insegnamenti

31/12/09

"La mano che aiuta è più preziosa di quella che prega"
(M. Teresa di Calcutta).

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davanti a una cioccolata

30/12/09

Prendevo una cioccolata calda con un mio vecchio amico. Domanda di rito per questo periodo: quali propositi per il 2010? Riguardo l'anno passato e penso a quello futuro. Molte cose si potrebbero auspicare, ma voglio concentrarmi su una sola che è il miglioramento della mia efficienza, in particolare imparare a ridurre i tempi per fare le cose.
Ecco, l'ho detto... imparare a fare le cose mettendoci meno tempo. Lo vedo una cosa realizzabile, dipendente in primo luogo dalla mia volontà di concentrazione. Tenere fisso l'output, al limite aumentare anche input o migliorare le tecnologie pur di ridurre i tempi per fare le cose. Proviamoci... ed a ognuno i suoi propositi per l'anno che viene.

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regalo di natale

29/12/09

Per Natale, mio zio ha regalato a mio padre una foto di loro padre (mio nonno), foto ritrovata chissà dove. La foto ritrae mio nonno con sette dei suoi dieci fratelli, sono in posa su un treno di legno che gli avevano costruito.

Fa effetto perché data l'età di mio nonno dev'essere una foto degli anni '10, sicuramente di prima della Grande Guerra. Mio nonno sembra avere 7-8 anni ed assomiglia incredibilmente a un certo mio cugino. Fa effetto vedere in quella bella cornice d'argento una foto di quasi 100 anni fa, una foto con quel volto di mio nonno che io ricordo appena, un volto che ovviamente ricordo anziano, come ogni nonno appare d'altronde...

Quella foto con il nonno e i suoi fratelli ha la qualità che ci si può aspettare da una foto di 100 anni fa; fa effetto perché il treno di legno che avevano costruito per lui e per i suoi fratelli oggi suona vagamente come quei carri bestiame che usavano per Auschwitz... ma che negli anni '10 ancora manco ci si immaginava; in quella foto si vedono alcuni dei fratelli di mio nonno che morirono nella Grande Guerra e di cui nessuno, in realtà, sa granché.

Eppure, quella foto è ora in bella mostra tra le foto di famiglia, proprio vicino al nipotino nato circa 100 anni dopo quella foto, nato nel nuovo millennio. Il nipotino nato in un anno che, a mio nonno, sarebbe sembrata fantascienza. Chissà cosa pensava un bambino di 8 anni degli anni '10 di quello che sarebbe stato oggi il mondo.

Ripenso a Cent'anni di Solitudine...

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gossip, prima di tutti

Prima di tutti, credo siano le compagnie telefoniche ad essere informate dei gossip, delle coppie che si formano, di chi ci prova con chi, di linee che improvvisamente diventano frequentatissime. Sono le compagnie telefoniche che scoprono prima di tutti se una coppia va in una sola direzione, chi ci sta provando con chi e se, nel momento più bello, finalmente la coppia arriva a fare un abbonamento "you&me" che credo valga di più di una dichiarazione d'amore via facebook.

Forse addirittura l'intensità di contatti telefonici è un termometro dello stato di coppia, non solo di quelle amorose perché capita di messaggiarsi moltissimo anche tra amici o tra colleghi. Certo, le compagnie telefoniche non possono registrare se il rapporto è amoroso/amicale, di lavoro o di litigio, ma non lamentiamocene ad alta voce ché questi potrebbero trovare il modo...

Certo, in alcuni casi questo è il modo più giusto di spendere i propri soldi, anche se non posso non lamentare il fatto che le tariffe inglesi fossero decisamente più basse di quelle italiane, le quali, per esempio, non rispettano i limiti UE sui costi massimi degli sms.

Ma poi, in fondo, non c'è niente di più bello del ricevere un messaggino da una bella ragazza, da un amico lontano, ricevere una buona notizia o una cazzata divertente. Mi secca solo dare i soldi a gente che non è che ne abbia proprio bisogno, ma poi si sa che noi Italiani siamo dei gran ciarlatori.

