scadenze europee 2015

30/12/14

Quindi, anche la Grecia andrà a votare nel 2015 e con lei la Spagna ed il Portogallo: tre paesi dove la Sinistra può arrivare al potere. Dall'altra parte, la Destra estrema potrà fare passi in avanti in Inghilterra, mentre da Polonia, Estonia, Finlandia e Danimarca mi aspetto meno novità. La Svezia probabilmente resterà in bilico. Sempre grande incertezza per quel che riguarda l'Ungheria. Questi gli appuntamenti elettorali per il 2015 con dirette ripercussioni sul Consiglio, mentre altre elezioni regionali potranno avere effetti importanti in Germania e Austria.

In un ottimismo tutto schumpeteriano, spero che le elezioni menzionate diano quella scossa necessaria per rilanciare una nuova Europa, più federale anche a costo di perdere qualche pezzo (UK? Ungheria?). D'altronde, mi sono progressivamente convinto che l'allargamento di cui ero un iniziale fautore sia stato un errore perché oggi non si riesce più a decidere. Con la scossa che può arrivare dal Sud Europa e, auspicabilmente, l'allontanamento degli Inglesi, magari l'Unione sarà costretta ad un colpo di reni, sempre considerando la ormai tradizionale lentezza dell'iper-confederale Europa.

Ho speranze riposte in 4 paesi (Grecia, Spagna, Portogallo e UK). Spero che almeno 2 su 4 non mi deludano, almeno elettoralmente, poi valuteremo gli impatti sull'UE. Incrociamo le dita.

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dei miei amici post-universitari

29/12/14

Di ritorno dalle ferie natalizie a Milano, ho ritrovato molti amici storici ed ho notato due cose. La prima è che ho legato molto di più con quelli con cui ho condiviso gli anni di esperienza politica rispetto a quelli con cui ho condiviso gli studi. La seconda distinzione, che poi sarebbe l'oggetto di questo post, è basata sulla posizione politica.

Tra gli amici con cui ho condiviso l'esperienza politica, ci dividiamo in due gruppi:
- quelli fedeli agli ideali
- quelli fedeli al partito.

I primi hanno preso legnate, delusioni, perso lavori e posizioni, spesso sono emigrati e all'estero hanno maturato esperienze importanti per loro. Hanno rabbia per vedere le condizioni dell'Italia, ma si sentono impotenti di fronte alla degenerazione attuale. Non hanno nessuno che li rappresenti veramente, al più si dividono fra la simpatia per questo o quello.

I secondi sono invece fedeli al partito, sempre e comunque. A seconda del grado di fedeltà hanno ottenuto posizioni, poltrone, lavori o lavoretti. L'esperienza all'estero non è richiesta che è bene che restino in Italia a servire il partito. Delusioni? Beh, forse non è passato il loro consigliere comunale preferito e forse avrebbero aspirato ad una poltrona migliore, però questa è l'energia - dicono - per continuare a cambiare il partito da dentro.

Inutile dire a quale dei due gruppi io mi iscriva, ma la cosa che mi impressiona di più è notare la somiglianza interna e la nettezza fra i due gruppi. Scrivendo, sono stato forse un po' cattivo, ma sicuramente non radicale e non ho inventato niente.

Noi, fedeli agli ideali, siamo stati sacrificati in nome di non si sa bene quale ritorno. Rammarico, sì; ma consapevolezza per guardare avanti con un po' più di serenità.

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Della serie "l'avesse fatto Silvio..."

Se l'avesse fatto Berlusconi, avrei FB invaso di indignazione moraleggiante denunciando il regalo agli evasori, il danno alle casse dello stato e la tempistica sospetta visto che siamo in vacanza. Invece, questa decisione del Governo Renzi passa fra un tacito assenso ed un disinteresse molto complice perché, in fondo, "beh, ha senso", "è comprensibile", "meglio recuperare poco che niente" e così via.

