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Si festeggia, sobriamente

25/04/25

Io ce li vedo, a gonsolarsi per l’idea “geniale“ di estendere il lutto per il Papa in modo da « bloccare » il 25 Aprile. Invece, si sta rivelando un clamoroso autogol, ridicolo e patetico. Allora, meglio Berlusconi che ando’ a festeggiare all’Aquila fingendosi Partigiano per un giorno

Invece questi sono personaggi da commediuncola degli errori, neofascistelli che si gongolano di essere ora al potere, sfoggiando cimeli del ventennio. No, l'Italia e' piu' avanti. Per fortuna.

Sorrido e festeggio.

 

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

 

Piero Calamandrei

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Benito...

13/10/22

Un paio di aneddoti riguardo a Ignazio BENITO La Russa.

A Milano era noto il cosiddetto "Metodo La Russa": nei 6 mesi prima delle elezioni, si faceva una circolare dicendo di non fare multe, soprattutto evitare i divieti di sosta in modo che i cittadini fossero piu' inclini a ri-votare Albertini o Moratti. Ovviamente, mica era una circolare ufficiale in carta da bollo, era una "comunicazione interna verbale". Il buon Ignazio Benito sapeva che soprattutto le multe per divieto di sosta hanno un impatto negativo sulle elezioni. 

Sempre legato a lui, c'era anche il Metodo "De Corato", vice-sindaco di Milano e delfino di La Russa. Il metodo per i locali notturni (pub, discoteche, sale concerti) era semplice: o pagavi il pizzo alle famiglie di Paterno' (da cui viene la famiglia La Russa) oppure il Comune (cioe' De Corato) ti manda un'ispezione igienico-sanitaria da cui risulti sicuramente inadempiente in qualcosa. La cosa era raffinata perche' non c'era collegamento formale fra il pizzo pagato ai siciliani e i controlli comunali fatti a Milano.

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Il discorso su Milano è invece più complesso.

17/10/21

Premesso che ho già avuto modo di esprimere il mio giudizio sul Sistema Sala, la questione di Milano è più articolata. Milano sta andando obiettivamente bene in Italia e, come ben sintetizzò Il Sole 24 Ore, prima della pandemia Milano cresceva il doppio della Lombardia, la Lombardia cresceva il doppio dell’Italia, ma la media era crescita zero*. 


A Milano le cose vanno bene perché si è perseguito un modello basato sulla manovalanza a basso costo proveniente dal resto del paese, da Varese o da Barletta, e investimenti pubblici nazionali (Expo, salone del libro, metropolitane e olimpiadi invernali) con investimenti privati extra-UE (da City life agli scali ferroviari). Questo modello sta funzionando e anche bene: chi va a Milano vede che le cose funzionano, mentre il resto d’Italia si desertifica perché non arrivano investimenti e le risorse emigrano. Questo crea grande consenso interno e, come farebbe qualunque altro sindaco, Sala lo cavalca. Chi, come l’ex Ministro Provenzano, ha provato a evidenziare che questo modello è egoista (es. tassa d’ingresso sulle auto, federalismo municipale, accentramento delle nuove funzioni) e aumenta le disparità territoriali è stato impallinato perché, come spesso accade in Italia, il pensiero critico e complesso non è mai apprezzato in Italia. 


La pandemia è poi un capitolo a parte. La narrativa dominante ed egemonica è “Sala = buono, Fontana = cretino”. Premesso che condivido il giudizio poco lusinghiero sul leghista, Milano è stata l’epicentro di morti per covid nella 2° e 3° ondata perché “Milano non si ferma”, perché la partita Atalanta-Siviglia andava fatta giocare per l’amico Gori, perché i commercianti avevano bisogno di vendere i panini fuori dagli uffici. Questa cosa rientra nel punto precedente: Milano non poteva perdere la sua posizione da primato e leadership. Eppure, la narrativa dominante ha associato il fallimento a Fontana, non a Sala. Guai a chi osa insinuare qualsivoglia responsabilità del buon Beppe. 

