First days
28/09/08
Premessa n. 1.
Questa e` la vera storia dei miei primi giorni londinesi.
Premessa n. 2
Non saro' breve.
Partenza
"Londra? Si'". La faccia, chiaramente Meridionale, di quella poliziotta pensavo che sarebbe stato l`ultimo contatto ufficiale con le autorita' italiane. L'ultimo passaggio di frontiera prima di prendere un volo destinazione London-Gatwick. Il suo tono indifferente, strafiottente ma anche distaccato e fintamente autoritario strideva con il mio si' assolutamente asettico, privo di emozioni, ma non meccanico.
L'arrivo rigorosamente sotto la pioggia, tutto normale se non per il caos che in una citta' come London dai per scontato.
L'arrivo
Mi dirigo in questo hotel di seconda categoria trovato su internet. Hotel strano, uomini indiani alla reception e donne ucraine (o giu' di li') in cucina. Sembra che non si conoscano, che non abbiano contatti. Mi chiedo se esistano uomini ucraini e donne indiane, mi chiedo se queste due etnie le' siano un esperimento di riproduzione e mix etnico. Senza risposte, mi ritrovo in un buco di stanza che pero' per i primi giorni ci puo' stare, ho pure la copertura wi-fi senza problemi e questo mi rassicuro. Ma ancora ignoro cosa sara' di me.
Primo impatto con l'LSE
Mi dirigo subito in universita'. L'LSE e' una sorta di Bocconi, molto piu' internazionale ma solo marginalmente British. Mi guardo attorno, niente di particolare. Mi oriento cercando l'ufficio assistenza per capire chi mi aiutera' a trovare un alloggio: uno stanzone con due studenti che ti aiutano e un sacco di PC con i siti delle case costantemente visitati. Non sembra male, non fosse che a London non esiste il concetto di 'economico'.
Giro i siti, inizio a orientarmi, poi si fa tardi e caschi il mondo ma alle 5 qui si chiude. Considerato che ero arrivato alle 4h30... Tant'e'...
Riparto in giro per Aldwych, trovo l'adattatore per le prese che avevo dimenticato in Italia e mi preparo per un'apero-cena col mio amico Frass (grande personaggio! giunto all'Imperial College perche' in Italia non trovava lavoro, mentre li' e' apprezzato e ben pagato come ottimo PhD student...). Mangio qualcosa con lui e i suoi colleghi in un tipico pub dove capisci subito le principali caratteristiche della cucina locale: tutto fritto, carne, birra e comunque paghi tanto rispetto ai gia' alti standard milanesi.
Il primo giorno, la crisi
Ero andato a dormire subito, mi risveglio con qualcosa che mi prude sulle braccia. Fingo, cerco di dissimulare.
La giornata scorre tra la registrazione all'LSE, dove pare che ognuno voglia darti il suo tesserino universitario (con questo, siamo a quota 7!!!) che pero' di apre molte porte. Il kit di benvenuto hatre caratteristiche che non ti aspetti: a differenza di quelli italiani non tutto e' inutile; mi regalano l'ennesima borsetta che non mi usero' mai, ma almeno e' biodegradabile che' la sostenibilita' almeno provano a perseguirla (se non mi davano tutta quella carta era meglio, ma e' un altro capitolo...): l'universita' ti regala beni di prima necessita' per uno studente tra cui una tessera SIM (figo, peccato che non sapendolo me ne fossi appena comprata una) e un preservativo (bel gesto simbolico, risparmio battutine a sfondo sessuale che mi paiono fuori luogo...).
Finito la trafila per cui mi sono arricchito del nuovo tesserino universitario, torno a cercare di prendere contatti per cercare un appartamento. Fondamentalmente giri su internet, scrivi mail e chiami (l'universita' ti mette a disposizione anche dei telefoni, wow!). Nel pomeriggio, proseguo il lavoro dall'hotel.
