Dei Grandi per cui sono contento di essere milanese

07/11/07

Milano è tanto vituperata, forse a ragione, ma ci sono Personalità che spiegano perché questa sia la Capitale del Sud Europa, con buona pace di tutte le altre città che pure le insidiano il primato.

In questa intervista il più grande milanese da 30 anni a questa parte parla della morte di Enzo Biagi (*). C'è tutto lo stile, la serietà, la spiritualità, la laboriosità ed il senso di una città alta (altra rispetto a certa bassa dirigenza che pure ne okkupa le istituzioni), una personalità con la schiena dritta come quella di chi scrive quella lettera.

Di Biagi ho ammirato la professionalità che lo portava ad una semplicità comunicativa che è l'essenza del Mestiere che faceva. Diceva Chico Mendez: per cambiare il mondo bisogna iniziare a fare bene il proprio mestiere. E poi Biagi aveva l'ironia dei grandi.

Mi preme una precisazione: Biagi è stato per me il più grande giornalista che abbia mai conosciuto. Non me ne verrò Indro Montanelli, altro Maestro milanese, ma per motivi generazional-anagrafici non ho avuto l'occasione di apprezzarlo appieno.

Mi guardo attorno, oggi Milano è un po' più piccola, meno capitale. Si abbassa e perde una delle ultime colonne su cui si basa il suo status di Capitale dell'Europa del Sud. Con rammarico cito quella lettera, con rammarico perché trovo che di Maestri milanesi se ne deve ormai parlare al singolare, o quasi...



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(*) Biagi era milanese de facto visto quanto ha vissuto e lavorato sotto la Madonnina, d'altronde sono pochi i milanesi nati qui ed ancora meno quelli figli di milanesi, questa è -era?- la città dell'accoglienza ambrosiana. Milano non guarda il luogo di nascita, contano vita famiglia e lavoro.

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