e va bene, lo ammetto

28/02/09

Non ho dormito granché bene, finisce per essere un sabato in cui sono arrabbiato e non so manco bene perché. Frugo nella musica e ritrovo questa canzone. Una rabbia indefinita, come quando commmetti sempre gli stessi errori, come quando in realtà non è che siano errori, sbagli. Non ci sono colpe da distribuire, nessun Processo del Lunedì da celebrare, arbitri con cui prendersela, rigori sbagliati.

Tornare dalla festa e darei voti della serata, che gran soddisfazione! Quella 8 perché è sempre la migliore, quell'altro 6 altre volte l'ho visto più in forma. Quella là? 5, sempre bella come ragazza ma con quel vestito faceva un po' la mig...tta.

Non c'è fine a questo post. Chiudo così-

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Oxford

The Christ Church, a sunny afternoon, the unviersity somewhere, other somewhere else. We're on the garden of the Church, simply. It was just some years ago, another life.

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provocazione per convogliare la rabbia

23/02/09

Confesso, a questo punto pubblicamente, che sono talmente arrabbiato per la situazione politica italiana che sto seriamente pensando di candidarmi alle primarie per il Sindaco di Milano.
Un po' per amore della mia città, molto per rabbia e testardaggine cattocomunista, ma anche per il fatto che studiando di mestiere la città mi paiono talmente lampanti errori e mancanze che si potrebbero correggere, e infine per sfidare almeno dall'interno una Sinistra cittadina che dire narcotizzata è poco.

Il PD milanese è, a mio avviso, il punto più basso del PD nazionale. Ovviamente, non mi rivolgo ai molti amici che ho e che dal basso ce la mettono tutta, ma ai presunti dirigenti che esultano se la coalizione perde di meno di 20 punti percentuali, di dirigenti cittadini eletti a livello nazionale anche dopo quinquenni di continue, pesanti e inequivocabili disfatte elettorali (alla faccia della meritocrazia!), faide interne che uccidono anche candidati potenzialmente vincenti. Sono anche convinto che la Sinistra italiana debba ripartire da Milano, non esiste che un partito progressista non sia radicato nella più grande e avanzata area urbana del paese!

Mi candiderei in maniera irresponsabile in termini di prospettiva personale (politica e professionale), ma solo per Rabbia per questa Sinistra e per Amore per Milano, che merita molto molto di più. Lo farei perché avendo perso fiducia in una certa classe dirigente posso solo scegliere se impegnarmi o mandare tutto a rotoli, perché Chiamparino e Renzi danno speranza che non tutto è perduto e che esiste una Sinistra italiana che mi piace. Sarebbe una scelta irresponsabile perché da soli non si va da nessuna parte, non rappresenterei nessuna categoria e finirei per essere nient'altro che un grido solitario, ma più che la posizione è la rabbia e la volontà di non lasciare andare così queste cose. Futuro, la mia parola chiave, che significa ambiente, giovani, sostenibilità, ma anche dialogo, istituzioni, legalità, coesione e sicurezza.

Io che non amo i partiti, io che sono poco incline alla mediazione e alle assemblee preferendo parlare di progetti e politiche chiare e nette, io che non sono un leader, ma un timido gregario. Detesto le serate politiche spese a discutere di grandi strategie generali di orientamento politico, parliamo di progetti. Un pragmatismo lombardo che la Sinistra milanese non ha, succube della volontà di non creare conflitti con chi veramente comanda nella città di Milano, ovvero Formigoni e la sua CL più alcune minoranze annesse (famiglia La Russa, commercianti di Sangalli, la FI berlusconiana, qualche irriducibile Leghista e qualche altro rimasuglio sparso). Qui a Londra sto imparando la schiettezza inglese del dire le cose come stanno, del poter criticare liberamente senza correre il rischio che siano offese personali. Se un progetto non va bene, non significa che io stia insultando il progettista!

Non credo che metterò in pratica quanto scrivo, al più finirei relegato in qualche inutile CdZ, a cui Albertini ha tolto tutte le competenze, al più verrei relegato riempilista in qualche elezione dispersa chissà dove all'insegna del "in fondo è un bravo ragazzo"... Eppure, la Destra ha eletto la prima Sindaco donna della storia di Milano, perché la Sinistra non può lanciare un Sindaco sotto i 50? Vorrei un Sindaco cattocomunista, come piace a me. Ma visto che pare che anche il buon Letta mi stia tradendo (troppe voci lo danno in avvicinamento all'UdC), temo veramente che qui sia urgente darsi da fare...

