il nodo

30/03/10

Il messaggio è che i politici che perdono le elezioni dovrebbero dimettersi. La Sinistra perde quando ripresenta sempre gli stessi candidati cotti e stracotti oppure dei grigi dirigenti a cui, almeno, bisogna riconoscere l'onore di non essersi tirati indietro. Il problema della Sinistra per cui perde è il meccanismo di selezione dei candidati perché non è vero che perde ovunque. Laddove vince, la Sinistra dovrebbe esaltarne i vincitori; dove perde, gli sconfitti dovrebbero farsi da parte senza fiatare. Ahimé, nella gerontocratica baronìa italiana questo è un concetto lontanissimo.

Read more...

"Continuiamo per cambiare" (F. Mirabelli)

Quello che mi fa incazzare non è il risultato delle elezioni, ma sapere che gente come Penati, Mirabelli, Porcari e Martina, così come nel PD Veneto, tutti "continueranno per cambiare"... ma per favore: in un paese serio un politico che non viene votato, che perde ogni elezione in cui si presenta dovrebbe dimettersi senza se e senza ma.
Umiliante aver riproposto Penati, già sconfitto alle provinciali e che ha condotto una campagna da sconfitto in partenza. Avvilente ché nel PD ci sia gente che dice "non è andata male, abbiamo più regioni di loro" oppure la Bindi che va da Vespa a dire che ci sono i segnali per aver ricostruito una base politica da cui partire.
In Germania, a quest'ora il segretario dell'SPD si era già dimesso. In Francia la Royale pure. Personalmente, sono sorpreso solo dalla Liguria e, in parte, dal Piemonte. Per il resto, mi aspettavo anzi una batosta più pesante nel Lazio ed ero convinto che sarebbe arrivata una qualche altra brutta sorpresa inaspettata...

Ribadisco un concetto di democrazia: i politici che non hanno la fiducia degli elettori dovrebbero farsi da parte.

Read more...

terrorismo mediatico

29/03/10

Stamattina, facendo colazione ho acceso la TV e scoperto la triste notizia dell'attentato terroristico di Mosca. La cosa che più mi ha sorpreso è che a fronte di una notizia così grave, i telegiornali siano rimasti spiazzati perché non avevano immagini da mostrare: la voce del giornalista era accompagnata da insignificanti riprese di una qualunque periferia moscovita, poche persone per strada ed un'ambulanza che passa in un incrocio senza traffico né passanti.
La drammaticità della notizia non ha avuto corrispondenza nelle immagini perché oggi il telecittadino ha bisogno di vedere la notizia e che sia una visione drammatica, altrimenti nella cultura dell'immagine un attentato terroristico non significa niente. E' vero, a discolpa dei giornalisti, che per ora non si sa manco quanti morti ci siano né altro, però per l'utente-cittadino c'è ormai il bisogno di mediatizzare la notizia, altrimenti non vale a niente.

Read more...

dichiarazione di voto

28/03/10

Il mio 'umore politico' già l'avete letto, sono schifato dalla situazione di questa che altro non è che una dittatura elettiva con un'aristocrazia elettiva attraverso procedure manipolate da un abuso della comunicazione: è venuto meno il potere indipendente dell'informazione soggiogata ad una funzione di propaganda abilmente mascherata da tele-democrazia.

In questo contesto desolante, io ho già votato (alle 9h10 di domenica mattina!!!). Ho votato ovviamente a Sinistra, ma contro Penati, candidato pessimo e da voltastomaco. Bravo amministratore, Penati sbaglia perché ha giocato da sconfitto in partenza e non ha voluto graffiare Formigoni e la sua cricca di affaristi dai modi di fare mafioseggianti che regge la Regione Lombardia. Ha rinunciato ad attaccare in modo da poter continuare a spartirsi appalti e finanziamenti con la sua lega cooperative. Io ho votato Agnoletto e Rifondazione. Un po' perché c'era Mangoni, il Supergiovane di Elio e le Storie Tese, un po' perché credo che la Sinistra abbia bisogno di estremismo. Di Pietro non lo voterò mai per la sua inconsistenza politica (anti-berlusconismo, e poi?). Verdi implosi, ai Socialisti auguri il più sincero fallimento politico. Mi affascinava SEL, ma i buoni candidati che avevano non erano nel mio collegio.

