a costo di essere sempre contro corrente ovvero esercizi teatrali

03/05/11

Quando ci fu l'11 settembre, mi chiesi soprattutto cosa poteva spingere delle persone a organizzarsi per fare qualcosa di tanto terribile. Cosa poteva giustificare dal loro punto di vista un tale atto? Non si può certo ridurre a follia una tale organizzazione e pianificazione da parte di gente che sapeva a cosa sarebbe andata incontro come ritorsione: perché gli USA erano (sono?) tanto odiati.

Oggi, io NON festeggio per la morte di Bin Laden perché, innanzitutto, non si festeggia mai nessuna morte. Chi lo fa, si pone contro i valori Cristiani e quindi io di una morte, anzi, di un omicidio non sono e non sarò mai contento, neppure di un criminale come Bin Laden. Posso trovare comprensibile uccidere Bin Laden come Hitler o Mussolini, ma non giustificabile.
Ecco, io avrei preferito che Bin Laden facesse la fine di Saddam, condannato da un tribunale del suo paese. Sarà stato un processo dall'esito scontato, ma lì la legge ha vinto. Qui, siamo in presenza di un atto tremendo e contro la legge: un Presidente dell'America, oltretutto Nobel per la pace, che ordina un omicidio in un paese straniero, sapendo che sarà impunito. Quali saranno le conseguenze? politiche? giuridiche? etiche?
Gli Usa, e l'Occidente tutto con loro, si sono posti a un livello molto basso rispetto alla barbarie alquaedista che si proponevano di combattere, ora come ne usciranno?

Molte parole interessanti discutono queste cose in giro per la rete, mentre io vado un po' a ruota libera. Ma io non esulto per una morte e, a mente fredda, trovo abbiano gestito male questa cosa. Piuttosto, potevano dire che han fatto di tutto per catturarlo e poi processarlo, ma che poi in un combattimento è rimasto ucciso. Piuttosto.

Vedremo.

6 commenti:

Unknown 3 maggio 2011 alle ore 11:06  

Di mezzo c'e' la questione della concezione di giustizia. La concezione americana e' meramente punitiva, legge del taglione. In quest'ottica, una volta riconosciuto un colpevole di omicidio plurimo, mandarlo a giustiziare e' perfettamente logico.
A te (e a me) non piace che un premio nobel si lasci andare a simili barbarie. Tuttavia il nobel non gli e' stato dato per meriti, gli e' stato dato per il simbolo che Obama rappresenta e (spero) per alcune idee rivoluzionarie nel il paese da cui viene (tipo la riforma sanitaria). Temo non si possa ancora chiedere un passo cosi' lungo agli USA verso la coscenza europea...

alsam 3 maggio 2011 alle ore 13:47  

Neanche io festeggio, anche se non provo neanche un briciolo di pietà per un soggetto del genere.

Che obama abbia ORDINATO l'uccisione non so se sia vero... ha ordinato l'irruzione, penso.

In ogni caso osama sarebbe dovuto essere processato dagli stati uniti e/o da altri stati in cui al qaeda ha fatto attentati, non dal suo paese.
Il processo a saddam è stato una farsa e pure la sua uccisione in tv lo è stato.

Anonimo 3 maggio 2011 alle ore 17:29  

Obama prima (molto prima) di essere un nobel per la pace (che non ha mai chiesto e che e' stato una farsa) e' il presidente del suo paese che ha da anni dichiarato guerra senza frontiere a quell'organizzazione e al suo leader.

Qua (in America) non ci sono molti dubbi che l'ordine fosse di ucciderlo (ci sono stati solo 'headshots' che di solito non sono il modus operandi di quando si vogliono fare prigionieri), soprattutto non volendo offrire altre immagini di lui vivo, magari in prigione, magari sotto processo, per non alimentare ulteriormente il fondamentalismo anti-americano (del tipo: "vedi lo hanno arrestato, lo torturano, vogliono pure processarlo e condannarlo secondo la loro finta legge, ecc ecc").

Secondo me hanno fatto bene; non scendo in strada a festeggiare come fanno qua, ma la ritengo una gran bella notizia.

Papero

D21 4 maggio 2011 alle ore 22:16  

@Marco
ok, siamo d'accordo, ma questi sono valori su cui non voglio transigere. Oltretutto, ora pare che sia un gran casino gestire questa cosa, per quanto possa capire che in nessun caso sarebbe stato facile.

@Alsam
Pare che tutta l'operazione sia stata concertata con Obama, anche se non ci è dato di sapere i dettagli procedurali è comunque chiaro che Obama si sia preso la responsabilità politica (che in sé è cosa buona).

D'accordo nel dire che il processo a Saddam sia stata una farsa, ma almeno sono state seguite le leggi che sono poi le regole che ci siamo dati.

@Stefano
Hai ragione sulla prospettiva USA, ma rimane una guerra strana: ora che Bin Laden è morto, spero lascino l'Afganistan, almeno.

Anonimo 4 maggio 2011 alle ore 23:01  

Temo che lasciare l'Afghanistan non faccia parte della strategia militare di questa amministrazione. Credo per due motivi:

1) la convinzione che la lotta al terrorismo vada continuata e che una presenza militare in quella parte del mondo (vicino al pakistan) rafforzi le pressioni politiche che gli USA fanno su quelle regioni;

2) il bisogno di evitare ulteriori eventi terroristici sul suolo americano. Tenere i soldati e la bandiera americana in una parte lontana del mondo aiuta a concentrare l'attenzione dei terroristi su obiettivi militari e su chi ad attacchi puo' difendersi meglio e rispondere. Il compito dei soldati americani e' anche quello di essere l'avanguardia e lo scudo delle offese portate alla societa' civile americana. Qua di questo sono profondamente convinti.

La storia ha mostrato che la politica estera delle amministrazioni democratiche e' spesso militarmente altrettanto (se non piu') aggressiva rispetto alle amministrazioni repubblicane. Credo che l'amministazione (le amministrazioni?) Obama non faccia e non fara' eccezione.

Papero

D21 7 maggio 2011 alle ore 18:18  

http://www.lemonde.fr/idees/article/2011/05/05/la-mort-de-ben-laden-questions-a-m-bush_1517406_3232.html#ens_id=1515452

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