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Il prossimo con cui prendersela

Questo cinico articolo de IlGiornale svela in fondo una grande verità. Premesso che il cinismo non è sempre un difetto, IlGiornale attacca come deve fare in quanto organo di partito (sebbene formalmente mascherato da giornale privato). Attacca dove fa più male, mi piace la frase di Staino che dice che Franceschini sarà solo il prossimo con cui prendersela se le cose vanno male. Quanta verità! Ahinoi, temo sia proprio questo il sentore della Sinistra media italiana.
Ma visto che mi piace profondamente andare contro corrente, allora voglio pensare che in questa situazione di crisi e difficoltà, Franceschini possa rivelarsi il Leader Inatteso a differenza del Messia mancato (Veltroni).

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fragment

22/02/09

A thought, a fragment, leaving me alone. It passes, it returns and after it's back somewhere else. It was here, just few futures ago. Nothing serious, nothing popular, neither unpolite or useful. In effect, I didn't understand it, but it was right here a future ago.
I don't dislike it, I don't hate it, neither fallen in love. It was just right here, and now it's back somewhere else.
Smile.

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volgarmente

21/02/09

Come cazzo faccio ad eccitarmi per Franceschini? Cioè, quelli là si arrapano mentre votano per Silvio e proprio non ce la faccio a diventar manco barzottino per quello lì... Quelli sembra che vadano allo stadio, noi al più in oratorio a pregare... Giannelli, Forattini, e gli altri hanno il lavoro già fatto, suvvia! L'è bravo, niente da dire... però c'ha minga le palle! E poi che cazzo di cambiamento è?! Bersani, porco Giuda, dov'è finito??? C'ha ragione quel Lerner lì, doveva farsi avanti. Poi quel figliolo ì è bravo, niente da dire... ma non è proprio un trascinatore, suvvia! Lo voterò, ma speravo qualcosa di più.

PS
Fuori dalla metafora "volgare", sono convinto che Franceschini sia un bravo politico, ma non un leader di partito. Ho usato un linguaggio più colorito del solito perché non credo che Franceschini saprà parlare alla gente comune.

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Penziero de la bugna nocte

19/02/09

Chiedo allo vento lo pensiero che m'aggrada et mi conceda la buogna notte. Gniente d'especiale, lo sonno ristoratore conciliato dalli monti et cullato dallo mare, mentre 'l rio zcorre dalli uni allo altro. Et humilitate de lo sugno ch'io sugnia ripossato l'indomane.

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domanda

18/02/09

Che cos'è l'amor (Capossela)

Che cos'è l'amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia
del viale del tramonto
all' amaca gelata
che ha perso il suo gazebo
guaire alla stagione andata all'ombra
del lampione san soucì

che cos'è l'amor
chiedilo alla porta
alla guardarobiera nera
e al suo romanzo rosa
che sfoglia senza posa
al saluto riverente
del peruviano dondolante
che china il capo al lustro
della settima Polàr

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi
dell'arco di San Rocco
ma s'appoggi pure volentieri
fino all'alba livida di bruma
che ci asciuga e ci consuma

che cos'è l'amor
è un sasso nella scarpa
che punge il passo lento di bolero
con l'amazzone straniera
stringere per finta
un'estranea cavaliera
è il rito di ogni sera
perso al caldo del pois di san soucì

Che cos'è l'amor
è la Ramona che entra in campo
e come una vaiassa a colpo grosso
te la muove e te la squassa
ha i tacchi alti e il culo basso
la panza nuda e si dimena
scuote la testa da invasata
col consesso
dell'amica sua fidata

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
son monarca e son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

Che cos'è l'amor
è un indirizzo sul comò
di unposto d'oltremare
che è lontano
solo prima d'arrivare
partita sei partita
e mi trovo ricacciato
mio malgrado
nel girone antico
qui dannato
tra gli inferi dei bar

Che cos'è l'amor
è quello che rimane
da spartirsi e litigarsi nel setaccio
della penultima ora
qualche Estèr da Ravarino
mi permetto di salvare
al suo destino
dalla roulotte ghiacciata
degli immigrati accesi
della banda san soucì

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey
Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi dell'arco di San Rocco
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

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impopolare

No, questa volta non parlo di politica, tranquilli.
Sono alcuni giorni che ho in testa un pensiero. Ho una certa idea su una persona, una sorta di tesi da dimostrare. Su questa persona, di cui non dirò niente, ho una tesi non proprio positiva, anche se la persona in assoluto mi piace (per quel poco che la conosco). Questa tesi, non propriamente lusinghiera, è progressivamente confermata dalle azioni di questa persona, ma ovviamente non posso dirglielo perché 1. non è una tesi lusinghiera, 2. non è che possa permettermi di dire niente, 3. quello che fa questa persona non è in assoluto condannabile (non stiamo parlando certo di crimini, tutt'altro!), 4. ogni tanto è doveroso farsi gli affari propri quando gli altri fanno cose che non sono sbagliate, ma semplicemente magari non mi piacciono troppo.