Il senso del mio voto è andare contro Formigoni, richiamare all'importanza di una Sinistra estremista che spinga quella più moderata e di governo. Fallirò, ma d'altronde anche Penati ha fallito in partenza. Almeno Agnoletto ha denunciato chiaramente lo schifo di Formigoni. Anche Pezzotta è stato più chiaro di Penati, ma io di votare l'UDC proprio non ci riesco. Mi spiace non poter votare per dei valori politici cristiani, mi tocca accontentarmi di quel che c'è. Ero attirato dal Movimento a 5 stelle, ma a me Grillo sta proprio antipatico.

---

Quel che mi aspetto dall'esito di queste elezioni è un altro successo di Berlusconi, il Premier ha ragione a dire che ogni regione in più sarà un successo. Oltretutto, se come è previsto guadagnerà Calabria e soprattutto la Campania avrà preso regioni di grande peso nazionale, mica aree politicamente periferiche. Si consideri che Napoli è da tempo la capitale della Sinistra meridionale. Il vero fattore incognito è l'affluenza che potrebbe rivelare qualche sorpresa.

In generale, ai vecchi amici del PD vorrei far notare che nonostante il loro ben'amato neo-Segretario, non hanno lasciato il segno. il nuovo partito radicato a mo' di bocciofile in tutt'Italia, dov'è? Ah, ricordo anche che dicevano che senza Rutelli e la Binetti avrebbero potuto fare politica meglio. A me non è sembrato affatto, anzi ora il problema è che non sanno con chi devono prendersela perché le cose vanno male, continuano ad andar male. Sappiano, per esempio, che se vincono nel Lazio non è merito del PD, ma del 'suicidio politico' (o omicidio) della Polverini.

Sono andato un po' a ruota libera, vedremo lunedì sera cosa diranno i risultati.

Read more...

contrasti femminei

20/03/10

Una ragazza bellissima, anzi propriamente gnocca, camminava per strada. Non è strano per chi vive vicino al quartiere della moda di Milano, niente di strano, succede. Eppure, strideva quel suo camminare con le stampelle ed un piede ingessato o comunque fasciato. Strideva il suo essere vestita in tiro con quei pantaloni degni di una pubblicità sui muri indossati in maniera pur attraente nonostante la stampella.
Mi dispiaceva, umanamente, perché non è mai bello vedere una persona con le stampelle, ma mi chiedevo perché avesse fatto tutta quella fatica di mettersi in tiro sempre e comunque. E' vero, probabilmente è il suo stile e le piace così per cui io non sono nessuno per poter star qui a criticare, ma quando uno sta male è autorizzato forse a non mettersi pantaloni così attillati perché se hai il gesso è difficile (non so se fosse gesso, non si vedeva bene).
Strideva quel suo stile da donna perfetta delle pubblicità, incarnazione di un ideale immaginario fomentato dai mass media e quel suo essere, umanamente, malata. Perché anche le modelle possono rompersi una gamba, come d'altronde anche i preti usano il trapano (talvolta).

Delle donne bellissime della TV non amo la loro omologazione, le loro pelli plastificate e forzatamente perfette, i capelli immobili quando scendono le scalinate. Non sono donne vere. Le maschere di trucco uccidono il carattere, l'espressione dei sentimenti. La cosiddetta perfezione femminile in realtà è un appiattimentov erso un ideale iconografico che a me ha stufato. Guardavo ieri Megan Fox nelle pubblicità dell'Armani. La figliola è assai graziosa, ma la foto la plastificava togliendole espressività umana, la disumanizzava come una luce al neon annulla il significato della scritta. La bellezza, parola per definizione al femminile, richiede un tratto di umanità. La bellezza artificiale non dico mi lasci indifferente (Megan Fox rimane una gran figliola), ma mi lascia insoddisfatto, è una bellezza plastificata.

