Referendum 2022

31/05/22

Ringrazio questi MERAVIGLIOSI referendum che mi danno la possibilità di parlar male di quelle fazioni politiche che li hanno promossi, cioè Lega, Radicali, Azione e +Europa con l’interessato sostegno di Forza Italia Viva e altri d’area. Già il fatto che Salvini, Calenda e Bonino si trovino d’accordo è un buon inizio per far capire come la penso, ma veniamo al merito perché qui non è questione di antipatie personali, ma le proposte che hanno fatto vanno conosciute per rendersi conto dei proponenti.

 

Innanzitutto, il metodo perché si propongono dei quesiti decisamente tecnici e complicati a referendum abrogativi che quindi possono solo rimuovere alcuni tasselli di legge all’interno di strutture molto complicate che quindi non verranno sostituite. Come se non bastasse, i referendum vengono su materie su cui il Parlamento sta legiferando e questo la dice lunga sulla cultura istituzionale dei suddetti promotori. Ma veniamo al merito dei quesiti.

 

Il primo quesito è un capolavoro di indecenza. I promotori chiedono che venga abolita la regola per cui, chi ha subito condanne gravi non possa ricoprire incarichi pubblici. Vale la pena commentare? Cioè, in Italia c’è una legge finalmente giusta per cui se hai commesso un reato GRAVE contro lo Stato non puoi essere eletto e Salvini-Calenda-Bonino chiedono di toglierla? Andiamo avanti, si va dalla separazione delle carriere fra magistrati e giudici, storico cavallo di battaglia del Berlusconi degli anni d’oro, al fatto che gli avvocati dovrebbero giudicare le condotte dei giudici, tipo che l’avv. Taormina dovrebbe poter far licenziare il giudice che ha condannato Berlusconi. Semplifico, ma neanche troppo. D’altronde si sa che Bonino ha sempre salvato il governo Berlusconi quando gli mancavano i voti di fiducia in parlamento. Si arriva fino a cose più tecniche tipo che i membri nominati dal parlamento (cd. “laici”) dovrebbero poter intervenire nell’autogoverno della giustizia, rimuovendo il principio di divisione dei poteri tanto chiaro al vecchio Montesquieu. Per intenderci, questa è la direzione applicata da Orban e Kaczynski che li ha portati a essere considerati delle “post-democrazie”. La giustizia deve occuparsi di applicare le leggi e deve farlo senza subordinazione al Parlamento.

 

Io credo che per avere un’Italia anche solo minimamente dignitosa dovremmo non solo rigettare questi quesiti da repubblica delle banane, ma anche isolare chi osa sostenerli. Se Salvini sappiamo che è Salvini, che mi dite degli altri? Come si può volere che chi ha commesso reati contro lo stato venga eletto a rappresentare lo stato? Come si può volere che degli avvocati, che lavorano su mandato dei privati, intervengano nella valutazione delle carriere dei magistrati, che invece devono lavorare in nome della costituzione e della legge? Ma soprattutto, chiunque abbia la minima cultura del diritto dovrebbe rendersi conto che sono temi che non andavano messi a referendum! Chi invece non ha mai fatto diritto, ma ha passione politica può vedere in questi referendum la possibilità di realizzare quella riforma della giustizia che Berlusconi voleva 20 anni fa. Ha senso? Dai…

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Ma che film i traslochi

Imparo che dopo aver condiviso esperienze emotivamente intense, poi si fa fatica a evolvere quando le fasi della vita cambiano. Esperienze intensamente positive ti pervadono e possono attirare la volontà di fare anche di piu’, arricchendo ulteriormente. 

Ma poi la vita scorre, cambiano esigenze e fasi desideri, ma rimane quell’aspettativa che ormai si e’ creata per quel passato così importante. Se però quell’esperienza non si nutre, si finisce per arrovellarsi in vicende che portano via serenità. Mi vengono in mente le famiglie che litigano per l'eredità lasciata, quella casa d'infanzia da cui non ci si vuole staccare e non si vuole ammettere che non e’ piu’ funzionale.

Questo l'ho imparato in molti traslochi.




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Dire la verità

16/05/22

C'è una frase del famoso psicologo Lacan che una volta lessi da qualche parte e che recita più o meno così. 

"Io dico sempre la verità, ma mai tutta la verità perché la verità è talmente complessa che le mie parole non bastano".

Mi colpì perché incredibilmente vera. L'ho fatta mia perché mi rendo conto che in un discorso é difficilissimo, di fatto impossibile dire tutto quel che ci sarebbe da dire. Ovviamente mi riferisco ai temi di cui vale la pena discutere, per gli altri può bastare uno status Facebook. 

Credo sia importante avere consapevolezza che le parole di una persona, per quanto detto con animo veritiero, non riescano a rappresentare tutta la verità. I miei amici dicono che faccio discorsi troppo lunghi, vero, ma è necessario per dire la verità. Inoltre, Morin mi ha insegnato che la verità é complessa, cioè che nella verità ci sono sia A che non-A. Il principio di non contraddizione aristotelico non regge quando si vuole affrontare una realtà complessa. Aristotele va bene per le questioni complicate, che non sono lo stesso di quelle complesse. 

Chiudo dicendo che oggi abbiamo anche la fortuna di poter avere comunicazioni multimediali. Questo ci permette di scegliere quale media utilizzare per comunicare, sebbene questa abbondanza di strumenti non significa che noi siamo sempre in grado di apprezzarne le differenze. 

Ecco niente, stasera volevo condividere questo pensiero di giornata.

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