a proposito di Povia e gli omosessuali

31/12/08

E' da tempo che seguo la polemica e questa intervista mi offre il pretesto per scriverne, cercando di districarmi tra pregiudizi e facili banalizzazioni. Senza pretendere di disegnare un quadro completo, ecco alcune osservazioni puntuali:
- trovo sbagliato che l'ArciGay (e in generale i Gay) monti la polemica senza ancora sapere il testo della canzone. Come dice Povia, sembra veramente di toccare un tasto intoccabile, che appena pronunci il tema subito sei attaccato, da destra o sinistra a seconda di dove sei collocato. Si tratta di un segno di immaturità culturale, un provincialismo per cui si attacca Povia solo perché parla del tema, quando invece bisognerebbe sentire cosa dice sul tema. Se si fosse maturi, si saprebbe replicare alle critiche, al contrario qui lo stanno aggredendo negandogli la libertà di parola. Mi pongo come Voltaire dicendo che difendo il diritto di parola (di canto) di Povia, sebbene dichiari apertamente di non condividerne le idee (ma le canzoni mi piacciono).
- come per l'immigrazione, sono convinto che l'omosessualità sia un fenomeno ormai complesso e sufficientemente consolidato per cui non lo si può ridurre a una sola categoria. Non si possono generalizzare i giudizi sugli omosessuali in una sola categoria, sono un fenomeno con tali differenziazioni e articolazioni per cui la categoria "gay" è ormai un'etichetta generica, valida per sotto-categorie sociali diverse tra loro. Sarebbe come dire "tutti i dipendenti pubblici sono fannulloni", la risposta è no perché c'è gente che lavora (come ci sono gay assolutamente irreprensibili e di alta qualità), così come ci sono i fannulloni (gay su cui il giudizio diventa più severo). In altre parole, gay non è più una qualità/difetto, ma una caratteristica neutra ed il giudizio sulle persone non deve dipendere dall'orientamento sessuale, come d'altronde ci sono uomini e donne su cui ho giudizi positivi, altri negativi eccetera.
- Povia, in quanto cantante, ha una responsabilità sociale. Nel cantare al pubblico si trasmettono dei valori, bisogna averne consapevolezza. La sua partecipazione al Family Day, il suo comunque essere sostenuto da movimenti come CL (che gli piaccia o no) gli assegna una certa responsabilità nel momento in cui fa quel mestiere. E' una responsabilità con cui deve confrontarsi. Credo abbia risposto con senno alla polemica (leggendo quell'intervista mi sembra intelligente quello che dice), ma non può esimersi dall'affrontare la responsabilità che deriva dal ruolo di cantante-artista che ha scelto.
Detti questi punti, non credo di aver tracciato un quadro completo, ma solo fornire spunti di riflessione per cercare di disegnare questo quadro.

Sottolineo la mia tesi di fondo: la realtà omosessuale in Italia è più complessa ed articolata di quanto si pensi, non la si può ridurre a una semplice categoria per cui essere "pro" o "contro".

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