Esercizio di prospettiva

23/05/15

La Consulta che boccia la riforma Monti-Fornero-PdL-UDC-PD sul taglio delle pensioni ha preso una decisione con implicazioni molto forti che, ovviamente, il dibattito pubblico non ha veramente capito presi dall'urgenza del dare una risposta immediata, mediaticamente forte, populista.

La Consulta ha sostanzialmente detto che non c'era emergenza economica per cui fosse giustificato il taglio delle pensioni. In pratica, tutta la manfrina che bisognava fare tagli per paura dello spread era infondata, una montatura mediatica che non aveva giustificazione reale. La Consulta è garante anche del buon funzionamento dello Stato, visto che anche questo è prescritto dalla Costituzione. Bene, l'idea di Fornero&Monti che l'Italia fosse in uno stato di emergenza da giustificare un colossale taglio delle pensioni non era giustificato. Punto, e basta.

Inoltre, se veramente c'era emergenza finanziaria e per questo lo stato non era in grado di pagare le pensioni, bisognava avere il coraggio di dire le cose col loro nome: lo stato temeva la bancarotta e, di fatto, ha fatto default, come argomentato qui. Lo Stato non era in grado di pagare ed ha scelto di non pagare le pensioni, quindi il pericolo di default è stato fatto ricadere sui pensionati come creditori unici ad aver subito una perdita, iniqua rispetto ad altri creditori.

C'è un'implicazione che nessuno considera: ma allora non era giustificato cacciare Berlusconi visto che il pericolo spread in realtà era una montatura mediatica. Le forzature con cui Napolitano è andato oltre il suo mandato costituzionale in pratica imponendo Monti come premier non erano economicamente giustificate, anche perché, e pochi lo considerano, il problema era europeo e, infatti, la soluzione è venuta dalla BCE, non grazie al taglio Monti-Fornero delle pensioni. Napolitano ha forzato la mano politicamente passando da garante della costituzione ad attore politico per liberarsi di Berlusconi sulla base di un argomento economicamente inesistente. Sia chiaro, non voglio difendere Berlusconi, sono contento che se ne sia andato e sia in un declino politico fortissimo, ma questo non era il modo, Napolitano ha violato la Costituzione e si dimostra che il sistema italiano non è in grado di annichilire derive autoritarie come quella berlusconiana (ogni riferimento ad altri mattei è puramente casuale).

Tuttavia, io sono decisamente positivo riguardo alla sentenza della consulta in un'ottica veramente keynesiana. Il rialzo delle pensioni, soprattutto di quelle medie, porterà ad una vera redistribuzione facendo risalire la domanda interna, aumentando i consumi e, potenzialmente, portando ad una ripresa seppur minima dell'occupazione. Gli 80 euro con cui Renzi si è comprato le ultime elezioni europee non hanno avuto nessun effetto moltiplicatore, un aumento molto più forte delle pensioni potrebbe dare un contributo molto più significativo. D'altronde, l'Italia è in crisi per mancanza di domanda interna. L'export più o meno gira e tiene a galla il sistema, il QE di Draghi mantiene in ordine i conti pubblici sul breve-medio periodo, la domanda interna resta debole per ragioni che non starò qui a discutere.

Il sistema pensionistico? Avrei una proposta semplice: detassiamo le pensioni, come in Germania. Il netto rimane lo stesso, ma non si cumula ad altri redditi, si riduce drasticamente il flusso di cassa dello Stato e almeno sul breve periodo si libera un'enormità di risorse per ridurre drasticamente il debito, quindi gli interessi che si pagano sul debito. Lo so che non è così facile, però discutiamone.

In conclusione, la Consulta ha riscritto la storia politica e di politica economica italiana senza che i più se ne siano accorti, ha attuato una vera politica keynesiana con possibili benefici che nessuno nel Governo capisce. Insomma, dai che non è andata così male... se solo ce ne fossimo resi conto.

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