Non è proprio quando un amico commette un errore, ma piuttosto quando vedi che perde il suo tempo avendo il potenziale di fare molto di più. Ma in fondo, divertirsi ogni tanto non è reato, anzi talvolta è anche giusto, no?

Va bene, parlarne così in termini astratti non aiuta a ragionare, però... l'ho fatto e poterne parlare liberamente fa sentire meno colpevoli.

PS
non cercate di capire chi sia questa persona, solitamente non legge queste pagine, non è una persona particolarmente vicina a me né ne ho mai parlato prima, ovviamente non cheidetemi indizi.

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non un buon addio...

Ho letto l'articolo sull'addio di Veltroni, voglio rispondere a caldo per la passione che porto per il PD.

Non è un buon addio, non un mea culpa. Non volevo che fosse Veltroni il capro espiatorio, ma neanche che se ne andasse senza nessuna ammissione di responsabilità, come se fosse l'agnellino immolato tra i corvi. La meritocrazia passa per dire quali i sono i suoi limiti, errori, difetti, ma anche quali sono quelli degli altri.

Invece, non c'è questa cosa. Se c'era, il messaggio non è passato e quindi per un politico è una colpa.

Attenzione, perché la conseguenza è che così si crea il rimpianto della politica mancata, del leader mancato, si lascia un amaro in bocca, di quel qualcosa da rimpiangere.

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a caldo, dalla sede del PD

Riprendo alcuni articoli, i due a ridosso delle primarie in cui Veltroni vinse (prima e dopo) e uno più recente sulla crisi del PD.

Sono convinto e contento che Veltroni si sia dimesso per due ragioni, parzialmente correlate-integrate-opposte-complementari:
1. Veltroni non era una buona guida e a fronte dei fallimenti è giusto che il Segretario si dimetta.
2. ora vedremo se il problema del PD era Veltroni...

Non rimpiangerò Walter e la sua corte, ma dubito che gli altri possano fare meglio. Confido, spero, in una distruzione generatrice, come quando Fassino rinnovò i DS post-2001 (guarda a caso lo sfascio era ancora colpa di Mr. WV), ma per favore non si dia la colpa al singolo.

Dove sono finiti i Colaninno? La Madia? Veronesi? Dov'è la generazione di rinnovamento che il PD doveva far emergere? Siamo ancora qui dietro a D'Alema, Bindi, Chiti e Rutelli, dove sono i nuovi? Forse Bersani? Mah, sapete che stimo Bersani come Ministro, ma per nulla come politico. Non rimpiango Prodi, indietro non si torna, ho già detto che quella stagione è irrimediabilmente finita. Guardiamo avanti, almeno proviamoci.

Veltroni ha fatto la scelta giusta per un paese serio, ora la palla sta al PD. Sapendo che io non ci ho mai azzeccato, spero in un congresso lampo perché è nella crisi che emergono le vere leadership, non con le soluzioni-transitorie-che-diventano-definitive-per-inerzia.

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a caldo, dalla Sardegna

17/02/09

Estremamente amareggiato del risultato di Soru. Legittima la scelta dei Sardi, legittimo il mio pi\ profondo disappunto.

Che fare ora?
Le dimissioni di Veltroni non mi dispiacerebbero (per cui rinnovo la mia idea che sia un bravo comunicatore, ma un pessimo e disastroso politico), ma non mi sembrerebbero una grande soluzione. Gestione più collegiale? e cosa vorrebbe dire?
Penso allo scenario di un ritorno a 3 PRC+DS+DL, ma che sia un 3 e non più di 3.
Ok, dimentico l'IdV che non saprei dove mettere, la si potrebbe giocare al posto del PRC che a me stava simpatico, ma onestamente si è suicidato nel peggiore dei modi (e viste le ultime scissioni, quella gente lì la lascerei stare... alla prova dei fatti, non sono altro che dei professionisti del suicidio politico).
Accettare il fallimento, tornare alla grande intuizione dell'alleanza DS-PPI, purché il PPI si liberi di alcune frange che non stanno né in cielo né in terra, purché i DS non cerchino di rincorrere alcune personalità che non rimpiango affatto.

Oppure... un PD rinnovato dove si mantenga la casa (evidentemente adatta ai giovani che vanno oltre certe categorie, ma non a vecchi politicanti litigiosi), ma una serie di persone si facciano da parte, cordialmente, perché se un politico perde le elezioni significa che non ha la fiducia dei cittadini e quindi è doveroso che si faccia da parte a favore di chi ce l'ha (vedi le primarie di Firenze).

