per la fine 2022

31/12/22

Una lezione imparata quest'anno. 

Marie Leptin, presidente del consiglio Europeo delle ricerche mi ha spiegato che per avere un sistema resiliente è necessario avere dei vuoti. Il suo discorso era più ampio, ma ho riportato questo principio nella mia quotidianità. Servono spazi in casa per accogliere i regali; serve prevedere del tempo in ufficio per recuperare gli imprevisti della settimana. Servono pause per riposarsi ma ancora per recuperare quel che non si è riuscito a fare; serve liberare la casa dalle cose inutili perché sia chiaro che teniamo solo quelle importanti. 

Anni fa, il professore Cino Zucchi mi insegnò che le cose belle della vita si incontrano per caso, ma si tengono per scelta. Marc Augé mi ha insegnato che è anche importante dimenticare affinché la nostra testa sia piena di lezioni importanti e ricordi cari. 

Sono lezioni che cerco di portare con me ogni giorno. Ripenso anche al sistema evoluzionarista come me l'ha insegnato Schumpeter: conta sia chi compete per sopravvivere e prosperare, ma conta anche chi si occupa della biodiversità di un ecosistema. Un mercato senza regole porta alla distruzione perché uno cercherà di accumulare tutto, ma un predatore da che ha bisogno di avere delle prede. 

Io non so se sono resiliente, ma cerco di fare attenzione che un ecosistema mantenga una biodiversità sana. Almeno ci provo.
Ecco, lancio qui questo messaggio per la fine di quest'anno. 

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Oh Letizia....

03/11/22

Letizia Moratti è stata la peggiore ministra di istruzione e università di cui abbia memoria. Ha smantellato il vecchio sistema "dimenticandosi" di proporre uno nuovo e lasciandolo a languire per dieci anni. 

Letizia Moratti ha asservito la RAI agli interessi di Mediaset. 

Letizia Moratti ha devastato le finanze del comune di Milano lasciando il peggior debito mai visto. 

Ha tradito il suo stesso partito che l'aveva candidata andandosene dopo aver perso con Pisapia, ma tenendosi l'auto per intenderci. 

È salita al Pirellone solo per tornaconto personale, fregandosene della crisi sanitaria che stava vivendo la Lombardia. 

Se ci fosse un minimo di serietà candiderebbero un Pisapia, invece di stare a corteggiare Letizia Moratti...

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Benito...

13/10/22

Un paio di aneddoti riguardo a Ignazio BENITO La Russa.

A Milano era noto il cosiddetto "Metodo La Russa": nei 6 mesi prima delle elezioni, si faceva una circolare dicendo di non fare multe, soprattutto evitare i divieti di sosta in modo che i cittadini fossero piu' inclini a ri-votare Albertini o Moratti. Ovviamente, mica era una circolare ufficiale in carta da bollo, era una "comunicazione interna verbale". Il buon Ignazio Benito sapeva che soprattutto le multe per divieto di sosta hanno un impatto negativo sulle elezioni. 

Sempre legato a lui, c'era anche il Metodo "De Corato", vice-sindaco di Milano e delfino di La Russa. Il metodo per i locali notturni (pub, discoteche, sale concerti) era semplice: o pagavi il pizzo alle famiglie di Paterno' (da cui viene la famiglia La Russa) oppure il Comune (cioe' De Corato) ti manda un'ispezione igienico-sanitaria da cui risulti sicuramente inadempiente in qualcosa. La cosa era raffinata perche' non c'era collegamento formale fra il pizzo pagato ai siciliani e i controlli comunali fatti a Milano.

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D’una serata per niente fluida, trattando un tema scottante.

24/07/22

Lasciando stare come mai, ho avuto una serata in cui ho guardato sia Transformers I che Downton Abbey. Difficile immaginare due mondi più distanti, devo dire che la serie è elegante, raffinata, colta e piacevolissima, l’altro rimane una delle peggiori porcate all’americana… ma quello che mi hanno colpito i ruoli femminili. Da una parte, Megan Fox incarna la gnoccolona pin-up: non solo lei ha -come dire- una naturale predisposizione estetica, ma anche il ruolo che le hanno cucito addosso (bambolona barbie che lascia il giocatore di football per l’eroe sfigatello e lei, ovviamente, si intende di motori per solleticare i più banali stereotipi maschili). Dall’altra, le sorelle Crawley, eleganti, raffinate, una con un carattere forte, l’altra all’opposto; una con vari spasimanti di cui nessuno sembra mai andare veramente bene, l’altra alla disperata ricerca di un qualche amore che sembra esserle negato. Potrei andare avanti, ma mi fermo qui per dire quanto siano diverse le rappresentazioni della donna: da una parte la gnoccolona che si appassiona di motori, ma dall’altra (e mi limito alla sorella grande) Lady Mary Crawley dal carattere forte che sfida gli stereotipi aristocratici e lavora occupandosi della gestione del patrimonio terriero.

