Occitania (G. L. Ferretti)
08/06/07
Di là dal mio crinale, da cui si vede il mare,
d’autunno e in primavera con il tramonto sale
l’odore degli orti, il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura.
s’intristisce la sera tra echi di dolore
e canti di preghiera:
è l’Occitania, che ancora si dispera.
Occitania: le donne, i cavalieri, i trovatori
i Catari, le corti d’amore.
Ai soldati che chiedono:
-come distingui un Cataro da ogni buon cristiano?-
Simone di Monfort,
comandante del Re in dotazione al Papa per la prima crociata,
risponde: -Uccideteli tutti: Dio riconosce i suoi-
Detto. Fatto. Uccisi tutti.
OCCITANS tous OCCIS
Di là dal mio crinale, da cui si vede il mare,
d’autunno e in primavera con il tramonto sale
l’odore degli orti, il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura.
La notte inghiotte la sera,
sfiora la rosa, sfiora la lavanda
il giglio di Lorena con la croce di Roma
qui massacra e comanda:
non s’osi vivere, se non in penitenza
ubbidienza indulgenza.
Guai alle donne che devono servire
partorire in dolore, guai a chi le difende
e guai, guai a chi si arrende.
Monsegur anno 1244
OCCITANS tous OCCIS
al rogo gli occitani: vecchi donne bambini
vivi morti feriti, malati e sani.
Al rogo gli Occitani!
e ancora gli par poco:
se ne infanga la memoria,
sbagliando la materia.
Il fango si fa terra,
germoglia e fiorisce la storia
Di là dal mio crinale, da cui si vede il mare,
d’autunno e in primavera con il tramonto sale
l’odore degli orti, il suono delle corti
un gusto di equilibrio, di misura
“mezura” che non dura.
la notte inghiotte la sera:
sfiora la rosa, inacidisce il miele
le donne d’Israele s’intristiscono in lor cuore
sanno che va male, va male a peggiorare
sanno di già che diaspora
diventa shoah.
I forni crematori sono il progresso dei roghi.
2 commenti:
è bellissimo questo testo,sopratutto se lo si sente ''gracchiare''(non lgi rende giustizia) da lindo in persona ...io l'ho appena fatto sentendolo su you tube..
Perche non:)
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