Marianna

01/06/07

Posto questa lettera ricevuta da un'amica di una mia amica e forse qualche altro passaggio c'è stato. Non so di chi sia, ma mi piace e quindi la pubblico qui, pur senza sapere chi sia veramente l'autrice. Mi piace pensare che si chiami Marianna come il simbolo della Révolution française.


Cari amici,
a ventitrè anni ringrazio la vita per quello che mi ha dato. Anche le esperienze negative mi hanno formata: la difficoltà di crescere in un ambiente fuori da ogni canone, inconciliabile con la morale perbenista dei molti coetanei che sono stati a scuola con me, e attorno a me. L'insofferenza di scoprire da parte di molti uomini, che pure mi stimavano, l'innalzarsi dei muri dell'ironia, per residui di maschilismo, chissà -l'Italia è un paese mediterraneo- o per loro semiconsci complessi di inferiorità. E così ho imparato a raggirarli, facendo all'occorrenza la bambina, la sciocchina, la passionaria, ma in fondo li compativo, li disprezzavo, dando ragione allo stereotipo dell'uomo che domina solo in apperenza, mentre la donna, silenziosa, tesse astute tele, alle spalle e nell'ombra. Ma io non l'avrei mai voluto. Quanto avrei sognato un mondo e un modo di pensare realmente egualitario! Quanto fa male scontare ogni giorno il niente di nuovo sotto il sole, l'eterno ritorno, l'umana imperfezione e corruzione, inerte, la pesantezza antica di questo paese così vecchio, così atavicamente corrotto, atavicamente ipocrita, quando non desolantemente analfabeta. Analfabeti e sepolcri dalle code di paglia, entrambi -gli uni per insipienza, gli altri per gestire in qualche modo le loro pesanti code- placano il loro demone sacrificando a immonde morali, al nazionalismo, alla purezza dell'etnia. E sempre questo baco nel cervello: se fossi anche io, che mi sento pura, e molti di voi, che credo puri fino al midollo, se fossimo anche noi lassù, come loro, sugli scranni, ce la faremmo a rimanere integri? A non intercettare neanche una fragile busta sotto il banco? A non schermare il nostro abdicare all'etica con qualche isterica morale da caccia alle streghe? Già, mi avrebbero bruciata, sono una femmina, non ho mai guardato la televisione, non sopporto più i preti, mi faccio troppi problemi di fronte all'incoerenza del mondo, alla bruttezza del mondo; e per di più ho un giardino boscoso, "disordinato" dicono loro, delle galline mezze brade e.. tre gatti, di cui una anche cattiva e spiritata, da vera strega!
E accetto questo ruolo, non posso fare altro, ruolo che dovrò scontare, io, fragile figlia di questa società in folle corsa, con dolorose psicoterapie, per imparare ad accettare, e ad essere saggia. Per imparare a non aborrire il mio simile quando vota contro l'africano di turno, lo zingaro di turno, tutti quanti reietti, rifiuti, il ricco bacato dalla ricchezza, dal cellulare, dalla gotta, dal colesterolo, dall'alienazione, l'altro dalla fame, dall'uranio impoverito, dal degrado. Quanto mi fa pena, tutta quanta questa umanità. Gli Iracheni che nasceranno con la leucemia, il Congo, distrutto da una storia di morte, distrutto dall'Aids, e anche i miei cugini, sì, i miei vecchi compagni di classe del liceo, che non frequenteranno mai dei ragazzi che non possono permettersi il corso di vela a Capraia, che credono che la "destra" salverà il loro valori similvittoriani, che credono nella "cultura padana", che non leggeranno mai Lawrence, Shakespeare, non leggeranno mai Lao tze, e, se li leggeranno, non li capiranno.
