Natale '08

24/12/08

Questo Natale di preghiera lo dedico a tutti i Migranti, perché se oggi è facile essere Milanesi a Londra, pensi a com'era cent'anni fa, a chi si spingeva a New York, Buenos Aires, Bruxelles e giù a Sidney e Auckland.

Penso a Noi popolo di Migranti per secoli che oggi fatichiamo ad accettare gli immigrati, quell'incapacità di dialogo con i nuovi arrivati che colpisce quella stessa gente che ieri, invece, accoglieva a Milano i popoli di quello che allora era Terzo Mondo, a quei popoli che ieri si chiamavano Veneti, Calabresi, Siciliani, Pugliesi e che oggi sono Albanesi, Curdi, Ucraini, Rumeni e popoli dell'Africa sub-Sahariana fino all'Ecuador ed allo Sri Lanka. In questo Natale, confido nella buona stella che salvi la Patria dei migranti da quel fascio-leghismo razzista strisciante percheé il Natale, nel suo senso Cristiano vero, non di identità razziale, è per tutti, è universale, è catholicos.

In quest'ottica, la figura che più mi affascina è quella di San Giuseppe, che accolse Maria gravida senza ripudiarla, accettanto la Volontà del Signore al di là delle maldicenze che si possono facilmente immaginare. Uomo buono, Giuseppe migrò per registrare la sua famiglia al censimento imperiale, accettò il figlio non suo, allevandolo a bottega come un buon padre ed accettandone la volontà. San Giuseppe è, forse, una figura tanto centrale quanto marginale nel Cristianesimo. Uomo buono anche in questo.

E quindi che questo Natale sia per i migranti, che la geografia è destino e abbandonare la propria terra non è mai facile, tornarvi ancora meno. Il Cardinale richiama la centralità del Dialogo, difficile prezioso lungo faticoso. Il Dialogo è la base della convivenza, la chiave di volta per cui la Geografia non diventa condanna, ma opportunità.

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