differenze

30/03/09

Internazionale
In Inghilterra un Ministro è nei guai perché il marito avrebbe usato la TV di casa, pagata dallo stato, per dei film porno. Con ogni probabilità dovrà dimettersi.

In Italia, nel 2005 il ViceMinistro Miccicché venne trovato a fare uso di cocaina, che condivideva normalmente con amici durante alcuni "festini". Nel giro di un anno venne promosso a Ministro.

Nazionale
A Napoli, la Jervolino (Sinistra) è messa alla gogna mediatica e politica perché un suo assessore è forse coinvolto marginalmente in un tentativo fallito di appalto truccato. La situazione si risolve in niente perché l'appalto non è partito, ma intanto con ogni probabilità la sua Giunta cadrà o comunque non verrà rinnovata.

A Milano, un trafiletto nella cronaca locale dice che la Moratti (Destra) è condannata per aver nominato 50 nuovi dirigenti con un danno economico al Comune di Milano, si stimano 80 milioni di Euro di danno. La sua Giunta è stabile, nessun voto perso.

Giudizi
A voi i giudizi in termini di serietà della classe dirigente e dell'opinione pubblica

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Era cosa nuova e non venne capita

29/03/09

Era cosa nuova e non venne capita, anzi moltissimi furono sedotti da quella novità. Poche voci si levarono intuendo il significato profondo, ma erano Cassandre. Fu tutto dolce, voluto dalla grande maggioranza per riportare ordine, sicurezza, prosperità, gloria. Un leader acclamato dalle folle, amato, tanti interessi che si coalizzano per sostenerlo. Interessi forti che possono così consolidarsi e garantirsi il futuro. Un certo clericalismo di facciata a sostenerlo, piazze ad acclamarlo. Una simbologia tra il merchandising e l'apologia del leader, ma non si capì cosa fosse realmente, quale significato.

Dall'estero, un miscuglio di ironia, leggerezza, un fenomeno folkloristico di costume. Qualcuno venne ad acclamarlo perché finalmente dava all'Italia un certo volto, senza capire le ripercussioni profondissime nell'idea di Stato che si affermava in Europa.
Non venne capita, come non si capiscono fino in fondo le rivoluzioni profonde che partono dall'Italia. Francesi, Inglesi e Tedeschi sono più chiari quando cambiano veramente le cose (i francesi onestamente esagerarono un poco verso la fine del '700...), gli Italiani no. Ma è una trasformazione profondissima, qualcosa di nuovo che piano piano già si esporta al di là delle Alpi.

Sto parlando del Fascismo, degli anni '20 in Italia e di una storia che credo tutti conosciamo. Non si capì cosa stava succedendo allora, quanto profonde fossero quelle mutazioni. Alcune voci si levarono, ma sembrarono più cassandre che altro. La folla lo acclamava unico leader, gli oppositori andavano spesso all'estero o si dimenavano attorno a poca roba. Quella pagina deve essere motivo di attenzione costante, soprattutto oggi. Soprattutto oggi.

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organigrammizzazione, a tratti cinica

Ultimamente ho lasciato un po' fermo questo blog. Si sono succedute scadenze (tante e importanti), pochi pensieri rilevanti, tante emozioni ricche e alternanti com'è la vita, persone e luoghi. Scrivo, dopo tanto tempo, dalla mia città natale. Un mix per cui alcuni luoghi mi mancavano, meno la "civitas", di più alcune persone ma poche e forse meno o comunque diversamente da quelle che si possono pensare. Diciamo che la lista delle persone che mi mancano non è così scontata come si potrebbe pensare.
Chiudo gli occhi, rivedo Milano notturna con le sue luci al sodio. La pioggia, i Navigli sornioni e dimenticati, il sabato sera, i cocktail fatti come si deve. La gente che mi sembra ancora più disumanizzata. Incapace di fermarsi per ascoltare una persona, foss'io migrante di ritorno o chiunque altro.
Ho riflettutto assai su un concetto che fatico a definire. La parola che più mi torna in mente è "organigramma", il cui senso (comune?) non corrisponde a ciò che voglio dire. E' un mix di gerarchia, funzionalizzazione, ma anche organizzazione organica e comunitaria della vita. Avere un ruolo sociale, riconoscerseli l'un l'altro al di fuori di ragionamenti organizzativi e funzionalistici di un'azienda. L'organigramizzazione sociale mutevole e dinamica perché nella società nessuna gerarchia può cristallizzarsi, almeno non sei hai vent'anni tantomeno di questi tempi dinamici, fluidi. Eppure, non si pensi all'inesistenza di tali concetti.

In pochi giorni di vacanza milanese inevitabilmente fai la lista di chi sei riuscito a vedere, di chi avresti voluto, di chi voleva vederti, di chi ha fatto corrispondere fatti e volontà. E di chi no. Cinismo, si dirà. Ma in fondo si dicono tante cose, non ci si capisce mai fino in fondo, il fraintendimento è strutturale.