Ora, a me non interessano tanto le argomentazioni, mi interessa invece la malafede e la disonestà intellettuale dei tanti che conosco per cui, la stessa decisione, presa da Berlusconi o da Renzi ha valore diverso. Non posso fare nomi, mi basta porre la domanda: e se l'avesse fatto Berlusconi, avreste reagito nello stesso modo?
Mi diverto a pensare quelli che "no, ma tu sei malizioso!", "tu non capisci" (questa la scusa più intollerabile), "la tua domanda è malposta" (ma ovviamente non contropropongono niente) e così via.

Quindi, si vada pure avanti così ché Renzi riesce in un mirabile mix tutto anglofono: con la politics si tiene buono il suo partito, con le policy si è conquistato l'Italia di centrodestra più attenta al soldo e meno all'ideologia o al logo.

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in fin dei conti

24/12/14

Si sta rivelando una stagione dolce dolce, e non tanto per le quote di dolci ingurgitate in queste feste. Un inverno dolce dolce che si lascia cullare cullandoti a sua volta. Poche nuvole in cielo, quaggiù una bruma accogliente pare quasi scaldarci. In fin dei conti, una stagione dolce dolce...

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come se non fosse sufficientemente chiaro

16/12/14

Tutti con Renzi e via!
Ché prima si stava (quasi) tutti con Berlusconi ché era l'uomo vincente e oggi ce n'è uno nuovo. Due politici che fanno della comunicazione la loro professione, mentre i contenuti escono sistematicamente sconfitti. Politici con dei contenuti ce n'erano (in primis Monti e Vendola, ma volendo anche Bersani e Prodi), ma hanno perso nella politica della comunicazione.

Cosa sta facendo Renzi? Esattamente lo stesso che faceva Berlusconi, con due differenze. La prima è che Renzi non è un imprenditore che ha interessi industriali da difendere; la seconda è che Berlusconi si è costruito un partito raccogliendosi i voti, mentre Renzi ha avuto l'idea di prendersi l'unico partito dove si vota a prescindere dai contenuti. Prima c'era il partito del presidente, ora c'è un presidente a capo di un partito. Tuttavia, né Berlusconi né Renzi hanno altro interesse oltre a quello di garantirsi la propria sopravvivenza al potere. La coerenza rispetto ad un ideale, quindi, diventa accessoria.

Perché? Perché il centro decisionale è altrove, da qualche parte in Europa dove l'Italia non sa come contare per il provincialismo in cui si è auto-condannata. Ci sono dunque tre scenari, a mio avviso.
- Il primo è continuare così: credere che Renzi sia un grande leader e crogiolarsi nei benefici che garantisce agli amici.
- Il secondo è sperare che l'Italia venga commissariata dalla troika europea. Scenario funesto? Sì, ma in ottica schumpeteriana potrebbe aiutare a far nascere una nuova Italia, là dove Monti ha fallito (ne scrissi qui). Oltretutto, il commissariamento di un paese membro grande come l'Italia e uno dei 6 fondatori sarebbe un forte segnale verso un vero federalismo europeo. Certo, la Troika ha effetti distruttivi, ma forse è meglio di una lenta agonia altrettanto distruttiva.
- Il terzo scenario, auspicabile ma che non vedo come realizzabile, è una riscossa dal basso dell'Italia, un po' come in Spagna e, parzialmente, qui in Belgio. Ma credo non valga la pena spenderci altre parole perché sono scenari vaghi e dai risultati incerti. L'auspicio sarebbe quello di una coalizione anti-Merkel, ma visto come si è mosso il PD all'Europarlamento mi pare chiaro che questo non sia al momento plausibile.

Quindi? Pessimismo a volontà, però rimetto il mio giudizio nella mani di una potenziale novità sperando di essermi sbagliato, e possibilmente di averlo fatto grossolanamente.

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ma dove vuole andare?!

