Elezioni surreali

30/09/14

Ci troviamo di fronte ad una situazione surreale che, se non fosse fatta in malafede, sarebbe un capolavoro dei giorni nostri. In queste domeniche si stanno svolgendo le elezioni provinciali 2014, trovate tutte le informazioni sul sito del Ministero dell'Interno (qui).

Già, perché le province esistono ancora, solo che invece di eleggerle i cittadini, le eleggono solo gli eletti comunali. Tutto il resto rimane uguale. C'è chi parla di pasticciaccio brutto ed ha ragione, io parlo di surrealismo in malafede. Surreale perché è un evento politico importante per l'Italia dalle 100 province, ma in malafede perché i giornali scelgono di oscurarle per due chiare ragioni.
- La prima è per far credere che le province siano state abolite, come promesso da più parti e mai mantenuto, ma guai a dire che l'attuale governo non si comporta come ha annunciato.
- La seconda è che queste elezioni sono l'epifania dell'alleanza centro-destra con il PD renziano spesso e volentieri alleato organicamente con alfaniani e berlusconiani.

Ovviamente, di queste elezioni non bisogna parlare e sono eretico io che me ne preoccupo, se non fosse che sono uno dei due livelli amministrativi fondamentali, che c'è la novità delle città metropolitane e che politicamente ci sono tantissime alleanze secondo alcuni inedite (per esempio, in alcune città PD e SEL vanno ancora assieme!). 

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D'una speranza

28/09/14

La Commissione proposta da Juncker è quanto di più destrorso si potesse immaginare con tutti i posti chiave in mano ai Popolari e, qualora ci sia un portafogli affidato ai Socialisti, questo è presto commissariato dalla nuova figura dei Vice-Presidenti con potere di veto (vd. Katainen su Moscovici).

Di fronte a questo scenario di forte svolta a destra della Commissione c'è però una speranza. In teoria, Juncker dovrebbe ottenere la fiducia da PPE, S&D, ALDE e Conservatori (i quali hanno ottenuto l'importantissimo portafogli della vigilanza bancaria per un inglese). Tuttavia, qualcuno dentro ai socialisti si è reso conto della polpetta avvelenata che stanno per mangiare. Esiste quindi un conflitto fra Italo-Francesi che vogliono mangiare la polpetta e gli spagnoli più altri che preferirebbero evitare questo suicidio politico.

Se vincessero gli spagnoli, per la prima volta avremmo una Commissione UE retta da una sola fazione politica (il centrodestra) e non più una Grosse Koalitione, che da sempre invece regge le istituzioni UE. Se vincesse la posizione italiana ci sarebbe una Commissione UE fortemente orientata verso il centrodestra, ma mascherata da Grosse Koalitione.
La prima opzione è a mio avviso auspicabile sia nel breve sia nel lungo periodo. Nel breve periodo, le responsabilità europee di gestire questa crisi ricadrebbero solo sul centrodestra e le sinistre sarebbero chiamate a creare un'opposizione che, possibilmente, proponga un'alternativa. Nel lungo periodo, si avrebbe finalmente una politicizzazione delle decisioni europee che non ricadrebbero più su un unanimismo apartitico (che non è più tale da tempo, ma comunque...).
La posizione spagnola è quindi l'unica speranza che vedo di fronte al disastro proposto da Pittella&friends. C'è il rischio di spaccatura di S&D? Sì, ma i partiti sono strumentali alla politica, non viceversa. Già in Francia la Sinistra ha abbandonato il PSF, mentre in Italia la fazione democristiana ha avuto il sopravvento nel PD.

Sia chiaro: gli spagnoli non sono gli eroi della vicenda, semplicemente sono incalzati internamente da Podemos, data già ad un potenziale 20% che bisogna vedere quanto porterà nelle urne. Tuttavia, il PSOE pensa che per recuperare il suo consenso la soluzione sia essere più di Sinistra (non meno, come in Italia e Francia) e per questo si scaglia contro il Commissario scelto dal governo di Rajoy. Però, un interesse privato (quello interno del PSOE) può diventare una virtù europea se questo permettesse di politicizzare le istituzioni europee facendo capire chi ha la responsabilità di certe decisioni, oggi purtroppo percepite come a-politiche e 'dovute'.

Ovviamente, scrivendo questa cosa, già so che sarò deluso perché vincerà la maggioranza italiana di S&D vanificando la possibilità di avere un'opposizione seria alla Commissione Juncker e lasciando questo ruolo a pochi partiti quantitativamente minoritari.

PS
Chiaramente, esiste anche una soluzione di compromesso che riguarda la bocciatura di qualche commissario singolo, per esempio quello spagnolo in modo da accontentare il PSOE. Un tale compromesso sarebbe, a mio avviso, un fallimento sostanziale che però salverebbe la faccia degli spagnoli di S&D. Ovviamente, non auspicabile, ma possibile.

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Dei cosiddetti

22/09/14

Mi assale una certa tristezza a vedere come il cd. centrosinistra sia salito sulle barricate quando il Governo ha proposto di ritoccare nuovamente l'articolo 18. Pare veramente il fattore che chiude la stalla quando i buoi sono già scappati o, peggio, qualcuno in evidente malafade che da 15 anni a questa ancora non ha capito di cosa si parla.

