Eurocrisis, in a nutshell

30/06/15

Since the beginning of the crisis (2008-2010), Europe is ruled by a centre-right coalition with an overwhelming majority in the European Parliament and the unanimity in the Council, meaning the 27-28 PMs of European member states. This coalition is based on the idea of “austerity” as way-out for the crisis (although with few internal discussions before finding an agreement). Negotiations with Greece progressed as long as Greeks voted in line with this centre-right majority, and shared this approach. During last elections, Greeks said that this policy was detrimental for them, and turned to the left breaking the unanimity in the EU Council. Clearly, this political difference is a problem for negotiations, and this has determined the current crisis.

We might dislike the situation, but this is line with the Europe we voted for. My positions were minoritarian, but I had my voice during last Italian and European elections. I don’t like these results and outcomes, but we’ve lost elections. I am just very annoyed by those asking for change, but voting for the status quo. That’s all.

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ecco, diciamoci...

24/06/15

Ripeto un vecchio post polemico per commentare l'uscita di un tal Fassina dal PD: tempi sbagliati, motivazioni incomprensibili, nessun seguito politico. La ciliegina sulla torta é l'idea di unirsi a Cofferati e Civati per fare non si sa bene cosa. Bene, queste operazioni non andranno da nessuna parte e cadranno nel dimenticatoio molto presto perché sono fatte di personalismi senza seguito politico e con un ruolo inconsistente. Se Fassina voleva uscire, doveva intestarsi il no al "jobs act" perché le battaglie si fanno sui contenuti. Questa lenta liquefazione di questa parte politica non porta nessun germe positivo per il futuro. Servirebbe ben'altro, cioé qualcuno che invece di entrate, uscite, contenitori e formule partisse a far campagna politica su 3-4 temi ben chiari e sicuramente di Sinistra, anche a costo di dividere e spaccare quel che c'e' che tanto e' evidente che non vale niente.

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Pratiche politiche

23/06/15

Vendola non chiese il permesso per prendersi la Puglia: si candidò, fece la sua campagna elettorale e vinse.
Pisapia non chiese il permesso di diventare Sindaco di Milano: si candidò, fece la sua campagna elettorale e vinse.

Dall'altra parte, Salvini mica ha chiesto il permesso a Bossi: si è preso la Lega e ora, senza chiedere il permesso a nessuno, si sta prendendo tutto il centrodestra che è ormai in preda al fuggi fuggi.

Ecco, io vedo un'opportunità anche a Sinistra dove i cocci sono noti a tutti. Uno come Marco Furfaro potrebbe prendersi SEL dove ormai Vendola è più un intralcio che altro e iniziare la sua campagna punto e basta, senza cercare di mettere d'accordo tutti, tanto dei vari Civati e Spinelli, Ferrero e Fassina non ce ne facciamo niente. SEL ha una discreta macchina organizzativa, potenzialmente paragonabile a quella della Lega, il problema è che manca completamente di leadership ed è in balia di se stessa ancora sotto shock per il Governo Monti. In parte, Landini lo sta facendo ma troppo timidamente e lui non mi convince.

Altri nomi? Va bene, basta che la smettano di morire di tatticismi e ci provino. L'esempio di Salvini è lì a dimostrare come si fa. Prima si costruisce il consenso, poi eventualmente si negozierà con eventuali alleati. 

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priorità e punti di vista

20/06/15

E' chiaro che la Grecia non è in grado di ripagare il debito, almeno non nei termini attuali. E' evidente da tempo, ma i vertici di questo ultimo tempo lo rendono assolutamente evidente. Ora, però, si pongono due punti di vista diversi, riprendendo un discorso fatto un po' di tempo fa.

Se non sei in grado di pagare tutto, a cosa dai la priorità?
Secondo il Governo democraticamente eletto dai Greci, la priorità deve essere data alle pensioni ed alla spesa interna.
Secondo i "partner" europei, la priorità deve essere data al rimborso dei prestiti dati da loro, anche a scapito della spesa interna.

