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Del Leone di questi tempi

06/06/25

Raccolgo qui pensieri sparsi attorno all'elezione del nuovo Papa. Premetto che ritengo Francesco un Papa straordinario per questi tempi e che non conoscevo assolutamente il nuovo Pap Leone XIV, ma questo inizio mi pare molto positivo perché riunisce e indica la via chiaramente, per pensieri più complessi ci sarà tempo. 


Eleggere un Papa oggi è una sfida pazzesca, soprattutto per l'occidente dove profitto, mercato, liberismo e liberalismo, individualizzazione dei valori e atomismo sono i cardini della società. 

Al contrario, il Papa cattolico è l'unica autorità globale basata sui valori. Credo che il valore della Chiesa oggi sia rendere espliciti i valori collettivi auspicabili, senza lasciarli a giudizio individuale. In una società credo sia fondamentale ragionare su quali sono i valori collettivi a prescindere dai confini nazionali. Negli USA, è eroe chi fa tanti soldi, il Trump o il Musk. In Francia, su cerca sempre il nuovo Napoleone, il leader che porterà alla vittoria militare politica sportiva. 

Quali sono gli esempi di oggi? Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati, chi ha il coraggio di presentare modelli così? Un po' come Ercole e Achille contro Pietro e Paolo. Guerrieri contro pescatori. Fu il cambio più epocale della storia. 

Oggi, la chiesa ha anche un elemento in più: l'unica grande religione con un leader universale. Questo rende la sfida complicata perché l'aborto in Italia o USA, Nigeria o Mongolia sono pratiche totalmente diverse, nessun altro cerca di proporre un quadro valoriale universale. 

Non nego che la chiesa lo faccia talvolta male, in maniera maldestra o contraddittoria, però non rinuncia a farlo. 

Ecco, pensieri sparsi, per nulla coerenti, ma spero di aver dato l'idea. 

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La Pasqua ovvero "Non abbiate paura"

28/03/24

La Pasqua la capisci quando sei adulto, anche perché é legata alla morte, il Natale alla nascita, ai regali per i bimbi e alla vita che nasce nel buio dell'inverno. Per me la Pasqua si capisce con le Parole di Giovanni Paolo II che dice "Non abbiate paura". Perché, bisogna dirlo, anche da adulti si ha paura e talvolta anche tanta. Forse da bimbi i regali ce lo fanno dimenticare, ma alla Pasqua degli adulti c'é dietro tanta paura e una voce che dice "Non abbiate paura". 

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Preghiera

03/09/23

Tengo qui memoria di un pensiero per un giorno molto triste. 


Preghiamo il Signore perché, in questo giorno di lutto e di dolore, fiorisca la Sua parola. 


Gesù stesso ci ha insegnato come il seme caduto sulla roccia o sulla strada muore e non dà frutto. 


Il seme che cade e muore nella terra buona porta i frutti dell’Amore, della Fratellanza e della Caritá.


Preghiamo perché questo giorno di dolore sia seme dell’amore che resta nella terra buona. 


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Storia semiseria di San Nicola

06/12/17

Oggi é San Nicola. Non credo di dover spiegare perché sia uno dei miei santi preferiti.

