della politica del timore

10/03/15

Non criticare l'austerità, altrimenti ti tagliamo gli aiuti.
Non invocare più diritti per i lavoratori, serve flessibilità... lo chiedono i mercati.
Non possiamo star qui a proteggere l'ambiente perché c'è la crisi e servono posti di lavoro.
Ti concediamo qualche diritto per i gay, ma non un nuovo welfare per le famiglie ché c'è la crisi.
Le regole europee vanno bene per i mercati, per i diritti non si può perché c'è la crisi.

E così via...

Chiunque provi a sognare un mondo migliore viene intimorito e deve smetterla perché c'è una qualche univocità nella traiettoria che è stata scelta che ci impedisce di sognare, anzi progettare un mondo migliore. Una politica della paura, del non possiamo permettercelo, del "non è tempo di grandi idee" e così via.

Al contrario, rimpiango il coraggio di Schuman, Adenauer, De Gasperi e Spaak che osarono progettare qualcosa di grande quando i tempi non erano certo facili sullo scacchiere internazionale. Uno scatto in avanti al di là della logica del "ce lo chiedono i mercati" o del "non possiamo scontentare Londra" e così via.

Ecco vorrei che ci fosse una politica della speranza che vince su questa politica del timore.

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