Sincero apprezzamento

29/04/12

Devo dire che in questi ultimi tempi apprezzo sempre molto le interviste rilasciate dalla Lagarde, per esempio questa. Per quanto il FMI non sia esattamente sulla mia linea politica, non posso non riconoscere che abbiano una capacità di analisi ed una strategia comunicativa che mi piace molto. Sanno presentare i problemi per quello che sanno con una attenzione superiore alla media e che apprezzo molto. Devo dire che anche Strauss-Kahn, quand'era direttore del FMI, lanciava messaggi spesso condivisibili in merito alla crisi in Europa e ora Lagarde sembra confermare questa linea positiva. Tuttavia, data l'evoluzione di DSK dopo aver lasciato l'FMI mi viene da pensare che sia più bravo il FMI che non il suo direttore/direttrice di turno. Certo è che trovo le loro interviste sempre interessanti e vale la pena leggerle (anche se i giudizi politici sottostanti non sempre li condivido, ma almeno si capisce cosa vogliono dire...).
Ecco, l'ho detto.

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abominevole

Il fatto che la BCE intervenga dicendo dove deve tagliare l'Italia è a mio avviso abominevole. Secondo prassi europea, le istituzioni europee posso indicare i livelli da perseguire, ma spetta agli stati membri di decidere come raggiungerli. La BCE può cioè indicare che l'Italia è meglio se riduce certe spese, ma non può permettersi di dire come. Lo stesso comunicato dato dalla Commissione avrebbe scatenato un incidente istituzionale enorme, mentre alla BCE viene concesso. Oltretutto, ricordo che la BCE è una banca centrale, di proprietà delle banche centrali nazionali, quindi di proprietà delle banche di ogni paese (anche quelli che non aderiscono all'Euro visto che la Bank of England ha una quota della BCE).

Se un organo europeo può intervenire sulle politiche nazionali significa che l'architettura europea viene complemente ribaltata. Sia chiaro: io sono assolutamente favorevole che le istituzioni europee intervengano nelle politiche nazionali, ma visto che ancora il Trattato europeo non lo consente, non capisco perché la BCE possa intervenire così nel dettaglio delle scelte italiane. Mi auguro che un giorno la Commissione e le altre istituzioni europee possano intervenire così specificatamente, ma fino ad allora spero che la BCE non intervenga più.

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Pane e formaggi

McWyzer scese verso il mercato, pensieroso come suo solito in una primavera più calda del solito. Il palazzo reale era vuoto ormai da alcune settimane e chi sarebbe stato il nuovo Re di Gerusalemme ancora non si sapeva. McWyzer era preoccupato al punto che negli ultimi mesi aveva dismesso il suo ruolo diplomatico in favore dell'organizzazione delle difese militari di Gerusalemme. La confusione era malcelata dalle celebrazioni funerarie del vecchio Re. McWyzer partecipò, ma in seconda fila senza mai entrare troppo ché laggiù i Britannici non erano granché considerati.

Al contrario, la Britannia viveva una nuova primavera: i campi colorati abbondavano ed il regno aveva ritrovato nuova linfa. Isolato a mesi di distanza, McWyzer teneva contatti epistolari con molti vecchi amici. Talvolta, i contatti erano intensissimi e poi intercorrevano lunghissimi silenzi. In cuor suo, si compiaceva di questo rafforzamento e delle vittorie di cui riceveva notizie sempre più frequenti. Ed improvvisamente, tutto questo contrastava con le difficoltà politiche in cui si ritrovava immerso a Gerusalemme, contrastava col passato difficile da cui la sua terra usciva.

Pagò poche arance, un paio di pani e dei formaggi, di quelli semplici con sapori che gli ricordavano la sua Scozia. I formaggi locali gli sembravano sempre troppo forti, così come quei vini a cui si era difficilmente abituato, ma in fondo gli era divenuta una piacevole abitudine. I pani, bianchissimi, continuavano ad essere il suo alimento quotidiano principale. La sua stanza mischiava mappe di Gerusalemme coi suoi libri, raramente testi sacri.