Ecco, racconto queste cose per prendere due estremi di personaggi femminili. Questa breve prospettiva serve per mostrare quanto possano essere diverse le figure femminili, mentre temo che ci sia ancora troppo forte lo stereotipo che l’unico modello di donna debba essere quello alla Megan Fox, una barbie in cerca del suo maschio alpha. Ecco, no. Le sorelle Crawley sono una visione molto avanzata e io ringrazio che nel mondo in cui vivo c’è molto della varietà delle figure femminili (ma anche maschili) di Downton Abbey e molto poco della banalizzazione americanata di Transformers.

Perché’ racconto questo? Perché’ credo, vedo un’esagerazione nella storia della fluidità di genere. Mi pare che la fluidità di genere, un’estremizzazione poco utili della libertà all’americana assai poco capita in Europa, sia esagerata. Da un lato, apprezzo tipo i Maneskin quando vogliono smantellare il mito del maschio alpha all’americana, il quarter back che ha l’intuito vincente e porta la squadra a fare meta con le cheerleader che lo osannano in attesa di poter essere la prescelta, la Megan Fox di turno. Quell’idea, che grazie al cielo in Europa mi sembra meno predominante, esiste in figure come le Olgettine di Berlusconi, è alla base di una certa cultura che oscilla fra maschio alpha e patriarcato. La fluidità di genere mi pare un’esagerazione perché’ si riconosce che il ruolo maschile possa essere esclusivamente quello di maschio-alpha/patriarca e quello femminile di barbie sottomessa in cucina e a letto. Inoltre, non è che tutto sia sessuato, un pensiero che pervade di pornografia fino a Domenica In. Lo spiegava bene il corpo delle donne tanti anni fa: il problema non sono i siti porno perché’ offrono quello che ci si aspetta, ma il fatto che il linguaggio pornografico è diventato la normalità della cultura della comunicazione. Le foto Instagram/Facebook devono emulare quella pornografia su schermo che poi nella realtà non esiste e, non esistendo, crea disagio. In quel disagio, nasce una certa fluidità che, in età da teenager, mi sembra crei solo confusione. Sia chiaro, essere contro la fluidità è diverso da omosessualità. Gli omosessuali hanno sviluppato una loro identità sessuale, i fluidi mi sembra facciano solo confusione. Il problema si pone soprattutto quando la sessualità pervade tutta l’identità: crediamo veramente che un calciatore sia diverso se ama una donna o un uomo? No, un calciatore conta se fa gol, non per chi ama. Altrimenti, il sesso diventa tutta l’identità e questo mi pare assai sbagliato. Se non sei un maschio alpha, allora non è detto che devi essere fluido. Sul piano biologico, la stragrandissima maggioranza sono binari e i pochissimissimi che non lo sono, hanno sbilanciamenti ormonali problematici. In mezzo, c’è moltissima psicologia in cui la società influenza in maniera determinante l’identità sessuale sia proponendo un unico modello possibile (maschio alpha e la sua barbie), sia pervadendo di sesso tutte le rappresentazioni sociali (calciatori gay? E allora???).

Ecco, credo che il discorso sia sufficientemente confuso, scritto di getto, pieno di imprecisioni e salti logici, ma almeno mi è servito per avere un primo appunto. Buona giornata.

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da guardare

07/07/22

Un docu-film da guardare. Perche' siamo diventati delle micro-tribu' che non si parlano, non si capiscono piu'. Peggio, guardiamo le altre e le consideriamo irrimediabilmente stupide. Se nel medioevo non ci si conosceva, ora guardiamo la tribu' accanto e passiamo il tempo a dire quanto e' spregevole e questa cosa ci gasa all'interno della nostra tribu'. Trovo che le peggiori siano le tribu' dei ricchi privilegiati che si ritengono pure educati perche' magari ricoprono lavori importanti. Allora, piuttosto, meglio un po' di sano paternalismo, piuttosto che questo disprezzo per chi sta sotto. Colpa delle tecnologie? No, colpa di un modello di business deregolamentato perche' fondamentalmente transnazionale. Viviamo un tecno-medioevo dove gli stati si fanno la guerra e le multinazionali i profitti.

