Per una visione veramente laica della Storia

27/07/08

A proposito di laicità e giustizia, vi propongo una rilettura della Storia dell'Unità d'Italia veramente laica, che so che potrebbe apparire provocatoria e ideologica.

C'era un Regno, in centro Italia, legittimamente autonomo da secoli e secoli. Era un Regno abbastanza debole al suo interno, ma che grazie a importanti relazioni diplomatiche era riuscito ad acquisire un ruolo internazionale e garantirsi l'indipendenza.
Questo Regno subì prima la propaganda sobillatoria di un altro Regno, più forte, poi fu attaccato, invaso, occupato militarmente, annesso ed il suo Sovrano rinchiuso in ostaggio nel suo Palazzo. I beni di questo Regno, posseduti anche di fuori dai suoi confini, vennero espropriati e molti fedeli a quella Corona sommariamente processati, perseguitati e spesso uccisi.
E se non bastasse, la storia di questo Regno venne ovviamente riscritta dai Savoia vincitori dicendo che era il bene dell'Italia se il Regno della Chiesa era stato attaccato, invaso, occupato militarmente ed annesso. D'altronde, si sa, sono i Vincitori che scrivono la Storia, quella ufficiale a cui i cittadini devono credere.
Quelle Terre diventarano colonie di sfruttamente dei Piemontesi, le tasse imposte dalla nuova Corona uccisero la già debole economia e pochissimi investimenti vennero fatti per alleviare le condizioni di arretramento in cui si trovavano.
E' forse questa Giustizia? Si fece credere che fosse giusta questa militare conquista del Regno della Chiesa, un sacrificio sull'altare dell'Unità d'Italia di cui il Pontefice rappresentava un intralcio insormontabile, si diffuse l'idea che fosse ingiusta l'esistenza di uno Stato con radici plurisecolari e piena legittimità internazionale e giuridica. Si insegnò nelle scuole la Storia dei vincitori, come sempre, dicendo che quello della Chiesa era un giusto sacrificio davanti all'inesorabile avanzare dei tempi.

E' la Storia dei vincitori quella che sempre viene raccontata, perché spesso il Bene non è un valore assoluto ma solo la posizione da cui ci troviamo ad osservare la Storia.

5 commenti:

alsam 27 luglio 2008 alle ore 18:53  

ma... veramente lo stato della chiesa ha una legittimazione storica basata su un falso storico (il finto testamento di costantino, che non è il tronista...)

Sicuramente la storia è scritta dai vincitori, ma allora perchè non rimpiangere tanti altri staterelli italiani legittimi? O perchè non il regno d'aragona? O il ducato di Hannover? Per non parlare del langraviato di lorena...

D21 27 luglio 2008 alle ore 19:01  

Esiste una differenza sostanziale a mio avviso: gli altri staterelli (compreso il GranDucato di Toscana o la Repubblica di Venezia) sono scomparsi per fatti storici, per molti oggi la scomparsa dello Stato della Chiesa non è un fatto storico, ma un fatto di giustizia e progresso.

In Germania ricordiamoci anche che però la storia è stata diversa e lì è nato un paese federale, sebbene sotto l'egemonia indiscussa (e tutt'altro che democratica) della Prussia, in Italia c'è stata una conquista militare mascherata da plebisciti di annessione.

Ma la cosa più importante è che la scomparsa dello Stato della Chiesa non è una questione di giustizia, ma un fatto storico come la scomparsa di tutti gli altri stati a cui non spetta la facoltà di scrivere la storia ufficiale e poter denunciare la loro prevaricazione.

alsam 29 luglio 2008 alle ore 21:59  

beh però lo stato della chiesa si è poi ricostituito formalmente nello stato del vaticano, se vogliamo, con i patti lateranensi del 29.

e tutto sommato non puoi dire che non abbia una certa "pesantezza" nel dibattito culturale.

per me comunque la scomparsa dello stato della chiesa, in quanto stato non democratico e retto sotto principi dottrinali credo sia un progresso...

Anonimo 31 agosto 2008 alle ore 16:34  

prima di scrivere "una visione laica" ....
una visione veramente laica della storia a mio avviso non esiste, è solo utopia pensare di riuscire nell'intento di essere imparziali.
io credo che l'importante sia avere un'opinione dei fatti e condividerla. così (forse) potremmo pensare di far convergere le differenze. trovi che sia corretto?
prova a leggere cosa e come viene descritto storicamente lo stato della chiesa da culture diverse, vedrai che forse è l'unico "stato" di cui tutti concordano che la scomparsa sia stata una vicenda corretta. così è anche per me, ma per ora la mia è solo una parola di un signor nessuno. rimembri il personaggio Maḥmūd Aḥmadinejād? lui pensa ch la shoha non sia mai esistita...

D21 31 agosto 2008 alle ore 17:02  

La mia è in primo luogo una provocazione. Il giudizio storico sulla scomparsa dello Stato della Chiesa deve essere più profondo e critico di una semplice soddisfazione per la raggiunta Unità d'Italia o, peggio, per una visione biecamente anti-Clericale.
Poi, ricordiamoci anche che il giudizio storico lo danno sempre i vincitori, ma spero siano almeno critici su quanto hanno fatto.

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