Decise di mangiare sul terrazzino sopra la sua stanza, solo ed al sole. I formaggi quel giorno apparivano più gustosi mentre sotto Gerusalemme risplendeva tra i suoi cittadini sudanti.

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Interrogativo critico

26/04/12

Sulla crisi, sentiamo regolarmente parlare di spread e del fatto che i paesi emettitori di bond (btp, bonos, bund, ...) devono pagare rendimenti più alti per collocarli tutti (non ho bisogno di citare fonti, lo leggete tutti su tutti i giornali). Bene, cioé male ma veniamo al punto: perché gli stati lo fanno?
Non potrebbero più semplicemente dire: io emetto bond fino a un tasso di rendimento che sento di poter ripagare in futuro. Lo dico perché sono gli interessi sul debito che spesso strangolano i paesi e non è che un paese debba per forza emettere tutti i titoli di stato. Oltretutto, se la quantità di titoli di stato si riducesse, diventerebbero più rari e varrebbero di più (ah... Adam Smith!) innescando una spirale inversa.
Probabilmente il mio discorso dimentica una serie di elementi che al momento ignoro o non mi vengono in mente, ma perché nessuno parla dell'ipotesi di ridurre i debiti.

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Politiche nominali e nominative

Ci pensavo ieri camminando per strada e, in parte, questo articolo riprende il tema. Provo a fare una lista
Casini candidato con il CCD, poi CCD-CDU, poi alleato con Polo della Nazione, poi con Casa delle Libertà, poi con l'UDC talvolta alleato col PdL.
Bersani candidato con PCI, PDS, DS, Ulivo, PD e ora in una qualche nuova alleanza ancora da definire.
Berlusconi ha iniziato con FI, poi Polo della Nazione, Polo delle Libertà, poi con Lega+CCD+AN, poi solo con Lega, ma passando al PdL.

Insomma, un'enormità di cambi di sigle ma i candidati sono sempre gli stessi. Giustamente Crozza fa notare che in Francia i partiti sono sempre quelli, ma cambiano i candidati (cosa parzialmente vera visto il numero di volte in cui Mitterand fu candidato dal PSF, ma tant'è...).

La domanda è: è sano tutto questo? è normale? O è semplicemente gattopardesco?

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Prospettive geografiche simultanee

25/04/12

Il 25 Aprile del 1945 simboleggia il desiderio dell'Italia di lavorare per essere come gli USA, la Francia o il Regno Unito: lavorare sodo, lavorare duro per essere come loro. Il sogno e la speranza rappresentati da coordinate geografiche a tutti ben chiare.

Oggi, nel 2012, i nostri politici raccontano che bisogna lavorare duro per non finire come la Grecia. E anche questo è un linguaggio ben chiaro. Ma il messaggio ancestrale è diverso e non ci vuole molto a capirlo, non tanto per le nuove coordinate geografiche.

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La bellezza del 25 Aprile

24/04/12

La mia patria, debole, povera e sfibrata seppe scegliere. Ridotta in ginocchio, l'Italia seppe da che parte stare tra democrazia e nazi-fascismo, tra libertà e dittatura. Una scelta difficilissima, soffertissima perché il fascismo era il nostro più grande contributo politico al tempo, eran vent'anni di u modello di sviluppo socio-politico profondamente italiano. Profondamente sbagliato.

L'Italia seppe scegliere da che parte stare.

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Confondimenti

Questo articolo è curioso quanto sbagliato nella prospettiva. L'Europa teme le critiche alla sua politica economica (monetaria e finanziaria). Ovvio che qualunque critica che metta in dubbio la tua politica ti fa preoccupare, niente di nuovo. Se un'elezione ti dice "la tua linea non mi piace, voto chi è contrario", ovviamente non sei contento.Tutto banale fin qui.

La domanda è qual è la linea politica europea? Semplice la risposta: il PPE della Merkel governa praticamente ovunque in Europa e praticamente ovunque in Europa questa linea perde il consenso, perde le elezioni, i governi cadono e il PPE subisce colpi perdendo voti a favore di partiti populisti di extrema destra (Wilders, Le Pen ... ma anche Indignados e Movimento 5 Stelle), mentre una Sinistra che ancora non ha capito cosa sia successo pare si ritroverà all'Eliseo senza averne veri meriti, semplicemente incarnando una qualche alternativa a questo disastro chiamato "popolari europei".

