Di volti e sorrisi

22/01/12

Oggi, per una serie di circostanze, sono andato alla Messa della comunità italiana del municipio dove vivo. Di solito non lo faccio, soprattutto perché si trova dall'altra parte di St-Gilles (oltretutto in salita!) e preferisco andare nella Chiesa principale, St-Gilles appunto.

La vera storia è vedere la gente che si trova. Sarn state una sessantina di persone, non tantissime, che raccontavano quel che resta dell'immigrazione italiana in Belgio. Una gran quantità di gente che ne porta ancora le tracce, figli di una miseria e di una fatica vera. I chili di troppo non sono obesità, sono saggezza di far scorte per quando verranno tempi duri che, Loro lo sanno, la vita può essere dura. Certo, c'è tutto il piacere del mangiare bene tutto italiano, ma anche la saggezza del metter da parte.
Davanti a me, una signora sui 60-70 anni, bionda, viso tondo direi tipicamente siciliano (anche se poi chissà da dove viene), porta in bocca le sofferenze dell'immigrazione della sua gente. Di fianco, quella che presumo sia sua figlia. Parlano naturalmente una confusione di italiano e francese.
La lettrice, dopo aver letto il Vangelo e tornando al suo posto, viene arpionata da una vecchia suora che con inattesa forza la catapulta a sedere di fianco a lei. E poco importa che la lettrice volesse tornare al suo posto.
Dietro di me, una giovane coppia con lui che non parla italiano, ma in qualche modo deve capire, esprime quello che in Italia sarebbe tecnicamente chiamato "tamarro allucinante". Invece, qui fa parte del paesaggio a fianco di vecchietti che dimostra di conoscere tutti.
La Messa, da rito liturgico diventa rito sociale: lo dimostra l'anticipo con cui la gente arriva, il ritardo del Prete, ma soprattutto all'uscita il prete di mette sulla porta per salutare i fedeli... ma quelli non escono e rimangono dentro salutarsi tra loro.
Io, che non conosco nessuno, esco tra i primi. Lo saluto perché l'avevo conosciuto una volta e anche questa domenica mi è sembrato un ottimo prete. Tratto distintivo: travolgente entusiasmo! Lo saluto e subito mi affibia la possibilità di rappresentare la comunità cattolica italiana a un incontro ecumenico qui a St-Gilles. Accetto, gente così è talmente travolgente che non gli si può dir di no.

Ah, poi c'è anche la parte più bella della predica, basata su tre concetti base. Il primo è l'umiltà, imparare a riconoscere le proprie colpe. Qualità rara di questi tempi, anche presso chi si proclama cristiano. Poi, ricordarsi la vanità di molte cose superfluo, con richiamo all'eccesso di cibo sprecato e all'impegno europeo di ridurlo, anche per ridurre i rifiuti. Terzo e ultimo, l'impegno a concentrarsi sulle cose importanti, la fiducia. Tutto in un chiaro messaggio cattolico condito di ottimismo e pragmatismo, misto a una vita di comunità fatta di passione per il calcio e voglia di stare insieme.

Bruxelles, insomma, cerca di covare una speranza che sia per tutti e che sia onesta nel riconoscersi limitata.

PS
forse ho scritto troppo e troppo confusamente. Tant'è...

0 commenti:

For wayfarers | Per i viandanti

Duke's guests | Ospiti regolari

  © Free Blogger Templates Columnus by Ourblogtemplates.com 2008

Back to TOP