Di questo week-end

18/03/12

Ho passato questo week-end in sostanziale solitudine, eccetto una birra ieri sera con un amico francese ed oggi, dopo la Messa, un caffé con un'ottima torta alle noci con una coppia polacca. Mi è stato compagno questo libro regalatomi quasi essattamente un anno fa (più o meno): il Card. Martini è un'ottima compagnia per la serenità, l'ottimismo e la trasparenza con cui ti parla. Ma la cosa più importante è stato il silenzio e la solitudine in cui mi sono avvolto per gustarmi pagina dopo pagina. Rarissimamente mi è mai capitato di divorarmi un libro in così poco tempo.

 Tanti messaggi, tante riflessioni da approfondire, ma rilancio alcuni he vorrei che restassero qui come promemoria per me.

C'è una necessità di fermarsi, riflettere e pregare in un dialogo semplice ed interiore. Pensando alle persone care, ai fatti della giornata ed alle decisioni da prendere. Pensare e riflettere in un rapporto che vada al di là, verso Dio.

Molta gente è sola, profondamente sola. Non mi riferisco alla solitudine mia di questo week end che, anzi, è stata estremamente serena, profonda, di vera pace. Esiste una solitudine per non trovare un momento di riflessione sulle cose importanti. Presi come siamo dalle mille cose che facciamo, ci perdiamo e ci manca il momento di una parola cara. Una parola di un Amico, di un'amicizia profonda che faccia sentire l'Umanità che c'è nella voce. Non è una questione da poco. Credo che molti dei mali di oggi vengano dalla fretta che porta alla solitudine e che ha sostituito l'isolazione che derivava dall'ignoranza. Oggi conosciamo, abbiamo talmente tante informazioni che non abbia tempo di fermarmi e rifletterle. Conosciamo talmente tanti contatti Facebook che non abbia più tempo di fermarci a riflettere.

Abbiamo poca fiducia negli altri, che è poi esito del poco ascolto, della fretta, della mancanza di conoscenza reciproca. Lo dico ora che a Bruxelles ho poche persone attorno, dovrei invece dedicarmi di più a loro, al loro ascolto ed alla loro umanità. Questo week-end tra l'ascetico e il monastico i realtà mi ha fatto riassaporare la serenità dei tempi lenti, tempi che avevo iniziato ad apprezzare a Grenoble. Mi torna in mente invece Foligno, luogo di pace e calma, dove prima o poi tornerò per ritrovare quel sentimento di pace ed intimità.

Scrivere è un modo per condividere, per raccontare, ma anche per fissarsi i propri pensieri. Avendo poche persone che passano per di quà, la cosa è facile. Mi chiedo cosa sarà se un giorno mi chiederanno di rendere conto di queste righe, ma poco importa.

Io, questo week-end, sono stato chiamato da quel libro e ne sono contentissimo. Sono contentissimo di esser stao solo a leggere col riscaldamento spento (ma a un certo punto avevo freddo e l'ho acceso). Ovviamente, la lettura è stata inframezzata dalle mie solite cose: pasti, un po' giocare, qualche camminata, la spesa, la Messa, pulire il pavimento e quant'altro.

Chiudo con un piccolo e semplice auspicio. Auguro a chi passerà per questa pagina che un giorno senta il richiamo per un libro come quello del Card. Martini. Magari non lo stesso giorno, magari un anno più tardi come è successo a me. Lo dico perché infonde una serenità rara in questi tempi di corsa. Perché l'ascolto va ascoltato e sappiate che non è solo un gioco di parole. Ecco - e ora chiudo veramente - bisogna imparare la serenità che viene dalla Preghiera e forse è giusto che io ci sia arrivato ora, prima non era il tempo adatto.


PS
Mi ha colpito che il Cardinal Martini metta tra i pilastri educativi per un Cattolico la Bibbia e lo sport.

2 commenti:

elimara 19 marzo 2012 alle ore 11:03  

E per me che non sono cattolico, o meglio credente? Secondo te è un libro su cui poter rifletterci sopra lo stesso?
Io trovo sempre pace e risposte quando leggo Tiziano Terzani. Laico e forse ateo dall'inizio alla fine delle sua esistenza, il quale ha scritto libri che ti parlano e che ti fanno riflettere, ma che danno sempre un senso di serenità.

Per quanto riguarda il "non occuparti" a sufficienza di tuoi amici, credo che non ci sia niente di sbagliato. I momenti di raccoglimento sono essenziali per poter continuare ad avere bei rapporti e magari arricchirli. Se un amico pensa banalmente che lo trascuri, bè avrà lui una visione negativa sbagliata e superficiale.
Secondo me bisogna imparare a stare da soli con se stessi, imparare ad ascoltarsi.
Vedo troppa gente che se non sta costantemente con qualcuno, se non esce tutte la sere e via così, non si sente a suo agio: sono persone che stanno molto male, con loro e con gli altri e portano avanti rapporti malsani, non delle vere amicizie.
Preferisco vedere poco una persona ma in maniera genuina e sincera.
Ma so che, nonostante io veda questa persona molto poco o poco, se io dovessi stare male lei ci sarà sempre, e viceversa.

D21 19 marzo 2012 alle ore 21:36  

E' il libro che sceglie il lettore, non viceversa!

Scherzi a parte, il Card. Martini dice che la differenza non è Credenti e non, ma tra persone intelligenti che si pongono il problema e le altre.

Scegli tu se questo è un consiglio a leggerlo.

:-)

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