Arrangiarsi

22/01/14

Renzi ha detto che Cuperlo è stato eletto solo grazie ai listini bloccati dopo che il Presidente PD aveva fatto alcune critiche di merito alla proposta di legge elettorale del segretario. Giustamente, per dignità, Cuperlo s'è dimesso.

Renzi ha detto che per lui i partitini devono arrangiarsi. Vendola zitto.
Fosse stato il Vendola di qualche anno fa avrebbe detto "va bene, allora i partitini piccoli usciranno da tutte le giunte in cui sono assieme al PD, che Renzi si arringi". Invece, Vendola zitto a prendere bastonate senza coraggio di dire un "beh" al suo grande amore mancato.
Un mio amico dice "Vendola è la vedova del PD". Confermo, ripeto, sottoscrivo. Piccoli sì, ma con la schiena dritta, altrimenti...

8 commenti:

Anonimo 23 gennaio 2014 alle ore 16:04  

Renzi ha fatto benissimo, secondo me. E Cuperlo ha mostrato di avere solo la coda di paglia. Se le critiche sono di merito, non possono essere di merito solo quando conviene e bene ha fatto Renzi a ricordare che nel PD NESSUNO era a favore delle preferenze fino a una settimana fa, anzi...

E bene ha fatto a ricordare come andavano le cose nel vecchio PD, con i tromboni eletti nei listini bloccati o rosy bindy candidata a reggio calabria senza che nessuno dicesse niente.

Se in piu' lui dice quello che pensa e gente come Vendola non dice niente, maggior ragione ha ragione. I piccoli si devono arrangiare, l'Italia e' consumata dall'eterna dittatura delle minoranze a ogni livello (dai professori universitari, ai partiti, ai sindacati).

Bene ha fatto e spero che continuera' cosi'. I Cuperlo davvero non ci mancheranno, e nemmeno la loro falsa cortesia, vera convenienza e falsa ipocrisia (se non sei d'accordo voti contro, non ti astieni e pero' chiedi il referendum agli iscritti. Ma dove siamo!!!)

-Papero

D21 24 gennaio 2014 alle ore 08:51  

Vorrei ricordare che se oggi il PD ha vinto il premio di maggioranza è grazie a "partitini" come SEL, senza avrebbe qualche centinaio di parlamentari in meno e non potrebbe riempire di poltrone il suo sottobosco. Se non fosse per Vendola, oggi al governo ci sarebbe saldamente Berlusconi, la Moratti a Milano e Alemanno a Roma, quindi inimicarsi gli alleati non mi pare una mossa saggia.

Inoltre, bisogna smetterla con questa storia della dittatura dei partitini perché è un falso storico con un grave errore concettuale di fondo. L'errore è che è la democrazia non è la dittatura della maggioranza, ma la tutela dei diritti delle minoranze. il falso storico è che i partiti piccoli hanno fatto cadere un solo governo (Prodi-1), dopo sono tutti caduti per colpa dei "grandi", in particolare da quando c'è il Porcellum (Berlusconi che caccia Tremonti, Veltroni che sfida Prodi, Fini che si ribella a Berlusconi e ora i 101 che non hanno votato Prodi). Quindi forse sarebbe meglio prendersela con i grandi partiti che sono diventate accozzaglie di gente che sta sotto la stessa insegna solo per reclamare una poltrona. Chiudo dicendo che però Renzi ha sistemato nel listino bloccato anche tanti dei suoi portaborse, quindi stiamo parlando del bue che dà del cornuto al toro....

Anonimo 24 gennaio 2014 alle ore 18:09  

Non sono d'accordo. A me sembra evidente che, ad ogni livello rappresentativo, le minoranze abbiano eccessivi strumenti di ostruzionismo. Questa storia della tutela dei diritti delle minoranze e', a mio modo di vedere, il dito che nasconde la luna di potentati e privilegi che hanno reso l'Italia il paese immutato e immutabile che vediamo.