La storia, ma dovrei dire la sua leggenda mi appassiona perché a San Nicola é attribuito un po' di tutto, un gran caos. Succede, se sei un santo del III/IV secolo che diventa famoso in quel periodo. Patrono di bimbi e ragazze madri e ragazze da marito, ma anche commercianti, avvocati, marinai, scolari, pescatori... insomma, chiunque abbia bisogno di un santo in paradiso, in fondo e' uno buono.
Dicevamo, San Nicola viene dall'attuale Turchia, andava bene quando c'era da combattere l'eresia ariana (pare abbia preso a schiaffi Ario in persona!), ma soprattutto perché anche Costantinopoli aveva bisogno di qualche santo da quelle parti, mica tutti a Roma. L'unico fatto storico che pare confermato é che San Nicola si occupasse di bambini orfani e madri abbandonate, ma su questo torneremo.
Il successo di San Nicola arriva pero' qualche secolo dopo quando Cirillo (che in realta' si chiamava Costantino, ma cambio' nome prima di morire per evitare confusioni) e Metodio furono mandati dalla Chiesa bizantina a evangelizzare i popoli slavi. I due pare fossero ferventi devoti di San Nicola (pare anche che non andassero molto d'accordo fra di loro, ma tralasciamo questi pettegolezzi) e cosi' infilarono il culto di questo brav'uomo nella loro opera di evangelizzazione. Cirillo invento' il suo famoso alfabeto per gli Slavi del Sud perché quello greco era troppo lontano dalla loro lingua. Pare che non funziono' granché, ma piacque ai bulgari che lo fecero loro, assieme al culto per San Nicola (a quelli a cui non piacque l'alfabeto cirillico, glielo imposero dopo con altri modi...).
Da li', l'alfabeto cirillico e il culto di San Nicola si diffusero verso nord in tutto il mondo slavo, ma quando a fatica sai scrivere e devi sopravvivere a un paio di invasioni barbariche non é che stai a guardare i dettagli della storicita' di San Nicola. Sai che era una persona buona che si occupava di orfani e madri sole, dunque faceva comodo. Poi, gli infedeli presero Costantinopoli: gli italiani si presero il corpo di San Nicola a Bari, mentre il culto si tasferi verso Kyev e Mosca (e questo spiega perché i Russi ce l'hanno con noi: che ve ne fate di un santo che non venerate?!). Pero' faceva comodo avere un santo in comune fra chiesa occidentale e orientale: quando ci sono delle guerre, sempre meglio avere qualche punto in comune, soprattutto se questo ti offre un motivo per allearti contro gli infedeli. (nel dubbio, intanto, la Chiesa si era presa anche Cirillo e Metodio dandogli sepoltura a Roma, che e' un po' come prendersi un posto sicuro al ministero...).
Intanto, la leggenda di San Nicola proseguiva con o senza l'uso dell'alfabeto cirillico (i finnici si accorsero che gli slavi del sud avevano dimenticato le vocali cosi' presero a metterne ovunque). Ognuno ci metteva dentro quel che aveva voglia. Andava bene per pescatori e commercianti perché piaceva su entrambe le sponde di Mediterraneo e Mar Nero. Gesu' aveva detto di essere come i bambini e San Nicola aveva protetto i bimbi orfani che ce ne sono un po' ovunque. Poi, a dirla tutta, San Nicola funziona anche dove fa freddo, mentre Gesu' é spiegato che andava vestito solo di una tunica... poco credibile quando sei in Ostrobotnia...
Torniamo a San Nicola. Divenuto mito leggendario in Europa centrale, orientale e nordica (ma rispettato anche dai Turchi a cui evidentemente stava simpatico), fa comodo a italiani e germanici per avere un punto in comune quando c'e' da commerciare, ma la figura ancora non sfonda in occidente.
Il successo di San Nicola in occidente (purtroppo) arriva con la Coca Cola, mannaggiaalloro! Gagliardo 'sto qui che fa commercio e porta regali ai bimbi! Qui da noi non lo conosce nessuno, ma per me funziona bene per la pubblicita'! Ecco allora che gli tolgono la croce, afflosciano la mitra, cambiano i colori sociali in bianco e rosso (prima la coca cola era verde a quanto pare) e lanciano "Babbo Natale"! GAGLIARDO 'r vecchietto! Che storia, porta regali ai bimbi, e' simpatico e tanto li ammmericano manco sanno dove sia la Lapponia... Funziona, successo mondiale! Il caos sulle leggende di Babbo Natale garantisce che nessuno possa lamentarsi sulla veridicita' del personnaggio che ne ha gia' passate parecchie nella storia, viene da un alfabeto che nessuno capisce (ai tempi era sotto i sovietici, figuratevi!).
Ecco, tutta questa storia é un gran caos. Neanch'io sono sicuro di tutta la veridicita' di questa vicenda. Sicuramente ci sono molte inesattezze, ma succede se diventi celebre fra il III e il nel IX secolo in una terra dove la gente si inventa alfabeti per altra gente che manco sa scrivere, e comunque deve preoccuparsi di un paio di invasioni barbariche (non esattamente come l'eliminazione dell'Italia dai mondiali...). Piu' leggenda che storia, lo so, ma é proprio questo il fascino.
PS
pero' la scena di San Nicola che prende a schiaffi Ario al Concilio di Nicea dev'essere stata epica...

