a cena nel dì di festa

22/11/10

Nonostante fosse l'ora dei vespri, non avrei saputo dire che ore erano: la piccola abbazia di Southwark era rischiarata da una luce innaturale perché le candele erano più del solito e le mura gotiche erano state addobbate come non mai, rendendo il tutto un contrasto innaturale. Le volte gotiche così illuminate sembravano serene ed eleganti, nonostante si trattasse di una semplice parrocchia, per quanto la più grande sotto il Thames.

Le più alte cariche del Regno erano riunite in quella piccola abbazia circondata da strade lugubri. Sedevo in fondo, mentre i vari nobili si alternavano nelle undici letture sacre. Quando von Braun e McWyzer si alzarono e andarono verso l'altare, la croce di St. Andrews pareva sovrastare i più fastosi paramenti del primate di Britannia. In quella luce così innaturale, la veste dorata pareva uno sfondo di fianco al manto blu con la croce bianca, non solo per la maggior statura di McWyzer a cui, improvvisamente, gli anni parevano non pesare più. Sua Maestà non aveva uno scranno sull'altare, ma uno più semplice tra l'assemblea.

I Vespri erano un'innovazione rituale voluta dallo stesso McWyzer per chiudere la giornata di celebrazione dell'incoronazione. L'aveva spiegato poche ore prima quand'era stato chiamato alla solenne benedizione a Westminster, lui che pure non era più il Cardinale Metropolita. Southwark era stata una sorta di area franca: l'assenza di titoli aristocratici e la volontà di non portare la guerra così vicino alla capitale ed agli interessi più forti del regno avevano preservato questo lembo di Londra dallo schierarsi. Ciononostante, Southwark grondava sangue di poveri e reietti, di prigioni dove molti senza nome erano stati passati per la spada per indebolirsi vicendevolmente. Molte stragi erano state commesse senza che i contendenti volessero ammetterlo. Le rivelazioni in pubblico diedero fastidio a molti, ancor di più la volontà di condurre il corteo da Westminster a lì lungo posti lugubri come Clink Street, un posto dove nessuno si sarebbe mai immaginato di trovare il Re di Britannia.

In quella giornata raffreddata dal vento, senza sole ma che non avrei mai detto di cattivo tempo, McWyzer era apparso un'altra persona. Incredibilmente, si era lasciato coinvolgere con un entusiasmo da ragazzino dalle gare di voga sul Thames: i migliori equipaggi del regno si erano sfidati davanti ai suoi, mentre l'Abate seguiva con attenzione passione. A qualcuno pareva pure che avesse tifato, per il Re, naturalmente. Qualcuno malignava che fosse pure ingrassato, mentre lui non nascondeva che ora la vita non si conducesse più tra stenti e fatiche, almeno non quelle fisiche.

Contro ogni aspettativa, l'Abate era stato chiamato a celebrare solennemente la Messa in Westminster, addirittura superando il rango del Metropolita. La sua omelia per i caduti e per i veterani commosse anche i più giovani, mentre fuori il vento sferzava il Thames regalando un po' di sereno alla città di Londra.

A cena, l'Abate era seduto a capotavola all'estremo del lungo refettorio della Torre Bianca, il Re al posto d'onore era in realtà più intento a colloquiare con i molti nobili che gli giravano intorno, mentre von Braun intratteneva gli ospiti rimasti a sedere. McWyzer mangiò di gusto intrattenendosi con i pochi rimastigli attorno, commentando la nomina del Vescovo Staturini al soglio pontificio.

L'Abate mi pareva un altro uomo, poteì osservarlo da vicino quando mi chiamò per chiedermi di far riaprire la Cattedrale di Southwark per la veglia notturna. Capii che non potevo chiedergli spiegazioni, raccolsi alcuni confratelli e andammo a preparare. Di lì a poco, arrivarono l'Abate con von Braun e pochi altri, nessun aristocratico. Recitammo un rosario notturno prima d'andare a dormire e fu lì che mi sorprese, ma non osai chiedergli perché proprio un Rosario, lui che con queste cose mai era andato d'accordo, mentre la notte aveva già inghiottito la giornata di festa e un altro sole si preparava a riemergere. Chiuso quest'insolito rito, uscimmo e una piccola nave ci aspettava lì fuori. Il Re ci salutò, mentre la bandiera di Scozia veniva issata, Noi tutti ci coricavamo e ci lasciammo trasportare verso St. Andrews.

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