Ricordo a Veltroni che è stato eletto lui come persona, non tutti i suoi sudditi che ha imposto nelle varie segreterie regionali/provinciali.

Tanta rabbia per come vanno le cose, nessun incentivo a impegnarsi concretamente per cambiarle...

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affascinatamente sospeso

16/02/09

Vivo questa ora con un misterioso e sospeso fascino, legato al gioco dei fusi orari. In Italia è già il mio compleanno, per l'anagrafe devo aggiungere un "+ 1" alla mia età, ma qui in Inghilterra il fuso fa sì che io sia ancora giovane, seppur per pochissimo tempo.
Sono inoltre affascinato dal fatto che, essendo io nato alle 00h20/00h30, per effetto del fuso orario la mia nascita risulta slittata al giorno prima, creando un mini-corto circuito logico temporale. Risulterebbe che io il mio compleanno sia il giorno prima del giorno che io vivrò come compleanno.

Un'elucubrazione un po' complicata, potenzialmente risolvibile in maniera semplice (fa fede l'orario italiano essendo io nato in Italia...), ma che mi crea una scissione tra il dove sono io a festeggiare e il dove sarebbe il mio compleanno.

Affascinante, non c'è che dire.

Comunque, in sintesi, il fatto è che vivrò il mio primo compleanno all'estero, oltretutto su un'isola...

:-)

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incredibili capovolgimenti...

14/02/09

Come sapete il tema del Federalismo mi sta particolarmente a cuore.

A costo di tirarmi addosso alcune critiche, sono strenuo sostenitore della Riforma del 2001 (L. Cost. 3/2001). Tale riforma ha trasformato la nostra da una Repubblica Parlamentare a una Repubblica Parlamentare e Regionale. Non voglio scendere troppo nel dettaglio, ma prima avevamo tutto che faceva capo al Parlamento, il quale delegava alcuni poteri legislativi, esecutivi ed amministrativi, ora il Parlamento ha alcune competenze specifiche, altre condivise con le Regioni, tutto il resto alle Regioni. In caso di dubbio, una competenza appartiene (o meglio "apparterrebbe") alle Regioni. E' una forma costituzionale nuova, a metà tra lo Stato Federale (Germania) e quello centrale (Francia), tutt'altro che un pastrocchio all'Italiana, ma una terza via comune tra Italia, Spagna e Belgio, con alcuni aspiranti imitatori (Regno unito con Scozia e Galles, Finlandia e la stessa Francia, costituzionalmente più arretrata, ma nei fatti alla fine probabilmente più decentralizzata di noi).

Quella Riforma fu fatta dall'Ulivo al termine di un quinquennio di riforme regionalizzanti, dette "pacchetto Bassanini", come inclusione nella Costituzione di ciò che già era nei fatti e, politicamente, come ultimo baluardo per tenere assieme quella coalizione in fase di sfascio e per togliere un argomento alla Lega ed alla coalizione avversaria poco prima delle elezioni.
Il CentroDestra allora votò contro, più per partigianeria e per opportunismo politico che non perché non condividesse la cosa. Il Regionalismo italiano passò, mediaticamente, come una "porcata" della Sinistra.

A questo punto, arriva il passaggio cruciale. Nel 2001 il nuovo Ministro per le riforme regionali, La Loggia, prese il pacchetto di leggi e decreti tesi a completare la Riforma regionale e li portò in Consiglio dei Ministri dicendo "dobbiamo approvare queste leggi perché sennò non c'è il Federalismo e la Costituzione non può funzionare". Berlusconi ci pensò su seriamente per un paio di anni e poi disse "no, quella è una riforma della Sinistra, facciamola naufragare lasciando il vuoto legislativo così sarà sotto gli occhi di tutti il loro fallimento". Quella decisione fu fortemente sostenuta da AN+UDC come regolamento dei conti e limitazione del potere della Lega, in generale tutto il "Partito del Sud" a favore dell'assistenzialismo parassita (ahinoi, troppo trasversale ai partiti) sostenne questa decisione. Fu così che il Pacchetto La Loggia, assai ammirevole a mio avviso, fu stracciato e la nostra Costituzione lasciata volutamente incompleta nelle sue leggi applicative in modo che i ricorsi di Costituzionalità Stato-Regioni si moltiplicassero rendendo evidente il fallimento della Sinistra.

