curiosità politiche e appunti sparsi di fine agosto

31/08/10

Fin poco è lo sdegno per la visita di Gheddafi, molto di più. La Lega dovrebbe minacciare la caduta del Governo se fosse coerente con la sua difesa dei valori che secondo loro sono quelli dell'europa cristiana (metto tutto volutamente minuscolo).
La Chiesa si indigna e par l'unica voce sensata, mentre Berlusconi passa disinvoltamente dal Meeting di CL alla visita di Gheddafi. Ma questo gli Italiani non lo sanno, vittime della propaganda di regime, e quindi continueranno a crederlo difensore dei valori della famiglia (lui, divorziato 2 volte e che ha abortito un figlio fuori dal matrimonio perché rischiava di essere down). Ma gli Italiani continueranno a votarlo. Intanto, i Ciellini non trovano contraddizione nell'applaudire indifferentemente missionari africani e banchieri venditori di armi: ma tutto questo non sorprende visti ormai gli evidenti legami che emergono con la 'Ndrangheta. Ogni volta che si scopre che in Lombardia c'è un politico corrotto dai Clan della 'Ndrangheta, guarda a caso è un politico di CL (S. Giulia, Bruzzano, San Raffaele, Niguarda, le varie bonifiche in giro, il pizzo pagato dalle parti di Varese...). E intanto si scagliano contro quelli che fanno i moralisti, dimenticandosi che anche i Vescovi (Opus Dei compresa) sono disgustati.
Gheddafi offre l'immagine peggiore dell'Islam, mentre da qualche parte leggo che in realtà è l'Islam spaventato perché teme i vizi occidentali. L'Islam teme la diffusione dell'alcol, teme donne discinte, teme che i suoi fedeli in un mondo libero lo dicano ai fratelli che vivono sotto le dittature islamiche in Algeria, Libia o Iran. L'Islam teme i vizi dell'Occidente, non certo le virtù, si diceva in quell'articolo. Intanto, gli atei agnostici radicali & co tacciono silenziosi, prendendosela sempre e solo con la Chiesa.
Ma un tant'è non ci salverà: sono tutte mosse economico-politiche tese, da un lato, a far sì che le lobby dominanti possano mantenere la loro ricchezza riversando la crisi sulle altre, dall'altro distogliere l'attenzione dalla crisi.

Sì, son pessimista io e sulla crisi la vedo nera perché se l'occupazione non torna a salire presto crolleremo di nuovo. Servono politiche redistributive pesanti per contenere il crollo e, peggio, la polarizzazione dei redditi. Per l'Italia e l'Europa, investimenti concentrati in formazione ed educazione per contenere l'occupazione sul breve periodo e disegnare un futuro, mentre si riformano le istituzioni di funzionamento con provvedimenti come l'obbligo di residenza legale e fiscale per le società finanziarie che operano in Europa, unificazione della borsa europea, possibilità per la Commissione UE di commissariare i Governi che non rispettano le regole di Maastricht. Perché dalla crisi, solo una riforma istituzionale ci salverà. Per il momento, assistiamo allo spettacolino di lobby attaccate coi denti alle loro posizioni di rendita.

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Milano d'Agosto

29/08/10

Un papà gioca a pallone con i bimbi per le strade del centro.

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fidarsi dei momenti

Esiste un momento in cui una ragazza che conosci, inizia a piacerti. Un passaggio forse lento, forse infinitesimale. Forse un colpo di fulmine, forse una serata passata insieme o giornate tra i banchi di scuola.

Esiste un momento che capisci essere il momento giusto e da lì scocca un bacio. Non c'è nessuna prova scientifica che quel bacio funzionerà. Ci sono solo segni, intuizioni, supposizioni, magari qualche amico che ti sprona. E poi rischi. Spesso va male, ma tu sentivi che era giusto anche se non avevi nessuna certezza.

Esiste un momento in cui dal bacio scatta qualcosa di più. Lei, chissà per quale motivo, ti fa salire in casa. E se tu sali, capisci che non è solo perché hai voglia di sfogare gli ormoni. Magari, qualche volta sali anche solo per quello, ma capisci dai segni, intuisci che, salendo, ci sarà qualcosa di più. Supponi.