Riporto un'interessante discussione avuta. Interessante perché eravamo in disaccordo. Discussione tra la sincerità e la schiettezza nelle relazioni: se una cosa non mi va, te la dico. Disaccordo, perché in questo modo non si ottiene sempre quello che si vuole. Se una cosa non mi va, dirtela spiattellandola in faccia non sempre porta ai risultati sperati. La sincerità con gli amici non significa che si ottengano i risultati che si vorrebbero, cioè aiutare gli amici. Ovviamente, la via giusta sta nel mezzo, ma diventa un difficilissimo equilibrio.

Milano, London. Blackfriars, Corso Genova. Piazza Leonardo da Vinci, Houghton Street. Economists, Ingegneri. Birra o Cocktail?

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fuochi nella notte

13/03/09

La mia canzone preferita, la preferita di sempre. Canzone fascinante, dalla voce alla semplicità armonica (Fa-Mi), da stamattina l'ascolto a ripetizione. Mi sono svegliato un'ora prima della sveglia, provo a rigirarmi ma niente da fare e quindi ti rassegni e parti con la procedura mattiniera, bagno, doccia, colazione, e via. E poi continuo ad ascoltare a ripetizione e ripetizione questa canzone. A distanza di tanti anni resta la mia canzone preferita, perfetta, insuperabile, unica nel suo genere, semplice immediata fascinante misteriosa ambigua pensierosa simbolica.

"Così vanno le cose, così devono andare". Non c'è rassegnazione, c'è solo se si legge questa frase da sola ma nel contesto e nella magia dell'atmosfera della notte di San Giovanni, dove tutte le cose si ribaltano, dove i sensi si perdono, si introvertono e non mancano alcune interessanti provocazioni (un pastore senza mandria non ha senso come non lo ha un prete rinsecchito e vecchio?). Tu quietami i pensieri e le mani, che la mente da sola non basta, non è sufficiente. Pacificami il cuore, canto supremo di desiderio umano.
Non fare di me un megafono, mi incepperò, cosa fare non fare io non lo so... una litania finale presa da un'altra canzone e mirabilmente attaccata. Sono fascinato dal significato evidente e dalle immagini misteriose, ogni volta nuove e quindi, così sia. Parliamone piano al sole, noi ombre stanche.

Che la giornata abbia inizio.

Fuochi nella notte (CSI, testo di G. L. Ferretti)

(inedita versione di Cisco, che ho scoperto stamattina)

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appunti improvvisati

12/03/09

Parola chiave: improvvisazione. Per improvvisare, in termini teatrali, bisogna essere preparati ad affrontare ciò che non si sa, gestire l'inatteso, l'incertezza, la sorpresa, l'aspettativa che non si realizzerà. Si può guidare, essere guidati, si può agire in concerto, in contrasto, ci si può fraintendere, capire al volo, pararsi dalle situazioni difficili così come mettersi vicendevolmente in difficoltà, in buona o cattiva fede.
Già, la fede. La fiducia nell'altro, ma sopratttutto in se stessi, nella capacità di affrontare le situazioni perché, in fondo, lo sai che se sbagli un'improvvisazione non muore nessuno.

Poi l'Improvvisazione diventa una sorta di filosofia di vita, non per integralismo. Anzi, no, non è esattamente una filosofia, è un modo, il modo con cui abitualmente affronti la vita, anzi la Vita. Non sai cosa succede, provi e riprovi con la grande differenza che nell'improvvisazione hai un maestro e che nella vita se sbagli... ne hai una sola. Non hai quasi mai un pubblico che applaude, molto spesso la gente si ricorda dei tuoi errori nella Vita e degli applausi nell'Improvvisazione, raramente il contrario. Gregari dell'Improvvisazioni sono apprezzati dai pari, nella Vita si ammirano di più i protagonisti.

Se Improvvisazione è la parola chiave, questa sera potrebbe rivelarsi determinante, come in ogni serata. Dopo l'addio, ritrovarsi sulle scale, guardarsi negli occhi. Salutarsi, ferite non affrontate, un'improvvisazione che non parte, una scena perfettamente cinematografica. Ci sarebbero stati mille flashback in quei secondi in cui ci siamo incrociati sulle scale. Nessuna improvvisazione quella volta e la filosofia che scompare. Per stasera, vorrei un copione: essere l'amico di Amleto, il personaggio che cerca l'autore, Giulietta che ama e si suicida. Un copione, ogni tanto serve, un regista ancor di più. Eppure, irrimediabilmente fedele alla mia linea stasera si va di Improvvisazione.

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about the crisis

I'm not an opposant of the nationalization of banks, not at all. It's a tool, it could be a way to save us from this crisis, also if I don't understand why save some banks and not other, why don't nationalize all the banks, not only the most risky.
Anyway, more relevant are two other aims. First, what we do with this bank? The State can buy a bank, and so? Just put public money to save the bank from the bailout? Or something more? Second, how and when this bank will be re-privatized?
These two question seem to me much more relevant and problematic. It is very hard to discuss it with the public opinion, which understands very well the concept of 'ownership', more problematic is what to do.
Enjoy the challenge...