Visto da fuori, tutto questo mi pare evidente: i miei amici che vivono a Milano sono entusiasti dei benefici di vivere nel cuore pulsante del paese; chi sta fuori non può che invidiarli perché -ahinoi- restano poche macerie, poche città che possono vantare tali successi e tanti tanti lasciti di oltre 10 anni di crisi. Chi volesse assumere una posizione meno campanilista dovrebbe assumere un respiro almeno nazionale, non dico europeista. Questa dinamica che ho cercato di raccontare è, ahinoi, comune ad altri paesi, come la Spagna. Ci tengo a chiarire che se al posto di Sala ci fosse stato un altro sindaco, avrebbe capitalizzato lo stesso su questo successo, ma ci vorrebbe una visione ALMENO nazionale per ridare equità e coesione territoriale. Forse non tutti sanno che questo decennio è stato il primo dall’unità d’Italia, in cui la prima regione di emigrazione è la Lombardia. Un tempo, le terre di emigrazione erano Sicilia e Puglia, Veneto e Campania. Oggi è la Lombardia. Il fatto che il saldo non sia così negativo perché arrivano dal Sud è una menzogna che ci si può raccontare, ma che non aiuta a capire. Il boom di turisti a Milano si è associato a un declino di turisti a Firenze e Roma in quello che è un triste gioco a somma zero. 

 Hanno fatto male i miei amici a votare Sala? Beh, non c’è mai stata competizione, quindi il dubbio non si pone e capisco bene che chi beneficia di una Milano in buone condizioni auspichi che questo continui. Piuttosto, sarebbe utile riflettere su che cosa da Milano al resto del paese. Quello si e allora divento piu' critico perché Milano avrebbe una responsabilitá nei confronti dell'Italia che pero' non ha mai voluto assumersi, ben prima dei tempi di Sala&friends. 

* Ai miei amici più “quantitativi”, segnalo che dipende se fai una media semplice (crescita/regioni*numero) o ponderata (crescita/regioni*dimensione).

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Ai miei tempi, ora all'incontrario

15/09/16

Ai miei tempi, la si chiamava "giustizia a orologeria", la denunciava sempre Silvio e, in pratica, significava che i magistrati facevano arrivare avvisi di garanzia a lui e i suoi nei momenti-clou in modo da massimizzare la visibilità politica e danneggiarlo.

Ora, funziona nella stessa maniera, ma all'incontrario. La domanda di arresto per l'infiltrazioni mafiose a Expo è stata depositata, ma poi riaperta tre volte e resa esecutiva solo DOPO l'elezione di Sala, sia mai che questa cosa entrasse nel turbine di una campagna elettorale. Facili strumentalizzazioni e quindi meglio aspettare.

Poi, Sala aveva anche un altro paio di pendenze per cosucce non dichiarate. Vicende aperte, sollevate dopo l'elezione, tutte rimaste al caldo dei faldoni del palazzo di giustizia che si sa che l'estate milanese è calda e noiosa. Visto che però in seguito al linciaggio mediatico sulla omologa romana questa cosa in qualche modo emerge, ecco che prontamente arriva l'archiviazione. Subito, in fretta e furia prima che in rete riceva troppa attenzione. Poco importa sia incompleta, basta dare in pasto alla rete una notizia che abbia un qualche riferimento ufficiale e la rete poi ci gioca come vuole lei.

Curioso, vero? L'archiviazione per Sala arriva proprio quando c'è più attenzione mediatica. Come la vogliamo chiamare?

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Non me l'aspettavo

08/06/16

Non me l'aspettavo che Parisi arrivasse così vicino a Sala, anzi mi aspettavo che Sala vincesse addirittura al primo turno. Invece, Sala ha raccolto un terzo in meno dei voti di Pisapia e circa il 50% di chi sostenne Pisapia non si è sentito rappresentato ed ha guardato altrove. Ci sarà tempo per analisi più approfondite e le riflessioni vere vanno fatte dopo il ballottaggio.

