primo rientro
05/04/11
Questo week-end sono tornato a Milano per la prima volta dopo il mio trasferimento a Bruxelles.
All'arrivo, il più bel sole d'Italia splendeva su un cielo azzurro coronato dalle Alpi nella orrenda e brutta Malpensa: il paesaggio dall'aeroporto alla città è di una bruttezza per fortuna rara. Si viaggia chiusi in una sorta di tunnel con pareti grigie e gli spezzatini di paesaggio che si vedono mostrano palazzine e fabbrichette in una devastazione del territorio senza precedenti.
Non che il percorso Zaventem-Bruxelles sia bello, ma già Gatwick-London è migliore o, almeno, c'è un po' di contegno e le pareti anti-rumore sono verdi, non grigie, si cerca di preservare qualche area a parco o un minimo di contegno nelle palazzine che si costruiscono.
Arrivo a Milano tappezzata di manifsti elettorali di una Moratti sorridente che dice che va tutto bene, ma con lei andrà ancora meglio.
Arrivo a Milano bloccata dallo sciopero perché i lavoratori del trasporto pubblico non sono pagati.
Arrivo a Milano ed ho subito l'immagine di questo paese narcotizzato dal berluconesimo e dalla sua dittatura mediatica.
A Milano, c'è una profonda insoddisfazione per le condizioni lavorative. Ci si torna per famiglia, affetti, amori e amicizie, ma per lavoro si vorrebbe fuggire tutti: cosa sei tornato a fare? sei qui solo di passaggio vero? mi porti via con te? vorrei avere il tuo coraggio ed andarmene...
Ma la classe dirigente italiana non vede e non sente questo disagio: continua a sotto-pagare, sfruttare e non considerare i suoi giovani e, dati alla mano, l'emigrazione è tornata ai massimi storici... quelli degli anni '60 intendo quando il Mezzogiorno s'è desertificato, ma oggi chi scappa sono i laureati, non i manovali analfabeti. Ma sono tutti presi a discutere di processi, escort e alleanze con Casini.
Un amico parte per l'Irak a lavorare per l'ENI, altri pianificano New York e il neolaureato inizia a guardare a Frankfurt e Quebec City dove pare abbia trovato qualcosina con la sua ragazza. Certo, io ho fallito nel promuovere e difendere gli interessi della mia categoria e, ora, con molta amarezza penso a difendere i miei di interessi. Rattrista sapere la mancanza di solidarietà generazionale e, peggio, di una nostra generazione politica-dirigente che per quanto si sbatta non riesce non dico a valorizzarci ma manco a difenderci.
Tornato a Bruxelles, i manifesti elettorali sono contenuti ed educati e parlano di problemi dei piccoli comuni attorno alla Capitale. Le persone sono indaffarate, ma si organizzano e quindi non devono correre dietro all'ultima scadenza da affrontare e si crede nei giovani... li si mette alla prova perché imparino... gli si parla e gli si chiede se c'è qualcosa che non va o che si può migliorare... non gli si chiede di fare eccessi o miracoli... giovani e inesperti, non significa inferiori e inetti. Eccomi rientrato in Europa.
4 commenti:
la prima volta che sono tornata per me e' stato traumatico lasciare l'organizzazione di Pudong Airport ed atterrare a Malpensa. Dove, mentre aspettavo i bagagli in clamoroso ritardo, mi hanno fatto un questionario se apprezzavo o meno i servizi offerti...
cavoli, sui confronti... vai sul pesante!
eheh, io mi limito al piccolo Belgio... comunque, provo a immaginarmi cosa dev'essere questo Pudong... e forse ne ho paura! ahaha
va bene, anche hongqiao airport -quello dei voli nazionali- e' molto piu' organizzato e ben gestito di malpensa - haha
e cmq Pudong e' immenso, lucido, cosi' grande che sembra vuoto (a Shanghai e' un ossimoro) con il tetto in vetro tipo fiera Rho disegata da Fuksas.
Ok, ora sono TERRORIZZATO dalle dimensioni che può avere l'aeroporto di Shanghai...
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