segno del potere

23/02/11

Nel mio immaginario di onnipotenza, vorrei una stanza dove poter tenere i miei libri, ordinati e ben in mostra, un po' come lo studio del Kaiser a Potsdam. Un luogo semplice, intimo, ma allo stesso tempo rassicurante nell'essere circondato dai libri, esibiti ancora prima che letti, ma l'esibizione vale se li si ha letti, li si conosce.

Ecco, questo sarebbe il mio bel segno del potere, quello a cui anelo, quello che vorrei nella casa in cui invecchierò. Certo, bello poter condividere e mischiare i libri con la persona che si ama e con cui si invecchia e, piano piano, riempire gli scaffali insiemi, ma quello è ancora di più. Per ora, mi basterebbe una buona libreria per i miei libri.

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in questi giorni

17/02/11

In questi giorni, oggi precisamente, questo articolo mi compare davanti agli occhi. Per quanto non dica nessuna verità trascendentale o cose sconvolgenti o particolari, per quanto non sia né poetico né particolarmente originale... beh, fotografa bene questi giorni miei.

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perché me ne voglio andare a lavorare all'estero

13/02/11

Voglio andarmene a lavorare lontano dall'Italia perché qui nessuno mi ha mai considerato una risorsa su cui investire.
Voglio andarmene dall'Italia perché non hanno voluto investire su di me e non mi hanno dato fiducia né responsabilizzato.
Voglio andarmene perché qui non mi han dato un futuro tra i tagli della Gelmini e una cultura che svilisce il fare ricerca e didattica.
Voglio andarmene perché lo stesso accade ai miei amici e colleghi.
Voglio andarmene perché l'Italia ha scelto di sacrificare la mia generazione.
Voglio andarmene perché ho provato a cambiare le cose, ma la mia stessa parte politica mi ha remato contro.
Voglio andarmene perché voglio poter metter su una famiglia.
Voglio andarmene perché le mie valutazioni sul lavoro sono sempre state superiori alla media, ma questo non mi ha mai dato nessun vantaggio.
Voglio andarmene perché se faccio una critica su qualcosa che non va, non è polemica o attacco al sistema.
Voglio andarmene perché in Italia c'è troppa politicizzazione e tutto si fa per amicizie e favori, troppo raramente per senso del dovere.
Voglio andarmene perché chi dovrebbe aiutarmi a cambiare le cose mi ha voltato le spalle preferendo assicurarsi la propria fetta di potere.
Voglio andarmene perché ho cercato di lavorare per le istituzioni del mio paese, ma loro non mi hanno mai riconosciuto niente, anzi...
Voglio andarmene perché anche i buoni, alla fine, fanno i baroni e non si preoccupano del domani.
Voglio andarmene con grande tristezza nell'esser costretto ad andarmene.
Voglio andarmene perché voglio un futuro dove poter tornare in una casa dignitosa con la mia famiglia.
Voglio andarmene perché qui nessuno vuole che io resti.
Voglio andarmene perché nessuno mi ha mai chiesto come stia, quale futuro voglia e se posso essere aiutato.
Voglio andarmene perché trovare qualcuno che ti aiuta o che, almeno, ti dà fiducia e responsabilità è un'eccezione.
Voglio andarmene perché in Italia non cambia mai niente e non è mai colpa di nessuno.
Voglio andarmene perché troppo spesso in Italia la Chiese preferisce mammona al Vangelo, meglio i soldi per le proprie scuole piuttosto che seguire la missione del Vangelo.
Voglio andarmene perché in Italia non ci si rende conto di quel che sta succedendo.
Voglio andarmene perché voglio un paese normale, non il bengodi, non voglio diventare ricco, ma sapere di poter garantire un futuro dignitoso a me e ai miei cari.
Voglio andarmene perché in Italia non cambia mai niente, neanche dove si dovrebbe.
Voglio andarmene perché neanche sul piccolo si riesce a fare niente.
Voglio andarmene perché in Italia non ci si preoccupa dell'ambiente, del paesaggio, della cultura.
Voglio andarmene perché la Sinistra non ha manco capito cosa sta succedendo.
Voglio andarmene per potermi giocare le mie carte e non dover vivere di favori di turno.
Voglio andarmene perché se dici quello che non va, non devi pagarne le conseguenze ma essere ringraziato per aiutare a contribuire e migliorarle.
Voglio andarmene perché il mio impegno civile non è mai stato riconosciuto, ma usato per insinuare cattiverie sul mio conto.
Voglio andarmene col dispiacere per i molti che, invece, in Italia sono brave persone.
Voglio andarmene perché tanto a pochissimi queste ragioni interesseranno, se non a chi già le conosce.
Voglio andarmene perché, già lo so, la gente fraintenderà quel che ho scritto, in malafede, senza mai pensare al senso positivo di queste parole.
Voglio andarmene e so che a nessuno dispiacerà, lavorativamente intendo.

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e si riparte

07/02/11

Viaggio solo, cantava Giuliano Palma, ed eccomi a tornare a viaggiar solo. Da quel viaggio indimenticabile che da London mi riportò a Milano, ecco che la carta d'imbarco è di nuovo già pronta di fianco ai vestiti.

Viaggio solo, ancora una volta, ed a tifare per me qualche voce nuova, qualcuna se n'è andata e altre che sempre sono nel coro. Solo una partenza intermedia per cercar casa, poi il trasloco avverrà poi.

Viaggio solo con un mesto sorriso da chi ha qualche acciacco con l'influenza ed i mali di stagione, ma non me ne doglio. Un po' di malinconia per prepararsi a lasciare un paese agonizzante.