Però, ora, non mi aspettavo una reazione così violenta dai sostenitori di Sala. Sono arrivati a insultarmi, denigrarmi sia politicamente sia professionalmente. Anche un neo-marito di una cara amica ha usato toni che non gli appartengono, da altri me l'aspettavo. Purtroppo, però, ora è impossibile parlare coi sostenitori di Sala. Sono talmente aggressivi che non capiscono niente, ringhiano, abbaiano, insultano e non capiscono che facendo così dimostrano che la forza gentile che Pisapia rappresentava è scomparsa. L'unico argomento che hanno è di non far tornare i vari La Russa, De Corato e Gelmini. Peccato che per farlo abbiano scelto come candidato il peggiore di quel gruppo, l'abbiano ripulito per renderlo potabile con un'operazione resa possibile solo dall'attuale egemonia culturale del renzismo e ora tutti a ringhiare per difendere una qualche rendita di posizione. Perché se ringhi significa che non hai una prospettiva convincente.

Non me l'aspettavo una reazione così violenta da quelle persone. Molte le sto rimuovendo da FB e cerco di evitare le discussioni. Esiste una soglia di tolleranza che è stata ampiamente superata, ma ovviamente non mi chiederanno scusa. Mi allontanano e non è la prima volta che è successo.

Non vale neanche la pena di usare argomenti razionali perché ormai i sostenitori di Sala sono persi nella violenza con cui si rivolgono a chiunque la pensi diversamente. Non era questo Pisapia, non mi aspettavo che dopo cinque anni di Pisapia fossero così rabbiosi. Pisapia era gentilezza e concretezza, Pisapia era Piazza del Duomo che cantava tutta mia la città con Giuliano Palma. Tutto scomparso e non se ne rendono conto, anzi si ostinano a non vedere l'evidente.

Non me l'aspettavo, posso solo esprimere rammarico qui dove (quasi) nessuno di loro mi leggerà. Poi, ditemi che sono permaloso, ma io non rinuncio alla prospettiva di un'Italia migliore, anche se passo dopo passo la vedo allontanarsi. Questo sì, invece, me l'aspettavo: in tempi di renzismo bisogna far fuori chiunque la pensi diversamente, soprattutto se in grado di presentare un argomento convincente.

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Sala Majorino Balzani. No grazie.

05/01/16

Chiariamoci su una cosa: le primarie per la successione di Pisapia mi hanno disgustato. Va bene, lo sapevate già, ora che ci sono i candidati è ancora peggio.

Sala è stato Direttore Generale del Comune per Letizia Moratti, uomo scelto da Tremonti e Formigoni per guidare Expo e ora pupillo di Renzi. Accettare la competizione con uno così significa veramente essersi venduti al Partito della Nazione perché accettarlo significa accettare la possibilità che vinca lui le primarie e quindi poi sostenerlo alle elezioni. Inaccettabile.

Majorino è stato segretario DS di Milano ai tempi di Ferrante, quello che senza Boeri a Milano non si vince e per questo mi dimetto, quello che quando era segretario DS grazie a lui Milano era la roccaforte... di Berlusconi! Un anticlericale convinto che ha fatto bene l'assessore ai servizi sociali grazie... alla rete ambrosiana! Insomma, una contraddizione politica vivente, un giovane vecchio, un bell'esponente di quella classe politica contro cui ho sempre lottato. Majorino ha già avuto le sue possibilità ed ha perso, in malo modo. Perché ora dovrebbe essere diverso? E poi, uno che ha sostenuto Civati dove volete che vada?

Balzani è onestamente il profilo più interessante dei tre per le competenze maturate a Genova e all'Europarlamento, però... parliamone! Si vanta di essere stata co-relatrice di maggioranza dell'ultimo budget UE. Bene, peccato che questa negoziazione sia stata un fallimento! L'UE ha un budget ridotto e per questo non è in grado di affrontare la crisi, in più si è auto-castrata perché gente come lei ha voluto l'austerità nelle Costituzioni dei paesi membri. No, perché poi sembra che l'UE vada male per colpa di oscuri burocrati. L'UE va male perché ci sono politici come Balzani che prendono le decisioni sbagliate (ovviamente, lei non era sola, ma questo non riduce le sue responsabilità politiche).

Ecco, definiti i tre profili, due previsioni. La prima è che la stampa di regime giocherà a far valere il dualismo Sala-Majorino dove Sala vince a mani basse perché obiettiva superiorità di competenze, curriculum e sostegno. Sala candidato e Majorino che ubbidiente come un civatiano si accoda ottenendo magari la presidenza del consiglio comunale. L'unico scenario per cui potrei ricredermi è se Balzani ottenesse il sostegno di Majorino (che si ritira) e riuscisse a sconfiggere Sala alle primarie dimostrando che Milano non vuole altri renziani. Non ci credo, ma se succedesse potrei ricredermi. 

