Un maestro può indicarti la porta, ma sta a te di aprirla

31/10/07

Resto diffidente dalla poesia, anche se non posso non citare un grande maestro (che ha addirittura un secondo blog) che mi ha regalato l'aforisma che da il titolo a questo post.
Di seguito, un'altra citazione che ha attirato la mia attenzione appena qualche giro di globo fa.



Il casuomo

Ruminando il tempo, digerisco la vita.
Metabolizzo.
Quello che è intorno dentro appare, d'un tratto.
E forse il fuori non è che proiezione del dentro.
Stando a questo, allora è il dentro che va curato.
Non dimenticare di annaffiare il giardino della tua creatività.
Germoglia, germoglia e fiorisce, se accudito.
Prendere quella strada, per tutte le direzioni.
Attenzione.
Crea te stesso e il tuo territorio.
Ma lascia posto affinché gli altri possano entrare.
Cura la casa, gli infissi, cambia colore all'intonaco se ti aggrada.
Lascia la porta aperta.
Stai pure sull'uscio ad aspettare, con la porta aperta.
Stendi alla prima avvisaglia i soggetti inquinanti; che non entrino in casa i soggetti inquinanti, tumorali cellule di distrazione di massa.
Curati che sull'uscio ci sia uno zerbino con scritto Welcome.
E che tu sia una persona nella quale sia piacevole entrare.
Non chiudere le serrande, affinché il sole entri copioso e tu possa sbirciare dai vetri il mondo che verrà.
Arredati, rendi accogliente e particolare il tuo animo zingaro.
Non dimenticarti dell'intonaco sulla facciata; è vero che è più importante che l'interno sia comodo, ma le persone da fuori vedono l'esterno di te. La tua casa, il tuo corpo, il tuo vestito parla di te.
Stai attento alle interpunzioni nel discorso del tuo abbigliamento, tanti dettagli omogenei.
E fidati del tuo gusto.
Fidati della tua pancia, pensando a quello che vuoi comunicare all'esterno.
La mattina, alzati presto.
Togli tu la notte dagli occhi del sole.
E corri incontro al giorno; affinché il tuo corpo si ricordi di essere vivo e la tua casa abitata.
I tuoi muscoli siano stanchi. La tua fronte imperlata di sudore e rugiada.
Dai, corri, e urla: urla la tua gioia al giorno nascituro.
Non temere, non c'è nulla da temere nella tua casa.
Forse qualcosa.
A dire il vero forse qualcosa c'è: la solitudine.
E' per questo che devi riempire le tue stanze.
Di fotografie, interessi, colori e persone.
Altre case, un condominio.
Ricordati che sei vivo, anche quando il lavoro che fai vorrebbe indurti a dimenticarlo, a dimenticare te.
Ricorda sempre che c'è il sole nel tuo cuore, c'è una luce nella tua stanza che illumina dentro e fuori di te.
Non temere.
Non c'è nulla da temere nella tua casa.
Continua così.
Arreda, riempi le librerie, cura il giardino, rinfresca i colori...
Continua così.
Cerca di metterti su una strada trafficata; nell'ombra nessuno verrà a cercare casa tua. Nessuno saprà che esiste, e tu vuoi vivere e esistere, invece, vero?
E allora, cerca uno o più quartieri dove edificare.
Sarà più semplice per te trovare vicini dentro i quali sia piacevole entrare a prendere un caffé.
Indicizza la tua casa sul motore di ricerca del mondo; fai si che la tua casa sia raggiungibile da molte e molte persone.
Perché ogni tanto qualcuna di loro ti sorprenderà.
Eventualmente ti deluderà, inevitabilmente partirà.
Non a caso.
Raramente succede qualcosa per caso in questa città.

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