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Se mi scrivi (Perturbazione)

Un numero è una pura astrazione matematica
ma ti capita mai
di dare un’importanza esagerata a una sola serata
o a di che segno sei

così che dando i numeri le ho dato anche il mio
e dopo stavo come solo sa spassarsela Dio
e aspetto un SMS
come se piovesse
non mi sembra di essere più in me

e se ho scambiato un numero con un’illusione
non si è trattato di una maledetta astrazione
ma è solo perché
porca puttana mi son proprio innamorato di te

un numero è una pura astrazione matematica
ma ti capita mai
di dare un’importanza esagerata a una maglia scollata
o agli anni che non vuoi

così sto dando i numeri e non trovo una via
chiedo clemenza al mio gestore di telefonia
unite le onde del destino
al mio telefonino

e se ho confuso un numero con un’illusione
non si è trattato di una maledetta astrazione
ma è solo perché
porca puttana mi son proprio innamorato di te

clicca qui per il video

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ho bisogno di una pausa di riflessione

28/12/09

Parto da questo articolo perché pone il problema chiave nell'idea stessa di sviluppo.
Un problema su cui non sono ancora riuscito a maturare una presa di posizione perché quel che mi sembra giusto decade di fronte ai problemi della fattibilità.
Quando Willy Brandt diceva che bisogna fare sempre tutto il possibile, mi chiedo quali meccanismi possano rendere fattibile l'idea di una decrescita.
Temo che una scelta etica sia troppo poco, temo che una vita tendenzialmente sobria e morigerata, quale considero la mia, sia un esempio troppo debole per un vero impatto.
Serve qualcosa di più, una forza di cambiamento del mondo pari, almeno, a quello che è il tasso d'interesse o l'inflazione, una forza che ridisegni l'interesse degli individui facendolo collimare con quello collettivo.
Ahimé, mi ritrovo senza risposte forti e convincenti di fronte al più grande problema politico globale di quest'età che viviamo.

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al computer

27/12/09

Bevo spesso il caffé quando sono al computer, la mattina o dopo pranzo, spesso anche la sera. Tengo un sotto-bicchiere alla mia destra ed uno alla mia sinistra per evitare che la tazzina sporchi il tavolo. Ne ho uno di una roba della Student Union dell'LSE, bianco con un carattere arabo rosso che sembra un fuocherello; l'altro è di una birra, scozzese naturalmente. Quello inglese è decisamente sporco, di quella traccia circolare che le tazzine di caffé lasciano. L'altro è decisamente più pulito col suo bel verdone scuro appena macchiato di caffé nel centro. Ovviamente, li uso anche quando bevo altro come il thé, un succo di frutta o, semplicemente, l'acqua.

Ora che sto riordinando il mio tavolo, i due sottobicchieri rimangono qui.

PS - fuori tema
Noto con dispiacere che dei blog che seguivo, sono quasi tutti ormai inattivi. Per chi ha voglia di leggere di un mondo fantastico, suggerisco questo blog, anche se il portoghese è un po' faticoso da capire.

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Non si guarda l'ora

Non si guarda l'ora quando Maradona inizia a saltare i difensori come birilli.
Non si guarda l'ora quando Tolkien t'assorbe nella battaglia di Gondor.
Non si guarda l'ora quando Obi Wan cade colpito dalla spada di Darth Fener.

Non si guarda l'ora quando abbracci una persona cara.
Non si guarda l'ora quando ci si ritrova davanti alla notte stellata di Van Gogh.
Non si guarda l'ora quando Cannavaro alza la coppa.

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digitale terrestre

26/12/09

Ok... ora a casa abbiamo il digitale terrestre... regalo di Natale... stamattina una prima occhiata, togliessi sport (finalmente fan vedere anche un po' di basket) e un po' più di cartoni animati, l'unica novità interessante è la BBC. Per il resto, non mi sembra ci siano contenuti così innovativi, sono sempre televendite che c'erano anche prima sui canali regionali.

Tant'é.

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pensiero per il Natale 2009

24/12/09

Calmo, quieto mentre bevo il caffè penso a cosa vorrei dedicare questo Natale. Ho riguardato cosa dissi tempo fa e, con un poco di mestizia, appare purtroppo ancora attuale.

Aggiungo solo il pensiero tutto Cristiano di una rinnovata attenzione alle persone, suare questi giorni di vacanza per dedicarsi alle persone, a quelle a cui vogliamo bene, quelle che altrimenti sentiamo di meno, quelle che ci sono care, ma che vediamo poco.