Anche a livello teorico, il caso della digitosfera e' interessante perche' e' un ambito ancora in velocissima evoluzione: cio' che era vero 2 anni fa, ora probabilmente non lo e' piu' e tutto e' radicalmente cambiato. Tutto. 

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Referendum 2022

31/05/22

Ringrazio questi MERAVIGLIOSI referendum che mi danno la possibilità di parlar male di quelle fazioni politiche che li hanno promossi, cioè Lega, Radicali, Azione e +Europa con l’interessato sostegno di Forza Italia Viva e altri d’area. Già il fatto che Salvini, Calenda e Bonino si trovino d’accordo è un buon inizio per far capire come la penso, ma veniamo al merito perché qui non è questione di antipatie personali, ma le proposte che hanno fatto vanno conosciute per rendersi conto dei proponenti.

 

Innanzitutto, il metodo perché si propongono dei quesiti decisamente tecnici e complicati a referendum abrogativi che quindi possono solo rimuovere alcuni tasselli di legge all’interno di strutture molto complicate che quindi non verranno sostituite. Come se non bastasse, i referendum vengono su materie su cui il Parlamento sta legiferando e questo la dice lunga sulla cultura istituzionale dei suddetti promotori. Ma veniamo al merito dei quesiti.

 

Il primo quesito è un capolavoro di indecenza. I promotori chiedono che venga abolita la regola per cui, chi ha subito condanne gravi non possa ricoprire incarichi pubblici. Vale la pena commentare? Cioè, in Italia c’è una legge finalmente giusta per cui se hai commesso un reato GRAVE contro lo Stato non puoi essere eletto e Salvini-Calenda-Bonino chiedono di toglierla? Andiamo avanti, si va dalla separazione delle carriere fra magistrati e giudici, storico cavallo di battaglia del Berlusconi degli anni d’oro, al fatto che gli avvocati dovrebbero giudicare le condotte dei giudici, tipo che l’avv. Taormina dovrebbe poter far licenziare il giudice che ha condannato Berlusconi. Semplifico, ma neanche troppo. D’altronde si sa che Bonino ha sempre salvato il governo Berlusconi quando gli mancavano i voti di fiducia in parlamento. Si arriva fino a cose più tecniche tipo che i membri nominati dal parlamento (cd. “laici”) dovrebbero poter intervenire nell’autogoverno della giustizia, rimuovendo il principio di divisione dei poteri tanto chiaro al vecchio Montesquieu. Per intenderci, questa è la direzione applicata da Orban e Kaczynski che li ha portati a essere considerati delle “post-democrazie”. La giustizia deve occuparsi di applicare le leggi e deve farlo senza subordinazione al Parlamento.

 

Io credo che per avere un’Italia anche solo minimamente dignitosa dovremmo non solo rigettare questi quesiti da repubblica delle banane, ma anche isolare chi osa sostenerli. Se Salvini sappiamo che è Salvini, che mi dite degli altri? Come si può volere che chi ha commesso reati contro lo stato venga eletto a rappresentare lo stato? Come si può volere che degli avvocati, che lavorano su mandato dei privati, intervengano nella valutazione delle carriere dei magistrati, che invece devono lavorare in nome della costituzione e della legge? Ma soprattutto, chiunque abbia la minima cultura del diritto dovrebbe rendersi conto che sono temi che non andavano messi a referendum! Chi invece non ha mai fatto diritto, ma ha passione politica può vedere in questi referendum la possibilità di realizzare quella riforma della giustizia che Berlusconi voleva 20 anni fa. Ha senso? Dai…

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Ma che film i traslochi

Imparo che dopo aver condiviso esperienze emotivamente intense, poi si fa fatica a evolvere quando le fasi della vita cambiano. Esperienze intensamente positive ti pervadono e possono attirare la volontà di fare anche di piu’, arricchendo ulteriormente. 

Ma poi la vita scorre, cambiano esigenze e fasi desideri, ma rimane quell’aspettativa che ormai si e’ creata per quel passato così importante. Se però quell’esperienza non si nutre, si finisce per arrovellarsi in vicende che portano via serenità. Mi vengono in mente le famiglie che litigano per l'eredità lasciata, quella casa d'infanzia da cui non ci si vuole staccare e non si vuole ammettere che non e’ piu’ funzionale.

