in fondo

29/06/10

In fondo, a me Pietro Taricone stava simpatico e mi dispiace per quel che è successo. Affascinato dal mondo della TV, aveva saputo distaccarsene con spirito critico tutt'altro che scontato. Credo gli piacesse quel mondo, ma avesse capito che lì ci sono cose che non vanno, cose che non facevano per lui.
Sì, ecco, in questo lo apprezzo. Poi, non lo conoscevo e non è che seguissi quello che faceva, però apprezzavo quel poco di cui sapevo.

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re

25/06/10

Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostillio, Anco Marzi, Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo, Francesco Totti.

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da

24/06/10

Sono a Roma, connessione un po' precaria e tanto da fare, internet scorre com'ultima priorità. Uniche considerazioni: chi non ama Roma è perché non la conosce o è scemo e che l'Italia ha la capitale più bella del mondo.

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c'è

18/06/10

Un po' di emozione, lo ammetto c'è: stasera saggio di imprò, da domani sarò per un mese a Roma...

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futuro

17/06/10

Chi cerca di costruire un domani migliore riesce a farsi alcuni ottimi compagni di strada, ma si ritrova inevitabilmente in minoranza. Molta gente preferisce sapere di che morte morire, piuttosto che rischiare di vivere liberamente.
Di questi tempi, i progressisti sono minoranza perché la gente ha paura e non vuole correre il rischio di cambiare per una vita migliore. Preferiscono conservarsi così, anche se le cose vanno male.
Chi oggi lavora per un domani migliore, si sta ritrovando solo perché, in fondo, non è che stiamo così male e, almeno apparentemente, non ci sono né grandi problemi visibili, né grandi rischi immediati. Ahimé, credo di appartenere più che altro alle cassandre di questi tempi...
Che il buon Dio ci conceda, un giorno, che le persone che vogliono un domani migliore siano la maggioranza e gli altri siano, al più, distratti o già impegnati.

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Di quella volta in cui il vecchio McWyzer consacrò il Duomo di Calais

12/06/10

Quell'anno, l'aristocrazia si ritrovò a Calais per festeggiare i 50 anni della città. In realtà, una mossa segreta sperando di riavvicinarsi con le Fiandre ed evitare una loro alleanza con la Francia. Una cerimonia solenne in occasione del Santissimo Natale era il pretesto per questo ritrovo. Per non insospettire troppo la corte di Francia, il Cardinale metropolita von Braun era rimasto a Londra per celebrare il Natale nell'Abbazia, mentre al vecchio McWyzer sarebbe stato riservato l'onore di celebrare. Il Re, impegnato nella Crociata, sarebbe dovuto rientrare di nascosto per condurre personalmente la trattativa con le Fiandre, lasciando al Feldmaresciallo Dancryng il comando dell'esercito.

La città di Calais era poco più di un molo fortificato, molto fortificato. Commercialmente secondaria, la piccola cittadina di Calais ricopriva un immenso ruolo strategico. Appena arrivato, l'Arcivescovo McWyzer notò molte assenze: se il Feldmaresciallo Dancryng era stato tenuto in Terra Santa, molti nobili mancavano all'appello, a partire dall'ormai anziano Duca di Canterbury che avrebbe desiderato rivedere. Dal suo rifugio in Scozia, il prevosto di Scozia aveva perso i contatti con la Corte e non conosceva molti dei nuovi nobili. Riconobbe soltanto i nemici di un tempo: il Marchese di Worchestershire che da Birmingham condussé la rivolta contro il Re Pietro I e poi i Conti di Norfolk ed Herefordshire, suoi primi alleati.

Nella Sagrestia della piccola Chiesa di Calais, l'Arcivescovo di St Andrews si vestiva con i paramenti sacri del Natale. Fuori, una fitta pioggia gli ricordava la sua terra, mentre alcune assi del soffitto cedevano. Quella piccola Chiesa sarebbe stata elevata al rango di Duomo per festeggiare l'evento. Ritirato nella riflessione della sua preghiera, il rude prelato ricevette il nunzio reale che venne fatto passare nonostante il più stretto riserbo che circondava l'ex Primate prima delle celebrazioni. Curiosamente, il Nunzio annunciò un regalo natalizio del Feldmaresciallo Dancrying, una cotta di maglia robustamente lavorata con le insegne della Scozia. Gradito, il regalo sembrò insolito per la notte di Natale, festa di pace e speranza.