15/12/14

I giornali hanno titolato che Civati, per l'ennesima volta, minaccerebbe la scissione e, allora, la domanda sorge spontanea: ma dove vuole andare?
Civati ha una funzione molto precisa nel PD: serve per mostrare che una certa sinistra è rappresentata, serve per mantenere dentro un certo pubblico nella consapevolezza che, da un lato, è gente attiva, militanti e attivisti sempre utili, dall'altro sono assolutamente innocui perché, si sa, Civati alla fine abbaia abbaia, ma vota sempre e comunque fedelmente alla linea. Per questo, Civati è un perfetto specchietto per le allodole, magari anche allodole intelligenti, ma pur sempre attratte da uno specchietto. Ai civatiani si garantisce qualche poltrona, diritto di tribuna e cose del genere purché rimangano fedeli al partito, cioé votino come votano tutti gli altri: buoni, ubbidienti, al più un poco rumorosi. In questa corrente ci sono gente come Puppato, prima ambientalista oggi silente avvallatrice delle nefandezze di Lupi, Casson, prima paladino della lotta al conflitto d'interessi ora silente malgrado ci siano i numeri per far qualcosa. Così via... salvo Tocci che ha avuto il buongusto di dimettersi e Mineo che, conoscendo le nefandezze del PD siciliano, si è rifiutato di versare il contributo.

La questione è che con questa linea Civati ne guadagna visibilità personale e tiene in vita la sua correntina, ché in confronto Mussi era un gigante della politica. Avere una correntina significa avere visibilità, essere invitati in TV, avere accesso alle preziose sedi di partito ed ai ricchi finanziamenti. Uscirne vorrebbe dire un suicidio politico perché Civati durerebbe quanto un fuoco di paglia. Ho un'amica che una volta disse "non è possibile non condividere quel che scrive sul blog". Forse, peccato che poi il ragazzo faccia tutt'altro, sistematicamente.

Conclusione? Non credo che un nuovo partito con gente come Vendola e Civati possa andare lontano, e qui uso un eufemismo... Cosa bisognerebbe fare? Una possibilità c'era: sfruttare il congresso di SEL per andare oltre Vendola cercando di costruire qualcosa con gente radicalmente nuova e soprattutto chiarire una volta per tutte quale risposta si vuole dare alla domanda: il PD è un alleato o un avversario? Io la mia risposta ce l'ho, ma purtroppo vedo che chi dovrebbe rappresentarmi non solo non condivide, ma non ha manco una risposta chiara da offrirmi. Come sempre, il problema è che sta a loro venire a conquistarsi il mio voto, non io a dovermi affidare a loro.

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scambio evidente ai danni dell'Europa

11/12/14

Il gioco a livello europeo è molto semplice: i socialisti e democratici italiani e francesi (che controllano il gruppo S&D) hanno ottenuto una valutazione più morbida dei loro governi nazionali (Hollande e Renzi) in merito a piani di riforme assolutamente inadatti ai parametri europei, in cambio S&D ha smontato le inchieste su LuxLeaks (qui un'analisi più approfondita).

In altre parole Juncker ha detto a Hollande e Renzi: io lascio passare le vostre (non-)riforme, in cambio voi insabbiate il caso LuxLeaks. Un gioco semplice, praticamente alla luce del sole e senza apparenti sconfitti. Ah già, dimenticavo, chi ci perde è l'Europa che avrà un Presidente della Commissione con ombre pesanti, un'UE incapace di promuovere un'unione fiscale ed una politica che viene ulteriormente screditata da mosse di palazzo contrarie al buon senso. Per esempio, perché le regole del fiscal compact valgono per Spagna, Grecia e Portogallo, ma non per Italia e Francia (e Belgio, ma qui la storia è diversa)? Semplice, perché Francia e Italia sono rette da governi di S&D e, a loro volta, hanno una componente determinante per la maggioranza che sostiene Juncker. In questa logica, fanno bene Grecia e Spagna a guardare verso Sinistra in ostilità a questo modo di fare.

Ne parlavo appena qualche giorno fa, in attesa c'è la Germania di Merkel che non ama Juncker, dove l'SPD ha perso il controllo di S&D ma vuole tenere saldo il sodalizio con la Merkel, Con la Germania ci sono paesi centro-orientali (danneggiati da LuxLeaks e poco rilevanti fra i S&D, eccetto Romania e Bulgaria), ma non altri come l'Olanda, l'Irlanda o il Belgio che in fin dei conti hanno attuato tattiche simili a quella del Lussemburgo per attrarre multinazionali.