Visto che però il CentroDestra non è del tutto irresponsabile, pensò di fare la sua Riforma Costituzionale cancellando quel Bicameralismo perfetto che è uno dei fardelli più pesanti che ci portiamo dietro dal dopoguerra e che oggi nessuno più condivide. Ci provarono e ci riuscirono solo alla fine di legislatura, solo che buttarono dentro talmente tante porcate annesse a un progetto fondamentalmente pure condivisibile (Senato delle Regioni e Premierato) per cui alla fine fu bocciato e neanche loro ebbero il coraggio di difenderlo (es. AN impose una regola che de facto cancellava l'autonomia delle Regioni tutte le volte che il Parlamento lo riteneva opportuno...).

Ora, dopo le recenti polemiche con Napolitano, Mr. B. ritira fuori quella questione perché, in effetti, l'unica vera modifica della Costituzione è stata guidata dalla Sinistra, mentre le sue sono tutte fallite. Non ha tutti i torti, è vero che la Sinistra alla fine fece la sua Riforma costituzionale, ma non so né quanti la conoscano, né se sia una vera bandiera, sembra piuttosto una bandiera della Destra (che non è mai riuscita a farne una...) contro l'arroganza della Sinistra, di fronte alla quale però la Sinistra fa spallucce (oltre qualche isolato "mea culpa").

Infine, io sono convinto sostenitore di un forte regionalismo
- perché l'Italia è troppo differenziata al suo interno per poter avere tutto in mano a un solo Governo nazionale,
- perché le politiche da Roma per il Mezzogiorno sono sistematicamente fallite e forse cambiare dando responsabilità a quei governi forse non fa male (oltretutto, la recente esperienza dimostra che Abruzzo, Molise, Sardegna e, soprattutto, Basilicata hanno fatto decisamente meglio da quando hanno più poteri, comunque meglio del Governo nazionale, certo mancano all'appello Campania, Sicilia, Calabria e Puglia che sono le regioni più grandi, però...)
- perché l'Italia è un paese immobile e forse rimettendoci in discussione possiamo pensare di svegliarci e liberare energie nuove (come per esempio fu per la stagione dei Sindaci)
- perché il Regionalismo non è un attentato all'unità d'Italia, faccio notare che la Lega è nata ed ha avuto la sua stagione più forte e più violenta fintanto ché non è stata fatta la riforma regionale del 2001...

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a proposito di Lapo

13/02/09

Ieri, con l'Italian Society dell'LSE di cui faccio parte, sono stato a sentire Lapo Elkann. Ammetto, sono partito con molti pregiudizi, tutti quelli che si possono facilmente immaginare su un personaggio del genere.
Sentendolo parlare, invece, ne ho apprezzato la lucidità di pensiero, la consapevolezza della sua condizione (sicuramente un privilegiato), l'impegno, la lucidità delle affermazioni nel suo parlare di se, nel suo essere personaggio oltremodo umano. Molti pregiudizi si sono sciolti di fronte a uno che, agiato e fortunato, comunque s'è messo sotto, ha lavorato, sbagliato, innovato. Ha sfruttato le opportunità ricevute, commettendo errori e da quelli imparando. Riconosce i limiti e sfrutta la sua capacità di essere personaggio, comunicatore e venditore di stile con una consapevolezza che pochi hanno.
Uscendo dall'incontro posso dire di aver rivalutato il personaggio, certo... le implicazioni del discorso fatto da lui sono assolutamente negative e non-generalizzabili, nel senso che è uno che comunque ha sfruttato opportunità che altri non possono avere, però ha lavorato e questo bisogna dargliene atto. Implicazioni negative nel senso che il suo è comunque un individualismo metodologico che non auspico, un "io" che si è affermato, ma che in fondo non si preoccupa degli altri, intesa come società, al più si preoccupa degli amici e della famiglia (che comunque non è poco).
In sintesi, un'esperienza interessante quella di sentire Lapo Elkann, ma da non prendere come esempio.

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succede...

12/02/09

Piccola confessione personale, come me ne capitano poche su questo blog. Stanotte sono stato maluccio, niente di grave, credo fosse un mix di tensione, stanchezza, freddo e mangiato male (dannato take-away giapponese!).
Sono riuscito ad addormentarmi dopo le 3h30 e dopo non aver dormito niente alle 8 ero già in piedi, incapace di concentrarmi su qualunque cosa, nonostate abbia qui con me il solito post-it con le cose da fare e le scadenze che si avvicinano inesorabili (domani, domenica, e poi un'altra lunedì, una martedì...). Niente di insormontabile, mi ero portato avanti col lavoro e non dico di avere l'acqua alla gola, ma proprio non mi viene da concentrarmi. Bloggo, si dice così vero?
Ho letto in giro che Facebook è la morte dei blog, personalmente - come vedete - sono in disaccordo. Anche se molto dipende da come il blog viene usato e considerato. Dicono che nEtiquette imponga ai blog di non parlarsi addosso, ma in generale posso dire che ho visto un crollo degli altri blog amici (le mie "ambasciate ducale"). Resisto, imperterrito, conservandomi questo ducato di riflessione, foss'anche un ultimo baluardo di espressione personale, ché su FB sei al più un personaggio. Bloggare, verbo orribile, è una forma di educazione all'espressione. Vedo i contatti un po' calare, un po' me ne dispiaccio, un po' me ne frego essendo questo un blog dichiaratamente autoreferenziale e autocelebrativo. Le mail usate sempre meno in un curioso monopolio di FB, dove ho imparato a limitare al massimo il mio profilo. Un tempo speravi di avere il numero di lei, poi puntavi al numero di cellulare, ora speri che lei ti aggiunga su FB. Se la modernità è tutta qui, fate vobis...