:-)

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poesia | logistica

23/12/09

Niente di più bello. Una calda serata con fuori la neve. E poi, seppur un po' contro voglia perché stavi bene e perché fuori fa freddo, uscire camminare in una bellissima Milano di notte con 20 cm di neve fresca. Ché per poco Milano sembra Trento, le vie strette del centro storico medievale evocano il Gamla Stan, ma qui non c'è il mare. I palazzi delle istituzioni ammantati di soffice delicatezza, loro che nati in altri tempi rappresentano la mia Repubblica.
Camminare nella neve alta e freschissima. Incontrare un uomo che porta fuori il cane. La solidarietà di chi cammina a tarda notte; il pensiero più dolce per chi è al calduccio tra le coperte. Ma non si immaginino scene di tempeste di neve, Milano era calmissima, elegante, come una bella donna che non ha vergogna nel mostrarsi elegantemente nuda davanti a Tiziano, Manet o Picasso.
Non ho preso alcuna foto perché niente può sostituire il dolce sentimento del camminare nella neve fresca, insolitamente alta per Milano. Manco fosse Trento...

[fine parte poetica]
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[inizio parte logistica]

Con così tanta neve, è normale che il sistema vada in tilt. Succede praticamente ovunque nel mondo e, credo, sempre sarà così. Non lamentiamoci che questo succeda solo in Italia. Ho visto London andare in crisi totale per meno della metà della neve. Non discuterò di errori, limiti, leggerezze che pure ci saranno stati. Ma da quel che so anche altri paesi restano paralizzati in condizioni così estreme.
Quello che probabilmente manca (gravemente) in Italia è la cultura dell'emergenza e del prendersi cura dei propri passeggeri, del fatto che siano persone bloccate al freddo di stazioni e aeroporti. Ché una coperta, un thé, un biglietto rimborsato sono cose da fare per non dare l'idea di speculare sull'emergenza. Un'attenzione al passeggero che manca, quello sì.

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politica, pura

20/12/09

Sono sufficientemente disgustato dal dibattito politico di questi giorni. Rido guardando le analogie che si fanno tra l'oggi e l'Italia degli anni '70, derido chi le fa. Rimango della mia idea che ad altri anni si debba guardare, agli anni '20-'30. Sia chiaro, non dico che il Berlusconismo sia un nuovo Fascismo, dico che il Berlusconismo è un fenomeno nuovo, non-più-democratico, profondamente innovatore come lo era il Fascismo. Era cosa nuova e non venne capita; è cosa nuova e non la stiamo capendo.

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Café rouge

18/12/09

Today, café rouge, with my mum. My soul's there, laughing with her.

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...e insomma, un piccolo sorriso

In questi giorni tutti presi da chissà quante cose, confesso ieri di aver trovato un sorriso, di quelli tanto semplici quanto sinceri. Ché poi ti addormenti guardando il soffitto col sorriso semplicemente sincero, stupido agli occhi di chi non sapendo non capisce.

Una discussione, non un vero litigio, nata sui non detti, sui fraintendimenti, i dubbi, i non so, non vorrei, i forse, i quella cosa non mi va ma non voglio dirgliela per non ferirlo... però proprio non mi va... e insomma... quelle discussioni che... dai, ci siamo capiti, tanto i dettagli non ve li racconto. Li sa chi li deve sapere, con gli altri voglio solo condividere un sorriso.

Un sorriso è qui ed ora, hic et nunc. E poi ti ritrovi che alcuni discorsi ieri improvvisati, divenuti oggi pensieri interiorizzati, come se l'improvvisazione da cui sono nati non fosse stato moto effimero e contingente, ma una porta aperta all'emersione di un qualcosa che era in me, un valore una regola una guida che avevo dentro, che aveva solo bisogno di essere sotto le luci dei riflettori sopra un palco a farsi vedere per la sua epifania e perché, in fondo, a distanza di anni porto sempre con me una piccola grande verità su cui, immancabilmente, ritorno.

E allora mi stendo sul letto a riposarmi un poco e sorrido. Thames's flowing under Blackfriars Bridge. L'Isère descend la vallée vers le Rhone et la Presqu'Ile de Lyon. Il Grande Fiume bagna la grande pianura. Die Dom in Koeln and the Lothian castle. Mediolanum.

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ricevuta da facebook

17/12/09

Il potere politico della videocarne

Quello che è successo è terribile. Spiego subito perché, oltre al motivo principale della critica della violenza: Berlusconi ha guadagnato consenso.

