Il giudizio deve essere chiaro

08/04/13

Parto da questo bell'intervento di Prodi, a mio avviso molto lucido, sintetico e ben fatto (malgrado un giornalista malizioso che cercava di mettergli in bocca cose che non stava dicendo).

La pietà umana per la scomparsa di Margaret Thatcher non deve confondersi col giudizio storico-politico. Mi viene in mente un'analogia che è anche una provocazione: credo che la Thatcher stia a questa crisi che stiamo vivendo, come Lenin sta al Comunismo. Sia chiaro, questa crisi non è comparabile con il Comunismo perché sono troppe le differenze, ma quello che voglio dire è che c'è un'analogia tra leader politici che incarnano, rappresentano ed ispirano movimenti politici ben più grandi di loro, di cui probabilmente non sono neanche consapevoli. I morti del Comunismo paragonati ai disoccupati e precari del liberismo thatcheriano? Sì, la mia è una provocazione che non vuol dire che morti e disoccupati siano la stessa cosa, non voglio certo metterli sullo stesso piano.

Voglio dire che un'ideologia come quella comunista o quella liberista sono state implementate attraverso leader politici come Lenin o Thatcher, ognuno sulla propria posizione. Ogni ideologia applicata in maniera così integrale partendo da presupposti così rigidi finisce per creare più danni che altro. Esiste anche una differenza da sottolineare: una cosa sono i teorici pensatori di un'ideologia, un'altra sono i politici che la mettono in pratica. Esiste un passaggio fondamentale da Marx a Lenin perché Marx non fece mai una rivoluzione e non si trovò mai a dover dirigere uno Stato, Lenin sì. Similmente, Margaret Thatcher applicò l'ideologia liberista così come Lenin applicò quella comunista.

I risultati li conosciamo. 

2 commenti:

Anonimo 9 aprile 2013 alle ore 21:42  

Bella analogia, e condivido la riflessione sul fatto che i personaggi che aprono delle stagioni sono spesso 'inconsapevoli' della portata a lungo termine di quelle stesse stagioni.

Cosa inevitabile, perche' se fossero personaggi 'riflessivi' invece che 'impulsivi' non si troverebbero in quel posto a prescindere.

Credo poi che per quanto sia giusto valutare il cursus della storia sia sempre un po' una forzatura quella di attribuire a chi quelle stagioni ha aperto le responsabilita' che si sono poi manifestate quando poi quelle stagioni si sono chiuse. Non perche' non ci siano, ma perche' la logica conseguenza --> causa non puo' andare contro l'unica variabile invertibile, che e' il tempo.

Come Lenin non e' certo stato Stalin, cosi' Reagan e Thatcher non sono certo Bush e Berlusconi.

Le colpe dei padri non ricadono sui figli. Vero, ma anche quelle dei figli (adulti) non dovrebbero essere attribuite ai padri.

-Papero

D21 10 aprile 2013 alle ore 13:09  

Il tema interroga le fondamenta di un giudizio storico. Per esempio, Giulio Cesare conquistò la Gallia, ma in realtà fu un complesso di persone di cui lui era capo. Nessuno ricorda, per esempio, chi lo mandò in Gallia eccetera.

Sicuramente, con la Thatcher ci troviamo di fronte un personaggio storico di quella levatura.

Difficile valutare logiche come causa-effetto, però credo si debba riconoscere che l'avvento dic erte personalità ha permesso poi l'arrivo di altre. Faccio un altro esempio: senza Mussolini, Hitler avrebbe potuto prendere il potere in Germania? Ovviamente non possiamo saperlo, però un'influenza c'è stata. Senza Marx, la Russia sarebbe diventata l'URSS? Senza Craxi, avremmo avuto Berlusconi?

Sono domande per il dibattito storico, ma credo che già riconoscere una sorta di genealogia aiuti a comprendere il fenomeno.

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