perché non si esce dalla crisi

27/02/15

Con un voto dell'Europarlamento è stata affossata la proposta di istituire dei controlli sul cosiddetto "shadow banking" ovvero tutte le attività delle banche fatte su mercati non registrati. So che può sembrare assurdo, ma esistono mercati finanziari non registrati ed i Verdi europei proponevano semplicemente di registrarli. Non una rivoluzione marxista, ma semplice buonsenso.

Purtroppo, però, la relatrice, un'eurodeputata inglese del gruppo S&D, ha dichiarato inammissibile la discussione sull'emendamento presentato dai Philippe Lamberts, Verdi Europei, per cui non se n'è neanche discusso. E' una responsabilità politica gravissima perché avrebbe rappresentato un salto in avanti nella trasparenza bancaria. Chiaramente è stato fatto perché così il settore finanziario può continuare a tenere lontano dalle istituzioni enormi volumi di affari. La cosa triste è che a volerlo sia stato quel partito S&D che si dice voglia lottare la crisi. Ricordo l'ipocrisia di molti messaggi elettorali del PES sulla crisi e la lotta per la legalità che naufragano ora di fronte alla verità dei fatti.

Usano il metodo Civati: su blog e stampa fanno fuoco e fiamme, si dichiarano di sinistra paladini dei più poveri. Poi, come Civati, una volta in Parlamento votano l'esatto contrario, evidentemente confidando che nessuno se n'accorga. Intanto, la crisi ringrazia e rimane lì ad aumentare le diseguaglianze sociali.

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Del Sacconi-bis

24/02/15

Non credo che la riforma Sacconi-bis, mediatizzata come "jobs act", sia poi così innovativa nel senso che si inserisce in quel filone di riforme neoliberiste iniziate con Treu e portate avanti da Maroni e Fornero senza soluzione di continuità. Si basano tutte sull'idea di ridare competitività alle imprese italiane abbassano il costo del lavoro, precarizzandolo per dare "incentivi" ad un'allocazione ottimale dei lavoratori e risparmiare su eventuali costi di riallocazione dei lavoratori (alias, senza coperture universali di reddito di cittadinanza). Bene, il quadro è chiaro, la coerenza assoluta e perseguita con maestria politica lodevole.
Credo che non si guadagni consenso su un'alternativa limitandosi a criticarlo, ma proponendo un'alternativa e quindi eccomi qui.

La mia proposta è molto semplice e si basa su un assunto di teoria economica classica che farei risalire direttamente ad Adam Smith. Per poter avere competizione perfetta in un mercato, bisogna che le regole siano uguali per tutti, altrimenti la competizione è distorta. Visto che siamo in un contesto di mercato unico europeo di capitali e prodotti, perché non abbiamo anche un mercato unico europeo del lavoro? Sarebbe un'innovazione socio-economica senza pari con effetti rivoluzionari perché si eviterebbe la competizione fra paesi europei sulla base del costo del lavoro o sui diritti, si sosterrebbe la domanda interna nella periferia europea e si darebbe un esempio mondiale di costruzione verso un mercato perfetto e integrato. Per semplicità, si potrebbe estendere il mercato del lavoro tedesco (contratti, sussidi e sistema pensionistico) a tutt'Europa con possibilità di differenziazioni interne come quelle esistenti fra i Lander tedeschi. In questo modo avremmo veramente un mercato unico che, integrato con il sistema europeo di monitoraggio delle banche, farebbe fare un salto di qualità all'integrazione europea.

Si potrebbe iniziare anche solo da una cooperazione rinforzata fra alcuni paesi come Belgio, Olanda, Germania e Francia a cui potrebbero aggregarsi altri paesi. In fondo, se funziona l'Euro in una quota parziale di UE, perché non dovrebbe funzionare lo stesso un mercato del lavoro in alcuni paesi europei? Il discorso andrebbe naturalmente ampliato ed approfondito, ma il messaggio è che non ci può essere un mercato unico europeo se non si unifica anche il mercato del lavoro. Ecco, io vorrei una Sinistra che proponga questo tema.

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prospettive

23/02/15

Non credo che un aggregato di Vendola, Civati e Cuperlo possa essere il futuro per la Sinistra italiana. Ognuno, a suo modo, ha passato la propria occasione. Landini? No, mi spiace, qui non c'è da cercare un leader, ma costruire un progetto. Quando Rodotà dice che bisogna partire da un blocco sociale quella è la via e lui, giustamente, si limita al ruolo del vecchio saggio invitando i più giovani a farlo. Finché non si muoverà qualcosa in quella direzione resterò scettico e pessimista. Non può essere la fusione a freddo di fallimentari dirigenze di partitini la soluzione, ma un progetto socialmente condiviso dove è chiaro chi si vuole rappresentare e per fare cosa.

Mi rendo conto che scrivere in un blog che non legge nessuno, beh... questo non è far politica. La politica vera è incontrare le persone per condividere, discutere e promuovere una visione del mondo. Nell'incontro faccia a faccia c'è la politica, non in uno status FB. L'ho imparato e se oggi mi limito a qualche status facebook è perché non intendo impegnarmi in una politica attiva, mi limito ad un ruolo di analisi di cui, comunque, credo ci sia bisogno.

Una prospettiva positiva? Vorrei una forza di Sinistra ecologista ed europeista perché, come troppo pochi hanno capito, è solo in Europa che possiamo giocarci il nostro futuro. Solo raccontando, condividendo e proponendo una nuova visione europeista potremo vincere le destre di Merkel, Juncker e Renzi. Mi pare sufficientemente chiaro da non dover dire altro.