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discussione di ieri sera

[da leggersi con voce di sfogo]
Voglio una legge, non accetto l'idea che se mi ritrovo in bilico tra la vita e la morte, tutto dipende dalle idee politiche del medico di turno: se becco il medico che sta con Pannella, appena tossisco mi stacca la spina dicendo che ormai non c'era piu' niente da fare; se becco quello che sta con Formigoni mi somministra qualunque roba anche se sono gia' 3 metri sotto la terra in una scatola di faggio.
Non accetto che sia il medico a dover decidere in quel momento, voglio che ci sia una legge che mi garantisca e dica al medico cosa fare. Poi, sicuramente, come in ogni legge ci saranno margini interpretativi, ma meglio questo che affidarsi alla speranza di beccare il medico giusto. Non e' facile, soprattutto dopo quest'onda emotiva, ma ritardare all'infinito la discussione di una legge non mi sembra meglio.
[sospiro finale]

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a caldo

11/02/09

Sono stato a vedere Italia-Brasile qui a Londra. Premessa, stadio fantasmagorico, dall'ultimo anello si vedeva benissimo. Poi, note di colore: tifo tranquillo, la torcida brasiliana in maggioranza ma gli Italiani sapevano farsi sentire. Grande differenza c'era nel fatto che gli Italiani erano praticamente tutti maschi e un po' di donne, i Brasiliani erano più misti.

Sulla partita, checché ne dicano i giornali, io ho visto ribaltare gli stereotipi. Premetto subito che l'Italia ha giocato male e meritato di perdere (in primis, colpa di una formazione nel I tempo inguardabile, con Legrottaglie, Pepe e Di Natale tra l'inesistente ed il dannoso), però ho visto un Brasile catenacciaro con un paio di guizzi di questo Rubinho che è forte, ma i due gol sono sviste clamorose prima della nostra difesa e poi di Pirlo. Ma si sa che se sbagli, col Brasile la paghi. Nel I tempo all'Italia è mancata la reazione, colpa di alcuni fantasmi in campo, nel II tempo meglio con Rossi. Dicevo degli stereotipi perché è stata l'Italia ha giocare meglio nel II tempo facendo il "Brasile" di fronte al catenaccio dei verdeoro che giocavano di rimessa, facevano melina, giocavano a far innervosire gli italiani. Italia dinamica, fantasiosa, un buon gioco anche se poco conclusivo (si vede che Rossi e Toni non giocano mai assieme e che il talentino è abbastanza isolato). Mi ha divertito vedere i virtuosismi dei Brasiliani assolutamente inutili, finta fatte col giocatore a 3 metri di distanza, pochissimi dribbling, tacchi quando il passaggio è comunque sicuro. Insomma, un Brasile concreto, cinici, catenacciaro, pragmatico; Italia sprecona, fantasiosa, distratta, a tratti evanescente. L'esatto opposto dei consolidati sterotipi.
Tant'è...

Vabbè, ho perso una birra ma mi sono divertito.

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appunti sparsi per una tragedia shakespiriana

08/02/09

Ce n'è veramente da scriverci una tragedia, immane colossale titanica, intrecciante leggi passioni morte dolore e emozioni altezze e bassezze dell'animo umano in un crogiuolo che il grande Bardo avrebbe certamente amato raccontare.

Procederò in ordine sparso, senza pretesa di esaustività, lanciando osservazioni a-sistematiche.

Punto uno, sui drammi personali non bisognerebbe creare conflitti politici, tantomeno istituzionali.

Punto due, Napolitano ha commesso un errore istituzionale gravissimo perché il Presidente della Repubblica non deve agire a priori sugli atti del governo. Tatticamente ha infranto una prassi confondendo la moral suasion con una sorta di blocco a priori del Governo che non dovrebbe esserci.

