breve nota politica

08/11/10

Sono convinto da tempo che si andrà a votare a primavera. Lo fece capire la Chiesa quando, durante il caso D'Addario, disse che c'era bisogno di una nuova classe dirigente guidata da valori cristiani. Lo fa capire la Mafia quando i pentiti iniziano a parlare. Lo fa capire la Camorra con la vicenda dei rifiuti di Napoli. Lo si capisce dalla scissione tra Berlusconi e Confindustria.

I leader politici al seguito di questo smottamento cercano di legittimarsi agli occhi dell'opinione pubblica: Fini che cerca di legittimarsi come nuovo leader della destra italiana scontenta dello strapotere di Berlusconi o, assai divertente perché ridicolo, Rutelli che si agita come un pazzo per legittimarsi come pontiere del cosiddetto terzo polo.

Tutto atteso, un copione in attesa solo di essere recitato. La scadenza? Quando i parlamentari matureranno il diritto alla pensione. Il portafogli conta, assai.

Personalmente, mi aspettavo un po' più di sadismo da parte di Fini nel cuocere Berlusconi a fuoco lento. Quello che non mi è chiaro è se hanno già una maggioranza per un governo tecnico che cambi la legge elettorale o se stiano bluffando e giocano al rischio sperando di attirare qualcun altro in fuga dal PdL.

Intanto, osservo due Sinistre scontrarsi. Da un lato, emerge una Sinistra che ora trova campo libero per progettare un post-berlusconismo fatto di sogni, ideali, principi nuovi; dall'altro una Sinistra che incollata alle sue cadreghe ha atteso il suo momento e ora non si lascerà scalzare. Una Sinistra conservatrice la cui unica strategia è quella di attendere che passi il cadavere del proprio nemico e che oggi si dimena goffamente per tacciare l'emergere di qualche energia nuova.
Ecco che Bersani convoca i circoli contro i "Rottamatori" di Firenze, indice una manifestazione per oscurare la nascita del movimento di Veltroni, impone Boeri a Milano per non correre il rischio di ridiscutere la (ultra-fallimentare) élite della pseudo-Sinistra meneghina. Che tristezza, una Sinistra dannatamente conservatrice e tesa a rigenerare se stessa, negli uomini e nelle gerarchie, senza capire che un vero partito funziona quando fa emergere idee, progetti e personalità nuove.

In ogni caso, io sabato sera mi sono entusiasmato per Vendola&Pisapia: una qualità del discorso senza precedenti. Una piccola nota in merito: con Vendola, essere Cristiani a Sinistra non è una colpa da nascondere, non ci sono occhi di disapprovazione e non sei trattato come un fenomeno da baraccone, una quota rosa (o meglio "bianca") e questo mi mette molto più a mio agio. Ecco, Vendola parla di un sogno politico, un progetto politecnico, una narrazione in cui sperare. Bersani mi parla di bocciofile e trame di palazzo.
Io ho scelto.

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