In conclusione, non andate a votarli, nessuno. Isolarli è l'unico modo per (iniziare a) neutralizzarli. Nel frattempo vediamo che alternative emergono.

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Mi hanno sostanzialmente convinto

29/11/15

Già ero critico su Pisapia, ora mi stanno convincendo a non votare né alle primarie né alle comunali. Al di là che non so se un AIRE può votare alle comunali, l'idea che si scelga Sala come successore di Pisapia significa rinnegare completamente quell'esperienza, l'ideale iniziale e la pur modesta realizzazione amministrativa. La parte che dovrebbe rappresentarmi non solo ha deciso di sostenere non nome che non sosterrei mai, ma si ostina a fare una battaglia in difensiva contro un alleato che tanto ha già deciso per Sala e, peggio, un alleato che li ha già traditi e sbeffeggiati a Roma (Campidoglio e Palazzo Chigi), in Sicilia e Campania. Pisapia era l'idea di portare avanti una Sinistra municipale, anche a costo di far compromessi con un centro compromesso. Qui invece si gioca di retroguardia sperando che qualche candidatura di bandiera permetta comunque di non essere esclusi dagli assessorati. Non ci siamo proprio.
Sia chiaro: non ho niente di personale contro Sala, semplicemente lo trovo incompatibile con la mia idea di Sindaco di Milano. Sarà una brava persona, ma il progetto politico con cui nasce la sua candidatura è antitetico rispetto a quello di Pisapia, che invece mi rappresentava.
Il mio problema più grosso è che chi dovrebbe rappresentarmi non capisce che li stanno pigliando a pesci in faccia. Come si può essere alleati con chi spinge in questo modo per Sala? E non stiamo parlando delle dinamiche nazionali che ho capito che non siete in grado di collegarle (come se il Sindaco di Milano non avesse valore nazionale...).
Che fare? Bah, credo proprio che non voterò alle primarie ed alle elezioni se dovessi votare, butterei via il voto su qualche listarella indipendente o magari considererei il M5S, che non mi piace ma pur di non darla vinta a 'sti qua. Però visto come sta messo il M5S a Milano sarebbe una scelta abbastanza irresponsabile, ma non è che stare con chi vuole Sala sia tanto meglio.

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Quello che non capisco

04/05/15

Ma 'sti Black Block lo capiscono che finiscono solo per danneggiare la causa per cui in teoria stanno protestando? Già, perché il risultato mediatico è "no expo = distruzione = violenza = male", mentre tutto il resto è l'Italia che piace, che pulisce, che ce la fa, insomma l'Italia di Renzi. Visto che tertium non datur nel tam-tam mediatico, il risultato è che hanno rafforzato quello contro cui in teoria protestavano. Visto che non è la prima volta che succede, mi chiedo quale ratio ci sia dietro all'organizzazione di queste cose perché, riconosciamolo, erano veramente organizzati! Cosa volevano ottenere? Imparare mai?

Invece, ecco un'intervista che mi ha sorpreso perché propone un punto di vista a mio avviso inatteso. Interessante.

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imparare mai?

03/05/15

Ci sarebbe molto da dire su quanto avvenuto a Milano se non che siamo sempre alle solite discussioni perché ogni manifestazione finisce sempre con la solita devastazione. Mi chiedo come mai non imparino mai o se non sia ancora una volta il metodo Cossiga. Perché gli hashtag e le città cambiano, ma siamo sempre qui a parlare della solita storia. Imparare mai?
Apprezzo comunque Milano che il giorno dopo s'è messa a pulire la città. Una bella risposta, molto significativa.

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a Milano è un po' più complessa

27/03/15

La questione milanese è invece più complessa (vedi qui) perché è intervenuto uno come Pisapia, che purtroppo esausto lascerà la poltrona di Sindaco. Qui la questione è semplice ed in linea con l'esperienza romana: ha vinto chi si è presentato fuori da quel partito e quindi è riuscito a mettere un freno alla corruzione, che pure con Greganti e Penati ha dato prova di saperci fare anche fra i Navigli. Lavorare fuori da quella realtà corrotta è, per me, l'unica via d'uscita. Un gruppo di persone "altre" rispetto a chi fa politica da una vita e, soprattutto, vive grazie alla politica. Solo questo continuo ricambio sociale può permettere di mantenere sano il sistema, o quantomeno ridurre il rischio di cancrene.

