Mea Culpa politico

15/07/13

Ripenso a molti giudizi che ho dato seguendo l'ultimo periodo elettorale italiano. Mi sono reso conto di un errore fondamentale: non è che arrabbiandosi le cose migliorino. Certo, la situazione in Italia fa arrabbiare e c'è ben poco di cui rallegrarsi, ma evidentemente arrabbiarsi non serve, non aiuta, anzi danneggia chi si arrabbia perché risulta finisce per essere inviso agli altri.

Al contrario in Italia funzionano politici come Bersani o Renzi che sono più pacati, per cui si perdonano loro le più curiose peripezie logiche. Prendete Renzi: gli si fa pagare quand'era arrabbiato e si definiva rottamatore, ma ora ha smesso quell'argomento che pure gli resta affibiato. Giusto una nota a parentesi: non mi piace la demonizzazione di di Renzi che sta facendo un certo centrosinistra. Al contrario, Renzi è un talento come comunicazione ed a ben vedere è talmente ambizioso che sarebbe in grado di usare qualunque argomento pur di cercar di vincere delle elezioni (il caso TAV è emblematico).

Tornando al punto centrale di questo post, ho imparato due lezioni.
- la prima è che la narrativa politica è fondamentale e deve essere positiva, sempre. Arrabbiarsi non serve mai, tanto più in un paese come l'Italia.
- la seconda è che oggi come oggi non vedo speranza di cambiamento per l'Italia perché ha vinto una parte politica che ha imparato questa lezione, a prescindere dai contenuti che proponeva.

Chissà, forse un domani sceglierò con più attenzione e sarò più saggio. Intanto, vi lascio cordialmente l'Italia in mano a Bersani, Renzi, Alfano e Brunetta.

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