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Così, la palude diventa luogo di incontro

23/04/16

Per una serie di ragioni che non ho voglia di stare a spiegare, sono un paio di settimane che sono solo a Bruxelles mentre moglie e figlio sono a Milano. In giro tutte le sere, birra e, soprattutto, dormire bene!
Ok, scherzo, però sto riscoprendo una grande bellezza di umanità che mi gira attorno. Amici, amici di amici, storie, sorrisi, affetto, cene (e pranzi) segno di una convivialità fatta di affetto, di amicizie, di storie che si intersecano in questa terra surreale venendo da Padova o da Teramo, da Izmir o da strade milanesi che non conoscevo. Qui, vorrei dire sotto la torre dell'Hotel de Ville se non fosse che l'hanno messa in fondo alla valle e quindi è più in basso di noi che viviamo su in collina, ma anche questo è il Belgio. Terra di storie che si intersecano là dove i Romani non hanno mai voluto costruire una città: Bruxelles è il luogo in mezzo alla palude, l'etimologia del nome non è chiara ma rimanda a questo e non si sa bene se si riferisca a una Chiesa, una casa o altro, ma di sicuro qui c'era una palude. O meglio giù a valle ché noi qui viviamo fuori dalle mura, giù dove scorreva la Zenne che ora non si vede più, mentre la collina qui è diventata centro città ormai. E il Palazzo di Giustizia. E i palazzi europei verso l'altra collina dominata dal Cinquantenario, parco costruito per i 60 anni del Belgio ché c'hanno messo più del dovuto e sono arrivati in ritardo.

Una bellezza, quella di questi amici, che ultimamente avevo perso per strada preso dalla bellezza della famiglia, ché è bellissima ma nelle 24 ore di una giornata è difficile far rientrare tutto. Gli amici col piccino di appena un mese, quelli con la bimba di oltre un anno, la neo-trentenne turca o la lettone per il teatro, dalla Calabria fino al Veneto le storie qui si intersecano, si incontrano e diventano nuove storie. Ché noi non si sa dove si andrà a parare, ché Bruxelles è una città usata, usata più di ogni altra città, usata a prescindere dalla sua storia regale e imperiale e industriale e europea.

Ora, la testa si fa pesante, il riposo è necessario e le parole escono più difficoltose. Ripenso però a un poster che mio fratello appese in camera sua tanti anni fa dove ringraziava perché chi ha fiducia nel Signore ha, come dono, persone meravigliose. Uno spirito molto cristiano, facilmente fraintendibile, che dona una ricchezza che le parole, che la mia grammatica non riescono a raccontare. Così, l'errore diventa creazione. Così l'ombra non fa più paura, ma è sfumatura che racconta di un mondo immaginifico. Così, la palude diventa luogo di incontro.

Un sorriso e buona notte.

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eterna

29/03/16

Domani, a quest'ora, sarò in una città bellissima, la Capitale più bella del mondo, anzi la città che ha inventato il concetto stesso di città capitale.

Manco da Roma da ormai 6 anni e ci torno anche per un'occasione importante, ma purtroppo resterò appena 24 ore.

Era il 2010 l'ultima volta che andai a Roma: Alemanno era Sindaco, Ratzinger Papa e Totti Re. Per fortuna il Pupone è rimasto al suo posto, perché sennò non avrei resistito al colpo.

Io, irrimediabilmente milanese, confesso il mio amore per l'Urbe, città da cui c'è solo da imparare, unica, incomparabile, inimitabile. Ma non racconterò questa storia perché non ci sono ancora abbastanza parole per raccontare l'Eterna.