Terminati i Salmi, condotti dal suo Diacono, l'Arcivescovo tornò in Sagrestia per indossare i paramenti della Messa solenne. Il Nunzio gli aveva preparato la nuova cotta di maglia di fianco alla sua mitra ed ai paramenti del nuovo Duomo di Calais, fatti appositamente ricamare per lui dal Cardinale Metropolita von Braun. Abbassò lo sguardo, accarezzò l'anello di St Andrew e chiese al nunzio di mandare un messaggio al Marchese di Worchestershire. Per quella Messa, tutti i soldati avrebbero dovuto partecipare con le loro uniformi ordinarie, quelle di battaglia, perché voleva benedirle prima della celebrazione. Se non avessero fatto in tempo a prepararsi tutti, l'Arcivescovo si sarebbe recato direttamente al campo di marte per una celebrazione all'aperto. McWyzer si preoccupò che la notizia, una volta annunciata al Marchese, fosse di pubblico dominio affinché i soldati l'apprendessero il più in fretta possibile.

Tardando la risposta, l'Arcivescovo vestì gli abiti sacri e, sotto la scrosciante pioggia di Calais, entrò nel Duomo e condusse il corteo solenne fino al campo di marte dov'erano alloggiati i soldati. Arrivò a cavallo, nonostante la pioggia rovinasse i paramenti sacri e la liturgia soffrisse una gravissima rottura della tradizione. Il Re tardava ad arrivare, sarebbe stata quella un'ottima scusa per dargli più tempo; alcuni vecchi preti locali si rifiutarono di seguire qualcuno di così poco ortodosso, ma in poco tempo attorno agli alloggi dei soldati si erano riuniti anche molti abitanti finalmente ammessi alla celebrazione generalmente riservata all'Aristocrazia. Di bianco vestito, l'Arcivescovo venne ricevuto davanti all'accampamento dal Marchese e dagli altri dignitari assai sorpresi di questa sua mossa. Chiese fedeltà ai sacri valori di una volta, prima di annunciare che non voleva escludere nessun britannico dalla sua celebrazione. Il Marchese accettò senza comprendere il senso di questa proposta e la rottura del rito.

A metà della benedizione, prima dell'Eucaristia, l'Arcivescovo disse che era venuto il momento di consacrare il Duomo e che quindi ci si sarebbe dovuti spostare tutti. La scelta creò non pochi disagi per spostare così tanta gente, ma McWyzer disse che sarebbe bastato l'ordine di una marcia militare fino al Duomo per avere uno spostamento rapido. Il Colonnello Albridgshire avrebbe guidato le truppe.

Fu così che l'Arcivescovo portò i soldati al Duomo, dove nel frattempo i Francesi avevano attaccato in un'imboscata. Fu così che l'Arcivescovo di bianco vestito guidò un esercito in quella che divenne la battaglia della Messa di Natale. Fu così, che si scoprì del tradimento del Conte di Norfolk ed i paramenti sacri fatti per l'occasione divennero un'abito da battaglia: il bianco venne sporcato di rosso e l'Arcivescovo apparì improvvisamente giovanissimo e forte, nonostante la barba lunga e bianca.

Il Duomo di Calais venne inaugurato alcune settimane dopo, alla presenza del Re di Britannia e delle Fiandre.

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che...

11/06/10

Che Minzolini debba precisare che il suo Tg1 racconta il paese reale è l'implicita ammissione del fatto che questa cosa non è affatto certa. Mai come ora, il Tg1 è caduto in basso diventando da istituzione di informazione a strumento di propaganda. Il fatto che Minzolini debba dire che lui racconta il paese reale è l'ammissione che questa cosa non è affatto chiara, segno evidente che il pubblico inizia a non riconoscere più l'autorevolezza di quel TG.

