-24 la notte magica) fino al punto più basso da cui riprenderà a salire, ovvero la notte di Natale dove la speranza rinascerà e porterà il Sole, fonte della vita, a rialzarsi sull'orizzonte.

San Giovanni Battista è un Santo atipico: era Cristiano prima di nascere e prima ancora che Cristo nascesse. Nel Vangelo si sa che esultò nel ventre della madre, quando Maria già incinta venne a trovarla.
Cugino del Cristo, San Giovanni è l'unico santo di cui si festeggia sia la nascita (oggi) sia la morte, succede solo per il Cristo e per Maria. San Giovanni era cristiano prima che Cristo fosse, sapeva che il Vangelo si sarebbe avverato prima che si avverasse. Battezzò il cugino Gesù, ben sapendo che stava battezzando colui che avrebbe salvato l'intera umanità.
San Giovanni è il Santo atipico che può lottare contro il Demonio che porta via le anime all'inferno.

Tutta questa non è teologia, sono superstizioni e credenze che ho raccolto qua e là. Non credo che la Chiesa riconosca tutto questo, ma quello di San Giovanni e della sua notte è un fascino particolare, un po' come il sabato di Pasqua.

La notte dell'anti-Natale è notte di follia, di non sensi, di contraddizioni. La tradizione vuole che si accendano dei Fuochi nella Notte per sostenere il Sole che, d'ora in poi, inizierà a ridiscendere. Altrove si mettono sulla finestra pane e vino come segni dell'Eucaristia oppure ancora si lascia un uovo e si dice che, se all'alba si sarà formata la sagoma di una barca con l'albume, allora si sarà salvata un'anima dall'inferno.
Superstizioni, ma se io ne ho dato una lettura della matrice cristiana culti simili ci sono un po' in tutte le culture più arcaiche, soprattutto quelle di matrice agricola: dai celti ai barbari germanici.

Superstizioni, forse, ma anche segni di una cultura profonda che attraversa i millenni.

La passione per questa ricorrenza è legata a quella che è la mia canzone indiscutibilmente preferita.

FUOCHI NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI (CSI)

Parlano piano al sole le ombre stanche di rumorose rabbie e infinite menzogne
Lunghe di sterminati fili in lunga fila sorde ai tonfi di corpi che vengono abbattuti
Tra poco arrossa il cielo della sera sospeso tra azzurri spazi gelidi e lande desolate
Quietami i pensieri e le mani e in questa veglia pacificami il cuore
Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
S'alzano sotto cieli spenti i canti di chi è nato alla terra ora di volontà focose speranze
E da energie costretto e si muove alla danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza

Festa stanotte di misere tribù sparse impotenti, di nuclei solitari
che è raro di vedere insieme ancora E s'alzano i canti e si muove la danza
E s'alzano i canti e si muove la danza, danza, danza, danza, danza

Muoiono i preti rinsecchiti e vecchi e muoiono i pastori senza mandrie
Spaventati i guerrieri, persi alla meta i viaggiatori
La saggezza è impazzita, non sa l'intelligenza
La ragione è nel torto, conscia l'ingenuità
Ma non tacciono i canti e si muove la danza
Quietami i pensieri e il canto e in questa veglia pacificami il cuore

Così vanno le cose, così devono andare
Così vanno le cose, così devono andare
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
E non tacciono i canti e si muove la danza
E non tacciono i canti e si muove la danza
Danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza, danza...
(Così vanno le cose, così devono andare...)

1 commenti:

Anonimo 25 giugno 2007 alle ore 00:00  

Anche io sono affascinato da certe tradizioni che hanno attraversato millenni, specie se intrecciate con usanze , credenze e riti legati alla natura e all'agricoltura. Sono contento che ne sei più colto di me. Spero continuerai ad erudirci.

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