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libero matrimonio in libero stato

26/02/16

Ora, non sono un entusiasta sostenitore di tutta questa vicenda legata al DDL Cirinnà, sia in generale sia nel merito. Non seguo molto le vicende sui diritti civili perché ho sempre la sensazione di saperne troppo poco e di non sentirmi in grado di prendere decisioni così importanti su scelte di vita altrui. C'è però un punto di cui mi sono convinto.

Io vorrei liberare il matrimonio religioso dal riconoscimento civile. Il matrimonio in chiesa è un sacramento, così come lo è nelle altre religioni. La Chiesa, in particolare quella cattolica, è universale ed il senso del matrimonio prescinde (e deve prescindere) da dove avviene. E' una scelta universale di fronte a Dio e alla sua comunità. Trovo aberrante che un Parlamento nazionale decida del valore di un sacramento. I sacramenti, il loro senso e le loro regole, sono materia della Chiesa che ha nel Pontefice la sua guida. E' molto pericolosa l'idea che il matrimonio cristiano cambi dall'Italia al Belgio, dall'Argentina alla Corea. Qui in Belgio, ma anche altrove, un matrimonio religioso non ha valore legale. Se vuoi avere un riconoscimento legale, vai in comune. Date a Cesare quel che è di Cesare.

Mi sono convinto che se si liberasse il matrimonio religioso dal vincolo legale, che implica che anche i non-credenti decidano in merito a un sacramento, allora anche i matrimoni civili, le unioni civili e via dicendo sarebbero gestite in maniera molto più tranquilla, semplice e con meno fraintendimenti. Libera Chiesa in Libero Stato. Si diceva una volta. Una volta sciolta questa confusione, credo che anche i più bigotti e reazionari inizieranno a capire e maturare una convinzione più chiara di cosa sia il matrimonio.

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parole non mie, ma più alte

19/09/14

Un'interessante riflessione direttamente dalle sacre scritture.

Lettera di san Giacomo 2,1-4. 

Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.
 Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.
 Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",
 non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?

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veloce pensiero della domenica

09/03/14

Un politico cattolico non dovrebbe preoccuparsi che le Scuole cattoliche abbiano i soldi, ma al centro della sua attenzione dovrebbe esserci la possibilità per i più deboli, gli emarginati e gli esclusi di poter andare a scuola ad un costo accessibile (leggi con borse di studio che aiutino a sostenere i costi dell'andare a scuola). Non mi piace l'idea che le scuole dei preti siano scuole per i ricchi. Le scuole cattoliche dovrebbero essere quelle in cui anche i più poveri possono avervi accesso redistribuendo la ricchezza fra chi può permettersi di pagare gli insegnanti e chi non può, ma aprendo le porte della scuola a tutti. Solo in un'ottica redistributiva, pienamente redistributiva allora la scuola ha un'accezione cristiana. Bisogna invece condannare chi concepisce la scuola come sistema clientelare teso a sostenere il proprio consenso.

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Ispirazioni

20/11/13

Salmi 14(13),1-7.

Al maestro del coro. Di Davide. Lo stolto pensa: "Non c'è Dio".
Sono corrotti, fanno cose abominevoli: nessuno più agisce bene.
Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c'è uno che cerchi Dio.
Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti; più nessuno fa il bene, neppure uno.

 Non comprendono nulla tutti i malvagi, che divorano il mio popolo come il pane?
 Non invocano Dio: tremeranno di spavento, perché Dio è con la stirpe del giusto.
 Volete confondere le speranze del misero, ma il Signore è il suo rifugio. Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo, esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

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Teorie

07/11/13

Qual è la teoria dell'amicizia? Non esiste, semplicemente l'amicizia è qualcosa che non si può teorizzare, eppure ognuno immediatamente la capisce quando ci si ritrova di fronte. Questo è incredibile!
L'amicizia non si può spiegare, non si può teorizzare, eppure ognuno la sente e la riconosce immediatamente, dal grande sapiente all'ultima persona. Si può raccontare la storia di un'amicizia, ma non la si può teorizzare.