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a proposito del fallimento di Pisapia

23/03/15

Sono e resto un convinto sostenitore di Pisapia e di quel progetto che lo portò a vincere primarie ed elezioni come Sindaco di Milano. Tuttavia, non posso nascondere che la sua amministrazione sia stata un fallimento e per questo sono contento che non si ricandidi. Purtroppo, non posso non sottolineare come credo nessuno abbia capito né ammetterà le ragioni di un fallimento che non sono per nulla riconducibili a Pisapia.

Personalmente, vedo tre limiti fondamentali fra loro collegati che hanno determinato questo fallimento.

1. Pisapia ha trovato alcuni buoni collaboratori, ma non ha mai costruito un soggetto politico organizzato, non un partito o altro che potesse dare forza al suo messaggio politico ed alla sua esperienza amministrativa. Un agire da solo che alla lunga logora quando si tratta di amministrare una grande città. Bisognava costruire una squadra che andasse oltre ai leaderismi.

2. Il cancro che ha azzoppato Pisapia ha un nome preciso: PD milanese, nelle sue varie anime. L'anima palazzinara delle coop rosse amiche di Penati, profondamente cementificatrici e disinvolte negli affari. L'anima arrogante dei renziani che pensano di comandare anche laddove non hanno partecipato alle elezioni. Il tutto condito da un partito che è ormai intimamente di idee di centrodestra, un partito le cui posizioni non differiscono dall'esperienza della Moratti se non per isolate personalità tipo Majorino che ho tanto criticato prima, ma che ammetto abbia lavorato bene come assessore, un partito che sopravvive grazie ad un'acritica disciplina di partito che ora va bene perché vincono. Ritrovarsi una partito di maggioranza relativa di destra è il male che ha provocato il fallimento di Pisapia e, legato alla mancanza del punto 1, si capiscono i fallimenti su scala locale.

3. L'errore di Pisapia è stato anche di non giocare mai un ruolo nazionale, come invece hanno fatto da sindaci Renzi, Veltroni, Rutelli o Chiamparino. La possibilità c'era quando per esempio Monti scaricava sulle disastrate casse comunali i tagli che faceva. Lì Pisapia doveva intestarsi la rivolta, ma avendo in maggioranza a Palazzo Marino lo stesso PD che faceva macelleria municipale a Roma ovviamente non poteva. Pisapia poteva essere una riscossa municipale alla crisi e invece si è limitato a fare il buon amministratore.

Vedo una possibilità, però, se Pisapia riconoscesse questi elementi e si unisse ad un processo come quello di Landini, personalità che a dire il vero non amo moltissimo ma che ha capito che bisogna partire da una coalizione sociale e non da una sommatoria partitocratica di eterni sconfitti.
Un altro mondo è ancora possibile perché, non dimentichiamolo, comunque Pisapia ce l'ha fatta e ha fatto molto meglio di Moratti, Albertini e tanti altri che rischiavano di portare Milano ancora più giù.

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Io cammino

09/10/13

Io cammino.
Io cammino e non corro perché preferisco camminare. Camminando, si apprezza meglio il percorso, anche se talvolta si rischia di fare tardi.
Io cammino e infatti talvolta arrivo tardi, sicuramente vado più lento.
Io cammino e finalmente vivo in una città da camminare. Prima vivevo in una città dove si correva e questo lo soffrivo perché non fa per me. A Bruxelles, hanno ristretto le strade così anche le macchine alla fine vanno alla velocità con cui si cammina. Le bici ci provano ad andare più veloci, ma qui ci sono tanti sù e giù, non come in Olanda.
Io cammino ed a Milano si corre.
Io cammino e posso sembrare cinico nel mio fregarmene della fretta. ne pago le consequenze, tant'è.
Io cammino e se mi fa male il piede divento di cattivo umore perché non posso più camminare, ma bisogna distinguere quando fa male per il troppo camminare ché allora è giusto fermarsi e riposare oppure quando fa male punto e basta, allora non puoi più camminare.
Io cammino e guardo intorno a me, talvolta anche dentro di me.
Io cammino e penso che camminare sia bello, ma anche stare fermi ha aspetti positivi.
Io cammino ed ora sono qui sdraiato a scrivere e voi, con ogni probabilità, sarete altrettanto seduti a leggermi, sempre che abbiate la pazienza di farlo.
Io cammino ed ho intenzione di continuare a farlo, mi piace.