Se semplicemente lo si capisse, una Sinistra europea emergerebbe candidandosi come forza europea. Basta pensare che l'Europa sia cattiva, è l'Europa del centro-destra la causa del fallimento. Se lo capisse la Sinistra, avremmo una Sinistra europea che in un anno vincerebbe facile in Francia, ma anche in Grecia e Germania.

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abito

20/04/12

Abito in una via in pendenza, abbastanza in salita. Eppure, oggi, tornando a casa la strada mi sembrava meno pendente, per quanto sempre in salita sia.

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Di Grillo, però...

19/04/12

Io non sono mai stato un fan di Grillo e, anzi, mi metto tra quelli che politicamente osteggiano la linea politica del suo movimento che, tuttavia, rispetto ed apprezzo. Tuttavia, per quanto non sia un suo sostenitore sono contento che riceva un sostegno di natura elettorale perché, così facendo, i suoi rappresentanti saranno "costretti" a confrontarsi con la vita istituzionale, saranno "obbligati" a trasformare la loro rappia in iniziative parlamentari o nei vari consigli in cui saranno eletti. A un certo punto, la rivolta dovrà diventare iniziativa parlamentare altrimenti imploderà. Molto meglio un voto di protesta che un non-voto, meglio votare il Movimento 5 Stelle che non andare a votare. Meglio che i Grillini siano rappresentanti piuttosto che il malessere che esprimono non abbia forma.

Personalmente, la cosa che trovo più preoccupante è l'astensionismo che viaggia ormai sopra il 40%. Chiunque combatta questo dato ha, al momento, il mio sostegno. In secondo luogo, discuteremo di come si propone di vincere l'astensionismo, ma quella sarà un'altra storia.

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Oggi

18/04/12

Dove lavoro, ogni mese viene mandata una mail con arrivi e partenze, trasferimenti e promozioni, maternità e pensioni. La manda la collega finlandese ed è una sorta di bollettino ufficiale dei nuovi nati, deceduti, matrimoni e trasferiti.

Nell'ultima email mandata, alla voce partenza c'era il mio nome, il mio ufficio e la mia unità. E la data di oggi.
Da quando l'ha mandata, il primo effetto è stato che continuavo a ricevere visite per due chiacchiere nel mio ufficio dove, generalmente, nessuno passa. Il mio ufficio è sull'altro lato dell'edificio e se non vuoi, non ci passi. Da quando la finlandese ha mandato la mail, almeno un passaggio al giorno: avrei dovuto mettere un ticket. Anzi, mettermi d'accordo con la finlandese e mandare più email... ok ok, la smetto.
Da quando la finlandese ha mandato la mail col mio nome, non mi pago più un caffé e tutti mi offrono. Fa piacere, eccetto per il medico che dice che sto esagerando coi caffé. Fa piacere vedere la collega tedesca che si è un po' sciolta nonostante sia la più timida del gruppo, la fiamminga che ride di più e la greca che - a tratti - esagera perché ogni pretesto è buono per offrirmi dolcetti, cioccolata e quant'altro. Ah, già, non ho detto che la greca è la golosa del gruppo. E così via...

In questi giorni, passare le consegne alla collega che ritorna dalla maternità ha raddoppiato il carico di lavoro e sto letteralmente impazzendo. E' due giorni che torno a casa stravolto perché questo si somma a tutto quanto di cui sopra.

Cammino come uno zombie che tutti salutano anche se ha un dossier urgente da consegnare. Cammino sorridendo un po' malinconico. Devo dire che quest'esperienza m'ha segnato insegnandomi l'importanza di un buon ambiente di lavoro, delle relazioni con le persone al di là della difficoltà di certi dossier, della pressione imposta da chi ti sta sopra, della difficoltà di capire cosa c'è da fare. Ma i colleghi esperti sanno capire di cosa bisogna preoccuparsi e di cosa no, quelli più giovani ti capiscono e capiscono che aiutarsi è il modo migliore per uscirne assieme senza impazzire.