Questo pensiero, ovviamente, non è mio ma viene dal caro Cardinal Martini ed è lo spunto per capire il rapporto a cui Gesù ci chiama. Non a caso, i primi apostoli mica erano teologi, ma pescatori e altri lavori. Insomma, invece di leggersi tomi e tomi di teologia, filosofia e diritto canonico, erano persone che avevano incontrato l'amicizia. Un pensiero tanto semplice, quanto potente.

Poi, viene tutto il resto...

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Ironie bibliche

22/10/13

Ho scoperto questo versetto del Vangelo di Marco (3, 16-17)
"Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro;
 poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono".

"Figli del Tuono"?! che storia! altro che un libro fantasy! Altro che nomi tipo "il compassionevole", il misericordioso" o il "pio"! Qui abbiamo Roccia e Figli del Tuono, mica pizz'e fichi! Mi chiedo solo che nomignoli abbia dato anche agli altri 9, soprattutto a l'Iscariota...

La butto un po' sul ridere, ma leggendo la Bibbia si scopre che c'è molta più ironia e vita comune di quanto non si pensi. Finora, ci sono altri 3 passaggi che meritano di esser letti: quando gli angeli arrivano a Gomorra e gli abitanti chiedono a Isacco cosa succeda a casa sua, quando Dio cerca di convincere Mosé che è l'uomo giusto e, soprattutto, come nascono i 12 figli di Giacobbe (questo passaggio è fantastico).

Buona lettura.

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Luci

12/05/13

Queste riflessioni le dovevo da una settimana, ma ultimamente non ho avuto la calma per mettermi a scriverle. Poi, spiego da dove vengono, ma fatemi seguire un filo logico. Intanto, dico che lo pubblico in differita così... tanto per...

Pensate alla situazione in cui siete con un vostro amico, chiacchierate, ridete e state bene, magari vi bevete un buon bicchier di vino o quello che preferite. Focalizzatevi su quella situazione piacevole e positiva e pensatela in due diversi contesti: al buio o con la luce.
In entrambi le situazioni, è possibile avere un vero rapporto di amicizia... cioé, io posso ridere e scherzare sia al buio che alla luce, però certo alla luce potrò apprezzare molte più cose del mio amico.

La stessa cosa si può dire per tante altre situazioni che potete immaginarvi al buio o alla luce e vedere come cambia. Tecnicamente, moltissime operazioni possono essere fatte anche al buio, dall'innamorarsi al litigare, dal cucinare allo stirare (sia chiaro, non dico buio assoluto, l'importante è che si chiarisca la differenza).

Se vi è chiara la situazione, poi potete pensare che grazie alla luce si potranno apprezzare molti più aspetti dell'amico con cui state chiacchierando: dettagli, espressioni del viso, piccole smorfie, lo sguardo che vaga distratto e così via. Idem per tutte le altre situazioni che vi siete immaginati.

A quel punto, visto che alla luce apprezzerete molti più aspetti, inizierete ad apprezzare sia la luce sia chi genera quella luce, per quanto non è che in sé la situazione cambi... come detto, potreste continuare a chiacchierare anche se io spegnessi la luce. La cosa interessante è che si può beneficiare della luce, anche senza averla richiesta o senza rendersene conto.

Qual è il fine di tutta questa metafora?
Quest'immagine viene dal "solito" prete dell'inizio della via dove ora abito. La metafora serve per dire che si può vivere come se il Dio-Amore non ci fosse, eppure la sua luce risplende e rende migliori le persone. Si può confondere la Luce con il Sole, ma non per questo il suo effetto positivo nelle relazioni viene meno.

Ci tenevo a riportare quest'immagine perché credo dica molto. Nella sua semplicità e chiarezza, quest'immagine credo dica molto più di tante prediche. Un giorno dovrò andare a conoscere meglio questo "semplice" prete di una periferia che manco periferia è.

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Dovrei fare altro, ma so che è giusto scrivere di questo

01/05/13

Due domeniche fa, il buon prete che celebra qui all'inizio della via commentava il brano del buon pastore e, come già successo, mi ha dato un'ottima chiave di lettura.

