calcio e meritocrazia

10/01/16

Proseguendo sul tema della meritocrazia, ecco un'interessante analisi applicata al calcio. Fondamentalmente, da quando ci sono i diritti tv il fattore "fortuna" è venuto meno perché il divario di soldi è aumentato rendendo più prevedibili i risultati e, in fin dei conti, rendendo meno rischioso investire nel calcio. Questo a vantaggio di chi vuol investire, ma meno dei tifosi in senso generale. I supporter delle squadre che investono tanto sanno che hanno più probabilità di vincere, ma gli altri hanno sempre meno possibilità che la loro squadra sovverta le gerarchie economico-finanziarie.
In altre parole, se tifate per Milan-Inter-Juventus il sistema vi garantisce più soldi e meno rischio di perdere, infatti sono 20 anni che vincono solo queste tre squadre (con due eccezioni, Roma e Lazio, dove però la seconda fallì subito dopo aver vinto uno scudetto), guarda a casa da quando c'è la distribuzione dei diritti tv. E' una questione di quanto e come ricompensare il "merito" di aver vinto sul campo e se questo ricompensarlo non danneggi l'intero sistema a forza di effetti cumulativi. Pensateci, perché viviamo in un mondo di decisioni multiple e non singole, in un mondo di decisioni cumulative e non di una tantum.

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