Read more...

così è se vi pare

Scrivo poco in questo periodo, ma anche l'anno scorso ho notato che scrivevo poco a Marzo, tant'é. Sono schifato dalla contemporaneità in cui vivo di un paese verso cui è difficile essere ottimisti. Passerà, forse, ma questo continuo stato di emergenza artificiale, sempre più lontana dalla cognizione di causa e, al tempo stesso, sempre più immobile mi porta ad essere pessimista verso l'Italia. Il declino strutturale del BelPaese è ormai evidente. L'ultimo momento di forza dell'Italia è stato l'ingresso nell'Euro, segno che invece saremmo un paese capace di vincere sfide importanti per uno sviluppo di lungo periodo. Ma oggi Amato non sarebbe mai primo ministro.

Paese immobile, l'Italia si agita per questioni di nessuna importanza e si rinchiude sempre di più su se stessa, contenta della sua dittatura mediatica narcotizzante. La Sinistra si agita senza colpo ferire autoconvocandosi riunioni su riunioni, manifestazioni per manifestare l'esistenza di manifesti inesistenti [e temo che non sia solo un gioco di parole assonanti...].

Infine, vorrei un nuovo federalismo, vero e radicale con un governo unico, a Bruxelles, un coordinamento nazionale, a Roma, e poi tante regioni come secondo livello di governo. Ma non è questa la sede per parlare del mio ideale di federalismo (che comunque rimane la Germania). Mi interessa sottolineare che manco questa volta si sta discutendo di cosa abbiano veramente fatto i Governi regionali.

Read more...

differenza italiana | pensiamoci, però...

14/03/10

Parto da questa frase di Ciampi letta su l'Unità.it:

"Sulla soglia dei 90 anni mi accorgo che questa non è l’Italia che vagheggiavo a 20 anni. Allora ci svegliavamo ogni mattina convinti che avremmo fatto un passo avanti.
Oggi ci accorgiamo ogni giorno di aver fatto un altro passo indietro"

Carlo Azeglio Ciampi, 9 marzo

Ecco sì, io credo che il Presidente emerito abbia assolutamente ragione ed a lui mi riferivo quando descrivevo l'Italia con una bella immagine. In Italia, non solo ci si sbatte e non cambia mai niente - giusto a ricordarci che, forse, dovremmo mettere Il Gattopardo come testo fondante della nostra letteratura e non, per esempio, I Promessi Sposi che avran sì gran valore letterario ma mica descrivono così bene il BelPaese.

Usando le parole di Ciampi, ci si rende conto che la nostra generazione, ovvero i cosiddetti Giovani Italiani, deve lavorare per cercare di non peggiorare, non per costruire (costruirsi?) un futuro migliore. Dobbiamo giocare in difesa di quello che ci han lasciato alcune decisioni intelligenti e sagge di chi ci ha preceduto, scelte non scontate come lo Stato sociale (per quando scalcinato) e l'Europa.

Aveva ragione Brecht quando citava Konrad Valentine: "il futuro non è più quello di una volta". Dopo circa 4 secoli, la mia generazione è la prima che rischia seriamente di stare peggio di quella precedente, o comunque non credo proprio riuscira a stare meglio. E questo non sarà per colpa di guerre o epidemie, ma per colpe socio-economiche.

Analizzato ciò, non ho ancora da offrire contro-progetti costruttivi che non siano la fuga verso paesi in fase crescente, che però non sono una risposta vera e costruttiva. Pensiamoci, però.

Read more...

una bell'immagine dell'Italia

13/03/10

Per capire la politica italiana, specchio del nostro paese, basti pensare al concetto di masturbazione: non serve a niente, ma ci piace. Impegnarsi in Italia a fare qualcosa è simile alla masturbazione: da soddisfazione perché ce n'è da fare, si potrebbe andare avanti a ripetizione, ma non porta a nulla.

Ecco, di fronte a quest'immagine così alta e qualificante del nostro paese, penso che dopo essermi masturbato abbastanza per un paese dove non cambia niente, andrò a bere qualcosa per il compleanno di mio cugino, sicuramente più utile e divertente.

Read more...

Ricevuto via email, lo inoltro via blog


Subject: Elsa Morante

Circola da qualche settimana in rete questo scritto di Elsa Morante.
Lo riproduciamo per chi se lo fosse perso:

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di
delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la
condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché
il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini? Una parte per
insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e
tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle
sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto
che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il
dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie
sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile
effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo
onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto
seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi
atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della
gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il
capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza
credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di
famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si
circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile,
e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un
proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole
rappresentare."