Non sono nemmeno d'accordo sui conti 'scorporati' dei voti presi alle elezioni. Come tu mi insegni, non si sommano le mele con le pere. Vediamo se SEL corre da sola dove arriva e quanti dei suoi elettori non voterebbero piuttosto per un'alternativa piu' quantitativamente rappresentativa.

Non e' un caso se la destra ha governato piu' stabilmente (si conta persino un'intera legislatura dal 2001 al 2006) della sinistra in Italia nella II repubblica. Meno partiti, numericamente piu' consistenti.

Io sono decisamente stufo del ricatto dei piccoli, che si fingono topolini con la voce da aquila. E sono pronto, prontissimo ad appoggiare sbarramenti finalmente ragionevoli come quelli del 5%/8%. Era ora. I piccoli partiti hanno abbondante spazio di espressione territoriale laddove sono radicati o dove esprimono personalita' localmente rilevanti. Quella e' la giusta dimensione.

Sul bue che da del cornuto al toro sono pienamente d'accordo. E' per quello che sono inaccettabili le false lezioni di bon-ton e etichetta da Cuperlo. Renzi almeno non le fa e si comporta in maniera sbracata e sfacciata in modo aperto.

-Papero

Anonimo 25 gennaio 2014 alle ore 14:46  

Completo il ragionamento con le parole di Bracconi, che mi sembrano molto migliori delle mie.

"Il confine che unisce capacità di decidere e valori della democrazia va presidiato ogni giorno con grande attenzione. Non farlo sarebbe colpevole e irresponsabile. Ma sarebbe altrettanto colpevole non riconoscere che in Italia oggi il problema non è che qualcuno decide per tutti, ma che nessuno decide per nessuno.

L’ansia e la preoccupazione per l’evoluzione personalistica della vita pubblica italiana non è affatto ingiustificata. Ma quanti, tra i preoccupati e gli ansiosi, agitano lo spettro dell’uomo solo al comando per difendere le rendite prodotte e alimentate dalla palude? E ancora. Come si fa a non vedere che l’estremizzazione della esigenza di rappresentatività, presentate come una suprema affermazione di democrazia, conduce inevitabilmente ad un blocco di sistema, vale a dire alla prima delle condizioni perché quella stessa democrazia entri in una crisi irreversibile?"

-Papero

D21 27 gennaio 2014 alle ore 09:13  

Ennoh, qui non stiamo parlando del potere di veto delle minoranze, ma del diritto ad essere rappresentate!

La democrazia non è la dittatura della maggioranza, ma la tutela dei diritti delle minoranze, altrimenti si chiama regime dittatoriale.

Al contrario, le lobby hanno facile gioco quando ci sono pochi partiti perché basta pagarne uno per ottenere quel che si vuole, vedi gli USA per esempio.

Poi, si sa che il cambio di legge elettorale cambia anche i comportamenti degli elettori, ma su questo nessuna novità.

Ti sbagli anche su altri due punti:
1. anche l'Ulivo nella seconda repubblica governò tutta una legislatura (1996-2001), al pari del centrodestra (2001-2006). Il vero pasticcio arriva col Porcellum dove non c'è più una legislatura che sia durata normalmente, ma allo stesso tempo si era verificato proprio quello che dicevi tu cioé una riduzione del numero di partiti passati da una trentina a 5-6.
2- ti sbagli anche sul numero di partiti. Se è vero che la coalizione dell'unione del Prodi-bis aveva il record di 13 partiti, fu un'eccezione perché in tutte le altre elezioni della cd. 'seconda repubblica' il centrodx aveva più liste del centrosx, soprattutto nelle ultime 2 tornate.


Capisco la distinzione fra palude e difesa delle minoranze, la seconda è giusta e la prima è solo immobilismo. Però, a dirla tutta, allora anche il fascismo era un'ottimo sistema perché si diede da fare eccome. Berlusconi è un decisionista più abile di tutti gli altri in campo, ma non è certo quello lo scenario che auspico. Soprattutto, se si vogliono fare delle riforme si possono fare con coerenza e logica. Il modello tedesco è il mio riferimento, anche quello francese mi andrebbe bene pur di evitare questo 'bastardellum' (cit.).