E poi viene un momento in cui, l'indomani, dall'avere sfogato solo gli ormoni capisci che c'è qualcosa di più. Intuisci che sia giusto anche uscirci, presentarla ai tuoi amici, ai colleghi e, magari, anche ai tuoi. Non razionalizzi cosa sia "giusto", eppur lo fai. Non c'è una checklist da controllare, una serie di notifiche da ricevere, moduli da compilare o esami da superare. Certe cose le senti, anche se potresti argomentare sempre il contrario.

"Sta con me per i soldi". "Ci siamo messi assieme per unire le nostre solitudini". "Mi piace aver qualcuno che mi ama, anche se non è che lo ami granché".

Non c'è una checklist di cose da fare prima di fidanzarsi e sposarsi. Succede, senti che è giusto così, lo intuisci, lo capisci, lo razionalizzi talvolta. E ti fidi dei momenti, anche se - in fondo - non è del tutto razionale farlo, anche se potrebbe esserci qualcuno che abilmente argomenta che quel che ti piace è, in realtà un abbaglio, sono supposizioni, intuizioni e segnali che, in realtà, hai frainteso. In fondo, per anni alcune delle più grandi menti dell'umanità hanno creduto che la Terra fosse al centro dell'Universo, e l'han fatto in buona fede.

Eppure, viene un momento in cui ti fidi e, se ti fidi veramente, arrivi anche a promettere davanti a Dio di starci assieme tutta la vita. Anche se appar irrazionale, anche se all'inizio pensavi che avresti solo sfogato un po' di ormoni.

Oggi, c'è molta paura nel fidarsi perché, in fondo, "il futuro non è più quello di una volta" (Brecht, citando Konrad Valentine). E ti fidi. Ti fidi perché a un certo punto devi mettere una X sulla scheda elettorale. A un certo punto, devi scegliere a quale Facoltà iscriverti e questo sì che cambierà la tua vita, tanto. Ti fidi perché senti che quella è la via giusta. Ti fidi perché a un certo punto devi scegliere la cravatta che metterai, e poco importa se il meteo diceva "nubifragi", ma poi era bello e al più c'era un po' di vento. Ti fidi perché della fiducia non c'è da fidarsi, ma in fondo è bello quando le cose vanno bene. Ti fidi perché c'è un momento in cui devi scegliere il film da vedere e perché, sul menù del ristorante, io non so mai cosa prendere e quindiprendosemprelestessecosechesochemipiacciono, maultimamentestoimparandoarischiareunpo'dipiù. Perché se le cose sono sul menù, sai che schifo non devono fare.

Ma qualche volta ho sbagliato a fidarmi, lo so. Ammetto, ho baciato qualche ragazza che non andava baciata. Ho preso piatti che poi non mi piacevano. Ammetto, un paio di volte ho pure sbagliato a mettere la X sulla scheda elettorale, ma per fortuna mai su elezioni importanti (no, Silvio non l'ho mai votato, neanche indirettamente!).

E poi, ti fidi del fatto che anche se vorresti restare alzato, è meglio andare a dormire e non ricominciare a scrivere di quello che mi passa per la testa da tempo.

PS
Non ho voglia di rileggere quanto scritto, credo perderebbe di spontaneità. Mi fido, appunto, di quanto ho appena scritto. Mi fido della buona fede dei miei lettori. Mi fido del fatto che ho sonno e voglio andare a dormire ché è stata una giornata intensa.

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università

Dovessi iscrivermi oggi all'Università, farei di tutto per andare all'estero, tipo nel Regno Unito o giù di lì.

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d'un libro letto recentemente

Ho appena finito un buon libro di Enzo Bianchi sul tema del dialogo tra Credenti e laici. Un libro relativamente semplice, almeno rispetto ad altri libri dello stesso autore, su un tema di grande attualità e che, personalmente, trovo assolutamente centrale nel dibattito italiano.

Esiste un muro di incomunicabilità, contrapposizione e radicalizzazione a proposito di Cristianesimo, religione, Fede e spiritualità. Concetti diversi, ma ovviamente legati e vicini tra loro. Non voglio farne un'analisi accurata, né una recensione: mi limiterò a farne un commento. Ovviamente, usando il mio stile frammentato e spezzettato che mischia contenuti del libro da idee mie.

