Però io ho poca o
nessuna fiducia che quelli che oggi siedono attorno al tavolo a parlare di
clima sappiano cosa stanno facendo. L’ho visto chiaramente a Bruxelles: quando
il tuo stipendio è 5-7 volte la mediana europea, quando non hai problemi di precarietà,
quando le babysitter comunque le trovi o la scuola e ‘di élite, quando hai
comunque i soldi per il riscaldamento e la BMW che ti aspetta nel parcheggio, l’unico
incentivo che puoi avere è di perdere questi privilegi.
Quando sei una
30enne che può lavorare con i tailleur fighi perché’ sono sfigate quelle la a
star dietro ai pannolini. Quando sei un 50enne che ha studiato e fatto la vita
del signore e sai che tanto tuo figlio comunque troverà lavoro grazie alle
connessioni che hai. Quando sei la Fornero e hai genitori, zii e mariti nei CdA
di Torino e capisci che sono i ‘giovani’ ad essere spocchiosi nel non accettare
i lavori che tanto sua figlia mai farà. Quando vivi e cresci in quelle condizioni
non ti capisci quanto un sussidio di disoccupazione, un voucher babysitter, un’assicurazione
sanitaria pagata facciano la differenza.
Se vivi a Bruxelles
non sai cosa vuol dire non potersi permettere acqua da bere. Se vivi a Washington
non sai cosa vuol dire avere incendi che devastano di fianco a casa. Se vivi a
Londra, non sai cosa vuol dire un fiume che ti spazza via la casa.
Provoco? Un po’ sì.
Esagero? Volutamente. Ma ho imparato che l’esito delle decisioni dipende dalle
persone che siedono attorno al tavolo. Che vuoi contraddire quello che sta
seduto di fianco a te? No, al più lo metti in minoranza, lasci il suo paese
nella merda e salvi lui come persona invitandolo da qualche parte nel tuo paese
benestante. Sia mai che faccio un torto a qualcuno che siede al tavolo come me.
Che tristezza la
scena di quei 20 personaggiuncoli che lanciano la monetina alla Fontana di
Trevi. Che tristezza…
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