Voilà, un gioco di pura e semplice politica europea che, sorprendentemente, pare passi inosservato.

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Due fatti politicamente gravi e pesanti

08/12/14

Il primo è solo una dichiarazione, ma se non è una dichiarazione di guerra poco ci manca. Il Commissario UK Hill competente per supervisione della banche ha richiesto che venga cancellata l'unica timida riforma portata avanti dall'UE (di cui lui è indegno commissario venendo da un partito dichiaratamente anti-UE) in merito alla divisione fra banche di risparmio e banche di investimento. Sarebbe uno dei capisaldi per uscire dalla crisi tutelando i risparmiatori e limitando le banche, invece l'Inghilterra è contraria (toh' chi se lo sarebbe mai aspettato!?). Già, chi se lo sarebbe mai aspettato? Un lobbysta della finanza chiede di tutelare la finanza. Un po' come chiedere a uno juventino per che squadra tifa...
L'errore è che Hill NON andava votato come commissario per evidente conflitto di interessi, per opportunità politica e perché va bene se c'è un accordo conservatori-popolari che lo sostengono, ma se pure lib-dem e socialdemocratici lo votano allora c'è qualcosa che non va. Soprattuto i S&D così perdono di credibilità e tradiscono il mandato ricevuto per cercare di cambiare l'Europa, tutelando i ceti più deboli. Sui Lib-Dem c'è poco da dire: hanno un leader carismatico e altamente europeista, poco importa se tradiscono questi ideali votando secondo opportunità. Sui Socialisti e Democratici la cosa è ben più grave e visto che sono guidati soprattutto da italiani, pare chiara la responsabilità politica.

Il secondo fatto è ancor più grave perché riguarda Juncker stesso. Del famoso scandalo LuxLeaks ci sarebbe molto molto da dire. Il primo è che si scopre l'acqua calda, il secondo è che una volta scoperta l'acqua calda con dati, fatti e circostanze, Juncker avrebbe dovuto dimettersi per salvare la credibilità sua, dell'istituzione che rappresenta, o almeno della coalizione che lo sostiene. Invece... niente! L'EuroParlamento aprirà un'inchiesta pro-forma che, grazie agli eurodeputati italiani del PD, in primis il capogruppo S&D Pittella, l'inchiesta sarà smontata prima ancora di partire. Altro fatto politicamente grave a cui Verdi e Sinistra hanno cercato di opporsi, ma finché purtroppo i numeri sono quel che sono nulla possono. La cosa grave è che i socialisti si sono spaccati: per esempio, belgi e spagnoli hanno votato per una vera commissione d'inchiesta, mentre gli italiani hanno imposto che la commissione d'inchiesta fosse svuotata per non correre il rischio che facesse veramente qualcosa contro Juncker, di cui loro sono strenui sostenitori (ah, le larghe intese...).

In conclusione, è molto grave il comportamento del partito dei socialisti e democratici europei che stanno sminando ogni possibilità di riforma dell'Europa. Hanno i numeri per mandare sotto la destra popolare e liberaldemocratica, ma non lo fanno pur di mantenersi buoni la loro posizione di potere, che però non conta nulla visto che hanno perso tutte le posizioni che contano. Si sono ridotti a dei Civati che parlano parlano, ma poi votano sempre in ubbidienza alle larghe intese. Tristezza? No, ci deve essere condanna politica per queste responsabilità politiche a mio avviso gravi. Condannare per proporre un'alternativa che poi sarebbe semplice: divisione delle banche e stop alla guerra di incentivi fiscali fra paesi. Due azioni su cui si poteva votare ma, per colpa di S&D (in particolare del PD italiano) non si è votato. Così, giusto per non dire che la politica UE sia incomprensibile...

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Roba da licenziament... pardon, dimissioni

04/12/14

Silenzio, parla l'Istat! Un interessante articolo su un tema che, se fosse successo in un paese anglosassone, avrebbe di sicuro portato alle dimissioni del ministro in discussione. In altre parole, mentre l'Istat, organo ufficiale italiano, pubblicava dati allarmanti sulla dis/occupazione in Italia, il Ministro del Lavoro pur di nascondere questi risultati negativi, pubblicava altri dati un po' random solo per creare confusione mediatica.