Fino a Samaras, la Grecia ha scelto di favorire i partner europei ai suoi cittadini, con Tsipras la preferenza si è invertita ed i cittadini greci sono tornati debitori di prima istanza con i partner europei in secondo piano. Una "normale" svolta da destra a sinistra sostenuto dalla volontà greca dimostrata alle ultime elezioni. Democraticamente, niente da dire. Il popolo sovrano ha espresso la sua volontà.

La cosa su cui invito a riflettere è l'approccio dell'UE. Si chiede ad un partner di rispettare gli accordi europei, anche a discapito di un grave sacrificio interno, anche contro la volontà democratica interna. A mio avviso, questa volontà sarebbe legittima in un quadro costituzionalmente garantito, ma visto che l'Europa non ha una Costituzione sovranazionale trovo l'argomento illegittimo. Ogni Costituzione nazionale prevale e l'UE va bene finché non entra in conflitto con una Costituzione nazionale. Mi spiace, ma finché non avremo un'Europa federale, prevalgono le Costituzioni nazionali. Implicito in questo discorso è che una costrizione come quella che l'UE cerca di imporre alla Grecia dovrebbe potenzialmente essere applicabile anche ad altri, per esempio alla Germania o alla Francia. Io ci sto ad un'Europa federale, ma so di essere una voce isolata fuori dal coro e nessuno dei politici attuali sta ragionando in questi termini.

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comunque romanamente

17/06/15

A me non interessano le dimissioni di Marino, mi interessa Roma. Mi interessa il problema di un sistema clientelare e mafioso incancrenito. Mi interessa che la più bella Capitale del mondo possa risplendere. Mi interessa un modello di sviluppo urbano sostenibile, economicamente, socialmente e ambientalmente. Mi interessa spezzare un sistema socio-istituzionale ormai irrimediabilmente marcio. Non mi interessano individualismi e personalismi, mi interessa il futuro di una città splendida.

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Continua la riflessione

16/06/15

Ottimo articolo che condivido appieno sul problema della socialdemocrazia europea e sui suoi limiti culturali attuali, di cui avevo parlato già qui in riferimento all'Italia. Sarebbe un articolo da diffondere a tutta la parte nostra in evidente crisi, ma i più sono talmente obnubilati da non rendersene conto. Almeno noi...

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proviamo a spiegarla così

15/06/15

C'è un bracconiere che uccide un rarissimo rinoceronte. Una volta ucciso, non sa dove nascondere il corpo e lo lascia lì in pasto agli avvoltoi. A quel punto, il cacciatore corre al villaggio e dice di aver trovato un rinoceronte morto e tutti se la pigliano con gli avvoltoi che si stanno spartendo la carcassa.

Ecco, la crisi dei migranti attuale mi sembra proprio questa scena, ma non offrirò chiavi di lettura più precise perché talvolta è meglio lasciare aperta l'interpretazione.
Cordialmente, mentre fuori si banchetta sulle carcasse.

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con gli esempi si è più chiari

09/06/15

Ho già parlato di meritocrazia, mentre ieri mi è venuto un esempio abbastanza divulgativo. Grazie all'ottimo risultato in Champions League, la Juventus avrà qualcosa come 100 milioni di euro in più che si aggiungo al divario già esistente con le altre società della Serie A. Meritocratico, direte voi, visto che erano anni che un'italiana non arrivava ad un passo dalla conquista del titolo più ambito d'Europa. Il problema è che la Juventus sono quattro anni che domina (meritatamente) il campionato, lo fa in maniera assoluta ed incontrastata al punto che il campionato è diventato obiettivamente noioso. Questo è dovuto anche alla desertificazione delle altre squadre per cui Buffon&friends affrontano come temibili rivali gente come Keita, Iago Falque e Tavano, ed una volta ogni mort... pardon, dimissione di papa incontrano un Messi, un Cristiano Ronaldo o un Robben. Qualora non vi sia chiaro, grazie a quei 100 milioni di euro il campionato sarà ancora più dominato dalla Juve a cui basterà mandare in campo un Padoin, uno Sturaro ed un Ogbonna per rivincere lo scudetto data la mediocrità dilagante della Serie A (con tutto il rispetto per i tre signori menzionati).