In Italia c'è l'idea di una Chiesa assediata che pretende di re-imporre la sua posizione di 'religione' ufficiale, di imporsi come base per il substrato etico della società. Un problema comune a altri paesi, ma ricordo che quand'ero a London lì la Chiesa aveva consapevolezza di essere minoranza e non aveva la pretesa di esser monopolista. In Inghilterra, non c'è l'idea di un'etica basata su valori religiosi, posizione che invece avanza tremendamente negli US.

In Italia mi sono accorto ci sia un clima che rende impossibile un confronto sereno, c'è una radicalità che mi mette molto a disagio. Gli spazi di confronto costruttivo sono estrememante ridotti, le posizioni già maturate e quindi non disposte a ulteriori spostamenti. Gli Italiani vivono come tante rocche o guelfe o ghibelline con pochissime "città" dove l'aria sia libera e si possa confrontarsi, al limite anche cambiare idea.

Un dialogo in cui ogni critica alla Chiesa provoca un inalberamento e una condanna di relativismo mentre, dall'altra parte, c'è un fastidio alla sola idea di poter lontanamente pensare che la Chiesa possa dire anche solo un fondo di cose che si possono condividere. Noto, con rammarico, che appena c'è qualcosa di condivisibile anche dai laici, subito si parla di eccezione nella Chiesa.

Un clima che impedisce il dialogo e, soprattutto, la maturazione di percorsi individuali e collettivi che possano portare a una crescita. La Cristianesimo e anti-religiosismo si sono fatti cattivi, aggressivi l'un l'altro armati pronti a menar fendenti a più non posso. Triste epoca dove l'Evangelizzazione è vissuta come colonizzazione dei barbari che, giustamente, si difendono. Ma i Barbari, quelli veri, apprezzarono e capirono i grandi valori dell'Impero romani. Oggi no.

Il miscuglio con la politica, gli affari, gli interessi nell'intreccio di gerarchie, lobby, porporati e elezioni crea un disgusto più che comprensibile. S'è perso uno spazio mite di confronto. La religione, intesa come istituzione mondana, si mischia a supporto di tutt'altri interessi. La Fede ridotta a merce interessata a raccogliere l'8 per mille.

Personalmente, provo grande insofferenza per questo clima e non posso non tacerne. Provo sofferenza per posizioni ormai irrigidite su fronti non disposti a capire la ragionevolezza delle posizioni altrui. Provo insofferenza nel non poter mai avanzare critiche da nessuna delle due parti. Si sta, in questo dialogo, come tifosi di calcio, nella miglior tradizione italiana, anche lì giran troppi soldi e lo spettacolo degrada facilmente.

Proseguendo la metafora, mi piacerebbe trovar l'entusiasmo dei primi calciatori: i Piola, i Meazza, Ferraris e il primo campionato italiano che si disputò in un solo giorno. Sì, ecco, chiudo i miei pensieri sparsi con questa riflessione: la Fede come la gioca di giocare a calcio, una gioia presa nella sua semplicità, come San Francesco ché di certo non era un teologo che avesse letto mille libri, ma una cosa bellissima che può decadere miseramente, anche per colpa di chi la pratica. No, forse questa metafora non è convincente, quindi dimenticatela.

Mi piacerebbe solo ritrovare quel clima che conobbi a London di maggiore semplicità, umiltà e apertura al dialogo in un clima di maggiore disponibilità. Almeno, a quella London che io incontrai e vissi. Corrono tempi cattivi e non c'è da esserne contento perché si perde, lentamente, un senso di umanità condivisa, un senso di fratellanza e Comunione, un senso di responsabilità comune, collettiva e condivisa.

Trovo curioso che l'Italiano ci dia tanti vocaboli con la "c".

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Milano-Tradate

28/08/10

Fu la prima volta che presi un treno, tanto tanto tempo fa.
Ora, mi rimetto su quella linea com'umile pellegrino.
Modernità fatta di mezzi nuovi e sentimenti ancestrali.
Milano-Tradate fu il primo treno che presi in vita mia.

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attualità politica

26/08/10

Berlusconi si sta disfacendo per la scissione ormai tra ciò che appare e quindi costruisce consenso con ciò che è, ovvero la realtà socio-economica dell'Italia, o meglio delle diverse regioni italiane.