Questo l'ho imparato in molti traslochi.




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Dire la verità

16/05/22

C'è una frase del famoso psicologo Lacan che una volta lessi da qualche parte e che recita più o meno così. 

"Io dico sempre la verità, ma mai tutta la verità perché la verità è talmente complessa che le mie parole non bastano".

Mi colpì perché incredibilmente vera. L'ho fatta mia perché mi rendo conto che in un discorso é difficilissimo, di fatto impossibile dire tutto quel che ci sarebbe da dire. Ovviamente mi riferisco ai temi di cui vale la pena discutere, per gli altri può bastare uno status Facebook. 

Credo sia importante avere consapevolezza che le parole di una persona, per quanto detto con animo veritiero, non riescano a rappresentare tutta la verità. I miei amici dicono che faccio discorsi troppo lunghi, vero, ma è necessario per dire la verità. Inoltre, Morin mi ha insegnato che la verità é complessa, cioè che nella verità ci sono sia A che non-A. Il principio di non contraddizione aristotelico non regge quando si vuole affrontare una realtà complessa. Aristotele va bene per le questioni complicate, che non sono lo stesso di quelle complesse. 

Chiudo dicendo che oggi abbiamo anche la fortuna di poter avere comunicazioni multimediali. Questo ci permette di scegliere quale media utilizzare per comunicare, sebbene questa abbondanza di strumenti non significa che noi siamo sempre in grado di apprezzarne le differenze. 

Ecco niente, stasera volevo condividere questo pensiero di giornata.

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Per affrontare questi tempi difficili

05/03/22

Un primo modo per affrontare questa crisi in Ucraina sarebbe di chiudere parecchi siti di informazione italiana, a partire da Repubblica.it. 

La morbosita’ con cui seguono il conflitto, l’ansia che vogliono generare per attirare qualche click pubblicitario in piu’ e la totale irresponsabilita’ nel ruolo sociale dell’informazione sono i fattori che rendono questi siti pericolosissimi. Generando un diffuso senso di angoscia, soprattutto tra una popolazione di lettori che si vorrebbe "la buona piccola e media borghesia", questo tipo di informazione mina la capacità di molte persone di agire lucidamente. 

 Saranno 15 anni che ho smesso di leggere Repubblica.it e lo considero il peggior servizio d’informazione all’Italia, ma -ahimè- altri giornali hanno seguito lo stesso percorso, dalla Stampa al Corriere della Sera. Se il Fatto Quotidiano aveva almeno quell’impronta semi-grillina che poteva giustificare un certo taglio, l’errore e’ pensare che Repubblica rappresenti quell’area moderato-progresista, benpensante e ‘educata’ d’Italia. 

 Il confronto col Belgio e’ imbarazzante. I quotidiani belgi non sono esattamente pietre miliari del giornalismo, forse solo la Libre Belgique, ma almeno evitano quella morbosita’ pornografica che finisce per far perdere lucidita’ al lettore che clicca solo sulla prossima photogallery. 

Ecco, chiudere siti pseudo-benpensanti come Repubblica aiuterebbe molte persone ad affrontare questa (gravissima) situazione con piu’ lucidita’, con maggiore saggezza eapertura al dialogo e volontà di comprensione. La censura é sempre sbagliata, per cui mi limito a sperare che i miei amici piú saggi scelgano di evitare siti di presunta informazione che hanno il solo risultato di far perdere luciditá senza aiutare la comprensione dei fatti.

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Strategia prevedibile

24/02/22

La uso sempre nei videogiochi, ma non pensavo che questa "sorprendente" strategia funzionasse nella realtà.  

Ammasso truppe al confine dicendo al computer che tanto non è per attaccarlo. Lui ci crede perché se l'ho detto sarà vero. Poi però lo attacco e vinco io la partita perché è evidente che era un bluff, anche abbastanza pacchiano e prevedibile. Lui ci casca sempre perché non ha memoria delle partite precedenti dove l'ho già fatto e soprattutto perché non capisce che io sto giocando per vincere.



Ecco, l'Europa mi pare decisamente imbelle, non reagisce a una strategia banale e prevedibile, si fa cogliere sempre impreparata a qualunque mossa.  E pensare che qui a Bruxelles é pieno di gente che se ne dovrebbe occupare... 