Una tattica nota sin da tempo immemore e largamente utilizzata e criticata ai tempi di Berlusconi. Ma ora c'é Poletti! Guai a criticare l'operato di un ministro del governo piú amato dagli italiani! Guai a dare notizie negative, sia mai che qualcosa intacchi l'immagine vincente (e senza cerone) di super Matteo Renzi.

Mi infastidisce molto vedere che chi ieri criticava Berlusconi per queste cose (in primis Repubblica) oggi abbia un assordante silenzio sulle stesse identiche cose, ma fatte da un governo a lui amico. Si capisce che l'onestá intellettuale non sia di casa, ma é anche vero che poi qualcuno se ne accorge e la credibilitá si perde.

Mi piacerebbe che ci fosse un'opposizione politica e culturale che critichi queste cose costruendo il consenso anche su questi argomenti: la disoccupazione é un problema, parliamone senza nasconderci. Invece, qui nessuno che parla di dimissioni per Poletti su cui, nel frattempo, emergono altri legami politico-affaristici molto poco chiari, ma questo é capitolo per un prossimo post.

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Interrogativo

01/12/14

Mi hanno posto un interrogativo politicamente difficile. Non sarebbe forse questo il tempo in cui è maggiormente necessario impegnarsi? Di fronte ad una situazione tanto difficile e ad una politica tanto disgustosa ed incapace di affrontare la crisi che, in particolare, colpisce la mia generazione, non sarebbe forse il momento in cui fare uno sforzo extra ed impegnarsi politicamente?

Facile era impegnarsi ai tempi del primo Prodi quando la politica ci piaceva. Facile era poi dichiararsi anti-berlusconiani quando la situazione era stabile e l'Italia giusto un'eccezione democratica nel panorama europeo. Oggi che Berlusconi è superato, ma la crisi incombe e le risposte sono decisamente inadeguate (pensate alla barzelletta del piano Juncker che annuncia 315 miliardi di Euro salvo poi essere un piano inesistente). Non dovremmo noi impegnarci ancora di più?

Provo disgusto per vedere gente come Alessandra Moretti, capace di passare disinvoltamente da Bersani a Cuperlo a Renzi pur di restare con un posto al sole, una che si fa eleggere prima alla Camera, poi all'Europarlamento tra poco al Consiglio Veneto, tradendo sistematicamente il suo mandato. Di fronte all'avanzare di figure così non dovremmo tacere.

E invece ci rinchiudiamo in qualche status Facebook. Ci allontaniamo dalla politica attendendo tempi migliori che, lo so, non arriveranno. Il predicozzo lo faccio anche contro di me, ma la sensazione di essere soli e di voler difendere giusto quel che di caro ci sta attorno è una tutela protezionistica che rischia di essere perdente. Prendete questo articolo di oggi, di fronte ad un dato così la Sinistra dovrebbe saltare sulla sedia e scendere in piazza affinché una patrimoniale intervenga recuperando risorse per ridurre subito il debito pubblico. Sia chiaro, sottolineo che le risorse devono essere usate per ridurre il debito pubblico, non per dare 80 euro ai propri elettori.

Dunque, noi abbiamo perso, abbiamo perso politicamente, abbiamo perso la bussola e abbiamo perso questo decennio, incapaci come siamo di costruirci il prossimo. Sottolineo il "Noi" perché alla mia sconfitta politica personale (io incapace di un impegno diretto), purtroppo equivale la sconfitta di un'intera generazione. Una generazione di cui non fanno parte quelli che si sono impegnati politicamente solo per tornaconto personale, quelli che così facendo si sono garantiti un posto di lavoro alla corte del potente di turno, barone o altro che sia.

Abbiamo perso, lo si vede, ma almeno vediamo di non perdere questa lezione. Ho l'intima speranza che un giorno ci sarà modo di mettere a frutto questa lezione.

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