alle radici dei mali dell'Italia

20/11/10

Ci sto riflettendo da tempo ed ho individuato due parole chiave che propongo in questa sede: investimento e rischio.

Investimento: all'Italia manca la prospettiva di lungo periodo. E poi cosa faremo? Dove il "poi" è temporale... cosa faremo dopo, domani, quando questa cosa che siamo ora finirà. Come vivremo da vecchi? Come vivranno i nostri figli? Che lavoro faremo domani? Come sarà il domani? Le brave formichine italiche al più risparmiano soldini, ma pochi investimenti in termini di conoscenza, di istituzioni, di regole. Poca fiducia nei giovani, poca voglia di dire "faccio questa cosa che oggi non serve, ma domani darà i frutti". Noi fummo popolo agricoltore, oggi non abbiamo più quella pazienza.

Rischio: c'è poco rischio imprenditoriale in Italia, il rischio è calcolabile, ci si espone in prima persona, ci si prova, si affrontano sfide che non sono dall'esito scontato, ci mettiamo in gioco. Ecco, questo manca: la voglia di giocarsi una partita sapendo che la si può perdere ma che, se è stata partita vera, una sconfitta ci avrà insegnato come giocare la prossima partita... e una partita è pur sempre una partita, mica la vita intera.

Ecco, vorrei io stesso imparare a entrare in questa prospettiva, imparare a investire sul futuro e rischiare con un po' più di fiducia. Vedo molti miei amici non fare questo e disperdersi. Vedo amici che hanno rischiato e stanno andando bene perché in fondo, noi, siamo meno peggio di quel che ci pensiamo addosso. E investire è qualcosa da fare perché non sono questi i brutti tempi che vogliamo vivere, credo che questa contemporaneità non ci piaccia, ma dobbiamo profondere uno sforzo collettivo perché gli investimenti diano frutti.

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