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a
Mussolini...



PS.: Tutte le persone che ricevono la presente comunicazione hanno
l'obbligo civile e morale di trasmetterla ad almeno altre cinque persone.
Non sia mai che qualcuno lo votasse di nuovo...

Read more...

di questa vicenda

09/03/10

Di tutto il casino di questa vicenda, mi preoccupa sottolineare un solo specifico aspetto: la stampa internazionale ha sostanzialmente ignorato il caso, una tempesta in un bicchier d'acqua, un casino all'Italiana di una Repubblica di dubbia democraticità non è una gran notizia. Oltre al fatto che sfido chiunque a spiegare questa vicenda a, per esempio, i tedeschi senza scoppiare a ridere.
Sono tutti intenti a seguire il dramma degli effetti di medio periodo della crisi, quando cioè il pubblico non può più salvare le banche e, dagli USA, arriva un attacco (a gamba tesa) teso a destabilizzare i più diretti e vulnerabili competitori. Ma di questo in Italia non se ne parla, intenti come siamo a seguire le vicende degli azzeccagarbugli che ci eccitano più delle centinaia di migliaia di posti di lavoro persi.
Me ne voglio andare da un paese ridotto così, per quanto sia il più bel paese del mondo o, meglio, per quanto sia la mia Patria.

Read more...

Milano rende cattivi

08/03/10

Credo che Milano renda cattivi. Lunedì mattina in metrò e speri, al più, di trovare una bella gnocca, sperando che non sia l'ennesima velina. Lo speri perché allo sguardo, senso per eccellenza dell'uomo, la metrò non offre nulla; allo sguardo arrivano cupe facce inebetite. La stessa inutile lingua ravvivata da qualche immigrato che, stanco, blatera qualche lingua per me incomprensibile e però senti che c'è tutto l'entusiasmo e la fatica di chi ha, a modo suo, trovato l'America.
La metrò londinese non era meno alienante, ma che manchi il sorriso a dei Britannici mi par normale, a degli Italiani il sorriso dovrebbe essere di 'default'. Dovrebbe.

Read more...

problemi

06/03/10

Se a scuola non vai tanto bene nei temi, non è che il Papi manda una letterina all'insegnante spiegandole come deve interpretare i tuoi temi.

Se a calcio la tua squadra non vince, non è che il tuo allenatore spiega all'arbitro come deve interpretare se il tuo tiro è gol o è fuori.

Potrei andare avanti a lungo, ricordo solo che in Democrazia la legge è la regola del convivere civile; è in Dittatura che ciò che prevale è il consenso al dittatore.

Read more...

Wien ed i moti dell'anima ovvero di quando un uomo di fermò a guardare la propria ombra

Passeggiando per Wien mi sono chiesto perché proprio lì fosse nata la psicanalisi, la presa di consapevolezza e lo studio razionale dell'inconscio. Mi sono chiesto perché proprio nella Capitale dell'Impero.
Pensandoci, l'Italia e la cultura mediterranea hanno sempre visto con una certa diffidenza il subconscio, sebbene non l'abbiano mai condannato. Dai moti dei tarantolati della Puglia ne abbiam ricavato un rito religioso. Poi, la cultura anglosassone in Scozia ha ricavato moti orrorifici come Dr. Jekyll and Mr Hide, o più giù nella Capitale inglese con Jack the Ripper. Il subconscio come moto animalesco da contrapporsi al genio imprenditoriale anglosassone. I Francesi, nel loro intransigente razionalismo illuminista han negato il subconscio che, invece, i meno tedeschi tra i cugini germanici hanno iniziato ad analizzare con rigore scientifico. Curiosamente, gli altri sono venuti da quella cultura brida alpina che si pone come laborioso crocevia tra le grandi culture delle pianure europee ed il degradare delle colline verso le infinite pianure che portano all'Asia.