D21 27 gennaio 2014 alle ore 10:56  

PS
Questo articolo solleva rilevanti aspetti tecnici assai problematici

http://www.lavoce.info/legge-elettorale-renzi/

Anonimo 27 gennaio 2014 alle ore 15:05  

Beh non si puo’ parlare del diritto di rappresentanza senza porsi anche il problema del veto che le minoranze hanno esercitato e esercitano in Italia. Altrimenti e’ davvero come nascondere la luna con un dito. E non si puo’ parlare dittatura quando mica si mettono i partiti fuori legge, ma semplicemente si inserisce una soglia di sbarramento. Mi sembra una polemica strumentale, specie quando poi dici che ti andrebbe bene pure il sistema francese. Con tutto il rispetto ma sembra il discorso di chi non vuole mai cambiare niente e agita spauracchi di un passato che non c’entra assolutamente niente con il presente.

Sul discorso sulle lobby, lasciando stare il caso US che ha anche diversi pregi in proposito (come la trasparenza dei finanziamenti, abbiamo ben visto come i partiti piccoli come SEL guidati da Vendola hanno tenuto la schiena ferma e dritta difendendo i principi e la legalita’ con i Riva e l’Ilva…non mi sembra che il numero di partiti sia una misura di qualita’ in proposito. O ci siamo gia’ dimenticati come andavano le cose in Italia negli anni di Craxi, quando una minoranza che si vendeva tanto e bene esprimeva la presidenza del consiglio?

Sull’Ulivo, ahime’, speravo avessi colto che avevo sottolineato il ‘governato stabilmente’. Se la legislatura 1996-2001 e’ un esempio di governo stabile (e aggiungo io utile all’immagine che la politica ha dato al paese) lo lascio giudicare a te. Quella fu un’esperienza a mio avviso del tutto negativa e deleteria per quanto riguarda il discorso di cui stiamo parlando.

All’articolo che mi hai suggerito e che ho letto (buono in parte ma anche molto pretestuoso: denuncia le 2 possibili maggioranze al senato e alla camera – che novita’ – ma in modo scorretto perche’ non cita che le due camere si prevedono finalmente separate in competenze con il potere di fiducia riservato solo ad una. In tutte le democrazie bicamerali e’ previsto che ci possano essere maggioranze diverse perche’ le camere hanno funzioni diverse) rispondo ancora con Bracconi.

http://bracconi.blogautore.repubblica.it/?ref=HREA-1

Io spero che andranno avanti. A mio avviso e’ un’ottima legge. E se non avranno la larga maggioranza in aula voteremo il referendum. Io sono pronto.

-Papero

D21 28 gennaio 2014 alle ore 11:48  

Ennoh! Se vuoi fare un maggioritario, devi farlo bene, altrimenti passi da un pasticcio all'altro!

Qui c'è un maggioritario mascherato da proporzionale con premi di maggioranza. La nostra Costituzione ha disegnato istituzioni basate fondamentalmente sul proporzionale, se introduci il maggioritario devi prima riformare le istituzioni e solo dopo fare una nuova legge elettorale.

Sono due procedure diverse con tempi diversi e oggi potrebbe verificarsi la situazione paradossale di votare con il bastardellum senza avere ancora le istituzioni adeguate perché il bastardellum abbia una sua ratio.

Mi spiace, ma qui siamo ai livelli del pasticciaccio istituzionale, tipo Monti che toglie risorse e competenze alle province, ma poi si dimentica di abolirle perché "scopre" che sono nella costituzione e non basta un decreto (ah, i tecnici...).

Chiudo dicendo che le minoranze hanno diritto di partecipare ai processi decisionali, ma questo non significa diritto di veto. Esiste anche il caso in cui si voti ed io perda, ma intanto ho potuto esprimere DEMOCRATICAMENTE il dissenso.

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