Provando a ragionarci

01/09/12

Provo a ragionare su dove fosse la grandezza del Cardinal Martini al fine di razionalizzare il suo insegnamento. Bene, la mia prima idea raccolta e rielaborata da una delle varie interviste sentite in queste ore alla TV o letta in giro è la seguente.

La grandezza del Martini è che lui parlava e ragionava sull'Uomo di fronte alla sua umanità, con le stesse domande e dubbi di ogni uomo. Non era cioé un Cattolico che si interrogava davanti al Vangelo, era un Uomo che si interrogava di fronte al senso dell'esistenza umana. Un discorso universale che travarica i confini confessionali e culturali, un ragionamento che dismette i panni di chi ha già la risposta in Cristo e nel Vangelo. E' una grandezza incredibile perché Cristo diventa domanda all'Uomo sulla sua Umanità, non risposta precostituita come alcuni cercano di far credere.

E' un cambio di prospettiva incredibile che lo pone tra i grandissimi dell'Umanità. Cristo diventa un grande punto di domanda rivolto all'Uomo, Cristo diventa il centro di una domanda dell'Uomo e per l'Uomo sul senso di Umanità. In questa domanda c'è - io credo - tutto il senso più profondo dell'Esistenza.

Come insegnò il Martini stesso, Dio non è cattolico perché queste sono categorie umane. Dio trascende tutte le categorie umane (anche perché, come dice qualcun altro, cattolico è legato alla supremazia del Vescovo di Roma che, onestamente, è vicenda ben marginale se non addirittura futile rispetto alla centralità del Vangelo).

Ecco, questo interrogativo dobbiamo sempre tenerlo con noi ed il suo atteggiamento farlo nostro. Non nascondo un certo fastidio per chi usa il nome di Gesù come una risposta preconfezionata valida per qualunque domanda. Sia dunque resa grazia per il dono ricevuto.

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