Le pecore hanno paura del lupo perché viene e le mangia. Non c'è niente di sbagliato, è naturale, la paura c'è. Il pastore viene e guida le pecore, ma il lupo arriva e se il pastore non fa la guardia, se le mangia. Poco può urlare il pastore imprecando la sciagura, le altre pecore hanno visto che il lupo è venuto, ha fregato il pastore e se n'è mangiata una. Ma non una a caso, una pecora del proprio gregge, magari la sorella o la cugina!

Esiste poi un pastore che è diverso. Non che gli altri amino meno il proprio gregge, ma qui il pastore ha una sua pecora preferita e però la fa vivere con il resto del gregge, diventa sorella delle altre pecore e con loro vive. Poi, viene il lupo e si mangia proprio quella pecora preferita dal pastore. Le altre si disperano perché vedono che il pastore niente ha potuto, malgrado il lupo avesse puntato proprio quella sua preferita.

Eppure, la preferita vince il lupo e torna al gregge per dimostrare alle altre sorelle che il lupo può essere vinto e che la loro paura, giusta, è stata vinta.

Difficile capire questa storia se non fosse passata per una pecora che è divenuta sorella delle altre. Non vale che sia il pastore a cacciare il lupo, è una di noi che l'ha fatto dimostrando che si può vincere la propria paura.

Credo di non dover aggiungere altro.

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Prime impressioni, prime previsioni

14/03/13

Lo dico apertamente: sono decisamente sorpreso dal risultato del Conclave. Ne ho accennato, ma solo in privato, e la mia previsione è stata decisamente sbagliata. Se in altre occasioni ci avevo azzeccato, questa volta proprio no.

Non conosco Bergoglio, ho visto solo i 10 minuti che ha parlato ieri e mi ha fatto una buona impressione, però di più non saprei dire. Mi viene da condividere questo breve messaggio, anche se girano cose meno positive su di lui. Vedremo. Per ora, mi sembra che i commenti siano di gran lunga più positivi che con Ratzinger.

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Sul Conclave, piccola cosa divertente

11/03/13

Tutti a leggere il Conclave come fosse un'elezione. Invece, no.
Le categorie comunemente usate per la politica sono inapplicabili alle vicende Vaticane. Piaccia o no, bisogna cambiare forma mentis, ma sarebbe chiedere troppo agli italiani.

Dirò solo una cosa: non aspettatevi sorprese, almeno non un certo tipo di sorprese.

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Nuove prospettive e insegnamenti

10/03/13

Questo è il Vangelo di questa Domenica, leggetelo e poi vi spiego.

(Lc 15,1-3.11-32)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 
Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 
Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 
Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. 
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. 
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Ho sempre trovato questa pagina del Vangelo particolarmente misteriosa. Non avevo mai capito cosa volesse dire, perché questa parabola. Da un lato, è vero che il Padre si dimostra misericordioso, ma come dice don Milani non c'è più grande ingiustizia di trattare alla pari chi pari non è. Non solo non capivo questa pagina, ma mi urtava.

Stasera, nella strana Chiesa dove vado da un po' proprio all'inizio della mia via, quel prete semplice e umile che celebrava mi ha finalmente spiegato il senso di questa parabola così enigmatica. Se il ruolo del padre è chiaro, i figli rappresentano l'egoismo umano. L'incapacità del figlio di accettare la gioia del padre che vede l'altro figli tornare è profondo egoismo perché guarda al proprio tornaconto (l'eredità materiale) e non la gioia di poter riabbracciare il fratello che era perduto, che era morto.
Questa prospettiva mi era sempre sfuggita e forse proprio ora diventa particolarmente ricca perché spiega la grandezza della capacità di gioire per la gioia altrui, a prescindere delle conseguenze che ne possono derivare su di me. La salvezza del mio fratello è più importante della mia ricchezza. Il Padre che ama i suoi figli questo lo capisce e non dispera per l'eredità persa, ma il fratello no. Non lo capisce.