Tra quella sera e la mattina dopo arriva la crisi. Il prurito alle braccia ha un nome preciso che dopo la seconda notte in quell'hotel diventa insostenibile: pulci! Da tutte le parti, soprattutto nel letto. Le mie braccia e le mani sembrano quelle di un lebbroso pieno di pustole: dall'Italia una mi deride via MSN dicendo "ma sembri uno che non e' mai uscito da casa sua" (ma non glielo faccio epsare), l'altra inconsapevolmente e provvidenzialmente mi offre di andare a casa dei suoi genitori appena trasferiti li'. In preda alla crisi da reazione alle pulci la mattina dopo la chiamo, accetto, litigo con quelli dell'hotel e vado a casa dei suoi genitori.
Improvviso il trasloco e finisco... in Ambasciata! Effettivamente, la mia amica e' figlia del n.2 della nostra Ambasciata e io, in crisi sia per la mancanza di alloggio, sia soprattutto per le pulci, mi sono presentato alla nostra Ambasciata conciato come un barbone. Nella miglior tradizione italiano-cattolica ho ricevuto accoglienza di tutto rispetto, addirittura lussuosa a fronte di una condizione di cui mi vergognavo io stesso (anche ora mentre scrivo ho le mani piene di pustole, dannati indiani!).
la svolta, o quasi
Dopo essermi risistemato, torno in universita' dove finalmente la situazione cambia: arriva l'offerta per lo studentato: ho 3 h per accettare. Corro a vederlo perche' la media e' alta, ma la varianza altrettanto e rischi di finire in una bettola. Grattandomi per le pulci, corro, lo vedo e lo trovo decisamente soddisfacente, torno per pagare la prenotazione ma ovviamente il bancomat non funziona. Corro nelle 3 banche della zona, ma niente, alla fine spendo meta' del credito della mia nuova SIM con il mio amico della banca che mi sblocca il bancomat e con ben 17' di anticipo riesco a procurarmi la camera. Per festeggiare vado a mangiare (da Burger king, rendiamoci conto) e mi concedo il lusso di comprarmi delle medicine antipulci... tant'e.
La sera a cena rivedo la mia amica Kiwinella, e poi torno in Ambasciata.
Quarto giorno, l'ultimo sforzo.
Dopo la notte in Ambasciata, vado dal mitico Faso che mi aveva offerto di ospitarmi a cambio di dargli una mano per il trasloco. Io ormai l'alloggio l'avevo trovato, ma mica potevo dirgli di no e quindi eccomi tutta la giornata a scaricare mobili, scatoloni, televisori e scrostare bagni, armadi, aspirapolveri.
Finalmente oggi questa trafila e' finita, vi scrivo dallo studentato che e' figo, dietro la Tate Modern Gallery a 30' dall'Universita'. ha il solo difetto che qui sono tutti undergratduate, ovvero pischelletti neo-universitari, ma tant'e'...
Conclusioni
1. abbiate fiducia negli amici
2. A London qualunque cosa e' cara, l'unica cosa che non paghi e' quello offerto da altri italiani.
3. da quando sono a London, sono sempre stato con italiani, gli altri sono Indiani che mi hanno riempito di pulci.
4. avere le braccia piene di punture di pulci non e' bello
5. sono fiero dell'Ambasciata italiana, per quel che ne so funziona!
Per una settimana ora sono in vacanza a spasso per London, me la godo da quanto ho capito dopo saranno lacrime e sangue...
3 commenti:
commenti sulle pulci a parte (primo-mi fanno paura, non so perchè, secondo-albergo di indiani ucraini............ a londra, che notoriamente è una città col culto dell'igiene.....) ti consiglio di fare un giro all'ultimo piano della tate modern e offrirti una soup, cioè la cosa più economica del menu. vista notevole sulla città e chef e capocameriere italiani, molto gentili.
ciao!
*silvia
grazie Silvia, domani cerco di seguire il tuo consiglio.
;-)
http://duca21.blogspot.com/2008/09/london-calling.html
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