Sapori natalizi

28/12/12

Il Caffé, bevuto ancora in pigiama quando già l'orologio indica le 9, è un sapore natalizio, il sapore di vacanza casalinga con la doccia che può aspettare. Un sapore caldo, poi tiepido e che infine lascia i suoi segni sul fondo della tazzina. Il telefono silenzioso ed il computer qui davanti a me con quei compiti delle vacanze che stento a voler fare, ritardo.

Il Natale è anche la vacanza, il riposo, per quanto di questi tempi non ce lo si dovrebbe permettere. Eppure, mio malgrado, è il segno di un'umanità cui non voglio rinunciare, sempre che restar solo in una stanza con una tazzina di caffé vuota di fianco possa considerarsi un atto umanizzante.

Probabilmente, di tutto questo non resterà granché tra 5 anni, se non il sentore di casa ché pure tra 5 anni non so in che casa sarò a passare il Natale.

Ricordo anni fa che studiavo uno degli esami più belli della mia carriera: analisi delle politiche pubbliche. Un grande tomo pieno di fotocopie era il testo preparato da un grande docente ché ormai non c'è più, e me ne rammarico. Lo studiavo nel Natale in cui morì mia nonna con addosso un assurdo maglione tutto peloso e la stessa atmosfera di caffé, ma forse non sapevo allora apprezzare tutto quello.

Guardo l'orologio e sento il richiamo al dovere. Ancora una mail a un amico che vorrei poter rivedere presto, una sbirciatina alla Gazzetta come ultimo pretesto per rinviare il lavoro. Eppure, se arrivi alla Gazzetta, capisci che non hai più scuse e proprio devi iniziare a lavorare.

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Aprirsi

23/12/12

Oggi, cercando regali natalizi per altri, me ne sono fatto uno comprandomi questo libro di aforismi. Vi riporto solo la prima pagina, poi ne scoprirete l'autore.

"Il nostro cuore umano vive sempre la ricerca di Dio; cerca e non trova, trova e gli sembra di nuovo di perdere, per cui torna a cercare e poi ritrova".

"Il Signore ama la tensione constante del cuore umano, e si nasconde per farsi trovare. Il suo è il gioco dell'amore. Dio, che non possiamo mai vedere totalmente, pienamente, svelatamente, ci si rivela in parte, ma per farsi cercare ancora, e si nasconde perché lo cerchiamo con più desiderio: in questa dinamica consiste la nostra vita spirituale, che non è quindi una successione progressiva di luci, bensì un procedere per luci e per ombre, dove le ombre hanno il senso di accrescere la tensione verso la luce"

(Carlo Maria Martini)

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Oltre la Caccia

19/12/12

Ieri ho cambiato strada.
Invece di fare l'inquinatissima Rue du Trone fino alla Gare de Etterbeek per poi girare verso il campus, mi sono inerpicato su per le stradine dalla
Chasse chiedendomi perché si chiamasse così. Mi imagino fosse dove il Re o l'Imperatore facevano le loro battute di caccia, mah. Suggestive le casette della Chasse, ma ci si perde un po' in questo dedalo di vie intricato manco fosse il centro. E poi la strada è un lungo falsopiano (o forse proprio salita vera) che è molto più stancante. Credo che farò più volentieri la rue du Trone. Eppure...

Eppure, alla fine, dalla Chasse su per la Chaussée d'Auderghem si arriva al quartiere militare che è veramente bello. Enormi complessi di mattoni rossi ti avvolgono in una strana atmosfera di una mattina d'inverno dal cielo tutto grigio. Ci arrivi che sei un po' stanco e sudacchiato perché corri ché sei in ritardo. Loro, lì, sornioni come strutture militari di un paese secondario che comunque vive in pace, non proprio per meriti belgici. Più presenza che realtà, il quartiere militare alle 9 del mattino d'inverno affascina, fors'anche per il fatto che senti che ci dev'essere la cavalleria lì ed i cavalli fanno profumare la loro presenza.