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storia semiseria

10/02/22

Forse non tutti sanno che…

…la storia del Belgio ha alcuni dettagli strepitosi!

Il Belgio nella Seconda guerra mondiale.

Storicamente, il Belgio era un paese neutrale perché si sentiva (giustamente) schiacciato fra Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Germania/Impero, che sul suolo belga avevano combattuto un’enormità di battaglie sanguinose, dall’assedio di Namur alla battaglia di Waterloo, passando per le continue distruzioni di quella che avrebbe dovuto essere una potente roccaforte, Charleroi. Il Belgio aveva la protezione della Chiesa cattolica, poco influente da queste parti, e della ben più importante Massoneria franco-scozzese (per qualche ragione oscura, quelli di Londra gli stavano sui maroni, vabbè, andiamo avanti…). 

Se nella Prima guerra mondiale il Belgio fu eroico, nella seconda ci fu poca storia. La Germania nazista aggirò la linea Maginot francese passando dal piccolo paese che non aveva difese naturali, tipo il Reno o i Vosgi, e soprattutto non aveva la ben che minima capacità militare di opporsi. Ma Hitler puntava a Parigi, Bruxelles serviva quanto una sosta all’autogrill quando aggiri la coda fra Casalecchio di Reno e Barberino del Mugello. Il governo belga scappò (ma non il re), ma erano divisi perché manco loro sapevano che fare (se sei il Belgio contro la potenza nazista… in effetti…), ma c’era un dettaglio che li metteva in crisi: la dichiarazione di guerra.

Hitler, infatti, non dichiarò mai guerra al Belgio e questo causò un casino che non vi immaginate per i poveri belgi. Il governo teoricamente legittimo non era più sul suolo occupato e i nazisti amministravano il paese con poco interesse (ti pare che Hitler avesse voglia di occuparsi della tangenziale di Mons?!) e soprattutto nessuna legittimità legale in quanto, formalmente, non erano ‘occupanti’. Pare che i nazisti si resero conto dell’errore e si preoccuparono di dichiarare lo stato di occupazione per gli altri paesi conquistati, ma non per il Belgio. E' tipo quando ti muore il primo prozio che realizzi che le bollette erano intestate a suo padre e ora la municipale chiede il codice fiscale del nonno del prozio della cugina di sua madre che viveva ancora nel lombardo-veneto, quando a malapena sapevano scrivere, ma tu hai pagato sempre le bollette e quindi la municipale non si era mai posta il problema... e chiaro, no.

Anche quando le sorti della Seconda guerra mondiale si invertirono e il Belgio si trovò sul lato dei vincitori, rimaneva questa roba della mancata dichiarazione di guerra da parte della Germania nazista. 
Che fare? 

Il Belgio era neutrale e non poteva dichiarare guerra alla Germania, ne avrebbe forse avuto ragione vista l’occupazione militare (eh serve sempre un casus belli, altrimenti parte il ricorso al TAR…), ma gli stessi nazisti non formalizzarono mai l’occupazione (capisco avessero altro a cui pensare…). Tutto sommato, erano pure apprezzati al punto che i fiamminghi furono gli unici non tedeschi ad avere una loro divisione nelle SS, quindi nessuno veramente si preoccupava di ‘ste menate giuridiche. 

Ma allora, il Belgio ha vinto la Seconda guerra mondiale? Ehm, no! Formalmente, il Belgio è rimasto sempre neutrale. Malgrado abbia fatto quel che poteva dalla parte degli alleati (ad esempio, il quotidiano La Libre Belgique rimane come esempio dei partigiani cattolici antinazisti che combatterono a Bruxelles), il Belgio non poté sedere al tavolo dei vincitori perché, sulla carta, nessuno l’aveva invaso, nessuno gli aveva dichiarato guerra e lui era ancora neutrale. Io mi immagino la faccia degli altri ambasciatori a vedere quello belga da solo… isolato… in un angolo con la sua birra e le patatine fritte… vorrebbe brindare ma... eh lui non ha lo SPID... 

Ecco, questa storia è strepitosa, si unisce a tanti altri dettagli di questo meraviglioso paese. Capite perché i belgi soffrono di mancata autostima? Perché fanno fatica a essere presi sul serio? Manco Hitler che era Hitler si prese la briga di dichiarargli guerra… lo fece, ma senza scriverlo e vabbè! 

Morale della storia: aggiornate gli intestatari delle bollette prima che muoiano (e impariamo dalla storia). 

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