Viaggio solo e vorrei spiegare perché. Ho in testa le ragioni, ma ad esplicitarle penso che qualcuno potrebbe offendersi, semmai passasse di qui un giorno. E quindi bisogna pensarci bene.

Viaggio solo e la meta non è lontana. Verso un altro strano paese, ma strano in maniera così diversa rispetto alla mia decadente Italia.

Viaggio solo, ma tornerò già sabato. Vado a cercare un appartamento e questa è una di quelle che mi manda in paranoia, mentre tutto il resto no. Curioso, forse no. Sicuramente, non è la prima volta che succede.

Viaggio solo e, appena tornerò, sarà il Natale ducale. Quel mio compleanno annualmente ripetuto e che, questa volta, porta gli ultimi sgoccioli con davanti il 2. Succede, tant'è.

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news

06/02/11

C'est à l'Eglise de menager les nouveautés qui viennet de soi meme, pour se renouveler pour s'améliorer parce qu'ici il n'y pas des contestations, mais des propositions par des gens qui sont de l'Eglise.
Pour une institution, c'est fundamentale la capacité de supporter et promovoir les conflicts interieurs en relation avec ce qui ne font pas parti de l'Eglise. Il faut du courage, bien sure, mais... il faut reagir d'un quelque façon.

PS
Parbleu, je me souviens plus le Français! aaaahh

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Discussioni sulla porta | riflessioni sulla giornata della Vita

Questa riflessione nasce ieri da una discussione di quelle avute sulla porta mentre si sta uscendo che s'è fatto un po' tardi e bisogna andar via. Curiosamente, il Vangelo di questa domenica sembra riallacciarsi. Lo trovate sotto, ma alcuni spunti mi hanno incuriosito. Due in particolare.
Innanzitutto, in questo passaggio Gesù dimostra un certo caratteraccio, tutt'altro che simpatico e accogliente appare anzi un po' scontroso e liquida in fretta l'interlocutore. La bontà d'animo si scontra con un carattere un po' burbero. Tant'é.
Secondo, il miracolo è chiamato innanzitutto segno e nasce da qualcosa di piccolo, semplice, tutt'altro che evidente o sfarzoso. Richiede grande fiducia da parte di chi si rivolge a lui ed avviene lontano dai riflettori. Non c'è folla, non ci sono atti eclatanti. Avviene tutto sommessamente, come un frammento, un passaggio, qualcosa di importantissimo che però non si presenta come dire "ecco, finalmente, la Verità e la Vita". No, avviene con una tale piccolezza da risultare ancora più grande.

(Gv 4, 46-54)
In quel tempo. Il Signore Gesù andò di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea. 


Il secondo tema, decisamente diverso dal primo, riguarda invece la Giornata della Vita, inaugurata in occasione del caso Englaro. Premesso che non voglio entrare ora su quel caso, trovo sempre curioso e fastidioso che la Chiesa consideri il tema della 'Vita' come legato SOLO ad aborto ed eutanasia. Ora, senza negare l'importanza di questi due temi, mai che si consideri anche la dignità della Vita 'durante': la schiavitù è negazione della Vita, la tortura e la pena di morte sono negazioni della dignità della Vita, lo sfruttamento sul lavoro è negazione della dignità della Vita, così come l'inquinamento colpevole di certe industrie o il disinteresse verso l'Educazione e la dignità dei bambini. Insomma, c'è nella Chiesa una visione riduzionistica della Vita che si focalizza solo su alcuni aspetti critici e marginali, per quanto simbolici: quanti sono i bambini nati in vitro rispetto a quelli che soffrono di maltrattamenti? Quanti sono i casi di eutanasia rispetto alle morti sul lavoro?

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delle tante parole che girano

04/02/11

Delle tante parole che girano, questo articolo ha attirato la mia attenzione perché esprime la teoria del Berlusconesimo, fatto a sistema per sostituire la Democrazia, sicuramente quella novecentesca anticipando i tratti peggiori verso cui rischiano di degenerare le Democrazie del XXI secolo.

Comunque, le ragioni con cui il Parlamento ha respinto la richiesta dei Magistrati sono un capolavoro del ridicolo istituzionale che sta ricoprendo l'Italia. Rientrerebbe forse nelle funzioni di un Presidente del Consiglio dei Ministri (PCM) quella di tutelare una presunta nipote di Mubarak, accusata di furto nel pieno della notte? Una sedicente e seducente ragazzina che appare tutto fuorché indifesa e con cui, è dimostrato, il PCM ha avuto reiterati contatti che fanno seriamente sospettare che non fosse proprio ignaro di chi veramente fosse? Visti tutti i contatti, non è che avrebbe dovuto chiederle spiegazioni su questa parentela tanto prestigiosa? Così, una verifica lampo da parte del Ministero degli Esteri, non è forse anche questo nei compiti di un PCM?

Domande risibili di fronte al vero nodo centrale che è sottolineato in quell'articolo, ovvero la corte di servi pronti a difendere il Sultano...

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e così è

02/02/11

Tanto non cambiano le intenzioni di voto. Inutile affannarsi dietro a questo gossip, le intenzioni di voto non cambiano, se non marginalmente.
Lo si capisce semplicemente vedendo campioni di non senso come Formigoni: inalberato sul caso Englaro, ora su Silvio dice "chi è senza peccato scagli la prima pietra".

Così è, inutile affannarsi.

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For wayfarers | Per i viandanti

Duke's guests | Ospiti regolari

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