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Povero Principe

10/03/09

Provata professione precedente, parapubblico privato portò principe palude: produzione propellenti, perfetta professione per Principe. Paola piangeva prematura partenza partner, potenziale professore peregrinava per potente paese passando per Portsmouth.
Principe preferiva Palermo patria... perlomeno Perpignan! Poco poteron pesare Principe preferenze, per palude privata parapubblica professione portò.
Povero Principe.
Peregrinando per palude, Principe perlustrazioni portarono Padova, piccolo patria per potenziali performance.
Principe provo', Paola pregava piano per partner pregustando partenza per palude patavina priva però precisa posizione.
Privo preparazione, Principe provo' performance pubblica: perfetta! Padova plaudeva prova priva preparazione. Personaggi preferiti Principe poteva pubblicamente performare, però preferì pilotare prestazione per provare personaggi privi precedenti performance.
Potenziale professore plaudeva Principe precisione, Portsmouth pareva poco più paesino per pregustare performance pubblica priva preparazione presto.
Palude posto perfetto per pubblica performance, Principe pronto per passare Po potendo potenzialmente portare professione procinto Paola paese.

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dalla crisi non ne usciremo in macchina

05/03/09

Alcuni appunti sparsi su questa crisi.
1. l'Italia, almeno la sua opinione pubblica, sta sottovalutando pesantemente questa crisi. Si aggiunga che il grave debito pubblico limita le possibilità di intervento che comunque il Governo non sta mettendo in atto. Oltretutto, riducendone l'attenzione pubblica diventa più difficile coordinare e mobilitare le risorse, pubbliche e private, per fare fronte alla crisi del credito e sostenere gli investimenti dell'industria reale.
2. Le banche italiane sono relativamente salve in quanto protette, protezioniste e provinciali. Hanno investito solo in mercati dell'Est Europa, con la crisi taglieranno quegli investimenti e dovrebbero risentirne meno di altre (pensate alle Inglesi che sono praticamente tutte nazionalizzate!). Si aggiunga una scarsa propensione degli Italiani a vivere a credito per cui il mercato italiano è meno "tossico" di altri.
3. Da manuale, i sussidi alle imprese sono inutili, o comunque molto poco efficaci. Una proposta concreta, basata su potenti modelli economici, è quella di semplicemente investire in capitale umano. Qualcosa ne esce di certo. Come? Come fanno i paesi Socialdemocratici: no cassa integrazione, ma i licenziati vengono mandati per un anno a fare un master in una qualche università a loro scelta a spese dello Stato. Dopo un anno, si vedrà. Mal che vada, il capitale umano è stato comunque formato. Funziona? Sì, ovunque si investa in educazione si hanno ritorni nel medio periodo ed è il modo più efficace di fronteggiare una crisi grave.
4. I sussidi alle imprese non funzionano! tanto più nel settore dell'auto che è abbondantemente saturo. Ci sono altri settori industriali da considerare (frigoriferi, treni, energetico, ...). E' economicamente dimostrato che i sussidi rendono molto poco, più utili sono i servizi quali educazione, servizi all'impresa, scuole per imprenditori, riduzione delle spese burocratiche...
5. Infine, non dimentichiamoci che in Italia una buona dose di liberalizzazioni non farebbe male.

Ultima nota per la fiducia, l'industria italiana è storicamente "allenata" a competere in crisi di capitale (pessimo sistema bancario, limitate risorse finanziarie) e con limiti ai costi dei fattori produttivi (su tutti, l'assurdo dei contratti nazionali per i salari che penalizzano soprattutto il Sud). In queste condizioni, l'Italia competeva sull'innovazione sulla qualità del prodotto. Non è poco.

Sogno mio, che questa crisi porti a sviluppare una politica anti-crisi su base europea, in particolare con il coinvolgimento dell'Inghilterra. Corollario sarebbe la chiusura delle relazioni finanziarie con i paradisi fiscali. Piuttosto un condono tombale planetario, purché si chiudano quelle schifezze economiche.

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al volo

03/03/09

Ho visto una foto di un corteo CGIL dove denunciava che la crisi colpiva soprattutto le donne, un dato su tutti: 46% dei disoccupati è donna!
Cifra impressionante, poi ci pensi bene e dici: no aspetta, significa che allora le donne sono favorite perché visto che le categorie sono solo 2, chi paga di più la crisi sono gli uomini con il restante 54%! Perché un manifesto fatto così?
Non mi sembra sconvolgente, mi sembra piuttosto un errore mediatico di comunicazione. Forse ho letto male, ma è la stessa attenzione che vi rivolge un osservatore medio.

Tutto questo per dire che bisogna fare attenzione, soprattutto usando le cifre. Bisogna capire che la politica è sempre meno mediazione di visioni e interessi, sempre più comunicazione per la costruzione del consenso.

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