Infine, son contento. Io posso dire di aver realizzato un altro dei sogni del cassetto che avevo e stasera uscirò da quell'ufficio a testa alta. Io, contento.

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Ora che qualcosa

16/04/12

Quando lasciai London, questa canzone risuonò spesso per me: ancora oggi, risuona in me quel crogiuolo di sentimenti che mi accompagnavano quando camminavo da Spitalfields Market e Brick Lane, lontani anni luce dalla verità confusa di Liverpool St.
Di quei giorni, oggi pochissimo rimane se non il loro sapore. Di quei giorni, poche persone rimangono e, se lo fanno, non è per quei giorni zuppi di malinconia, fatalismo, di sogni che si sperava di realizzare 'malgrado la crisi' e di promesse di restare in contatto. Poco è stato mantenuto.

Io credo che nel Paradiso, se ci sarà dato di viverlo, avremo un posto in cui tutti i compagni di scuola si ritroveranno raccontandosi la vita che fu, ritrovandosi negli stessi banchi con gli stessi professori, ma invece di prepararsi a divenire, saranno.

Ecco, ora una porta mi si sta chiudendo e il portone promesso dalla saggezza degli antichi ancora manco si vede. Eppure, fiducioso mi rimetto su quelle strade che, in fin dei conti, mi han portato spesso e volentieri. Da quel primo leggendario viaggio da Heathrow a Bath senza sapere l'inglese, senza avere un dizionario e con solo un indirizzo e un appuntamento.

Oggi la strada è diversa e l'Avon è sostituito dalla Senne, Liverpool St è lontana e Rue Bordeaux vicina. Poco importa, direte voi, poco importa non sapere il conteggio dei km fatti e di quelli ancora da fare. Eppure, credo, anzi son convinto che le serenate come le strade ancora siano necessarie.

Penso spesso alla scatola di cartoline con i viaggi ancora da fare.

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Di Giochi

15/04/12

Ho appena scoperto Angry Birds, molto carino, anche se non è altro che una riedizione del vecchio Worms e dell'ancor più vecchio giochino dove c'erano due punti e ci si sparava uno contro l'altro. Poco importa l'originalità, è un giochino divertente. 'Sti Martphone stanno ri-lanciando tutti questi giochini 'per adulti', cambiando anche l'idea che si ha di giochi per adulti che, spesso, intendono giochi erotici... come se gli adulti facessero solo quello. Al contrario, si scopre che moltissimi grandicelli si divertono con questi giochi per adulti, e questo è bello. Inutile dire che io sia uno di questi, anche se abitualmente mi diverto a cercare di conquistare il mondo... ehehe.

Scherzi a parte, il gioco ha una funzione bellissima, da troppo sottostimata. Insegna, il gioco insegna. Insegna a gestire le risorse per conquistare il mondo, insegna a calcolare traiettorie per uccidere maialini, insegna a guidare, insegna a interagire con gli altri per conquistare la Kamchatka, insegna che bisogna essere organizzati e avere tutti gli elementi, altrimenti la torta non viene bene se prima non ci siamo procurati le risorse. Poco importa fare una torta o scoprire l'assassino di Cluedo. Non è roba da poco, insegna lezioni utili per la vita reale. E lo fa divertente, distraendoci, insegnandoci attraverso la simulazione della realtà. Da troppi sottovalutati, i giochi sono qualcosa di talmente serio che li usiamo come strumento fondamentale per educare i nostri figli. Noi stessi siamo cresciuti giocando, perché li consideriamo così poco? Il gioco è entusiasmo e passione, è apprendimento e interazione. Non dico che la vita sia un gioco, a un certo punto ci sono realtà più complesse, ma questo si impara (anche) attraverso questo genere di simulazioni.

Dice Ferretti che il gioco è qualcosa di serissimo: provate a dire a un bimbo che si tratta solo di un gioco. Quindi, lo si prenda sul serio, non lo si demonizzi tra gli adulti e non si riducano i giochi per adulti a giochi erotici! Il gioco anche in età adulta insegna, e lo si capisce anche senza essere pedagoghi/psicologi.