Sì, una nuova caccia alle streghe: la "sicurezza", l'ordine, la pulizia. Ma qui non c'è cultura! Dove sono le canalizzazioni, i filari di pioppi, i terrazzamenti dei nostri avi padani, sanamente analfabeti, sapienti della terra? Andate laggiù, ad Affi, antico snodo padano, dove la Val d'Adige risale verso il Nord, e si snodano le morene, fin giù, verso lo specchio del lago. I boschi dove i nostri avi padani, i Celti dagli occhi quasi a mandorla, e gli zigomi alti, sacrificavano ai loro druidici totem, alle loro querce, prima, almeno, che arrivassero i Romanacci super-organizzati a colonizzarli un po', a fare un po'di pulizia etnica -ma senza uranio-, prima ovviamente dei ferini Longobardi, degli Ungari, dei virilissimi Unni, delle penetrazioni tedesche del Seicento, e prima di qualche lanzicheneccone dalle origini serbe. E poi, molti dei contadini che consacravano le terre coi loro filari sono partiti. Alzi la mano che non ha almeno un parente emigrato Francia, in Belgio, in Argentina, in Brasile! ("Chi è senza peccato"....) Padani? Origini cristiane dell'Europa? certo, livellamento cristiano, ma.. origini? Vi auguro di vedervela coi fantasmi dei nostri druidi, o al massimo con i nostri Ermes degli antiche crocicchi. O sì, gli antichi dei esistono ancora, l'uomo non è diverso da quando si rannicchiava nelle grotte durante l'ultima era glaciale e guardava attonito il sole tramontare: le Sirene ci chiamano dai reparti di Intimo dei grandi magazzini, Ares urla nel marito che prende a martellate la moglie. La nostra condanna é che non lo sappiamo, non li riconosciamo, non li omaggiamo e esorcizziamo, e loro trasbordano, e loro ci divorano. La nostra condanna, la LORO condanna, è che non hanno il coraggio di guardare dentro il loro sepolcro. Intrecci di "razze", mediterranei brevilinei, Goti dalle gambe lunghe. Persino alcuni di voi, cari amici, e me, siamo palesi devianze all'uniformità etnica di queste lande: il mio fidanzato Filippo rivela nei suoi capelli crespi e piccolo naso barbero le origini siciliane-nordafricane..
Siete dunque arrivati ad Affi? Bene, dove sono i sacri terrazzamenti, gli antichi santuari, i vecchi sentieri su cui marciavano i carri dei mercanti delle ronchiole?
Svincolo autostradale Verona Nord, almeno dieci centri commerciali tutti concentrati, dove i veronesi vanno la domenica a farsi insegnare cosa devono considerare importante nella loro vita, discoteche, capannoni di marmi zeppi di Africani e Rumeni che vi passano un terzo della loro vita, otto ore al giorno, e ci sono anche grati per avere dato loro questo lavoro.. En passant (?) sotto la collina fino a poco tempo fa, se l'hanno sgomberata come sembra, una bella base Nato con un bel po'di testate nucleari. E qui il testosterone dei nostri baldi ragazzotti padani so che va alle stelle... I missili! Che beeeello! Ma perchè non li mandiamo a fare questa stramaledetta iniziazione virile che dimostrano di bramare mandandoli a giocare un po'in Iraq, e facciamo tornare, poveracci, un po'di marines afroamericani, che, tra l'altro, hanno già la sfortuna essere per metà afro?
No, no, non venitemi più a parlare di cultura padana. A questa gente la cultura manca del tutto. Non venitemi a parlare di Papa, di famiglia, di valori. Questa gente è così empia, così atea, nello sventrare ogni giorno la terra che li ha partoriti, nel dare gli anabolizzanti a migliaia di mucche stipate in un capannone. "Ma sono in fondo solo animali, dài!" Dannato, maledetto, arrogante antropocentrismo giudaico-cristiano!
Ma "in fondo sei solo una giovane passionaria e velleitaria", dicono a me, "una patetica sessantottina fuori tempo", dicono, alzando le spalle tutti questi uomini dentro le righe: così persone oneste, pure, colte come pochi, come una meravigliosa professoressa che molti di noi conoscono, vengono neutralizzate, con un'alzatina di spalle. Povera gente che vive nell'ipocrisia, nell'ignoranza, nella cecità! "Maledetto il tempo in cui i monocoli guidano i ciechi"..