Il primo livello del consenso consiste nella ratificazione materiale delle sue ossessioni, nella realizzazione vittoriosa del suo incubo (e della sua finzione) di essere perseguitato, del suo restituire un’immagine di sé martirizzata, esposta, eroica.

Ma c’è un altro livello oltre a quello che deriva dall’essere assurto finalmente a vittima in carne ed ossa di continui attacchi, ed è una cosa molto più importante del consenso volontario, e cioè l’eliminazione del dissenso.

Chiunque oggi si permetta di dire anche solo una parola in più rispetto all’espressione della solidarietà, entrando nel merito della sua storia, precedente all’attimo dell’aggressione (come Di Pietro e Rosy Bindi), è assimilato, simbolicamente e politicamente, a chi ha compiuto l’aggressione.

Da grande esperto della comunicazione iconografica, B, scioccato, sanguinante, barcollante dal dolore, ha mostrato la sua grande consapevolezza epica: ha avuto la lucidità di rialzarsi e uscire di nuovo tra la folla. Per vedere? No: per farsi vedere. Sapeva che la sua immagine sanguinante sarebbe stata in grado di trasmettere un messaggio mille volte più potente delle parole che aveva urlato poco prima sul palco, conscio che la sua faccia, il suo visus, finalmente vestito del tragico sul cui filo lui ha sempre camminato, apparteneva alla classe delle immagini potenti, quelle in cui il pathos è veicolato dallo spettacolo, al pari delle imamagini dell’esplosione delle torri gemelle e di tutte le figure in cui la bellezza tragica esonda dal corpo in rovina e allaga, indirizzandole, le percezioni di chiunque.
Icona Videodromica per eccellenza, il suo viso in serigrafia è già, poche ore dopo, entrato dentro la nostra percezione estetica e politica.

E qui veniamo alla seconda motivazione del terribile: il fatto che l’aggressore fosse uno psicolabile può essere inteso in un doppio, affilatissimo, senso. Si potrebbe dire (è questa la linea seguita da Capezzone e da altri esponenti del Pdl) che poiché quella persona era fragile è stata più sensibile di altre alla campagna d’odio messa in atto contro il premier dalla sinistra, dalla stampa, dai magistrati. Questo vuol dire che l’opposizione politica, il dissenso popolare e la legalità sono strumenti, ormai, eversivi, che agiscono esclusivamente nell’ottica di procurare il massimo danno a B, e non nel rispetto delle regole. E che è solo per l’incrollabile amore che lega le masse alla persona del Premier che episodi del genere non avvengono quotidianamente.

D’altra parte, il fatto che il gesto sia stato compiuto da un “folle”, da un malato, giustifica l’idea secondo la quale l’episodio parla di un caso isolatissimo, patogeno, anomico, di dissenso violento, dal quale ognuno di noi è costretto, dalla propria sensibilità e dal proprio senso etico, a dissociarsi.

Non a caso, B manda a dire dall’ospedale due cose: la prima è “non pensavo ci fosse tanto odio”, come se non ci fosse un dissenso “sano” nel paese contro la sua persona e il suo operato, perché se ci fosse ormai potrebbe manifestarsi solo nelle forme violente dell’aggressione fisica. Questo chiaramente lo rende intoccabile, incriticabile.

L’altra cosa che B manda a dire è: “sono miracolato”. Ecco l’altra violenza, quella linguistica, l’atro livello in cui si esprime il terribile del suo senso della politica: B riguadagna il terreno pericoloso della terminologia sacra, carismatica (l’unto dal Signore), magica, riassumendo in pochi minuti l’abito del martire, di colui che lotta contro tutto e tutti, invincibile, emissario diretto della volontà popolare attraverso la quale si esprime Dio.

La sua immagine potente agisce come una droga: non si può non guardarla e schierarsi. Restare intrappolati al primo livello – e cioè pietà contro sadismo, gruppi di Facebook pro o contro l’aggressore – è l’inganno a cui bisogna sfuggire, perché non permette di vedere la totalità della realtà del rischio politico a cui questo avvenimenti espone il paese.