Anni fa, quando c'era un sistema redistributivo dei proventi della Lega, un Landucci qualunque si trovava di fronte Voeller, Van Basten e Vialli... e mi limito a quelli con la "v"! Le squadre avevano due opzioni: costruirsi progressivamente una squadra, come il Parma di Melli o la Sampdoria dello Scudetto, o investire miliardi (di lire) per stravincere come il Milan dei tre olandesi (ma anche come l'ultimo Parma di Tanzi e, in generale, la Serie A delle cd. sette sorelle). Il secondo modello non era molto virtuoso, ma aveva senso in un sistema dove la redistribuzione funzionava e garantiva un sistema competitivo perché anche la Fiorentina pre-Cecchi Gori poteva avere Baggio&Borgonovo. Così, aveva senso fare investimenti in un sistema competitivo perché sapevi che avevi rivali di livello.

Il buttare dentro un club miliardi (o milioni) non è pratica molto edificante, ma ora non lo si può più fare per il cd. fair play finanziario (che non si capisce bene a chi, come e quando si applica, ma tutti ne parlano). D'altra parte, avendo cancellato i sistemi redistributivi e garantendo lauti guadagni solo a chi vince, si rafforzano i sistemi cumulativi aumentando le disparità. In questo contesto, che senso ha fare investimenti? E' troppo difficile contendere alla Juve il monopolio che ha acquisito, non ha senso competere. Al più hai un Ferrero che si lancia nella Sampdoria, anche se il personaggio mi sa che fra qualche anno ci lascerà qualche sorpresina... comunque, che senso ha fare investimenti in un campionato che non è più interessante perché monopolizzato dalla Juve?
La proposta? Senza fare rivoluzioni, trovare un meccanismo redistributivo tra i club dicendo che i proventi si fanno in Europa, mentre in Italia si cerca di riequilibrare i diritti tv (che poi sono solo una quota facilmente gestibile dei soldi che girano intorno al calcio).

Volete invece la vostra meritocrazia? Bene, allora avremo la Juve ad libitum, come per anni abbiamo avuto l'Inter senza rivali, in un campionato sempre più noioso.

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sinteseuropea

04/06/15

Ecco un articolo che offre una buona sintesi dell'Europa. Come ogni sintesi, semplifica ma ci può stare e non è che si possa ogni volta dire tutto. Insomma, mi piace come articolo perché solleva un problema vero: l'assenza di leadership in Europa. L'unica è la Merkel che si fa carico delle decisioni, anche quelle più impopolari, prendendo l'iniziativa, negoziando e decidendo. Non condivido le sue idee, ma obiettivamente è l'unica leader che ci sia. Gli altri si stanno dimostrando inconsistenti: Tusk assente assoluto, Juncker burocrate, Djesselbloem riottoso a negoziare quando invece avrebbe il ruolo di negoziatore, Hollande inconsistente e senza idee, gli altri non pervenuti.

La mia tesi? Servirebbe far emergere un'alternativa al pensiero unico merkeliano. Merkel è leader non solo perché è a capo della Germania, ma perché si è costruita una rete di alleanze dall'Olanda alla Finlandia, dall'Inghilterra alla Polonia, dalla Spagna alla Danimarca. Questo Hollande ancora non l'ha capito: non basta essere a capo di un grande paese, servono alleanze e paesi che condividono le stesse posizioni di fondo. Il resto è gioco delle parti.

Bisognerebbe capire che la partita giocata da Tsipras non è greca, ma europea. L'errore di Tsipras è di non cercarsi alleati. E' vero che non ci sono alleati potenziali nel Consiglio, ma ha impostato la partita come puramente greca, invece è 100% europea! Merkel l'ha capito ed usa una narrativa europea, Tsipras no. Quando emergerà un approccio europeo di sinistra allora avremo il vero salto di qualità. Fino ad allora non posso che restare pessimista.

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