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Avremo una generazione bellissima

11/04/12

Avremo imparato a relizzare sogni grandiosi in tempi difficilissimi, con pochi soldi e contratti precari.
Avremo coltivato amori e carriere che vanno sistematicamente in direzioni opposte, ma il nostro Amore sarà più forte dei loro contratti precari.
Avremo imparato a vivere con poco, a far di necessità virtù, meglio dei nostri fratelli maggiori.
Avremo imparato che l'ambiente è fondamentale ed i diritti non si danno per scontati.
Avremo sostenuto politici che ci han dluso talmente profondamente ché noi sapremo fare meglio.
Avremo visto l'Italia campione del mondo, ma anche lo schifo del calcio scommesse.
Avremo pazienza per i nostri figli precari e non gli butteremo adosso le preoccupazioni da padri ossessivi.
Avremo imparato a gustare la libertà, ma non come ribellione verso i genitori, ma semplicemente come responsabilità verso noi stessi, come educazione costitutiva di una generazione che avrà imparato a fare molto con pochi precari mezzi.
Avremo imparato ad amare l'ambiente.
Avremo imparato l'importanza degli amici, ma non scadremo in un certo familismo.
Non avremo scoperto la luna né ci avremo messo il primo piede umano, ma sapremo quanto può esser buono l'olio calabrese, un salame lombardo o la frutta emiliana.
Avremo imparato che il razzismo è una stronzata enorme perché l'erasmus ed i low-cost ci avranno fatto fare amicizia con tutti i paesi del mondo.
Avremo una sola nazionalità: quella europea.
Avremo imparato a condividere tutto su Facebook, blog e picasa, ma avremo anche imparato quanto tutto questo sia relativo.
Avremo imparato la bontà delle birre belghe, delle tapas spagnole e dei dolci svedesi.
Avremo visto il Prado, la Tate, ma anche il museo del fiammifero di Jonkoping.
Avremo imparato quella merda che è la precarietà e sapremo che non dobbiamo imporla ai nostri figli perché passar le serate a mandare CV non ci è piaciuto.
Non avremo imparato quanto siano belli l'amore e l'amicizia perché, su questo, non posso dire che i nostri genitori già non lo sapessero. Ma almeno avremo imparato anche noi ad apprezzarli.
Avremo imparato a farci venire addominali degni di Abercrombie and Fitch, ma non è detto che ne sentiremo il bisogno... almeno, io riesco a difendermi egregiamente.
Avremo imparato che per andare in Samotracia è un casino, che l'inter-regionale Sofia-Istanbul non è una bella esperienza e che ti si può rompere la macchina in una domenica di agosto nel mezzo della Germania. Ma almeno su questo i nostri genitori ne han passate di ogni ché per loro l'Europa era sanguinante per una cortina metallica.
Avremo imparato tute le lingue del mondo grazie a youtube mischiandole tutte contemporaneamente in un crogiolo da far rabbrividire i puristi.
Avremo, infine, imparato tutto quel che si può imparare da questi tempi così strani che ci è dato da vivere.

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In sintesi, analogicamente ma non casualmente

In pratica, vediamola così: ci sono un sacco di famiglie che stanno facendo sacrifici mostruosi cercando di lavorare sempre di più, anche a costo di compromettere la coesione familiare, pur di far sì che il panettiere non fallisca. Sì, sì, le famiglie fanno sacrifici enormi per continuare a garantire al panettiere lo stesso consumo di pane ché altrimenti il panettiere va in difficoltà e chiude. E chissenefrega se la famiglia si spacca, i genitori divorziano, la casa viene venduta ed il nonno non ha più la dentiera, vorrete mica che il panettiere fallisca???
Oltretutto, come se non bastasse, ci sono un paio di famiglie un po' più ricche che grazie al pane migliore, agli sconti dei panettieri e quant'altro ora possono nutrirsi meglio e, quindi, lavorare meglio. Con grande gioia dei panettieri.

Sto delirando? No, è una metafora che è nata cercando di discutere della crisi attuale. Gli Stati sono le famiglie e le banche i panettieri, il lavoro delle famiglie sono le tasse che raccolgono e la coesione familiare è la coesione sociale. Il pane è il debito pubblico che deve continuare ad alimentare i panettier... pardon, le banche.

