pensieri da un paese

05/10/09

Prendo vari pensieri ed osservazioni sparse in giro per quest'Italia. La Destra sa comunicare, sta attivando una strategia propagandistica e di occupazione dello spazio pubblico eccellente: si presentano volti diversi in TV a ripetere una trama concordata. Tutti giocano ad abbaiare più forte per compiacere il sultano agitando la minaccia di una mistificazione da parte dell'altra parte.
La Sinistra ha subito la manifestazione di sabato, un sussulto di richiamo al fatto che l'Italia dovrebbe essere un paese democratico mentre il PD si masturba in un congresso da cui emergono posizioni vecchie ed autoreferenziali. Il PD ha subito il fatto che la parte democratica dell'Italia non si riconosce in un partito che non propone altro che tessere, mozioni e congressi. Mentre il PD dà il peggio di sé, nella miglior tradizione della politica auto-referenziale chiusa nelle sezioni, esiste un'Italia che cerca di ribellarsi, che cerca nuovi leader.

Quel che non si capisce è che è tutto un reality. La TV è controllata dal Grande Fratello che si è fatto anche protagonista di un costante sondaggio elettorale. L'Opposizione non ha più una funzione democratica, ma serve come antagonista, spauracchio per dimostrare che la trama è vera. Ma d'altronde lo sappiamo che i meganoidi non vinceranno mai e servono solo per far vedere che i "buoni" vincono sempre. C'è sempre bisogno di un nemico da agitare, meglio se ben visibile ed assolutamente innocuo. Come d'altronde lo furono gli Ebrei col Nazismo o l'aristocrazia dei padroni con i bolscevichi. Nessuna differenza: serve un rivale ben visibile che sia però innocuo. Ecco che allora Santoro, Travaglio e Di Pietro sono congeniali alla strategia del sultano che ha bisogno di nemici altamente visibili ed assolutamente innocui.

Due cose mi preoccupano. Politicamente, l'opposizione sta facendo emergere non un leader, ma un burocrate di partito sostenuto dai signori delle tessere. Non c'è mezza idea del Congresso del PD che sia arrivata al paese, neanche una spinta di rinnovamento, di opposizione, di rigurgito democratico contro derive da dittatura latinamericana. L'odierno Berlusconi a me ricorda moltissimo gli ultimi anni di Pinochet (non i primi della guerra con Allende, ma gli ultimi anni). Dall'altra parte, questa politica è ormai totalmente avulsa dai problemi concreti: anche la tragedia di Messina viene spettacolarizzata e serve solo come prova per l'eroe del Grande Fratello 2009. E invece la crisi sta investendo il paese con tassi di occupazione (=stipendi che veramente arrivano alle famiglie) bassissimi a cui si risponde allargando le maglie della legalità a tutto favore della associazioni criminali. La crisi c'è, non si può fare sempre finta di niente, ad un certo punto la si paga.

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