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Una buona notizia, ma bisogna rifletterci

27/07/12

Il registro delle unioni civili di Milano è una buona notizia. Ma politicamente bisogna rifletterci. Se non fosse stato per il PD, l'intervento sarebbe stato più coraggioso e meno sofferto. Questo ricorda quanto sia importante votare un partito piuttosto che l'altro dentro una coalizione. Sono quasi sicuro che se fosse stato sindaco Boeri non ci si sarebbe mai arrivati perché sarebbe rimasto invischiato nel suo stesso partito. Al contrario, Pisapia è riuscito in un'ottima operazione politica ma i limiti del PD sono rimasti e dimostrano che questo PD non è in grado di portare avanti progetti ambiziosi e progressisti, se non in alleanza con altri.

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Iniziamo a rimpiangere Tettamanzi

21/07/12

Credo che Scola abbia preso un granchio clamoroso! Accusare Pisapia di voler introdurre la poligamia è una sparata che poteva risparmiarsi, al di là di ogni buonsenso. Era più credibile se diceva che Pisapia mangiava i bambini... Ah quanto ci manca il Dionigi...

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Penati, simbolo della politica italiana

29/08/11

Come sapete, da tempo, sono particolarmente ostile a Penati. Tuttavia, credo sia ormai chiaro il suo "sistema", ma vorrei precisare un punto specifico che è per me il più importante.

Ometto le implicazioni penali sui presunti reati di corruzione (e simili), mi focalizzo sul problema politico di Penati. Un dettaglio diventa simbolico di tutto.

Si è scoperto che nelle aree Falck di Sesto San Giovanni, Penati stralciò dal progetto la linea tranviaria per favorire invece il trasporto su autobus visto che era gestito da una compagnia di un suo amico che così faceva lavorare le cooperative della cui lega lo stesso Penati era esponente.

Insomma, via il tram, spazio agli autobus (più inquinanti, minore capacità, minore qualità, maggiori costi) perché ci lavorano i miei elettori. E' questo il simbolo di una politica che fa prevalere l'interesse corporativo su quello generale (far lavorare i propri clientes è più importante che fare l'interesse dei cittadini).

Questo, sia chiaro, non significa per forza che Penati abbia commesso reati (su quello aspetteremo), ma ci permette di maturare un giudizio politico molto chiaro. Di più, diventa il simbolo politico dell'Italia clientelare, anche a Sinistra.

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appena rientrato, una serata subito all'altezza di Milano

31/07/11

Rientro ieri da Bruxelles, trasloco talmente impegnativo da non lasciare spazio a malinconie che pure si erano accumulate nelle ultime settimane.

Per il rientro, avevo raccolto un 4 amici per una birra di fine estate, giusto perché non ci vedevamo da tanto e per non sentirmi troppo abbandonato dopo il rientro in Italia.

Nella migliore tradizione milanese, una ha dato buca mezz'ora prima dell'appuntamento per la stanchezza, una ho dovuto chiamarla perché si era dimenticata di dirmi che mi avrebbe dato buca, un altro manco ha risposto e la quarta, almeno, è arrivata per quanto con un'ora di ritardo perché, non è colpa sua, traffico, parcheggio e distanze sono problemi obiettivi.

Ecco, io credo che Milano tolga la voglia di uscire, di incontrarsi, di conoscere e conoscersi, tolga stimoli alla socializzazione e all'amicizia. E lo dico perché ho chiaro e fresco il confronto con Bruxelles...

Beh, grazie a chi ieri sera ha sconfitto Milano e siam riusciti a vederci facendomi apparire meno duro il rientro in Italia. Oggi vado al Lago...

