Trop difficile

13/12/15

C’est difficile à expliquer, mais aurait été mieux si le FN avait gagné quelques régions. 

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Per far funzionare la democrazia, partendo da una provocazione

08/12/15

Viva Marine Le Pen! Sì, sono entusiasta per la sua vittoria, finalmente il FN entra nelle istituzioni francesi. Sia chiaro, io non voterò mai il FN, sono assolutamente l'opposto di quel che voterei io, ma la notizia che il FN entri finalmente nelle istituzioni francesi e sia coinvolto nella gestione di quante più Régions possibili è un'ottima notizia. Lasciarli fuori significherebbe dargli campo libero per una costante campagna elettorale senza mai dover passare dalla prova del governare. Le opposizioni DEVONO essere coinvolte nel quadro istituzionale, soprattutto considerato che hanno consensi fra il 25-30% che li rendono il primo partito in moltissime parti del paese. La democrazia francese divenne un'aberrazione se pensate che quando Le Pen padre arrivò al ballottaggio per le presidenziali poi non ebbe manco un deputato all'Assemblea nazionale. Che razza di democrazia è la Francia se il secondo partito del paese non ha rappresentanza istituzionale?

Il motivo per cui la Democrazia è un ottimo sistema di governo è che permette anche alle opposizioni di avere voce nel dibattito istituzionale, di assumersi la responsabilità di partecipare al processo legislativo e potenzialmente di arrivare a governare almeno alcuni livelli della complessa macchina statale, per questo è anche bene preoccuparsi dell'articolazione territoriale dello stato. Quando tutti i livelli amministrativi sono gestiti da un solo partito allora la situazione diventa preoccupante. Il segretario di quel partito sarà contento, ma la democrazia diventa malata e la situazione rischia l'esplosione quanto più l'opposizione viene tenuta fuori dalle stanze del potere. Coinvolgere chi la pensa diversamente in un dialogo istituzionalizzato è il motivo per cui la democrazia è una forma vincente di organizzazione politica.

Al contrario, il mio disprezzo politico va per il PSF: disprezzo perché hanno stracciato le istituzioni costituzionali come le regioni per il becero tentativo di evitare la vittoria del FN. Hanno biecamente maltrattato la Costituzione per mero interesse elettorale, ed hanno fallito. La presidenza di François W. Hollande beneficia del consenso di unità nazionale che il terrorismo gli garantisce, al fatto che la teorica opposizione parlamentare è in realtà un alleato mascherato perché, appunto, la vera opposizione non ha rappresentanza parlamentare, il tutto condito da un populismo che gioca molto su un'immagine costruita sapientemente dai suoi esperti di comunicazione. Hollande doveva cambiare l'Europa governando, sta dimostrando di non sapere neanche amministrare il suo paese.

Lo scenario francese è sempre più simile a quello polacco con un antagonismo fra un centrodestra europeista e moderato al governo ed una destra anti-europeista emergente. Sinistra non pervenuta perché non ha il coraggio di dirsi pienamente europeista smascherando il fatto che l'UE altro non è che un normale governo di centrodestra retto dalla coalizione PPE+ALDE+PSE. Lento declino del progetto europeo finché non si capirà questa "normalizzazione" politica dell'Unione, finché si tratterà l'Unione come un capitolo alla pagina "esteri" dei giornali, finché non si accetterà di chiamare Bruxelles "la mia capitale".

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c'era per strada a Bruxelles

Ecco cosa c'era e si era perso per strada. Perché un giorno poi, un po' per caso, ti ritrovi a guidare per Bruxelles all'ora di punta di un qualunque venerdì. Devi far benzina. E a me non piace. Trovi il distributore, ma anche un sacco di altre macchine e siamo tutti fermi a inquinare davanti ad un semaforo rosso. Io corsia centrale ma devo girare a destra perché lungo la Rue du Trone poi c'è meno traffico. Taglio a Flagey, ma poi il tram ci blocca. E lo sappiamo, Flagey è sempre un gran casino sia verso Rue Malibran e peggio ancora verso la Chaussée d'Ixelles. Ecco che pian piano, divincolandomi fra un bus di quelli lunghi il doppio, qualche suv e qualche mossa non proprio suggerita nell'etica della strada mi ritrovo al parcheggio. Evito la colonna e parcheggio al numero 39, il nostro.

Ed ecco che improvvisamente mi ritrovo a guidare a Bruxelles. Io che pensavo che non ce l'avrei mai fatta, al più l'Avenue Louise perché è tutta dritta e semplice. Invece, pian pianino, mi divincolo da Rue de l'Arbre Benit a scendere verso Flagey o incrociando Rue Mercelis oppure dall'altra parte Rue Faider fino a Rue de Dublin verso Rue de la Victoire. Tutte strade che ora hanno senso. Anche il discorso col meccanico ha senso, almeno quanto il discorso che uno che non capisce niente di motori può avere con un meccanico milanese. Ho sempre l'impressione che mi stiano fregando. Probabilmente è così, ma che ci posso fare? Io di motori non ho mai capito niente... e non ho nessuna voglia di interessarmene. Ho capito la logica di fondo, ma non ci metto le mani.

Ecco, guidare per Bruxelles, vedere la città come i belgi: dal finestrino. Guidare in un altrove che altrove non è più.

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c'era

04/12/15

C'era una cosa importante che volevo scrivere, ma si è persa come le parole in questi giorni così intensi dove tante ed incredibili cose avvengono dalle parti di questo Ducato. Terra che non sai mai dov'è, parole che non sai mai trovare e tempi che non sai mai quantificare. "Molte più cose, ben più sorprendenti, succedono quaggiù" cantava GLF. Intanto internet non va, in ufficio ho perso un mese a risistemare il computer rotto, i progetti si accavallano e così via. Stanchezza che si accumula, testa chinata. Riposo.

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A Bruxelles

01/12/15

Avrete saputo di questi giorni surreali in cui Bruxelles è stata messa in stato di coprifuoco per ragioni che onestamente nessuno ha realmente capito. Al di là del fatto, mi dispiace molto perché questo dona un'immagine molto negativa di quella che invece è una città molto bella e con un potenziale incredibile, degna di diventare pienamente la Capitale d'Europa, regina fra le città del vecchio continente.

Purtroppo, però, queste brutte vicende legate al terrorismo sono l'esito di una classe politica ossessionata dalla questione linguistica: essere belga significa essere bilingue o parlare una sola delle due lingue. L'integrazione inizia e finisce con la questione linguistica. Ci si arrabatta su una questione belgo-belgica vecchia di 40-50 anni. Peccato il mondo sia andato avanti, siano arrivate l'Europa e la Globalizzazione ed il piccolo Belgio ci si è trovato invischiato suo malgrado. E non è che possa rinchiudersi come ha fatto la Finlandia, non può restarne in disparte come la Slovacchia, non è neanche vittima come la Grecia. Il Belgio è suo malgrado al centro di tutto questo e Bruxelles è la globalizzazione in una città, come solo Londra è da queste parti.

Una classe politica chiusa nella sua diatriba linguistica finisce per auto-isolarsi senza capire la globale bellezza di questa città dove c'è una borghesia che viene da ogni dove, parla minimo 3-4 lingue ed ha storie da raccontare che non basterebbero le mille e una notte. Un patrimonio che c'è e cresce non-governato perchè al governo ci può andare solo chi è dentro a questa diatriba linguistica. Ed il terrorismo è figlio della mancata integrazione e di tutto questo.

Spero, vivamente, che questa comunità sappia reagire per prendersi la corona di Regina delle Città d'Europa, non per arroganza ma per cultura.

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