Già perché con la Riforma Fornero ormai l'articolo 18 è poco più di un feticcio. Già nel 2002 alla domanda di Marco Biagi perché ci si impuntasse tanto su un aspetto così secondario che rigarda circa il 5% delle cause per licenziamento, sia il Ministro Maroni che l'allora segr. della CGIL Cofferati risposero che era qualcosa che la gente poteva capire e per cui poteva mobilizzarsi. Insomma, un simbolo che tutti capiscono, anche se giuridicamente ha poca rilevanza.

Da allora, la discussione si è persa su questo simbolo, feticcio, simulacro fino alla Fornero che, col voto favorevole del PD, l'ha dissolto da un diritto a una merce. Pace, amen.

La cosa che mi mette tristezza sono gente come Camusso e Bersani che fanno la voce grossa ora sull'Articolo 18 quando non hanno detto niente né sul decreto porcata per l'Expo che supera i limiti massimi di precari che si possono assumere sia sul decreto Poletti (caro amico di Bersani&Penati, tra l'altro...) che togliendo la causale per i contratti precari di fatto legittima e toglie i pochi vincoli esistenti al precariato. Dov'erano quando si toglievano gli altri diritti? Quelli veri e sostanziali, insomma? Devo dire che apprezzo in questo SEL che invece di mobilitarsi solo sull'Articolo 18 ha cercato di fare una (inconcludente) campagna sul reddito minimo garantito, che altro non è che un ammortizzatore sociale in caso di disoccupazione più universale (NB oggi il sussidio di disoccupazione dipende dal lavoro dipendente che facevi prima, col RMG avresti un sussidio anche se eri precario o sei ai primi impieghi). Campagna talmente di successo che si sono fatti scippare il tema da Renzi che ora propone un sussidio più alto per i disoccupati. Intanto Bersani spera di riprendersi il partito sull'Articolo 18...

Chiudo dicendo che tutto questo mi mette tristezza perché la Sinistra dovrebbe costruirsi un'identità proprio sulle politiche del lavoro. Sono temi che non ci si può far scippare. Temi su cui chi si candida DEVE e ribadisco DEVE essere preparato, pronto a fare battaglie fondamentali. Capisco un parlamentare di Sinistra impreparato sulle relazioni fra le due Coree, ma sul lavoro no! Fino ad allora la mia posizione non potrà che essere negativa sulla Sinistra italiana e sul cosiddetto centrosinistra.

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parole non mie, ma più alte

19/09/14

Un'interessante riflessione direttamente dalle sacre scritture.

Lettera di san Giacomo 2,1-4. 

Fratelli miei, non mescolate a favoritismi personali la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria.
 Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro.
 Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: "Tu siediti qui comodamente", e al povero dite: "Tu mettiti in piedi lì", oppure: "Siediti qui ai piedi del mio sgabello",
 non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi?

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Metafora politica

13/09/14

Quando Pippo Inzaghi segnava per la Juve, i milanisti lo consideravano un profittatore, tuffatore e ladro in quanto juventino.
Quando poi passò al Milan, i tifosi rossoneri iniziarono a idolatrarlo per tutti i gol che segnava e le vittorie che ha portato. Ora ne è pure l'allenatore.

Ecco una buona metafora per capire la politica italiana attuale.


PS
Non sono un grande fan di SuperPippo Inzaghi, ma visti i gol che ha segnato è chiaro che abbia ragione lui e torto io perché nel calcio, in fin dei conti, ha ragione chi fa gol. Per fortuna nella vita le cose sono più complesse...

PPS
Ho messo questo status anche su FB per vedere chi, fra i miei contatti, coglierà la metafora e chi, capendola, mi insulterà o apprezzerà.

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Ripensando al Governo Monti

03/09/14

Ad una conferenza di studi europei, ho ritrovato una vecchia amica che ha analizzato in particolare il Governo Monti. Lei, profondamente montiana, mi ha fatto riflettere a quel passaggio della recente Italia. Ai tempi, dissi che la persona non mi dispiaceva, ma non l'avrei votato. Durante quel governo ero molto critico, ma ora posso guardarlo con il senno di poi.

In sintesi, oggi direi che Monti, all'inizio, fu l'ultima speranza per l'Italia, poi purtroppo entrò in azione la Fornero che con la sua insensibilità sociale distrusse la credibilità di quel governo creando gravi danni al paese con il taglio brutale delle pensioni, un'inutile revisione dell'articolo 18 e un atteggiamento di supponenza che alienò il consenso del governo. Senza gente come Elsa Fornero, il Governo Monti avrebbe avuto maggior successo. Chiaramente, la mia critica non è personale per la Fornero, ma per il suo operato politico.

Infine, una considerazione fondamentale su Monti ed i governi tecnici: sono una forma abbastanza 'paracula' (scusate l'inglesismo) per i partiti per non metterci la faccia. Il Governo Monti era profondamente politicizzato nel senso che ogni ministro aveva una chiara affiliazione partitica/movimentistica e, soprattutto, tutto quel che fece Monti passò in Parlamento con i voti di PdL, UDC e soprattutto PD, che non capì cosa stava succedendo ma già pregustava una sicura vittoria sulla base di non si sa che cosa.

Detto questo ci tengo a distinguere l'analisi intellettuale dalla posizione politica: Monti è persona che rispetterei se non si fosse alleato con quella assurda brigata che fu Scelta Civica, però non significa che lo voterei. Ci sono persone che stimo e che non voto, tutto qui.

Quello su cui mi preme concludere è che purtroppo, finito il primo Monti, non vedo speranza per l'Italia.

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