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Milano

10/06/10

Milano uccide il sabato sera, affogandolo in lunghe code in circonvallazione e ore a cercar parcheggio ché alla fine ti diverti più a stare in macchina coi tuoi amici, o con qualche "amichetta", che non il resto della serata, ché poi i prezzi sono folli e l'unica sera che puoi permetterti di uscire... deve valerne veramente la pena, altrimenti... altrimenti ti resta il nervoso delle ore in circonvalla, della tipa ché le hai offerto e non c'è stata o, se c'è stata, di quanto ti è costato per poter fare almeno qualcosina, stretto tra il cambio e il volante. A meno che tu non ti chiami Nathan Falco, ma allora quelli sono altri problemi perché sarai in competizione con le trote di domani... ahh, Milano.

Milano già dal nome mi rimane indifferente. Sempre più lontano il suo senso semantico di centro in mezzo alla pianura, svilito da un sindaco (pessimo) che per onorare commercialisti con lo spadone e dentisti col camice verde si inventa tutt'altra etimologia. Milano non è mai stata un sogno, non si è mai tolta di dosso quella patina grigia, che è stata - al più - plastificata, siliconata e cocainizzata. Il sabato sera è un rito che nella radical chic milanese non fa manco più tendenza.

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della Padania, dell'Eldorado

La Padania è il mito, il sogno di un domani migliore. L'illusione che domani saremo padroni a casa nostra e quindi potremo costruirci il mondo che vorremo, senza più i vincoli della realtà.
Era così il Comunismo che nessuno aveva mai visto, molti l'avevano vagheggiato e sognato nei libri e ne poster della propaganda bolscevica. Il Comunismo era il sogno di un'altrove migliore migliore perché non credo che i metalmeccanici di Mirafiori capissero le argomentazioni più profonde di Marx e Lenin.
La Padania è un mito che fa sognare un mondo migliore, come sia questo mondo non lo sa nessuno, ognuno è libero di immaginarsi la Padania che vuole perché, in fondo, l'importante è non dire che questa Padania non arriverà mai. Basta non dire che con la Lega al governo l'autonomia delle regioni è diminuita, basta non dire che Milano ha preso sempre meno fondi e che la Mafia si è trasferita in pianta stabile in Lombardia.

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della qualità della politica italiana

08/06/10

Un mio professore di scienze politiche mi insegnò che un modo sintetico e veloce anche se un po' approssimativo per capire un contesto politico è di guardare la qualità dell'opposizione per capire in che direzione quella situazione sta andando.
Bene, guardo all'Opposizione italiana in questo momento di crisi e di difficoltà legata alla finanziaria. Noto solo una cosa: il Governo sta crollando nei sondaggi, ma il PD e il resto dell'opposizione parlamentare non guadagnano niente.
Ecco, se in questo frangente l'opposizione italiana non guadagna consensi, beh... credo che i commenti si traggano da se... Non credo di dover aggiungere altro.

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attualità politica

I Governi europei pare siano riusciti a coordinarsi e stanno facendo tutti manovre politiche simili in modo da stabilizzare gli aspetti macroeconomici di Eurolandia, ottimo sebbene sia assai doloroso (non dirò né che andava fatto prima, né che si doveva fare di più). Sottolineo due punti.
1. bisogna cogliere quest'occasione per un salto di qualità istituzionale e far sì che non sia un occasionale coordinamento, ma l'avvio di un nuovo assetto federale dell'Europa.
2. di fronte ai tagli, si vedono le decisioni politiche dei vari governi. L'Italia sta sacrificando i giovani con scelte politiche facili da fare e un massiccio uso delle TV per coprire l'entità reale dei tagli. I mondiali di calcio a breve aiuteranno tutti i paesi europei a distrarre l'opinione pubblica, credo sia per questo che le manovre sono state anticipate.

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la prova del regime

05/06/10

Questo è quello che io chiamo regime berlusconiano.

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annate

02/06/10

Mannaggia, quest'anno troppe malattie, troppi incidenti di percorso e giornate perse per problemi piccoli o grandi. Niente di veramente serio, ma mi impressiona il divario con l'anno scorso. Sono stufo di continuare a dover disdire appuntamento per questo o quel problema. Per carità, la salute prima di tutto, ma questo sembra un'annata veramente sfigata, per la salute intendo. Almeno, gli anni passati non era mai andata così, un'influenza e via...

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