Questo esercizio apparirà antipatico, qualcuno mi accuserà di esser fuorviante nella mia analisi, pardon analogia, eppure se provate a vederlo in questi termini vedete che non è una metafora del tutto casuale...

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Dopo il Sole

La Pioggia fa bene, dico: non solo per i campi! La mancanza di sole fa bene perché quando questo torna, lo si apprezza di più. Dicono sia così anche per la morte dei cari, ma quel caso lì mi sembra un po' estremo. Mi limito al sole alternato a giornate pesantemente nuvolose, anche piovose. Lo apprezzi per il calore che ti offre, per il cammino che ti indica e, in fondo, anche perché sa essere compagno discreto delle tue giornate: scalda, ti protegge, ma senza pretendere.Ma non voglio biasimare la pioggia ché è importante, un po' le nubi ché portano via il sole senza portar la pioggia ché quella sì sarebbe utile. Tuttavia, imparo ad apprezzare anche questo in un elicoidale movimento di apprendimento oscillante tra sole, pioggia, e nubi, raramente neve ma talvolta anche quella.

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pensandoci un po' sù

09/04/12

Almeno Bossi ha fatto il gesto di dimettersi. Certo, vale poco perché è stato subito dimesso da Segretario e eletto Presidente. Però almeno ha cercato di salvare la faccia.
Penso a Cosentino ed ai suoi voti raccolti tra la Camorra per Berlusconi, nessuna reazione: forte e chiara difesa per lui. Anche in area UDC, Cuffaro è rimasto una vittima sacrificale perché Casini&co intanto l'avevano scaricato, e poco importa che comunque soldi e voti li avesse portati. Ah, non dimentichiamo Penati che portò soldi per finanziare irregolarmente l'elezione di Bersani a Segretario: peccato che in quel caso Bersani lo difese a spada tratta, mentre ha minacciato di espulsione Emiliano il quale ha la colpa di essere un potenziale competitore di Bersani, ma queste sono le curiosità da PD. Insomma, la Lega almeno ha cercato di salvarsi la faccia, gli altri han fatto quadrato attorno ai loro esponenti di turno.

Quel che mi fa più riflettere è la mancanza di reazione generale a questo dilagare.

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Medicinalternative

05/04/12

Ieri ho letto su un libro molto interessante, una cosa che mi ha dato da riflettere assai.
Nella medicina occidentale, siamo abituati a pagare un medico ogni volta che andiamo da lui per un consulto. Tutto questo ci pare normale, d'altronde è giusto retribuire chi fornisce un servizio tanto importante.
Tuttavia, ho scoperto che nella medicina cinese si paga il medico come un abbonamento annuale, a prescindere da quante volte uno ci va. Una volta pagato questo 'abbonamento' annuale, il medico deve curarci qualunque cosa ci accada. In questo modo, la medicina cinese ha cercato di sviluppare modi per preoccuparsi che il paziente non si ammali. D'altronde, sappiamo tutti che prevenire è meglio che curare e se il nostro organismo è forte e in equilibrio, allora avrà meno probabilità di ammalarsi. Un'alimentazione sana, un po' di sport, cura del corpo e il medico possiamo cercare di vederlo il meno possibile.
Tornando al sistema occidentale, più il mio paziente si ammala, più io ci guadagno. E non è roba da poco. I medici pagati dalla mutua sono spesso questo, ma per esempio esiste tutto un mercato di medicine che più ci ammaliamo più ci guadagnano.
La cosa mi ha fatto riflettere molto e la trovo molto interessante perché esprime una certa filosofia relativa alla medicina. Insomma, non è roba da poco questa. La medicina, la salute e la sanità sono robe che contano, sono robe importanti a cui dobbiamo prestare attenzione, esprimono l'idea che abbiamo di noi stessi molto più di tante altre robe.
In Belgio, la mia assicurazione cerca di darmi servizi assistenziali affinché io non mi ammali perché, ovviamente, se mi ammalo poi gli costo di più. Non che questa assicurazione sia particolarmente generosa e vantaggiosa, ma mi pare un principio da seguire.

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