Mr. B. tirerà a campare preparando un qualche colpo di teatro, sperando che non sia qualcun altro a tirarlo a lui. Ad oggi, converrebbe solo alla Lega un ritorno al voto immediato, forse all'IdV e all'UDC (ma su questi ultimi ho dei dubbi, però avanzerebbero sicuramente al Sud qualora si alleassero con Fini).

Io vorrei semplicemente una nuova legge elettorale perché con questa manco Berlusconi riesce a governare. Se la facessero, sarebbe un'arma incredibile per lo stesso Berlusconi perché sarebbe credibile nel minacciare le elezioni.

Aggiungo anche una preferenza per la legge elettorale: io vorrei un sistema sostanzialmente uguale a quello tedesco. Certo, possiamo introdurre qualche correzione per adattarci all'Italia, ma sostanzialmente io andrei in quella direzione. Il proporzionale è nell'anima degli Italiani, nell'anima di un paese con troppe diversità regionali per sopportare altri sistemi.

Vedremo, la mia prospettiva è che gli Italiani vivano questa situazione con stanchezza, distacco e preoccupazione per le loro tasche dove gli stipendi non entrano più mentre tasse, dirette o indirette, aumentano.

PS
si cercano tracce di opposizione...

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curiosi incroci tifanti

25/08/10

Le curve degli stadi sono sempre più dominate da gruppi di stampo fascista.

Ora che si vuole imporre la tessera del tifoso, provvedimento assai discutibile, i tifosi non la vogliono. Ovvero, i tifosi fascisti vogliono ordine e disciplina, però sugli altri. Mai su di loro.

Ohhh curiosa contraddizione... molto molto italiana... pardon, italica.

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Una storia vera

Una ragazza chiede al suo giornalaio:
- "Ha internazionale?".
- "No, mi spiace, non ce l'ho".
- "Beh, allora mi dia Topolino".

[Grazie Vi'!]

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appena rientrato

24/08/10

Tornato, trovo notizie pessime sull'economia mondiale. Un'altra crisi si avvicina e, questa volta, i governi non avranno fondi per intervenire. La questione è che la crisi precedente non è stata affrontata nelle sue cause, ma solo alcuni tamponi sui suoi effetti. Un'altra crisi dopo quella del 2007/08 sarebbe a dir poco catastrofica, urge intervenire con regolazioni ancora più strette sulle banche, a costo di ritardare ulteriormente la ripresa. La ripresa non deve cercare un effimero segno più che rilanci questo ciclo economico, ma serve un cambio strutturale che, per esempio, limiti le speculazioni finanziarie delle agenzie di rating o l'eccessiva volatilità delle scatole cinesi che spostano capitali non sempre esistenti. Cautela nel leggere le cifre di breve periodo, coraggio in una riforma strutturale e istituzionale di lungo periodo.

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chiuso per ferie

02/08/10

Questo giro, mi troverete a vagare tra Scilla e Cariddi.

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a Bologna

Spesso, passando per Bologna, mi fermo in stazione in quella sala d'attesa. Guardo il muro, il vetro nella crepa a coprire quel buco, a preservare il caldo quando vi si passa d'inverno ché la stazione ancora funziona, cuore meccanico dell'Italia e del suo stivale.

Cammino su quel binario uno da cui spesso parte il treno per la mia Milano. Fuori il piazzale e talvolta sento riecheggiare le urla di quella mattina. Poco importa che sia accaduto prim'ancora ch'io nascessi. Quando si capisce il senso di quel che accadde, un fremito dovrebbe correre la schiena di ogni Cittadino Italiano.

Bologna, ombelico di tutto. Bellissima Bologna, tette grandi e fisico di conseguenza mentre corre in bicicletta. Bella, capelli neri lisci mentre si lancia verso Piazza Santo Stefano, i viali e le colline. Bologna, prima università della storia. Bologna è un mito, l'utopia di una condizione bellissima. Bologna è la capitale della libertà, sia essa di pensiero, di cultura, di idee. L'industria a Milano, il potere a Roma: Bologna libera e bella nelle sue grandi tette che rimbalzano su un tombino mentre la bici prosegue oltre.