PS
...ed è per questo che non faccio mai pubblicità al mio blog. Non vedo un progetto da condividere per costruire.

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alla ricerca

22/02/15

C'è un mondo che non mi piace e che non so cambiare. Un mondo dove non ci si indigna più e non si cambiano le cose da cambiare. Un mondo dove la rassegnazione ha sopraffatto i più ed il cambiamento è di facciata nella miglior tradizione gattopardesca. Mi sono spesso interrogato su modi efficaci di invertire tutto questo, ma senza trovare ancora una risposta.
L'unica reazione è, ormai, il rinchiudersi rassegnandosi che questo malo tempo passi, possibilmente pronti a prender parte ad un mondo migliore qualora dovesse emergere.

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vorrei un mondo per mio figlio

16/02/15

dove anche chi è in debito venga trattato con massima dignità
dove la solidarietà umana prevalga sulla logica del profitto ad ogni costo
dove anche chi non ha meriti abbia comunque una possibilità
dove la guerra si rifugga e sia veramente l'ultima possibilità, non il desiderio di potenti al sicuro nei loro salotti
dove chi lavora in un ospedale abbia più valore di chi tira calci a un pallone
dove il reato sia non-aiutare e salvare la gente in mezzo al mare non sia proibito
dove si possa cambiar opinione, ma non solo per averne un tornaconto professionale
dove gli ingegni si usano per proteggere l'ambiente, non per evadere le tasse
dove la speranza sia coltivata e la fama non sia il traguardo da raggiungere

Vorrei saper dire tutte queste cose in poesia, ma forse va bene anche così.

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intanto, a pro memoria

13/02/15

A chi mi rompeva le scatole su quanto fosse brava la Mogherini, faccio notare che nelle recenti negoziazioni a proposito dell'Ucraina non solo Mogherini non è stata invitata, ma non ha avuto neanche da ridire sul fatto di essere stata esclusa dalle negoziazioni, anzi neanche presa in considerazione.
Questi sono fatti importanti e chi l'ha sostenuta dovrebbe renderne conto, invece i media italiani continuano a difenderla.
Poi ci si chiede perché non si uscirà mai da un'Italietta provinciale e non si arriverà mai ad un'Europa politica.

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Interessante evoluzione grecheuropea

Da quanto leggo dai giornali, trovo molto interessante il modo in cui il nuovo governo greco ha impostato la rinegoziazione con l'UE. In sapiente mix di comportamenti da manuale di cui, a dire il vero, potremo valutare solo alla fine vedendo se ci sarà o no un accordo.
1. La Grecia usa le due personalità più mediatiche come un poliziotto buono (Varoufakis il negoziatore) ed un poliziotto cattivo (Tsipras, il leader che deve portare a casa una vittoria politica).
2. Una tecnica molto nota e efficace in sede europea l'ha messa in atto Varoufakis il negoziatore aperto e disponibile a Bruxelles che però ha ad Atene chi gli chiede di essere intransigente. Lo conferma la notizia che si sarebbe raggiunto l'accordo su un comunicato congiunto, ma una telefonata da Atene ha "costretto" Varoufakis a rinegoziare tutto. In questo modo si salva sia la posizione greca sia il ruolo di negoziatore di Varoufakis.
3. La Grecia gioca su un fattore da pochi considerato: l'UE è tutt'altro che unita e, anzi, con l'intransigenza la Grecia sta giocando a spezzare il fronte pro-austerità guidato dalla Germania. Infatti, molti dimenticano che l'UE non è affatto un monolite, anzi. La Grecia ha fatto il tour delle capitali europee prima di imbarcarsi nella negoziazione UE. Non ha cercato alleati perché Tsipras è l'unico premier non allineato alla coalizione PPE-ALDE-S&D che regge l'UE, ma nel suo avanzare proposte di contenuto (e non di processo) sta mettendo in difficoltà sia certi paesi (vd. Spagna, Portogallo, Irlanda) sia certe posizioni politiche (chi è ancora di Sinistra dentro a S&D) che faticano a giustificare la non-condivisione delle posizioni greche che, in fin dei conti, sono molto più moderate di quanto certa stampa lasci pensare.
4. Interessante la reazione della Germania che si è accreditata sia come leader del fronte pro-austerità con Schauble sia come mediatrice con Merkel. Il secondo ruolo è più interessante perché ci sarebbe aspettato che a mediare fossero Hollande (Renzi ha già dimostrato di non saper giocare la partita europea) o Schulz (in nome della centralità dell'Europarlamento e per giocare una carta di alternativa in Germania alla Merkel). Invece, Angela Merkel è riuscita grazie alle sue doti di negoziatrice ad accreditarsi anche questa volta. Brava lei!

Chiudo dicendo che queste sono solo considerazioni intermedie, ovviamente il giudizio finale sarà possibile se e quando ci sarà un accordo.  

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intensi

09/02/15

Giorni intensi questi fra un pannolino, un piccolo pianto, un bagnetto e qualche dormita che avviene sempre negli orari sbagliati, quasi con precisione svizzera!
Scherzi a parte, va tutto bene e grande gioia risplende da queste parti, anche quando si perde un po' di sonno ché per ora va bene così e comunque è molto buono. Tutto il resto verrà poi.

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