Wien e il subconscio sono una storia incredibile: improvvisamente, nella storia della cultura umana, ci si è ritrovati a studiare quella parte di noi più impalpabile, indefinibile. Una parte che sentiamo, che addirittura influenza i nostri comportamenti, ma che non vediamo, una parte dell'uomo che l'Io non può vedere in quanto ombra di questo Io. Fermarsi a guardare la propria ombra, senza né timore né paura, senza estasi o estetizzazione, ma con fare scientifico. Poco importa che oggi il pensiero freudiano sia in larga parte superato, ma quello è il genio di chi ha fatto nascere una disciplina. Anche Adam Smith e Patrick Geddes sono in gran parte superati, curiosamente entrambi dalla mia Edinburgh dove vennero razionalizzate dinamiche sociali; Wien ha razionalizzato l'irrazionale, mi viene in mente la storia del Fantasma di Canterville con gli Americani che dissacrano quel povero fantasmino con la sua macchia colorata. D'improvviso l'inconscio diventa un oggetto di studio, come gli altri. Una nuova disciplina, ben presto elevato al rango di Facoltà accademica, e lui - l'inconscio - prima imbelle si ritrova nudo mentre gli tocchiamo il pisellino e le ferite d'infanzia, i litigi più intimi e il desiderio di morire e lasciare tutto. Ce lo vedo, l'inconscio, in camice bianche.

Mi chiedo perché proprio a Wien, in quella capitale decadente, simbolo per antonomasia del decadentismo europeo, dell'Impero pluricentenario al collasso. Città di Schiele e di Klimt, di Radetzky, generale delle vittorie di Pirro, degli Strauss e, prima di Mozart. Capitale, indiscutibilmente capitale Wien è. Il Metternich porta sulla scrivania di Franz Joseph il decreto di declino, sterilizzato come gli strumenti con cui ora si tocca il subconscio. Chissà se han detto a Franz Joseph che anche lui ne ha uno, chissà...

Read more...

dans les derniers temps

05/03/10

Il y a des choses qui vont devenir de plus ne plus difficile à faire. L'inertie parait vaincre dans des comportements et on essaye de proposer de changement parce que certain affaires sont pas bonnes, il y a des problemes. Dire que des choses ne marchent pas bient parait comme reveler que le roi soit nu.
Quelle tristesse, quelle paresse, chantait Paolo...

Read more...

perché sono deluso da Milano

03/03/10

A Milano c'è poca voglia di mettersi in discussione, di scoprire il nuovo, di non dare le cose per scontate. Viviamo in difesa: del lavoro, degli affetti, delle amicizie e dei contatti. Peggio, talvolta le riteniamo dovute, scontate, necessarie. Diceva bene il Cardinal Martini che bisogna ritrovare lo spazio della preghiera che è riflessione su di noi, su chi ci sta intorno, sulla città e il mondo che ci circondano. Aprirsi al nuovo con umiltà e serenità, gusto per la sfida che non è guerra violenta, ma sfida nel senso di qualcosa di difficile, impegnativo, ma senza rischi mortali.
A Londra vivevo in un ambiente in cui questa cosa era più ordinaria. Le persone non erano migliori di quelle che trovo a Milano, solo più aperte a sfidare loro stesse. Non in una guerra di sopravvivenza, ma in un'affascinata scoperta del mondo che ci circonda. Difficile scoprire Milano, la gente è chiusa e spesso troppo indaffarata per qualunque cosa. Peggio, ci pensiamo indaffarati noi, per cui non ci apriamo, e gli altri che non ci chiamano neanche più perché ci pensano troppo impegnati.
A Milano ho sempre pensato di vivere a tempo indeterminato. E' la mia città, la porto nell'anima. Non posso e non potrò mai compararla alle altre città, perché è in me, nel bene e nel male. Da anni, da quando per la prima volta scoprii il viaggiare da solo cercando la quotidianeità dell'altrove che ho maturato un amore-odio per Milano. Mi piacerebbe risvegliare il buon cuore dei milanesi, quello che portò l'Expò ai Giardini di Porta Venezia, aperto all'Europa pur nella consapevolezza della fatica del lavoro. La Milano che fondò il Politecnico e poi la Bocconi; la Milano delle prime Coppe Campioni. Milan l'è minga più un gran' Milan!

Read more...

For wayfarers | Per i viandanti

Duke's guests | Ospiti regolari

  © Free Blogger Templates Columnus by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP