così è se vi pare

20/03/10

Scrivo poco in questo periodo, ma anche l'anno scorso ho notato che scrivevo poco a Marzo, tant'é. Sono schifato dalla contemporaneità in cui vivo di un paese verso cui è difficile essere ottimisti. Passerà, forse, ma questo continuo stato di emergenza artificiale, sempre più lontana dalla cognizione di causa e, al tempo stesso, sempre più immobile mi porta ad essere pessimista verso l'Italia. Il declino strutturale del BelPaese è ormai evidente. L'ultimo momento di forza dell'Italia è stato l'ingresso nell'Euro, segno che invece saremmo un paese capace di vincere sfide importanti per uno sviluppo di lungo periodo. Ma oggi Amato non sarebbe mai primo ministro.

Paese immobile, l'Italia si agita per questioni di nessuna importanza e si rinchiude sempre di più su se stessa, contenta della sua dittatura mediatica narcotizzante. La Sinistra si agita senza colpo ferire autoconvocandosi riunioni su riunioni, manifestazioni per manifestare l'esistenza di manifesti inesistenti [e temo che non sia solo un gioco di parole assonanti...].

Infine, vorrei un nuovo federalismo, vero e radicale con un governo unico, a Bruxelles, un coordinamento nazionale, a Roma, e poi tante regioni come secondo livello di governo. Ma non è questa la sede per parlare del mio ideale di federalismo (che comunque rimane la Germania). Mi interessa sottolineare che manco questa volta si sta discutendo di cosa abbiano veramente fatto i Governi regionali.

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