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ai genietti che vogliono rovinare la festa

31/05/11

Per D'Alema, il modello da seguire per il futuro non sono quelli che han portato la vittoria a Milano, Napoli e Cagliari (PD+IdV+SEL), ma... MACERATA!!!! (PD+TerzoPolo).

Ecco, signor D'Alema, abbia il buongusto di andarsene... è con gente come lei che la Sinistra non vincerà mai. Se lei non raccoglie voti, ma Pisapia&co sì... non sappiamo cos'altro fare per spiegare la Sinistra che ci piace, e quella che NON ci piace.

Buona festa a tutti!

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piccola lezione imparata

28/05/11

Pisapia insegna che e' importante motivare il tuo elettorato, che cosi' ti fa campagna elettorale spontaneamente perche' la cosa migliore di tutte e' l'entusiasmo che i tuoi sostenitori provano nel votarti. Questo da troppo tempo manca a Sinistra, solo Prodi aveva ridato entusiasmo, ma poco pochetto.

Dedico la bellissima serata di ieri in Piazza Duomo a Penati e al suo trascinante carisma con leader cosi' si' che le piazze si riempiono, un po' la dedico anche a D'Alema che con le sue alleanze strategiche riuscira' finalmente a riempire le piazze, mica quei quattro gatti sfigati che ieri applaudivano quel comunistaccio di Pisapia ed ai vari signori Majorino, Martina, Cornelli che sanno gia' quali sono i candidati vincenti ed evitano di farci perder tempo e denaro con le primarie.

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a proposito di valori

26/05/11

I toni moderati della campagna elettorale della Moratti si combinano perfettamente con i valori cristiani del rispetto dell'avversario, dell'onestà e dell'accoglienza amorevole verso i fratelli.

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Guardando il voto

18/05/11

Innanzitutto, questa è l'analisi più equilibrata che io abbia trovato finora: Berlusconi e Bossi hanno stufato, ma la Sinistra ancora non convince.

Non si dica che la Sinistra vince perché conquista Bologna e Torino: per quanto diverse, sono due città tradizionalmente rosse. Casomai, a Bologna riescono a vincere al I turno nonostante tutto quel che han combinato e Fassino a Torino è meglio di Rutelli a Roma, ovvero le primarie servono. Seconda cosa, la Sinistra vince con la combinazione PD-SEL-IdV mentre il Terzo-Polo appare inconsistente: ci pensino bene i vari Bersani, D'Alema e Letta che vogliono un'alleanza PD+Terzo-Polo perché in quella direzione si perde, con SEL+IdV si vince (e il PD va meglio).

A Milano, la Moratti ha perso 80mila voti: 50mila sono persi tra Palmeri e Pagliarini, mentre Pisapia ne ha portati via giusto qualche migliaio (si confrontino i dati assoluti Ferrante-Pisapia) che probabilmente compensano i grillini che, al solito, alla fin fine fanno il gioco di Berlusconi. Capire dove siano andati quei 25-30mila voti è la vera sfida per capire cosa sia successo veramente. L'importante è ricordarsi che Milano, come in generale i grandi contesti urbani sviluppati, ha una sua quota di voto d'opinione, cioé di gente che vota decidendo di volta in volta per chi votare a seconda della "qualità" dei candidati, non solo per partigianeria.
Nel suo voler negare l'esito del voto, ilGiornale.it offre un'analisi condivisibile e molto utile per le conseguenze politiche: Pisapia è riuscito a portare a votare per sé i vari elettori di estrema sinistra (rifondazione, per intenderci) che ultimamente disertavano le urne, ed a Milano sono sempre stati una minoranza piccola, dura ma consistente. Potrebbe essere una spiegazione coerente con la teoria: si vince non conquistando gli altri elettori, ma portando a votare i propri.

Poi, altre note accessorie come una cosa che non mi piace affatto a Salerno dove De Luca viene rieletto per la IV volta: se fosse un buon progetto politico, saprebbe come creare e cambiare leadership, qui invece sono caduti vittima di un immobilismo tra il baronale e il feudale (come d'altronde critica Formigoni ed Errani...). Ovviamente, ci sono molti casi ma Salerno colpisce per dimensioni...

Infine, alcune curiosità divertente a questo link.

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