Ecco, io credo che questo sia un insegnamento importante e per questo lo condivido qui su questa pagina, per quanto possa valere poco, però per me è importante e quindi eccoci qui.

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Senza bisogno di un titolo

14/02/13

Ho ricevuto questa frase via email. E' talmente bella, di una bellezza così profonda ed adatta ai tempi che viviamo che non ho proprio resistito al condividerla, non vogliatemene.

"L'uomo pensante accetta un orizzonte sempre mutevole. 
Non è colui che non si pone dei dubbi vivendo solo di certezze, bensì 
chi, stupito e meravigliato, si rimette ogni volta in gioco facendo della domanda e del dubbio 
la molla vitale per una ricerca onesta, animata da incessanti interrogativi 
nella speranza di una risposta, che apre poi di nuovo la porta ad altre domande"
 (Carlo Maria Martini).

La cosa interessante di questa visione è che la contrapposizione credenti-non credenti viene scardinata prima ridefinendola fra chi si pone domande e chi no, ma che presto evolve verso un quadro molto più ricco e multiforme dell'Umanità. Insomma, passare dal manicheismo Credenti/Non-Credenti al chi si pone domande e chi no offre una visione più multiforme perché, inevitabilmente, le domande sono diverse, variegate, hanno sfumature talvolta sottili.

Ecco, chiudo dicendo che le domande sono la parte più interessante perché interrogano come la domanda è emersa, si è posta, è evoluta e, soprattutto, ancora più importante il percorso di ricerca che attivano. Questa ricchezza diventa la ricchezza dell'Umanità.

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Apprezzo

12/02/13

Proprio Domenica riflettevo su quanto la Chiesa avesse una pessima guida come Pontefice ed avesse bisogno di ritrovarsi attraverso un nuovo slancio.

Ecco, ora sono come tutti sorpreso dalla mossa di Ratzinger e lo ammiro molto sul piano umano. Sì, potrei sorprendere dopo averne parlato male come Pontefice, lo ammiro ed apprezzo moltissimo sul piano umano. Non conosco le sue ragioni personali, posso solo immaginarle andando al di là di quanto apprendo dai giornali. Sì, lo ammiro e condivido la sua posizione, ma non perché ci si libera di qualcuno che giudico negativamente come pontefice.

La mia idea su Ratzinger è che fosse fuori posto perché si è dimostrato fine teologo, ma pessimo politico. La vicenda del 'maggiordomo' in Vaticano ne è l'emblema, ma l'iceberg è profondo dalla cattiva gestione del caso pedofili, alla radicalizzazione teologica con nomine che hanno finito per escludere molti dalla Chiesa (vd. Milano, Torino, San Francisco, Los Angeles, New York), la decisione di dire la Messa dando le spalle all'Assemblea, la reintroduzione del Latino solo per riconciliarsi con i Lefebvriani facendosi irridere da gente tendente al nazista, molte infelici uscite nel rapporto con i Musulmani, insomma una serie di errori politici dettati da una rigidità teologica giustificata dal fatto di essere un grande intellettuale.

E poi, finalmente, il colpo di teatro che riabilita una grandissima figura per cui, ora, mi riuscirà difficile parlarne male. Spero, tuttavia, non si perda l'esempio della testimonianza di un grande uomo. Un limite d'età anche per i Pontefici mi pare una scelta di assoluto buonsenso.

Chiudo dicendo che c'è poco in cui sperare per il futuro visto che l'erede designato è Scola, e non credo che i Cardinali sovvertiranno il messaggio chiaramente lasciato da Ratzinger.

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Per iniziare l'anno

03/01/13

Disavvezzo come sono a parlare delle cose a me più personali,
mi limito a segnalare queste poche parole su mia Nonna.

Siano
le parole altrui
voce anche mia
ché il silenzio è
spesso
qualcosa di più significativo.

Ché gli insegnamenti
ricevuti
possano arricchire
anche gli altri
ché è questo,
in fondo,
l'insegnamento ricevuto.

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For wayfarers | Per i viandanti

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