Contraddizioni

28/03/14

Le contraddizioni aiutano a capire. Quando si arriva che si dovrebbe scegliere fra due opzioni, entrambe desiderate, ma contraddittorie lì si capisce che il principio di non-contraddizione forse non è sempre valido.

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impegni e libertà

21/03/14

Periodo intenso e pochi spunti interessanti su cui fermarsi a riflettere. Ogni volta che guardo questo blog lo trovo un po' più distante da me per l'eccesso di politica in cui sono caduto da troppo a questa parte. Vorrei trovare una nuova direzione, più libera e feconda di quella in cui è caduta, invischiata in una politica brutta dove i problemi paiono intrattabili e chi se ne occupa diventa ancora più intrattabile mentre, nel frattempo, la vita fuori prosegue indifferente ad un chiacchiericcio che non si sa più come trattare.

Ricerco dunque una nuova libertà per impegnarmi su nuovi fronti perché, di fronte a questa realtà, non possiamo restare indifferenti, non farci prendere dalla curiosità e dalla passione per quanto ci circonda, quantomeno perché ci siamo.

Chiudo con un pensiero letto stamattina: il verbo amare, dal latino, non dovrebbe avere il caso 'accusativo' né un complemento oggetto perché non si può amare chi si accusa né tanto meno trattarla/o da oggetto. Al contrario, suggeriva il libro, bisognerebbe usare il dativo perché dare è più appropriato quando si parla di amare. Ecco, già questa è libertà d'impegno.

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penso spesso ultimamente

13/03/14

Penso spesso ultimamente che dovrei radicalmente rinnovare questo blog, dalla grafica al nome, ma poi la pigrizia ha il sopravvento lasciandomi andare all'inerzia. Ora capisco perché certi progetti restano fossilizzati, in fondo questo blog mi piace anche perché non ha pretese. Più uno sfogatoio che una vetrina, più un divertissement che un gioco vero e proprio. L'unica regola costante rimane il non farmi mai pubblicità e lasciare tutto anonimo. Non vale la pena di dare troppo peso a certe cose

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Credo, ma forse anche no.

Credo che l'esito delle prossime elezioni europee in Italia dipenderà da un solo fattore che, ad oggi, non saprei valutare. Il PD è alla lacerazione interna come dimostrano le polemiche di Bersani e Letta contro Renzi. Se il PD a guida Renzi subisse una disfatta alle prossime europee, Bersani e Letta tornerebbero improvvisamente in auge. In fondo, si tratta di sacrificare qualche seggio dove in genere finiscono riciclati, seconde linee e politici che il PD non sa dove piazzare. Un suicidio del PD? Possibile, forse fantapolitica, ma conoscendo le bassezze di tali personaggi non mi sorprenderebbe. Siamo sicuri che quella base che ha sostenuto Bersani e Letta abbia voglia di tornare a votare per far vincere l'odiatissimo nemico in elezioni per seggi giudicati di pochissima importanza? Una sconfitta tattica porterebbe a resuscitare una strategia in realtà già condannata dai fatti, ma gente come Bersani e Letta sono di una razza dura a morire. In questo quadro, per esempio, ci starebbe una bella imboscata al Senato sulla legge elettorale.

Tutti gli altri fattori poi sono a mio avviso stabili: Grillo dimostra di aver maturato uno zoccolo duro, mentre Berlusconi l'ha sempre avuto. Alle Europee voteranno per fedeltà alle rispettive fazioni senza grandi novità, d'altronde tutti i sondaggi li danno stabili fra 20-25%. Gli altri partiti non riescono a incidere su questo tripolarismo, ma risentiranno dell'affluenza, probabilmente bassa, che potrebbe premiarli, dalla Lista Tsipras ai Lib-Dem di Monti.

Come andrà? Non lo so, io ho detto quale (ad oggi) credo sia l'unica incognita veramente variabile delle prossime elezioni, dal resto non mi aspetto grandi sorprese.

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Ironie italiche

Un anno fa Bersani stava cercando di formare "il governo del cambiamento" con il M5S. L'unico governo possibile per cambiare l'Italia, o almeno era così che ce la raccontavano. Oggi, Renzi sta facendo fuori tutti, Bersani è per fortuna nel dimenticatoio e Berlusconi è in un cul de sac tenuto in vita solo da Renzi che ha saputo invertire la situazione e tenere il coltello dalla parte del manico.

Se riconosco a Renzi la capacità di portare avanti le sue posizioni con un carisma unico, sorrido ripensando a quei bersaniani oggi tifosi renziani perché "il PD prima di tutto". Contenuti, coerenza e onestà intellettuale vengono dopo. Un po' come i milanisti che prima detestavano il Balotelli interista e ora lo idolatrano o gli Juventini con Pirlo e così via. Ironie italiche.

Ma veramente credevate che Bersani ce l'avrebbe fatta? Ma perché mi avete ammorbato con un perdente che ha stabilito tutti i record negativi del centrosinistra italico in termini di voti, iscritti e deficit del partito? Onestà intellettuale dovrebbe relegare Bersani nella lista dei peggiori leader del centrosinistra, in confronto a lui pure Rutelli e Occhetto sono dei giganti.

Apprezzo Renzi perché ha fegato, molto più di tanti altri. Si sta giocando le sue carte con abilità, capacità e strategia. Lo voterei? No, ma c'è differenza fra un Bersani che non voterei perché inetto ed un Renzi che non voterei, ma che stimo pur non condividendone le idee. A dirla tutta, oggi avrei ben poche convinzioni su chi votare, ma questo è secondario perché ai partiti attuali non sembra interessare il mio voto e me ne faccio una ragione.

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veloce pensiero della domenica

09/03/14

Un politico cattolico non dovrebbe preoccuparsi che le Scuole cattoliche abbiano i soldi, ma al centro della sua attenzione dovrebbe esserci la possibilità per i più deboli, gli emarginati e gli esclusi di poter andare a scuola ad un costo accessibile (leggi con borse di studio che aiutino a sostenere i costi dell'andare a scuola). Non mi piace l'idea che le scuole dei preti siano scuole per i ricchi. Le scuole cattoliche dovrebbero essere quelle in cui anche i più poveri possono avervi accesso redistribuendo la ricchezza fra chi può permettersi di pagare gli insegnanti e chi non può, ma aprendo le porte della scuola a tutti. Solo in un'ottica redistributiva, pienamente redistributiva allora la scuola ha un'accezione cristiana. Bisogna invece condannare chi concepisce la scuola come sistema clientelare teso a sostenere il proprio consenso.

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