Se diventerò vecchia, avendo imparato ad accettare, se diventerò vecchia essendomi rassegnata, essendomi rinchiusa a vagheggiare i miei paradisi perduti, a vagheggiare i miei vecchi Greci, che nel male erano tra l'altro simili a noi, anzi, mi sa, anche più razzisti, e morivano a vent'anni di parto e in guerra contro gli Spartani, ma almeno vivevano in un mondo più lento, e più bello, se diventerò vecchia, cosa vedrò fuori dalla mia finestra, tra i rami dei vecchi olmi, se non li avranno fatti tagliare? Vedrò ancora gli ultimi prati di grano, tra il mio quartiere, Avesa e Quinzano, dove è sepolto il mio difficile nonno severo, dove a sedici anni andavo a cercare disperatamente una verità, durante gli acquazzoni di aprile, graffiandomi le ginocchia tra i rovi e i papaveri, dove ho dato per la prima volta la mano al mio Filippo, dove abbiamo contemplato inquietati, un'estiva luna piena, ultimo angolo di vecchio mondo ai bordi di questa città troppo ricca? Vedrò ancora alzarsi sopra gli ulivi l'antica chiesa romanica di S.Rocchetto, dove andavo a guardare i fiori di ciliegio con la mia amica Monica, parlando del futuro, dove ho portato la bambina di mia sorella a guardare gli aquiloni? I boschi delle vallette attorno, dove puoi trovare i bruscansi, i germogli violacei alla liquirizia del pungitopo, dove fanno il nido le upupe sfacciate, dove la domenica le stanche famiglie di Quinzano, mononucleari, televisionizzate, le stesse che sicuramente hanno votato Tosi, qualche volta vanno, quando non vanno a fare spese, e probabilmente avvertono da qualche parte, nella loro
anima, un senso di pace, di CASA, di rimpianto. Ci saranno ancora, domani?quando oggi, dall'altra parte del mondo, microcosmi molto simili, sentieri tra i filari, vecchi piccoli villaggi santi, pozzi, stalle, tradizioni, canzoni, stanno venendo pezzo dopo pezzo distrutti, disumanizzati, abbrutiti, sacrificati a questo maledetto sistema che ci permette di invecchiare, perdere la fantasia, la speranza e la passione in un'inutile, e senza vita, abbondanza?
Marianna
PS Ho scelto di mandare questa lettera a due professori della mia università che si sono candidati nelle ultime elezioni. Voglio ringraziarli con tutto il cuore di averlo fatto. Poi ho voluto mandarla ai miei amici, i miei compagni di battaglia, che in modi diversi stanno tutti lottando per quello in cui credono, in questo mondo dove farlo è così difficile, incorrendo troppo spesso, purtroppo in delusioni e sofferenze. La mando ad altre persone che stimo, che mi hanno insegnato tante cose nel mio percorso di studente, e che meritano che io apra a loro, senza vergogna, la mia anima. Vorrei mandarla a chi so che mi contesterebbe in mille modi, a chi so che la pensa diversamente, a chi è cinico -anche se avrete capito che anche nella mia anima, di fronte a tutto questo male, un po'di cinismo c'è, ma non tale da smorzare mia passione- a chi non è riuscito a spezzare le catene famigliari e che si ritrova da generazioni a votare a destra, alle ricche famiglie veronesi che hanno tutti gli a votare Berlusconi, a chi è stato ingenuo, e si è lasciato onnubilare da questi populistici allarmismi pro-sicurezza, e che non si rendono conto che Verona è una delle città più sicure di tutti i tempi, a chi è ipocrita e continua a nascondersi dietro fili d'erba. A chi è talmente deluso da una sinistra nazionale che non è affatto sinistra, ai quali non posso che dar ragione, a chi ha introiettato nella sua storia familiare un viscerale anticomunismo generazionale: spero sia chiaro che in tutto il mio discorso non è di Comunismo che si tratta, ma di valori di fatto molto più profondi, e imperituri, e che hanno a vedere soltanto fino ad un certo punto con il fatto che io attualmente mi ritrovo a votare estrema sinistra.
Grazie a tutti.

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