Punto tre, io sto con Napolitano perché quando c'è una sentenza passata in giudicato al grado definitivo e chi la contesta sa che non può metterne in dubbio la legittimità allora è sbagliato che si intervenga. "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana." (Art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana). Nel momento in cui i Tribunali, organi sanciti dalla Costituzione per decidere l'applicazione di questi diritti, hanno deciso in via definitiva una cosa, non c'è altro da fare che far applicare la legge, altrimenti si finisce nella corruzione e nell'incertezza del diritto, che è un dramma sin dalla notte dei tempi ("dura lex, sed lex" si diceva giusto qualche millennio fa...).

Punto quarto, grande elemento da tragedia shakespiriana ricorda che "il Re può mandarmi a morte, ma se mi uccido non potrà resuscitarmi". Fantastico elemento tragico: la Legge non può tutto.

Punto quinto, la situazione è popolata da personaggi assolutamente mediocri, come il Min. Sacconi. Persona dai dubbi valori, bravo economista politico opportunista, per nulla competente di questioni sanitarie ed etiche, ma si ritrova in mezzo lui che dovrebbe/vorrebbe occuparsi di welfare state ma che per l'accorpamento di ministeri si ritrova questa patata bollente tra le mani. Sullo sfondo la sfida tra due uomini titanici, massimi, carichi di una tragicità immane. Se di Napolitano ho già parlato, l'altro è Berlusconi. Uomo a cui piace moltissimo di poter decidere anche della vita e della morte delle persone, a cui piacerebbe tornare anche allo Ius primae noctis (parzialmente già reintrodotto per alcune cariche ministeriali...). Berlusconi sente il gusto del Potere, la decisione sulla vita e sulla morte delle persone ora è lì, tra le sue mani. Sente che vincendo questa battaglia supererà anche il vincolo delle leggi, dei limiti che lo imbrigliano e non solo sarà il salvatore della vita, dei valori ma sarà anche finalmente libero di comandare solo come un Re Sole.

Punto sesto, il dramma di un padre tirato in mezzo a questa vicenda. Drammi, dolori, contraddizioni e tutto gli sfiorano il capo. Lui che saggiamente ha deciso di parlare poco, lui che è un buon uomo riservato, lui che sapeva che se non avesse fatto tutto questo non avrebbe mai potuto perseguire il suo obiettivo. Lui che nasce non come eroe, ma che nella tragedia lo diventa piano piano e con umiltà. L'antitesi del Min. Sacconi.

Punto ottavo, una chiesa sempre più Brechtiana, una Chiesa che vede un nuovo Galilei, una Chiesa ormai in aperta contraddizione con millenni di tradizione, di quando la morte era un fatto naturale, sacralizzato dal rincontro col Creatore. Per la Chiesa, morire significa essere richiamati dal Creatore. Il dramma, un tempo, era morire senza i Sacramenti, ma nella morte si trovava la Pace, talvolta il Martirio e la Santità. La Difesa della Vita passa innanzitutto per il riconoscimento della morte, passaggio sacrale e sacro nella Vita delle persone. La cultura materialistica e relativistica ormai pone tutto sull'oggi, sul presente, sull'immediato, sul mostrare le cosce come fanno le veline, quando la cultura cristiana vedeva nella vita solo un passaggio verso la trascendenza, verso ciò che più conta che è il Signore creatore e giudice di tutte le cose.

Punto nono, un paese che si ritrova diviso, ideale coro di una tragedia, con voci che sostengono ora una fazione, ora l'altra. Ideale corona decorativa che fa da cassa di risonanza alle emozioni dei protagonisti. All'Italia piace moltissimo tifare e questa volta tifa per una storia che avrà un finale chiaro, netto, inequivocabile, senza possibili sequel.

Punto decimo, non me ne vogliate se forse ho letto una vicenda così tragica con apparente leggerezza, non me ne vogliate dei giudizi di un piccolo bardo che cerca di immaginarsi cosa ne direbbe un grande maestro. Non me ne vogliate se ho scritto con così tante imprecisioni di una storia assai complessa, ricca, tragica. Non me ne vogliano i protagonisti, quelli veri, se questa mia rappresentazione a lor pare sì approssimativa.

