provinciali colpi di frustate

01/02/10

Ieri sera sono stato coinvolto in una discussione relativa la caso Boffo e, in generale, alla condizione italiana. Riporto alcune osservazioni che vorrei condividere con chi legge questo blog, o anche solo semplicemente perch'io me ne ricordi un domani.

Innanzitutto, il caso Boffo ha fatto fare una pessima figura alla Chiesa perchè, di fronte a un attacco degno di un regime dittatoriale, la CEI non ha difeso il suo rappresentante. La Chiesa, da molti analisti superficiali considerata monolitica, si è spaccata ed il risultato è che qualcuno l'ha difeso (la CEI) qualcun altro no (il Vaticano). Il risultato è, a mio avviso, pietoso per la Chiesa la quale è incapace di ammettere che al suo interno ci sono posizioni diverse, come invece per esempio reclama la Chiesa milanese che rivendica la possibilità di un dialogo pubblico e interno alla Chiesa.

In generale, trovo allarmante il fatto che in Italia queste cose si diano come polemiche normali. Ahinoi, l'opinione pubblica è ancora chiusa su un panorama nazionale Italia-centrico. Siamo incapaci di vedere l'anomalia italiana, siamo assuefatti ad una distanza tra informazione (o presunta tale) e realtà dei fatti che è, in realtà, intollerabile. Il provincialismo del BelPaese è allarmante, si confonde l'essere di Sinistra e quindi cercare "altrove" appigli e speranze con l'essere aperti al mondo, alle differenze, al guardare anche semplicemente cosa succede altrove. Ci sono italiani che di questo hanno fatto fortuna. Mi viene in mente l'avv. Agnelli il cui successo dipese dall'aver importato in Italia un certo stile tutto statunitense. Se ci abituiamo ai colpi di frusta che riceviamo, siamo poi incapaci di capire che forse è meglio non prendere frustate sulla schiena.

Infine, provo grande preoccupazione quando persone intelligenti si chiudono in integralismi intellettuali, incapaci di accettare ragionamenti e punti di vista differenti. Il teatro insegna che bisogna saper interpretare anche i punti di vista altrui, alcune persone invece non accettano che esistano anche punti di vista diversi, interessi diversi e legittimi, opinioni divergenti che possono farci ragionare. E' un habitus mentale che non dipende dal grado di cultura, dalla capacità di argomentare, dal ruolo sociale. L'intransigenza e l'integralismo di queste persone mi preoccupa perché li rende incapaci di intendere la complessità della realtà, complessità che deve essere esplorata e compresa, a prescindere dal giudizio che se ne vuole dare. Sebbene questo giudizio si mescoli con l'esplorazione.

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