Lo ammetto, amo Bologna, le sue vie, i suoi colori, la sua atmosfera. Ammetto anche che, di tutte le Bolognesi che ho conosciuto, di tutte valeva la pena d'innamorarsi. E una volta è pur successo, anche questo devo ammetterlo. Ma non è un amor romantico parigino, Bologna non è la sublimazione dell'amore. Bologna è il primo amore adulto, non il primo bacio ma la prima volta che le tocchi il seno perché, come detto, Bologna ha le tette grosse.

Bologna, mito frainteso, mitizzato, ideologizzato. Oggi Bologna sopravvive a se stessa, ma è già pronta a riprendere slancio non appena quest'Italia passerà. Bologna è una donna di cui si guardan solo le tette, ossessionati come sono gli Italiani dal sesso. Dimenticano che Bologna è la libertà di una bici che corre, di sedersi in Piazza Santo Stefano, di avere una cattedrale mai finita perché troppo grande. Bologna è una ragazza per cui è "giusto", è "doveroso innamorarsi perché le bolognesi sono tutte donne d'una bellezza che disseta l'anima.

Sì, lo ammetto, io amo Bologna, anche se già so che questo racconto sarà frainteso. Ma in fondo è così anche Bologna, sospesa tra Emilia e Romagna, tra pianura e collina, tra libertà e obbedienza al partito. Sì, lo ripeto, io amo Bologna.

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all'età di 30 anni

L'Italia era, negli anni '70, la frontiera della Guerra Fredda. Paese politicamente debole, economicamente sostenuto dagli USA, tecnologicamente e industrialmente arretrato, avevamo avuto lo sviluppo grazie all'alleato a stelle e striscie interessato a mantenere la frontiera. L'Italia aveva scelto di stare da quella parte, ma era pur sempre una frontiera, era pur sempre un paese di forti contraddizioni socio-geografiche, di criminalità organizzata e corruzione.

Io credo che la Strage di Bologna sia stata fatta dai neo-fascisti su mandato della P2 e dei servizi deviati dello Stato. L'obiettivo era quello di mantenere uno stato di tensione e allarme per rafforzare l'autorità e il controllo. Credo che gli USA abbiano dato il beneplacito a questa strategia, con la condizione di non esserne direttamente coinvolti: è una strategia simile che usavano con le dittature sudamericane.

Io credo che gli 85 morti di Bologna siano il prezzo pagato perché "alcuni" restassero a capo dello Stato, perché non ci fossero dubbi sul fatto che ci fosse bisogno di loro, perché loro potessero acquisire maggiore potere. Credo che quelle persone siano morte come tante altre nella stessa strategia. Dove la strategia non è un piano, non sono azioni deterministicamente pilotate a priori, ma una serie di mosse con un certo fine: non è il determinismo degli scacchi, ma l'incertezza di una partita di calcio.

Io credo che 30 anni dopo si debba ricordare che ci sono state persone che hanno ucciso 85 italiani per poter mantenere il loro potere. Ricordare che per quelle persone quello è stato un prezzo giusto. Io credo ci sia un collegamento con le stragi degli anni '90, la stessa strategia anche se persone diverse.

Io credo che Cossiga dica un mucchio di cazzate e non ho alcun rispetto per il Presidente emerito. Credo che Cossiga sia stato il referente politico degli USA per questa strategia di tensione. Lui ha mandato i carri armati a Bologna, lui ha coperto i servizi segreti, lui depista le indagini. E lui non ha mai agito da solo. Se si pensa a cosa teorizzava la P2, tutto quel progetto assume una coerenza lapalissiana e inquietante.

Io credo che dopo 30 anni, lo Stato dovrebbe svelare i documenti che ha segretato e, se ci sono dei colpevoli che dello Stato furono architrave, bene li si processi perché lo Stato è dei cittadini, non di chi ci lavora.

Pregare perché il buon Dio sollevi il dolore per quelle morti, non mi basta. Il buon Dio ci mette alla prova perché Noi si assuma la responsabilità delle nostre azioni, come collettività umana italiana. In questo, dobbiamo agire senza interventi divini perché altrimenti sarebbe tutto fuori di Noi: è una questione tutta italiana.

Io credo che sarebbe meglio portare alla luce questa Verità, per tutti. Meglio anche per i colpevoli.

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