E poi ci si ributta sulla circonvallazione esterna, col traffico e l'ufficio lassù dentro un palazzone grigio anni '70 particolarmente brutto e fatiscente. Quasi quasi ti verrebbe voglia di fare la carriera militare considerando l'eleganza di questi complessi di mattoni rossi, senza considerare il fatto che devi pure salire una collinetta, oltre il trame e l'edificio dalla strana forma ovale, e sei già stanco.

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Di questi tempi

16/12/12

Venerdì scorso ho pensato di lavorare a casa e dopopranzo mi son bevuto il mio caffé seduto alla mia nuova scrivania in camera mia davanti al computer. Da allora, in camera mia s'è installato un profumo di caffé che la rende più accogliente mentre il piumone ancora gioca strani scherzi: caldo sul corpo, freddo sulle gambe.

La stanchezza ormai mi accompagna come costante in queste settimane rendendo tutto più difficile. Il file aperto con la ricerca da finire è qui di fianco e dovrei lavorarci invece di restare qui su questo blog che ultimamente trascuro. Eppure, una certa stanchezza di fondo ora m'assale. Stanchezza che diventa rifiuto perché una persona dovrebbe poter vivere al di fuori del lavoro. Poco importa ché ora sia un momento anche bello con tante belle cose da fare ché purtroppo si sovrappongono rendendomi stanco al punto da rifiutarle.

Una telefonata ieri con un'amica che non vedevo da tanti anni. Una festa di Natale fra pugliesi e veneti ed io con il mio solito essere l'unico lombardo. Eppure, sentirsi a casa in queste poche cose ché non mi riposano, ma almeno riscaldano il cuore. E poi la birra con l'irlandese e la polacca, mentre i regali di Natale ancora aspettano.

Ecco, ora termino qui perché il senso del dovere mi riassale. Vorrei solo dire che questa stanchezza non impedisce di apprezzare le cose belle della vita. Ho solo bisogno di abbassare un po' il ritmo e non vogliatemene se trascuro alcuni aspetti.

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Una certa irritazione

14/12/12

Vendola mi sta irritando con un suo certo immobilismo politico ormai pago dell'alleanza con Bersani. Questo dovrebbe essere il momento dell'iniziativa e invece rimane subalterno con alcuni errori che elenco per punti.

. primarie per i candidati
L'annuncio viene da Bersani&Letta, sbagliato! Doveva esserci anche Vendola e dire che le primarie per le candidature sono una scelta di coalizione, non del PD. In più, poteva cavalcare questa cosa mettendosi a capo di quell'ala che le richiedeva da tempo dicendo "SEL le fa, PD ci stai?". E invece non l'ha fatto.

. apertura di Bersani al centro
Su questo Vendola dovrebbe essere più determinato a costo di minacciare Bersani di rompere l'alleanza instaurando un gioco delle parti più tattico che strategico. Mi spiego. Bersani cerca di contenere l'avanzata di Monti nel centrodestra dichiarandosi disponibile ad aprire al centro, ma così facendo rimane scoperto a Sinistra. Vendola dovrebbe coprire quella parte per evitare la dispersione di voti nella lista di De Magistris-Ingroia-Ferrero (ché a metterli tutti assieme mi vengono i brividi). Quella lista rischia di portar via un sacco di voti al centrosinistra ché invece SEL dovrebbe cercare di drenare almeno in parte. Insomma, SEL dovrebbe puntare a quote più alte di quelle che erano dell'IdV nel 2008, invece rimane drammaticamente sotto con prospettive minime. Se la cosiddetta Lista Arancione è paragonabile ad una riedizione della Sinistra Arcobaleno, SEL dovrebbe essere qualcosa di più dell'IdV. Il gioco delle parti con Bersani che guarda al centro e Vendola alla Sinistra, se ben fatto, può permettere alla coalizione SEL+PD di coprire un elettorato maggioritario.