Per fortuna, l’aggressione non ha leso l’occhio o, peggio, altri organi vitali. Per fortuna per l’ovvio motivo umano, ma anche per il motivo razionale che politicamente sarebbe stata l’apoteosi della videocrazia, il trionfo di un’ideologia mortifera della rappresentanza popolare: rabbrividisco pensando al grottesco di un premier con la benda nera, in piedi alla presidenza di un Consiglio ormai ridotto a puro organo di ratificazione della sua volontà, con l’opposizione azzerata, come si vuole fare in Iran, ma in più forte del potere del suo corpo invincibile, sempre più violento, incattivito, un Dottor Stranamore tragicomico che guida le sorti di un Paese spingendo un bottone con la mano guantata, un O’Blivion totale.

Daniela Ranieri

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ingarbugliato filo di memoria nazionale, ma Tartaglia è un eroe del Berlusconismo

15/12/09

In Italia, nel mondo, certe cose non succedono a caso. Ricordiamo tutti le stragi di Stato, le dichiarazioni di Cossiga, la volontà di certi poteri oscuri che vogliono che 'i fatti accadano', che ci siano scontri di piazza, tafferugli. Stragi con infiltrazioni dei servizi segreti, nostrani o esteri. Errori coperti in malo modo, come Ustica, o strategie del terrore perché ci scappi il morto, come il G8 di Genova.

Non dico siano premeditate, ma che ci siano strategie per far "accadere le cose". Nel piccolo, la Moratti che va in piazza con padre finto invalido e rispolverato per l'occasione, solo per ricevere fischi il 25 Aprile.

Io credo che si sia voluto che accadesse qualcosa a Berlusconi, il quale ora può sfoggiare il sangue. Quella foto che diventa icona del martire. Tutto questo, dopo un discorso che annuncia il colpo di Stato, quello di Bonn alla sede del PPE, quello dell'attacco e dello sfascio delle istituzioni repubblicane.
C'era dunque bisogno di un po' di sangue per preparare lo stato di allerta nazionale. Forse Silvio avrebbe preferito soffrire di meno, ma non è detto che lui controlli tutti i dettagli di questo gioco. Tartaglia è un eroe del berlusconismo, della politica mediatizzata, dell'assenza di istituzioni di fronte all'unico leader da cui dipendono le sorti di tutti noi.

Mala tempora currunt.

Avevano bisogno di sangue per giustificare lo Stato di assedio, di una opposizione inesistente fatta solo di violenza, di una crisi economica e sociale di cui si sta perdendo il controllo. Non si può rischiare di perdere audience, avanti col colpo di scena e poi... Per l'Italia, o dittatura o guerra civile, credo di più in una dittatura soft, stile Pinochet o Franco nei loro ultimi anni.

Fatico a mettere in fila tutti i tasselli, ma il discorso di Bonn è la teoria di quel che succederà, le proteste di Piazza Fontana la prova generale di quello che è accaduto in Piazza Duomo. Se la traiettoria è questa, ci avviamo ai poteri speciali al premier contro lo Stato di emergenza, magari con qualche altro incidente in mezzo qualora qualcuno avesse dei dubbi.

Attendo con ansia che i fatti mi diano torto.

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ma Tartaglia non è un eroe

14/12/09

Eviterò le troppe chiacchiere da bar che girano nelle ultime ore.
Berlusconi ricordi che chi semina odio raccoglie violenza, ma la Sinistra non faccia di Tartaglia un eroe: la violenza è sempre anti-democratica.

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"All the world's a stage,And all the men and women merely players:They have their exits and their entrances;And one man in his time plays many parts"

09/12/09

Oggi è una di quelle giornate come tante Corri al lavoro rincorri le scadenze la burocrazia i soldi quei problemi strutturali per cui anche stampare una lettera sembra difficile

Oggi ho vissuto varie emozioni la rabbia la stanchezza la delusione la noia qualche poche risatae qualche parola cara la famiglia il mangiare la doccia parcheggiare stendersi sul letto appena rientrati a casa

Scrivere e credere illudersi di aver fatto qualcosa di utile aver detto qualcosa che serva Illudersi di essere un poco meno colpevoli

"All the world's a stage,
And all the men and women merely players:
They have their exits and their entrances;
And one man in his time plays many parts",
Shakespeare, As you like it.

