confronti iniziali, cercando di essere obiettivo...

07/03/11

Sto iniziando lo stage alla Commissione Europea: primi giorni d'introduzione, niente di particolare. Da domani dovrei iniziare, anche materialmente, nel mio ufficio.

Inutile dire che mi viene spontaneo il confronto con quando iniziai il dottorato. Proverò a raccontare le due esperienze.

Qui, due giorni di conferenze organizzate assieme all'associazione stagisti con introduzioni amministrative, dei servizi, del senso della Commissione e del Parlamento Europeo con molti 'top' coinvolti o almeno dirigenti che ti spiegano per filo e per segno tutti gli aspetti amministrativi. Tutti che ti dicono che stai facendo una cosa importante e ti spiegano tutto quello che si pensa potrebbe esserti utile. Lo fanno perché hanno chiesto all'associazione stagisti cos'era importante e, insieme, hanno organizzato tutto in modo da rispondere alle loro esigenze consci del fatto che se organizzi queste cose prima, ti risolvi il casino di dover spiegare dopo le cose da fare: se a uno stagista spieghi prima quali software si usano, quali regole ci sono, quali opportunità vengono offerte, risparmierai tempo dopo. Se lo spieghi una volta a 600 persone sarà più facile che spiegarlo 600 volte individualmente. Inoltre, la standardizzazione delle procedure rende più facile la gestione per evidenti economie di scala, oltre che di apprendimento perché se si decidono delle procedure una volta per tutte e si evita di modificarle anno dopo anno diventa tutto più facile da gestire. Inoltre, il tuo superiore sa quali procedure e moduli devi riempire.

In Italia, il mio primo giorno il mio prof passò giusto per salutarmi; l'altra mi mostrò l'ufficio e mi diede in mano uno straccio per pulirmi la scrivania. Non ho mai incontrato il direttore del dipartimento fino al giorno in cui mi mandarono a fargli firmare delle robe e lui mi chiese "ma chi sei tu?! perché dovrei firmarti queste cose?!". Tutte le opportunità offerte  restavano per lo più ignote ai molti perché nessuno gli era venuto a dirci quali servizi offrisse la biblioteca o l'ufficio ricerche, mentre la scuola di dottorato cambia procedure ogni anno per cui non si sa mai come accogliere i nuovi, ed anche sui vecchi si ha dei seri dubbi perché non si sa bene come gestirli. Inutile dire che se chiedi al tuo superiore questo ne sa meno di te e quindi inizi a peregrinare dagli uffici perdendo tantissimo tempo solo per capire cosa devi fare.

Non voglio dire di essere al paradiso, ma voglio raccontare questo perché ci sono alcuni piccoli insegnamenti che ho imparato. Li riassumo
- smetterla di cambiare procedure e modalità ogni anno,
- chiedere ai neo-arrivati dell'anno appena finito cosa potrebbe aiutarli all'arrivo, dargli fiducia e fare quello che suggeriscono per accogliere i nuovi. Sul breve periodo serve a poco, ma sul lungo periodo...
- introdurre la gente alle opportunità di una grande istituzione: non è scontato che uno conosca tutto quello in cui andrà a lavorare.
- dire alla gente che quello che sta facendo è importante e bello: appare pochissimo, ma aiuta a motivare. Quando c'è un Preside che dice ai suoi studenti che quel che fanno è inutile, che tanto tra poco si chiuderà baracca e burattini e che non c'è molta speranza non aiuta. Al contrario, un Preside che dice che per lui i suoi studenti sono importanti, che stanno vivendo qualcosa di importante e che lui farà il possibile in un mondo che sappiamo essere difficile... beh, possono sembrare solo parole ma già tanto.
- Un superiore dovrebbe sapere cos'è richiesto al suo stagista/dottorando perché è sia un segno che lo reputa importante sia un modo per sveltire moltissime robe che altrimenti sono assai incasinate...

2 commenti:

laFra 8 marzo 2011 alle ore 07:20  

non e' nel codice genetico italiano pianificare piu' in la' di un mese...e tu parli di anni? :p

D21 8 marzo 2011 alle ore 08:24  

hai ragione, mi chiedo perché ancora m'illuda...

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