ecco, ho imparato

15/11/15

Certi errori generano storie molto interessanti, non bisognerebbe punirli. Lo dice Gianni Rodari in "Grammatica della Fantasia". Ho un rapporto non bello con Gianni Rodari: da bimbo non mi piaceva perché faceva storie troppo banali, troppo da bimbo per me che volevo essere subito grande. No, "Favole al telefono" proprio non mi piacevano come le altre cose che mia mamma cercava di propinarmi dicendo che erano le belle storie per i bambini. Io volevo essere grande!

E poi un paio di anni fa mi capita per le mani "Grammatica della Fantasia", l'unico saggio teorico di Gianni Rodari sulle sue storie e improvvisamente si apre un mondo. Forse perché io ho bisogno di teorie, di astrazioni e dalle storie io non so arrivare alle regole o senza l'intermediazione dell'astratto io non so fare mie le storie. Non so, ma fu amore riconciliandomi con il grande maestro.

Ora, un'amica lettone dice che da loro Rodari è un'istituzione, un riferimento, tutti lo conoscono e tutti i suoi libri sono stati tradotti. Io sono rimasto colpito. Io che l'ho sempre disdegnato scopro che una nata nell'Unione Sovietica conosce tutti quei libri che io ho sempre disprezzato. Come osate???? E' nostro! Di noi che non lo leggiamo più! Rodari è nostro e non vogliamo che nessun altro lo legga!

Quindi, la lezione è che leggerò a mio figlio le favole di Gianni Rodari, come mia mamma non riuscì a fare con me. Ammetto che potrei metterci un po' di improvvisazione alla mia maniera, ma prometto di farlo per rispetto ad un maestro della letteratura che non seppi capire quando ero giovane e dovevo ancora fare tanti errori.


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