a proposito di Lapo

13/02/09

Ieri, con l'Italian Society dell'LSE di cui faccio parte, sono stato a sentire Lapo Elkann. Ammetto, sono partito con molti pregiudizi, tutti quelli che si possono facilmente immaginare su un personaggio del genere.
Sentendolo parlare, invece, ne ho apprezzato la lucidità di pensiero, la consapevolezza della sua condizione (sicuramente un privilegiato), l'impegno, la lucidità delle affermazioni nel suo parlare di se, nel suo essere personaggio oltremodo umano. Molti pregiudizi si sono sciolti di fronte a uno che, agiato e fortunato, comunque s'è messo sotto, ha lavorato, sbagliato, innovato. Ha sfruttato le opportunità ricevute, commettendo errori e da quelli imparando. Riconosce i limiti e sfrutta la sua capacità di essere personaggio, comunicatore e venditore di stile con una consapevolezza che pochi hanno.
Uscendo dall'incontro posso dire di aver rivalutato il personaggio, certo... le implicazioni del discorso fatto da lui sono assolutamente negative e non-generalizzabili, nel senso che è uno che comunque ha sfruttato opportunità che altri non possono avere, però ha lavorato e questo bisogna dargliene atto. Implicazioni negative nel senso che il suo è comunque un individualismo metodologico che non auspico, un "io" che si è affermato, ma che in fondo non si preoccupa degli altri, intesa come società, al più si preoccupa degli amici e della famiglia (che comunque non è poco).
In sintesi, un'esperienza interessante quella di sentire Lapo Elkann, ma da non prendere come esempio.

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