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dubbio di politica economica

04/02/09

Perché mai dovremmo salvare in particolare il settore dell'automobile? Perché riservargli un trattamento privilegiato? Passino le banche che senza credito si blocca tutta l'economia, ma l'automobile? Non è certo uno dei settori trainanti dell'Italia, ma anche in molti altri paesi è difficile che sia uno dei settori di punti, forse solo in Germania. Pensiamo allora piuttosto al settore dei treni o all'agroalimentare, o alla chimica e alle biotecnologie. Queste ultime offrono maggiori prospettive di crescita, oltretutto sostenere l'automobile ha negative ripercussioni territoriali, salviamo i treni e le infrastrutture quelle ci resteranno ancora in futuro (pensate che in molte parti d'Italia si usa ancora la rete ferroviaria dei tempi del Fascismo...). Salviamo la chimica, le telecomunicazioni, smettiamola di investire in settori industriali cotti e stracotti, se non sono più produttivi tagliamo i rami secchi. Mi si può dire che così si salva l'occupazione, ma mi permetto di far notare che negli anni '90 a Torino con la crisi della FIAT l'occupazione non è certo stata salvata dalla cassa integrazione a Mirafiori, ma dal fatto che le imprese di subfornitura hanno capito che se volevano sopravvivere dovevano ri-orientare la loro produzione (su tutte, la Brembo è una realtà internazionale che non si è limitata a fare da subforniture alla FIAT e all'Alfa Romeo). E allora si investa nella riconversione industriale, le tecnologie ambientali e di risparmio energetico mi sembrano i settori economicamente e politicamente più promettenti. Per esempio, convertiamo le catene per i motori in catene per motori a bassissimo consumo. Altrimenti questa crisi la pagheremo due volte: oggi per la crisi in sé e domani perché non avremo saputo costruirci un futuro.

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3 kinds of gifts

03/02/09

The materialistic gifts oriented to create a debt with someone. A gift given only to express or submission or the demand to have something back.

The symbolic gifts given only for the pleasure of the people, as naive way to express feelings and their emotion. Gift becomes a symbol.

The Christian gift which is totally given, not only for the people who receives it. This gift is total, absolute, doesn't imply any kind of return and is a risk for the donors, the risk of the Cross, the risk of the Love.

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pro memoria per Cristianità e Identità italiana

02/02/09

Trovo intollerabile l'abuso del concetto di identità cristiana che si sta facendo in Italia. Intollerabile perché in nome di quell'identità di aggrediscono gli immigrati, li si confina in moderni lager, si autorizza lo sfruttamento a distanza con le multinazionali. Mentre la "differenza cristiana" viene ora giocata su fecondazione assistita ed eutanasia, vicende tanto simboliche quanto comode da discutere nel caldo dei nostri salotti e, soprattutto, totalmente assenti dalla Bibbia (non credo solo per questioni ... come dire... "tecnologiche").

Eppure, si continua a leggere il Vangelo, per ora ancora in Italiano, dove c'è scritto del Buon Samaritano, dell'accoglienza tra i fratelli nel nome di Gesù, dell'aiuto e della condivisione nel nome di Cristo. Nonostante questo, della gente invoca l'identità cristiana per picchiare gli immigrati, confinarli, respingerli, lasciarli in mezzo al mare.

Se volete preservare l'identità italiana (su cui pure ci sarebbe molto da discutere, vista la nostra storia di crocevia che ancora oggi ci porta a parlare dialetti diversi a poche decine di chilometri di distanza), almeno non tirate in ballo la Cristianità.
Cordialmente.

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curiose prospettive

01/02/09

Colpito dal primo articolo di giornata di Repubblica, sono andato a verificare sui giornali inglesi (The Times, in particolare). Si scopre così che la paura dei britannici non è sfogata contro gli Italiani, ma in generale contro gli stranieri (people from overseas... la gente che viene d'oltremare).
E' utile ricordare i danni provocati dalle scellerate decisioni della Thatcher: donna ammirabile, ma politicamente il mio giudizio non può che essere estremamente severo visti i gravi danni socio-economici che le sue politiche hanno causato nelle regioni extra-londinesi (non dimentichiamoci che fuori dalla capitale, il Regno Unito ha realtà che per sviluppo ricordano le nostre regioni di rango medio/medio-basso). Il ricordo delle sofferenze e della distruzione di quel tessuto socio-economico è ancora viva nel ricordo degli Inglesi per le sofferenze causate da decisioni prese sostanzialmente a Londra per i londinesi e che, per questo, da Newcastle a Liverpool fino alla Cornovaglia montò la protesta.
Oggi la situazione è simile, rivolta contro gli stranieri e le loro compagnie per i danni causati, guarda a caso, ancora dalla finanza londinese, ricca, prospera ma soprattutto irresponsabile.
Gli italiani non si sentano perseguitati, lo sono tutti gli stranieri.

Sarebbe un bel segno se le banche, invece di fare licenziamenti a raffica, venissero salvate imponendo un taglio netto e drastico a tutti gli stipendi. Dati alla mano, la finanza paga stipendi decisamente più alti degli altri, ragione o torto non lo so ma se ci si limita a tagliare i posti i danni socio-economici su tutti gli altri settori saranno sempre più evidenti.

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