Non so quante parti ho giocato oggi ieri quali ho giocato bene quali meno quali mi sono rifiutato di giocare Quando i monologhi erano al tempo giusto le battute dimenticate quelle che non mi hanno suggerito i pezzi che in scena ci siamo persi E chissà se lo spettatore ha capito Gli applausi il pubblico che rimane freddo Ripenso all'improvvisazione teatrale e poi alle parti che giocavo fino a ieri raccolte in quello che è probabilmente il più bel regalo che abbia mai ricevuto (ma non vorrei offendere gli altri regali...)
Ripenso alla Londoniensis Lectio
Ripenso alle azioni ripenso ai giochi i pensieri le cose guadagnate quelle persone di una giornata che volge al termine E immancabilmente fai l'appello di emozioni persone gioie delusioni amarezze sorrisi soddisfazioni allegrie pensieri dolci sonnolenti assonnati stanchi dell'ora che volge a Morfeo E 'sti dannati chicchi di caffé ricoperti di cioccolata che mangerei a oltranza Dannazione!

Ogni giornata è un cristallo e questa finisce per essere un bilancio di dov'ero appena 3 mesi fa
Un bilancio giocato su questo stesso blog da cui ora lusingariamente mi leggi, caro lettore. Ho fatto una scommessa col Principe su dove sarò fra 2 mesi mentre questo mese mi vedrà girare tra Lecco (lunedì scorso) e poi Torino London Piombino che sono tutti luoghi a me estremamente cari seppur per ragioni diversamente diverse E poi vediamo se riesco a andare a breve anche a ArezzoGotheborgBarcelonaHannover-Rotterdam (ci proviamo ma non in questo mese e dovrei aggiungere Sao Paolo e Bangalore ma qui sparo troppo in alto) Mi ricordo di un anno fa

Nell'improvvisazione devi ascoltare sentire i tempi gli sguardi le azioni le intenzioni le mani che fanno un gesto le gambe che ti lanciano sul palco Capire quando il tuo personaggio deve uscire di scena nella vita poggiare la testa sul cuscino e capire che non deve ostinarsi a giocare una giornata in cui sei stanco Lui il personaggio che in quel momento ti ritrovi addosso

Guardo questo blog e vi vedo troppa politica non mi rappresenta Anche se inevitabilmente è quello che lascio trapelare, al lettore attento che idea strana si farà Sono d'altronde un pessimo politico sono critico e poco propositivo Ma almeno lo ammetto a misera consolazione e autoassoluzione

Occorre essere attenti per essere padroni si se stessi (G. L. Ferretti)

La vita umana non dura che un istante
si dovrebbe trascorrerla a fare ciò che piace.
In questo mondo
fugace come un sogno
viver nell'affanno è follia.
Ma non rivelerò
questo segreto del mestiere ai giovani:
visto come vanno le cose oggi nel mondo
potrebbero fraintendermi

Giovanni Lindo Ferretti
Cencio's di Prato 7 dicembre 1996 Serata di chiusura delle "Notti di Maciste"



PS
ho riletto quanto scritto, cancellando la punteggiatura eccetto quando il discorso riguardava il caro lettore, anima e vittima di questo discorso che è, in fondo, un inno della quotidianeità, un frammento come piace a me. Ho aggiunto anche formattazioni a caso, senza alcun significato.

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io credo nelle istituzioni

Io credo nelle istituzioni, nel sapere chi siamo, qual è l'identità collettiva di quel che chiamiamo noi, in quei valori che scegliamo come irrinunciabili, fondanti. I valori verso cui vogliamo andare, quelli da cui veniamo. Quelli verso cui ci sforziamo di assomigliare, quelli che scegliamo per educare i nostri figli.

Io credo nel dovere di far vivere le istituzioni, tracciando una base comune sulla quale dividerci sulle decisioni da prendere. Il quadro dentro cui decidere, la soglia che definisce noi stessi, la comunità a cui apparteniamo. Credo fermamente nel dovere di tutti di partecipare per far vivere queste istituzioni.

Se non ci impegniamo nelle istituzioni, queste muoiono, a prescindere da qualunque decisione ne consegua. Dev'esserci sempre uno spazio condiviso di regole che scegliamo di darci. Possiamo infrangerle, ma allora scatteranno automatismi correttivi che ci siamo auto-imposti.

Io credo che oggi servano le istituzioni. Di fronte alla crisi che è, soprattutto, una crisi del futuro, del non sapere domani e del disperato tentativo di salvaguardare un qualche presente. Sapere chi siamo, da dove veniamo, quali valori ci diamo. L'impegno per qualcosa di comune, a prescindere dalle strade che vogliamo prendere e le idee che abbiamo.

