de lege et regula
06/06/07
Un concetto molto importante lo spiegò il mio prof di scienze politiche.
La legge serve solo ed esclusivamente per autorizzare qualcuno a premiare o più spesso punire qualcuno che ha dei comportamenti ritenuti, rispettivamente, virtuosi o negativi. Punto e basta.
La legge non può indurre comportamenti se non nella misura di incentivi, di premi che non è affatto detto che m'interessino. Possono incaricare qualcuno di punirmi se ho avuto comportamenti sbagliati, ma possono intervenire solo dopo che io li ho commessi e quindi, in ultima analisi, non possono impedirmi di farlo. Possono imprigionarmi se ho ucciso qualcuno, ma non possono impedirmi di ucciderlo.
Esistono poi sicuramente delle regole di natura amministrativa per cui, se non ho quel certificato non posso chiedere quel documento/fare quella cosa (se non ho la carta d'identità ed il certificato elettorale, non posso votare).
Questo lo scrivo perché troppa gente sopravvaluta il ruolo della legge e delle regole. Esiste invece una sfera enorme extra-lege, pensate a tutti i comportamenti possibili: la pubblicità probabilmente ci determina più delle leggi. Pensate poi che molte leggi sono lettera morta se non c'è nessuno che le fa applicare.
Quante leggi, di varia natura e spesso di grande qualità, restano inapplicate? L'Italia, ma anche altri paesi come la Francia, sono fatti di avvocati, gente per cui se c'è la legge allora il mondo esiste ed invece la stragrande parte della nostra vita non dipende dalle leggi.
2 commenti:
Bello approfondire questi concetti.
Anche io mi interrogo ogni tanto sull'efficienza delle leggi più o meno "pubblicizzate", sentite. E sull'efficienza della cultura e della "civiltà".. temi in fondo d'attualità per noi italiani.
Una riforma non è una nuova legge, come saggiamente spiegava Barca.
Una Riforma è un cambiamento legislativo che la gente si aspettava, desiderava, spiengeva per avere.
Posta un commento