Per il futuro, la discesa in campo di Monti è ormai prossima e bisognerà giocare sulle debolezze della coalizione che lo sosterrà, da Fini a Berlusconi, da Casini a Montezemolo. Su quell'eterogeneità bisognerà puntare facendo vedere che invece il centrosinistra è unito ed omogeneo (es. un evento mediatico congiunto Bersani-Renzi-Vendola avrebbe un valore forte se ben fatto).

Chiudo dicendo che la situazione non mi piace per niente e mi fa passare la voglia di seguire e di impegnarmi, per quanto sappia che questo sia il passaggio cruciale per la politica italiana dei prossimi 5-10 anni. Tuttavia, resto convinto di non voler impegnarmi ora ché la mia vita è così... diciamo... fluida.

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Ricordi

12/12/12

Sono appena tornato dalla mia amata Scozia dove sono andato per una conferenza di un paio di giorni. Glasgow non è certo Edinburgh, ma l'emozione è la stessa. Mi ha colpito soprattutto veder riaffiorare ogni minimo ricordo, dettaglio, persona ed emozione. Tantissime cose belle, qualche cosa brutta ché anche quelle ci sono state, il tutto avvolto di un'area magica in un paesaggio veramente magico.

Potrei raccontare ogni storia di quell'estate e ricordare l'emozione per ogni paesaggio, via, strada, collina. Le risate, soprattutto quelle. E poco importa che voi non capireste, poco importa che io abbia mitizzato quell'estate e quel luogo. Poco m'importa che la Scozia sia più reale e materiale di quanto io non l'abbia riconosciuta. Ho riconosciuto le linee delle sue montagne, ho scoperto che a Dicembre ai cavalli mettono su un "vestito" tipo quello per i cani, ma molto più elegante come si addice ai cavalli. Gli mettono questo vestito perché fa obiettivamente freddo e non capisco come certi ragazzi potessero girare con giusto una felpa, io che con maglione e piumino avevo freddo.

La Scozia è bella nella sua natura brulla, nelle sue architetture assolutamente affascinanti e, soprattutto, nella sua gente. Arrivato nel centro di Glasgow ero perso per prendere la metrò verso l'hotel. Appena sbagliavo, c'era subito qualcuno pronto ad aiutarmi perché vedendomi in difficoltà arrivavano a darmi indicazioni aiutandomi per quel che potevano. Già, quel che potevano perché alcuni di loro avevano un accento che a fatica capivo "left" or "right", figuriamoci quando hanno iniziato a spiegarmi certi complicati percorsi... Vabbé, però anche questo è la Scozia e in treno, tornando verso l'aeroporto, ho chiacchierato con una coppia incurante del fatto che di lui capissi un ottimo 20% di quel che dicevo e lei era praticamente zitta. Anche questa è la Scozia con i suoi paesaggi brulli, ma fieramente strappati al meteo. Le sue ciminiere in lontananza ed una storia tutta loro, profonda, ricchissima e, soprattutto, da ammirare perché girare oggi per Glasgow con vestiti moderni e pensare a come dovessero stare anche solo 100 anni fa ti fa impressione. E poi MacIntosh e le sue architetture. E poi il pesantissimo cibo scozzese che a colazione mangiano le peggio cose. E poi gli slums di Glasgow. E poi gli ottimi ristoranti ed i negozi ed il mercatino di Natale. E poi e poi e poi...

Tutto torna a quell'estate ed a come mi sia rimasta impressa nella mente, nei gesti e nei sorrisi delle persone, gli incontri casuali, gli errori e le disavventure, le risate e le lezioni di inglese, pardon, di scozzese. Già, la Scozia, terra bellissima da visitare e ricordare, forse non da vivere ché altrimenti questo luogo magico perderebbe la sua magia. O forse la alimenterebbe ulteriormente o forse no e allora non so.

Silente, come le campagne scozzesi, mi riavvio verso il mondo ordinario.

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