Senza istituzioni, non esiste un "noi". Senza istituzioni, siamo semplicemente degli "io", individualità primitive e atomistiche in interazione, non collettivi sociali. Senza istituzioni, quello che viviamo muore, non si perpetua nel tempo. Lentamente muore chi non si impegna per far progredire le regole basilari della convivenza.

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nel giorno di Sant'Ambrogio

07/12/09

Questo articolo, segnalatomi dal mio Sottosegretario di massima fiducia, evidenzia un grande buco da colmare. Chi è Cristiano, non può condividere il leghismo emergente e dilagante. I valori cristiani sono inconciliabili con la xenofobia razzista della lega, sono valori imprescindibili per un cristiano quelli dell'accoglienza e della solidarietà verso chie è svantaggiato. E' una delle regole base e fondamentali del Vangelo, nessun adito ad ambiguità (che invece potrebbero esserci su altri temi).
Ecco, i cristiani quelli veri, quelli che hanno scelto Cristo e non Mammona, non possono tollerare questo razzismo, non possono tollerare nessuna forma di razzismo o discriminazione, il venir meno del comandamento cristiano dell'Amore è un fatto gravissimo.

Ahimé, assistiamo ad una deriva allarmante di gente che agita una croce senza sopra il Crocefisso. Un cristianesimo svuotato di contenuti travisati per la mediatizzazione, un cristianesimo oserei dire berlusconizzato nel senso che immagine e contenuti non hanno più alcun legame e un'immagine viene usata come spot per strumentalizzare qualunque cosa.
Capisco la difficoltà dell'integrazione, ma è tutta la difficoltà del Cristianesimo, la quale è tutto fuorché una Fede semplice.

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oggi è San Nicola

06/12/09

Oggi è San Nicola, vescovo di Antiochia. Uno dei padri della Chiesa, uno che in tempi di crisi iniziò a prendersi cura dei bambini orfani e da lì, discende la tradizione di quello che oggi chiamiamo Babbo Natale. Ovviamente sono molto legato a San Nicola. Oggi, come da tradizione, mi farò un regalo, da solo. Un libro, generalmente di filosofia, meglio se usato che mi piace di più e comunque non sopra le 100 pagine ché già quelle per me sono tante.
A voi che leggete, regalo questo video che a me piace sempre molto.

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il giorno del diritto

05/12/09

Il giorno dopo una grande consegna, una tirata fatta per sistemare tutte le cose della consegna di fine anno. Ecco, questo è il giorno del diritto del riposo, il giorno in cui puoi rimandare tutto a domani. Il giorno in cui non voglio sentire la parola 'doveri'.
Oggi va così. A domani.

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piccola storia inutile

Come tutti, credo, tengo uno straccio nel vano sotto la sella del mio motorino. Lo uso generalmente per asciugare la sella o per tutte quelle che, insomma, ti serve uno straccio.
Tre giorni fa, uscivo dall'ufficio e ho ritrovato quello straccio che era rimasto tutto il giorno lì penzoloni, mezzo fuori e mezzo dentro, schiacciato dalla sella sul bordo del vano.
Un fatto assolutamente insignificante che però, per lui, straccio, è stata tutta quella sua giornata, tutta la sua vita. Tutto il suo mondo era lì, schiacciato dalla sella mezzo dentro mezzo fuori quando tutt'attorno piove. Freddo come il november milanese, quel giorno lui l'ha passato così. Lì, penzoloni e mezzo sporco, come uno straccio dev'essere.
Un fatto assolutamente inutile, insignificante, irrilevante e che per lui è significato il tutto. Lui, lo straccio, che non ha coscienza, non ha vita ed è rimasto indifferentemente appoggiato a penzoloni, schiacciato dalla sella del motorino sotto la tettoia del parcheggio.

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Chi ha paura del rischio?

Chi ha paura del rischio?
Il rischio non è l'incertezza. Riconoscere un rischio significa avere sufficienti elementi averlo riconosciuto e, in qualche modo, stimato. Ciò non dà alcuna garanzia di successo, alcuna garanzia. Un rischio è stimabile, prevedibile. Puoi immaginarne conseguenze, successi, fallimenti. Non è detto che le tue previsioni si avverino, probabilmente no.
Eppure, il rischio, se riconosciuto, richiede che alcuni elementi siano stati analizzati, considerati e ponderati.

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For wayfarers | Per i viandanti

Duke's guests | Ospiti regolari

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